Programma della Festa degli Auguri, pomeriggio di musica e spettacolo in programma per l'1/1/11 per dare il benvenuto al nuovo anno.
Piazza Vesi dalle ore 15,30.
Si esibirannoaccompagnati dall'orchestra il "Grande evento" diretta dal maestro M.Conficconi i:
BARCELLONA
ATTENTI A NOI DUE
LUCA BERGAMINI e BAIARDI E MAKARENA
BORGHESI
CASADEI DANZE CESENA
PATRIZIA CECCARELLI
GRUPPO CICOGNANI DANZE
CRISA DANZE
EDMONDO COMANDINI
I CUBA CUBA
LUCA MILANI
IL MULINO DEL PO
ANDREA SCALA
RENZO TOMASSINI
GLI ZETA ..............
e tanti altri ancora.
Il tutto condotto da Gianni Sirole e Andrea Masoni e presentato in diretta su Teleromagna e su SKY canale 8
INGRESSO LIBERO
lunedì 27 dicembre 2010
Antichi negozianti di Gatteo
Una targa per i negozianti più attaccati al loro esercizio.
L'amministrazione comunale di Gatteo ha premiato cinque titolari (ormai pensionati) di esercizi pubblici che per decine di anni hanno operato sul territorio comunale.
La premiazione è avvenuta il 18 dicembre nella sala consigliare efettuata dal sindaco Tiziano Gasperoni alla presenza degli assesori.
"Credo che molti di voi possono ancora raccontare i tempi in cui si andava a comprare il pane o i generi alimentari con il librettino cosidetto "dei segni". Ora il tutto è cambiato. Oggi si paga con la carta di credito. Con questo premio abbiamo voluto ringraziarvi per quello che avete operato con una targa che non può certo ricompensarvi del lavoro fatto per tanti anni (per questo sono i $$$ e la pensione guadagnati n.d.r.), ma che resterà nelle vostre case" - ha detto Gasperoni.
I premiati sono:
Antonio Buda e Anna Guerra con attivita di lavanderia prima e merceria poi in via Garibaldi dal 1955 al 2001
Giovanna Crociati alimenteri in via Garibaldi dal 1945 al 2009 (64 anni!)
Maria Giovanna Fabbri forno in piazza Vesi dal 1950 al 2000
Romano Mazzotti e Rosanna Rossi con la tabaccheria in via Garibaldi dal 1962 al 2010
Elisabetta Pizzinelli detta Maura forno al Castello dal 1963 al 2004.
Il negozio più vecchio di tutti è il forno in piazza Vesi che aprì i battenti in 1860.
I commercianti che fanno parte dell'associazione "Il Castello e dintorni" hanno ringraziato e hanno detto di avere fatto per una vita il lavoro con tanta passione e amore, di aver sempre tenuto un bel rapporto con i clienti che non erano quelli della fretta e del mordi e fuggi di oggi, ma si fermavano a fare quattro chiacchere. Negozi, come è stato sottolineato da tutti dove primeggiava il rapporto personale con i clienti.
L'amministrazione comunale di Gatteo ha premiato cinque titolari (ormai pensionati) di esercizi pubblici che per decine di anni hanno operato sul territorio comunale.
La premiazione è avvenuta il 18 dicembre nella sala consigliare efettuata dal sindaco Tiziano Gasperoni alla presenza degli assesori.
"Credo che molti di voi possono ancora raccontare i tempi in cui si andava a comprare il pane o i generi alimentari con il librettino cosidetto "dei segni". Ora il tutto è cambiato. Oggi si paga con la carta di credito. Con questo premio abbiamo voluto ringraziarvi per quello che avete operato con una targa che non può certo ricompensarvi del lavoro fatto per tanti anni (per questo sono i $$$ e la pensione guadagnati n.d.r.), ma che resterà nelle vostre case" - ha detto Gasperoni.
I premiati sono:
Antonio Buda e Anna Guerra con attivita di lavanderia prima e merceria poi in via Garibaldi dal 1955 al 2001
Giovanna Crociati alimenteri in via Garibaldi dal 1945 al 2009 (64 anni!)
Maria Giovanna Fabbri forno in piazza Vesi dal 1950 al 2000
Romano Mazzotti e Rosanna Rossi con la tabaccheria in via Garibaldi dal 1962 al 2010
Elisabetta Pizzinelli detta Maura forno al Castello dal 1963 al 2004.
Il negozio più vecchio di tutti è il forno in piazza Vesi che aprì i battenti in 1860.
I commercianti che fanno parte dell'associazione "Il Castello e dintorni" hanno ringraziato e hanno detto di avere fatto per una vita il lavoro con tanta passione e amore, di aver sempre tenuto un bel rapporto con i clienti che non erano quelli della fretta e del mordi e fuggi di oggi, ma si fermavano a fare quattro chiacchere. Negozi, come è stato sottolineato da tutti dove primeggiava il rapporto personale con i clienti.
martedì 21 dicembre 2010
Testo riforma Gelmini
Dopo una lunghissima sessione parlamentare la Camera ha dato il via libera al DDL Gelmini, un provvedimento fortemente contrastato sia dalle opposizioni parlamentari che dalla grande maggioranza degli studenti che hanno protestato in maniera veemente con cortei, scioperi e occupazioni. Molto si è dibattuto in merito alla Riforma Gelmini, con il Governo che ha parlato di “svolta epocale” e le opposizioni di “disastro omeopatico”; proviamo dunque a fare chiarezza sui principali punti in oggetto.
Norme anti – baroni e Parentopoli: Il divieto di chiamata da parte degli Atenei per docenti fino al quarto grado di parentela con un altro docente universitario della stessa sede accademica è considerato uno dei cavalli di battaglia della lotta anti – parentopoli. Tuttavia, in sede di discussione il testo è stato emendato e la norma si applica ora solo all’interno dello stesso dipartimento o struttura.
Settore ricerca: La Riforma contiene un articolato passaggio nel quale si programmano “interventi volti a favorire la formazione e l’accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica“. Il nuovo sistema per i ricercatori sarà basato su contratti di 6 anni, al termine dei quali l’Ateneo deciderà se confermare una assunzione a tempo determinato o terminare il rapporto lavorativo. Di opposto parere le opposizioni che parlano di “meccanismo lento e farraginoso” citando l’esempio di Kostya Novoselov, 36 anni e nobel per la fisica che in Italia “non sarebbe ancora un professore”.
Meritocrazia: Il cuore della Riforma prevede norme volte a garantire “trasparenza e meritocrazia nelle assunzioni”, anche attraverso il varo di un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi e la maggiore presenza di membri esterni nei “nuclei di valutazione del merito”. Su questo punto c’è grande scetticismo, dal momento che non è ancora chiaro il modo in cui si intende agire nel concreto (ricordando anche gli ultimi anni di immobilismo).
Fusioni e riorganizzazione interna: Agli Atenei sarà data la possibilità di fondersi o federarsi tra loro, mentre allo stesso tempo non potranno avere più di 12 facoltà e dovranno introdurre membri esterni nel loro Cda. Caustica la risposta di opposizioni e organizzazioni studentesche: miriade di norme, di nessuna efficacia senza dettagliati regolamenti attuativi.
Diritto allo Studio: la costituzione del fondo nazionale per il merito per assegnare borse di studio e prestiti d’onore è una delle novità sostanziali, anche se in effetti i tagli ai trasferimenti e la carenza di risorse potrebbero ostacolare un progetto molto ambizioso.
Concorsi e Commissioni: Il decreto Gelmini “introduce l’abilitazione nazionale come condizione per l’accesso all’associazione e all’ordinariato“, attribuita da una commissione in base a specifici parametri di qualità (a far parte di tale organismo anche membri stranieri). In seguito i posti saranno attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università. Sotto questo aspetto va registrata una seppur minima convergenza tra gli schieramenti parlamentari anche se in Aula non è mancato il riferimento al mancato controllo operato finora dal Ministero proprio in tema di trasparenza e rigore.
Controllo e gestione finanziaria: è questo il vero terreno di scontro fra le opposte fazioni. La Riforma prevede l’introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra MIUR e Tesoro, di fatto una sorta di “commissariamento” al Ministero guidato da Giulio Tremonti secondo molti esponenti del mondo accademico. Durissimo il dibattito sulle risorse complessive messe a disposizione per la Riforma, con il Governo che garantisce la consistenza dei fondi e le opposizioni che, dopo aver setacciato il decreto, rilevano “solo generiche promesse ed imprecisi riferimenti”. Non mancano in effetti locuzioni del tipo “secondo le disponibilità del momento” “relativamente alle risorse” e finanche un “fino a…” che hanno provocato le proteste e i tentativi di correzione nell’infuocato dibattito parlamentare.
Scuola pubblica – scuola privata: sulla effettiva volontà di rilanciare il settore pubblico da parte del Governo vi sono opinioni discordanti. Mentre il Ministro pone l’accento sul coraggio di innovare e cambiare il volto all’Istruzione Pubblica, gli studenti individuano in alcuni punti del decreto il “segno di una resa incondizionata”, il “via libera ad una scuola pubblica mediocre ed a basso costo” e incentivi “a scuole e centri di eccellenza privati e riservati a pochi”.
Norme anti – baroni e Parentopoli: Il divieto di chiamata da parte degli Atenei per docenti fino al quarto grado di parentela con un altro docente universitario della stessa sede accademica è considerato uno dei cavalli di battaglia della lotta anti – parentopoli. Tuttavia, in sede di discussione il testo è stato emendato e la norma si applica ora solo all’interno dello stesso dipartimento o struttura.
Settore ricerca: La Riforma contiene un articolato passaggio nel quale si programmano “interventi volti a favorire la formazione e l’accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica“. Il nuovo sistema per i ricercatori sarà basato su contratti di 6 anni, al termine dei quali l’Ateneo deciderà se confermare una assunzione a tempo determinato o terminare il rapporto lavorativo. Di opposto parere le opposizioni che parlano di “meccanismo lento e farraginoso” citando l’esempio di Kostya Novoselov, 36 anni e nobel per la fisica che in Italia “non sarebbe ancora un professore”.
Meritocrazia: Il cuore della Riforma prevede norme volte a garantire “trasparenza e meritocrazia nelle assunzioni”, anche attraverso il varo di un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi e la maggiore presenza di membri esterni nei “nuclei di valutazione del merito”. Su questo punto c’è grande scetticismo, dal momento che non è ancora chiaro il modo in cui si intende agire nel concreto (ricordando anche gli ultimi anni di immobilismo).
Fusioni e riorganizzazione interna: Agli Atenei sarà data la possibilità di fondersi o federarsi tra loro, mentre allo stesso tempo non potranno avere più di 12 facoltà e dovranno introdurre membri esterni nel loro Cda. Caustica la risposta di opposizioni e organizzazioni studentesche: miriade di norme, di nessuna efficacia senza dettagliati regolamenti attuativi.
Diritto allo Studio: la costituzione del fondo nazionale per il merito per assegnare borse di studio e prestiti d’onore è una delle novità sostanziali, anche se in effetti i tagli ai trasferimenti e la carenza di risorse potrebbero ostacolare un progetto molto ambizioso.
Concorsi e Commissioni: Il decreto Gelmini “introduce l’abilitazione nazionale come condizione per l’accesso all’associazione e all’ordinariato“, attribuita da una commissione in base a specifici parametri di qualità (a far parte di tale organismo anche membri stranieri). In seguito i posti saranno attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università. Sotto questo aspetto va registrata una seppur minima convergenza tra gli schieramenti parlamentari anche se in Aula non è mancato il riferimento al mancato controllo operato finora dal Ministero proprio in tema di trasparenza e rigore.
Controllo e gestione finanziaria: è questo il vero terreno di scontro fra le opposte fazioni. La Riforma prevede l’introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra MIUR e Tesoro, di fatto una sorta di “commissariamento” al Ministero guidato da Giulio Tremonti secondo molti esponenti del mondo accademico. Durissimo il dibattito sulle risorse complessive messe a disposizione per la Riforma, con il Governo che garantisce la consistenza dei fondi e le opposizioni che, dopo aver setacciato il decreto, rilevano “solo generiche promesse ed imprecisi riferimenti”. Non mancano in effetti locuzioni del tipo “secondo le disponibilità del momento” “relativamente alle risorse” e finanche un “fino a…” che hanno provocato le proteste e i tentativi di correzione nell’infuocato dibattito parlamentare.
Scuola pubblica – scuola privata: sulla effettiva volontà di rilanciare il settore pubblico da parte del Governo vi sono opinioni discordanti. Mentre il Ministro pone l’accento sul coraggio di innovare e cambiare il volto all’Istruzione Pubblica, gli studenti individuano in alcuni punti del decreto il “segno di una resa incondizionata”, il “via libera ad una scuola pubblica mediocre ed a basso costo” e incentivi “a scuole e centri di eccellenza privati e riservati a pochi”.
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