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sabato 30 maggio 2009

Girolamo Amati, relazione di Dennis Faedi alla manifestazione culturale di Savignano sul Rubicone

Il Comitato di gestione del Centro Sociale Ricreativo Culturale "M° Secondo Casadei" di Savignano sul Rubicone, nell'ambito delle attività promosse a favore della popolazione scolastica locale, indice una manifestazione culturale rivolta agli studenti del Liceo Scientifico "Marie Curie" avente come tema:

"SAVIGNANO CITTA' DI CULTURA: CONOSCIAMO I SUOI CITTADINI ILLUSTRI DEL PASSATO ANCHE A TTRA VERSO LE VIE E LE STRADE AD ESSI INTITOLATE".

Gli studenti interessati, nell' ambito della normale attività scolastica, svolgeranno studi e ricerche sul tema proposto, elaborati scritti ed eventuali disegni verranno esposti ed illustrati sabato 30 Maggio 2009 nel corso della manifestazione che si terrà alle ore 10,30 nell' arena Gregorini. Ci saranno presenti circa 250 studenti del Liceo.

Il Presidente del Centro Sociale, Roberto CAPANNI, nell' ambito dell' iniziativa, alla presenza delle Autorità scolastiche ed istituzionali, nonché delle famiglie degli studenti del Liceo Scientifico, porterà il saluto ai presenti, consegnerà una targa a ricordo della manifestazione alla scuola e lettori MP3 agli studenti che avranno realizzato studi ed elaborati sul tema proposto.
I ragazzi interessati hanno infatti realizzato degli elaborati a 11 personaggi cui sono intitolate altrettante vie di Savignano sul Rubicone: Borghesi, Perticari, Vendemini, Amati, Faberi, Gasperoni, padre De Lubelza, Rocchi, Nardi, Moroni, Barbaro.
Seguirà un piccolo rinfresco.
La Cittadinanza è invitata.
GIROLAMO AMATI
RELAZIONE DI DENNIS FAEDI, LICEO M.CURIE, CLASSE IVB


Girolamo Amati nacque a Savignano sul Rubicone il 13 giugno del 1768, figlio di Pasquale Amati, letterato e studioso di storia locale, potè giovarsi fin dalla più tenera età dell'incitamento del padre e di una cerchia intellettuale volta agli studi di antiquaria di altissimo livello, come il coltissimo abate di Santarcangelo Gaetano Marini che lo accolse all'Archivio Vaticano come esperto di lingua greca negli anni della prima Repubblica Romana (1798-1800).

A Ferrara dove visse dal 1786 al '96 Girolamo Amati frequentò le illustri biblioteche e accademie della città estense, respirandone l'atmosfera ricca di memorie rinascimentali e c1assiciste. A Roma, dal 1799 insegnò lingua greca (succedendo al concittadino Amaduzzi) all' Archiginnasio della Sapienza, fu bibliotecario alla Ghigiana e scrittore di greco alla Vaticana. Nel 1810 ritornò a Savignano; rinunciò a importanti cariche preferendo rimanere tra i preziosi tesori della biblioteca e degli archivi vaticani. Tra i molto eruditi progetti nel campo degli studi di Amati da ricordare anche che scoprì in Dionigi di Alicamasso l'autore del Sublime fino ad allora attribuito a Longino; vale la pena aggiungere qualche parola riguardo a questa importante opera e riguardo alla non meno importante scoperta compiuta da Girolamo Amati.

La critica è concorde a collocare l’opera nella prima età imperiale.L’autore scrive il trattato per un nobile romano, ed esamina cosa sia lo stile sublime: si tratta di un brano che "induce a sentimenti e riflessioni più alte di quanto in esso è stato detto"; L'autore riteneva che la letteratura potesse modellare un’anima e che un’anima potesse riversare se stessa in un’opera d’arte. In questo modo, il trattato, non diventa solo uno scritto di indagine letteraria, ma anche di discussione etica, in quanto il sublime diviene il prodotto di una grande anima. Ciò allarga di molto la dimensione dell'opera; nata per confutare le teorie di un opuscolo di critica letteraria, finisce per inaugurare un’idea che investe non solo la letteratura, ma tutta l’estetica nel suo complesso. Egli supera le rigide norme di critica letteraria dei suoi tempi, che vedono la perfezione nello stile uniforme, senza cadute, che egli chiama mediocrità. Infatti l'autore ammira l'audacia del genio, che rischia, anche a costo di cadute (perdonabili), e riesce ad attingere le vette.
/testo/
Tornando a Girolamo Amati, egli inoltre rinvenne in alcuni fogli palinsesti della Malatestiana di Cesena un frammento apocrifo del Vangelo; scoprì per primo sul codice Vaticano Greco 1809 (appartenuto al celebre monastero di Grottaferrata) il significato e il valore delle note tachigrafiche (una sorta di stenografia dell'antichità).
Nello studio delle antiche epigrafi greche e romane cercava di ricostruire le facies dei popoli antichi. Fu uno dei fondatori dell'etruscologia Si occupò anche dello studio dell'antica letteratura provenzale.
Insieme a Bartolomeo Borghesi e Giulio Perticari nel 1801 fu fondatore dell'Accademia Rubiconia dei Filopatridi. Un suo discorso il 3 aprile 1801 inaugurò l'Accademia per cui stese le Tavole delle Leggi in latino arcaico, secondo lo stile dei giureconsulti romani.
Fu socio ordinario e quasi sempre ottenne la censura della pontificia Accademia romana di archeologia.
Leone XII lo nominò dottore del collegio filologico.
Per i suoi meriti culturali i pontefici Pio VI e Pio VII lo nominarono custode dell'Archivio segreto vaticano e di quello di Castel Sant'Angelo.
Morì il 15 aprile 1834, all'età di 65 anni, a Roma.

Come ritiene il Ricoglitore Italiano e straniero ossia Rivista mensuale europea di Scienze, Lettere, Belle Arti, Bibliografia e Varietà del 1834 "A ragione può egli qualificarsi uomo di antica sapienza e di antica virtù; uno dei migliori ingegni che abbia avuto la nostra età".

giovedì 21 maggio 2009

Inefficienza d'amministrazione del Liceo M.Curie di Savignano e Linea Amica

Messaggio di Brunetta:
Noi siamo i protagonisti di un confronto teso a migliorare costantemente i servizi resi ai cittadini, veri e propri clienti di questa grande azienda che è la Pubblica Amministrazione. Clienti che vanno trattati con cortesia, riguardo e lealtà, che devono essere informati in maniera semplice e immediata di quali siano i loro diritti e di cosa può e deve essere offerto a ciascuno di loro. Per quanto mi riguarda, mi sono assunto l’impegno di riformare profondamente e in modo irreversibile la Pubblica Amministrazione entro la fine di questa legislatura. È una necessità per il Paese. Non possiamo più permetterci un settore pubblico inefficiente, o comunque più inefficiente della media degli altri settori pubblici europei”.

Legge 133 del 2008, il cosiddetto “decreto Brunetta”, e la legge n. 15 del 2009, finalizzata all’ottimizzazione del lavoro pubblico e all’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni."

"Ai cittadini italiani quindi dico: controllateci, incalzateci, fateci sentire il vostro fiato sul collo!”.
- fine messaggio di Brunetta.

- inizio del mio messaggio:
"Scaglierei una freccia al cielo per farlo respirare "

Infatti io gli ho "fiatato sul collo" per un problema che riguarda il malfunzionamento del Liceo Scientifico M.Curie di Savignano.
Detto liceo pretende di distribuire lavoro e stages estivi per i suoi studenti. Teoricamente un idea grandiosa. L'idea sicuramente segnalata e distribuita a destra e manca per un vanto personale della direzione con annessi. In teoria.
Seppoi si arriva a fare un capolino dietro alle quinte, tutto ha da desiderare.
In diversi miei "giri", sbatacchiata tra l'ufficio di collocamento, il comune di Gatteo e Savignano, liceo e informagiovani, non sono riuscita a iscrivere il mio figlio per lo stage estivo nel nostro comune.
Già per la mancanza d'informazione, e della circolare al riguardo alternanza scuola-lavoro, già per colpa di sbagliati riferimenti e termini tipo:
"lei bisogna che venga più tardi"/era a gennaio, ndr./ o
"forse dovrebbe andare al comune" /ero a informagiovani/ o
"noi non iscriviamo i giovani, bisogna che il suo figlio segnali la sua disponibilità su internet" /23 febbraio all'ufficio di collocamento/ o questa:
"sono gli studenti che si devono interessare" - diceva l'incaricato del liceo...
Per dire, uno può consumare piedi e pazienza senza ricavare un bel nulla. Un classico, no?
Dunque, dopo diversi miei interventi senza esito, ho segnalato questo problema a LINEA AMICA, ho scritto ad un giornale locale e ora posto qui in questo blog, per informare, dare esempio e modo d'agire a tutti quanti si trovano in difficoltà per leggerezza o inadempimento di personale amministrativo.
Io addirittura mi sono sentita stupida e perseguitata socialmente.
L'articolo 31 sulla class action dà il diritto ad ogni interessato di agire in giudizio nei confronti delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici in caso di violazione di standart qualitativi ed economici.
Vedremo come agirà il Ministro della Gioventù.


Se non sei soddisfatto chiama LINEA AMICA

martedì 21 aprile 2009

Vincitori al FORUM DELLA FILOSOFIA gli studenti della IV b, Liceo Scientifico M.Curie di Savignano

IL FORUM DELLA FILOSOFIA Anno Scolastico 2008/2009
Istituto Superiore "M Curie" - Savignano sul Rubicone (FC)
Referente: Prof. Sabrina Fattori
Classe partecipante al concorso: IV B (p.N.I.)
Relatori: Luca Astolfi e Leonardo Nini

De Scientiae ltineribus
Tutti gli uomini per natura tendono al sapere...
perché si sentono pieni di stupore e di meraviglia.

Sulla base di questo principio nel IV secolo a.C. Aristotele costruisce la sua Metafisica in quanto lo stupore e la meraviglia sono da sempre le radici della conoscenza. Sono questi i sentimenti che hanno spinto l'uomo ad interrogarsi sulla propria esistenza e sul proprio rapporto con il mondo circostante. Da qui nacque la filosofia: «fra tutte le scienze, (...) la più divina e la più degna di onore» .
All'epoca, infatti, si riteneva che la filosofia fosse l'unica forma di conoscenza in grado di raggiungere la Verità riconducendo "a sé tutte le altre forme del sapere. La filosofia e la scienza sono in questa prospettiva due facce della continua e inarrestabile ricerca della Verità.
Nell'età moderna la "rivoluzione scientifica" sembra però imporre un criterio di verità che, già professato dai grandi filosofi classici, era stato poi sepolto dall'ottuso dogmatismo degli epigoni. L'esigenza di sottoporre a esame critico ogni affermazione che ambisca a presentarsi come vera innalza la libertà di pensiero al rango di supremo valore intellettuale, mentre l'indagine razionale sui dati dell'esperienza diviene l'unica garanzia di una verità che si impone per la sua intrinseca evidenza e non per la coercizione di un potere oscurantista, interessato a servirsene per soggiogare gli intelletti e i corpi.
Ed è proprio in questo periodo che prendono forma due posizioni filosofiche che caratterizzeranno la conoscenza nel suo sviluppo temporale: empirismo e razionalismo. Gli empiristi a partire da Locke, Barkley e Hume ritengono che la conoscenza della realtà naturale si basi sull'esperienza sensibile, negando quindi l'esistenza di quelle idee innate tanto care a Platone, utilizzando un metodo induttivo sintetico. Al contrario, i razionalisti con Cartesio, Spinoza e Leibniz partono dal presupposto che la mente abbia in sé i fondamenti della verità delle idee, indipendentemente dall'esperienza utilizzando un metodo deduttivo analitico.
Galileo Galilei, da molti riconosciuto come il padre della scienza moderna, utilizzando entrambi gli approcci, indicò quello che tuttora è il metodo scientifico, ovvero la serie di processi che lo scienziato deve attuare per giungere alla formulazione di una legge scientifica necessariamente basata su sensate esperienze che si intrecciano con necessarie dimostrazioni, in cui l'induzione e la deduzione sono due momenti fondamentali per giungere alla conoscenza della realtà naturale.
Ma è lecito affermare che la scienza nacque nel Seicento?
Già Aristotele parlava di scienza, anche se con un significato ben diverso da quello attuale. Infatti la fisica in Aristotele era piuttosto una filosofia della natura. È interessante però notare come per il filosofo greco la conoscenza umana si basi sull'esperienza. Fin dalla nascita della filosofia è presente la ricerca di un principio o causa prima da cui deriva il mondo reale. Aristotele partì dalle osservazioni compiute per arrivare ad affermare l'esistenza di un qualcosa di metafisico, trascendente dalla realtà e da cui essa derivava il Motore Immobile.
La contrapposizione fra trascendente ed immanente si protrarrà durante tutto il medioevo assumendo accenti particolari nell'ambito della disputa filosofica sul rapporto fede-ragione. Fra i sostenitori delle ragioni della fede, Anselmo D'Aosta sostenne che per arrivare alla conoscenza fosse necessario partire da una fede cieca e incrollabile richiamandosi al pensiero platonico. Tommaso D'Aquino, schierandosi con gli aristotelici, sostenne invece la possibilità di ricercare nel mondo sensibile le prove dell'esistenza di Dio.
Il dualismo fede-ragione degenerò in un conflitto ben più drammatico di un semplice dibattito fra intellettuali: questo contrasto senza tempo ebbe infatti il suo spannung durante il secolo XVII a seguito della rivoluzione scientifica. L'epicentro di tale conflitto viene comunemente ricondotto al confronto fra la Chiesa e Galileo Galilei. Il famoso scienziato pisano fu perseguitato e costretto a rinunciare alle proprie teorie, o almeno alla veridicità di esse. Difatti, durante il processo inquisitorio, il cardinale Roberto Bellarmino inviò una missiva rassicurante a Papa Paolo V, con la quale veniva resa "innocua" la teoria di Galilei. Il cardinale sosteneva che il sistema copernicano, professato dallo studioso italiano, non fosse altro che una visione strumentale dell 'universo atta unicamente a semplificare i calcoli dei matematici in base alle osservazioni compiute, senza la pretesa di essere una descrizione reale del mondo. Ciò non era in contraddizione con le sacre scritture. In questo modo, dal filone teologico e metafisico si originò una corrente filosofica detta strumentalismo. Questa corrente di pensiero, "inaugurata" da Bellarmino e sostenuta da altri illustri filosofi come Osiander e il vescovo Berkeley, proponeva una visione della scienza, e in particolare della fisica, come "creatrice" di teorie e sistemi atti unicamente a semplificare calcoli matematici in rapporto alle osservazioni effettuate. Lo strumentalismo venne in seguito ostacolato dagli illuministi impegnati a combattere qualunque forma di dogmatismo che costringeva l'uomo a uno stato di "minorità intellettuale".
Lo strumentalismo secondo il filosofo Karl Popper ha comunque: «vinto la sua battaglia senza sparare un solo colpo. [...] Il punto di vista strumentalistico è diventato un dogma indiscusso». Dopo la comparsa, infatti, di teorie, come la relatività o la meccanica quantistica, che hanno letteralmente gettato al vento leggi che sembravano ormai indiscutibili, gran parte dei fisici ha abbracciato, forse come segno di resa di fronte alle nuove difficoltà, la teoria strumentalista. Ma quali conseguenze porterebbe con sé una vittoria totale dello strumentalismo? Non si rischierebbe forse di minare la scienza e la fisica, ma anche la stessa filosofia, dalle fondamenta? Se le parole di Popper corrispondessero alla realtà, ad oggi la massima aspirazione di uno scienziato dovrebbe essere quella di stabilire efficaci modelli matematici sulla base del mondo reale, senza alcuna speranza di poter comprendere appieno la realtà. Lo strumentalismo però non può e non deve diventare un dogma insuperabile. Lo stesso Popper si poneva in modo dialettico dinanzi alla diarchia strumentismo vs essenzialismo: «dovrò discutere e criticare due punti di vista della conoscenza umana: l'essenzialismo e lo strumentalismo, ad essi opporrò quello che chiamo "terzo punto di vista", cioè quello che rimane del punto di vista di Galileo».
Posto che lo scienziato e il filosofo cerchino fin dall'antichità una spiegazione del mondo fenomenico, non si può tuttavia dedurre, e qui seguiamo ancora una volta la teoria popperiana, che egli sia in grado di trovare suddetta spiegazione con la pretesa che essa sia certa o universale.
A questo proposito, Norberto Bobbio pensava che «per dare risposte globali bisognerebbe padroneggiare tutte le conoscenze particolari prodotte dalle ricerche scientifiche in questi ultimi 200 anni: (...) il che non è possibile ad alcuna mente umana per quanto possente [...] Oggi tanto più sappiamo, tanto meno sappiamo». Se dunque secoli fa poteva sembrare plausibile una risposta globale sulla Verità data dalla filosofia razionalistica e metafisica, ad oggi queste risposte appaiono sempre meno realistiche poiché si mostra sempre più evidente che sia impossibile a qualunque uomo la conoscenza totale. E nemmeno l'opera di generazioni e generazioni di scienziati può darci la certezza su qualunque teoria fisica, poiché «guai a noi se aspettassimo una risposta definitiva dalla scienza: si ricadrebbe nello scientismo di tipo positivistico con conseguenze (...) come l'universo tecnocratico» .
La scienza però, forte del carattere complementare delle sue numerose branche ognuna finalizzata allo studio di un diverso aspetto della stessa realtà, si è conquistata il primato su altre forme di conoscenza di tipo metafisico e teologico che l'hanno preceduta. La scienza è considerata affidabile in quanto capace di autocorreggersi e di «procedere per funerali» in modo da risultatare priva di contraddizioni e mai definitiva. La conoscenza però essendo composita non può essere esaurita del tutto e vi sono aspetti di questa che evidenziano come la scienza sia limitata e impossibilitata a cogliere le varie sfaccettature. Questo in quanto la scienza non è applicabile alla dimensione interiore dell'uomo e non è in grado di emularla (basti pensare, per esempio, ai risultati insoddisfacenti delle ricerche svolte nel campo dell'intelligenza artificiale). Ma l'uomo può, anzi deve, conoscere se stesso e spingersi oltre a ciò che lo circonda, per non perdere la propria identità in una società tecnologizzata, servendosi non solo della scienza quindi ma soprattutto della filosofia. Poiché la scienza come la conoscenza storica si limitano allo studio, rispettivamente, della realtà apparente e degli avvenimenti storici, si può quindi dedurre che è possibile raggiungere una conoscenza umanamente completa solo grazie alla filosofia, poichè è questa che studia ciò che risiede oltre la fenomenicità percorrendo la via logico-trascendentale fino a giungere ad una elaborazione etica­.
Ma la filosofia, come si è già affermato, e con essa la scienza, nascono dalla stupore a dalla conseguente ricerca della verità, una ricerca che probabilmente non arriverà mai al suo compimento, ma che tuttavia merita di essere intrapresa: «non sono alla portata della mente umana le grandi risposte, Tali sono soltanto le grandi domande»'. Ed è proprio da queste
domande che nasce guella ricerca della Verità di cui si è lungamente discusso. La filosofia deve costantemente tenere vive queste domande, deve indurre l'uomo a non accettare ciecamente alcuna teoria, a non porre limiti alla sua capacità critica, ma a sottoporre ogni ipotesi al "vaglio della ragione" .
È compito della filosofia dunque ricordare sempre all'umanità che non ha raggiunto il suo punto di arrivo, che non ha raggiunto la piena conoscenza, ma che è necessario continuare a sperare, a sognare, qualcosa di più grande: «nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana a raggiungere il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane». Questa citazione di Henry Desroche può riassumere metaforicamente il concetto in quanto nessuna forma di sapere ha mai portato l'uomo e probabilmente mai lo porterà alla verità assoluta. Ma è sulla strada della verità che l'uomo è cresciuto e si è evoluto.


Riferimenti bibliografici

N. Abbagnano, Dizionario di Filosqfìa (la voce) Conoscenza, scienza e nuova scienza, Utet,Torino,2001.
E. Agazzi, Le rivoluzioni scientifiche, Homo Sapiens, Novara, 2008.
Aristotele, Metafisica, (traduzione di) G. Reale, Rusconi, Milano, 1978.
M. Baldini, Gli scienziati e i filosofi del '600, Aremando, Roma, 2001.
N. Bobbio, Che cosa fanno oggi i filoso.fì. Bompiani, Milano, 1982.
S. Righini, A. Vannucci, Interroghiamo i filosofi, Canova, Padova, 2008.
I. McEwan «Vero per insufficienza di prove» in Il Sole 24 Ore, 18-01-2009.
T. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino, 2006.
K. R. Popper, Scienza e Filosofia, Einaudi, Torino, 2007.
K. R. Popper, Lo scopo della scienza, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, Il gioco della scienza, Armando, Roma, 1987.
K. R. Popper, La scienza e i suoi amici, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, La mia filosofia. Armando, Roma, 1987.
P. Rossi, La rivoluzione scientifica, Loescher, Torino, 1999."

Quando ho letto la rielaborazione di questa dissertazione, ho fatto la marcia a ritroso, rammentando decine, se non centinaia di libri letti-studiati sulla filosofia che non mi hanno chiarito nulla, anzi, destato scompiglio e altre domande ancora...
Ma mi hanno fatto preferire Locke e Berkeley, poi Nietzsche e Leopardi come asseritori della mia propria filosofia di vita...anche se Hawking mi attrae tantissimo /a proposito; sta molto male!/
Ora ho visto dei ragazzi come Dennis Faedi e Leonardo Nini a discutere via internet su come impostare la questione...ore e ore di dispute e correzioni. Chissà se oltre alla vincità di questo Forum tenutosi oggi a Faenza, chissà allora se gli ha chiarito qualche interrogativo o solamente sollevato altri infiniti perchè e percome?

Complimenti per la vincita ragazzi!!! Sia pur mancasse Kant e Leopardi.
AUGURI PER IL FINALE!
Non si può filosofare sulla scienza!!!

Strada facendo, ad un certo punto, la parte della filosofia ch'era interessata ad analizzare la natura ha trovato un metodo migliore rispetto al precedente, e per quell'aspetto ha iniziato ad impiegarlo. /equazioni e misure/
Storicamente, è successo poi che i filosofi della natura, rinnegando le loro origini e, in qual modo, dimenticando le ragioni della loro indagine, avrebbero rinnegato la filosofia e sarebbero diventati così esclusivamente scienziati. Da un lato ciò è necessario perché l'attuale estensione del sapere richiede una notevole specializzazione ma, dall'altro, è assurdo se non addirittura grottesco tentare di ridurre la filosofia a ricerca scientifica; non lo è, e in ciò consiste il suo valore.

Scrive Nardelli:
"Le espressioni del pensiero di ogni tempo, dalla letteratura, alla filosofia, alla poesia, all'arte, alla religione si sono occupate in modi diversi dell’anima e della sua immortalità, cercando di configurare l'Eden. Soltanto la scienza, che si occupa di fenomeni e di realtà concrete, ritenendo questi temi e quest’Ente immaginario estranei alla propria investigazione, si è disinteressato di essi.
Ente, inteso come ideale, non è estraneo al pensiero scientifico che investiga il come, ma si pone innanzitutto il quesito del perché, ed in tal senso cerca il fine ossia l'ideale che governa il fenomenico.
Secondo i moderni filosofi della scienza il progresso scientifico si articola in due momenti: ipotesi e verifica, dove il primo contiene in sé i germi del perchè e quindi del finalismo, ossia dell'ideale.
Tutte le teorie filosofiche e matematiche consistono nella verifica della coerenza delle proprie argomentazioni con i loro postulati, generalmente numerosi, particolari e contingenti. Il merito di Galilei e quindi il successo della scienza è quello di aver identificato, nella verifica sperimentale, la validità stessa dell’unico postulato generale: le leggi della natura, quello che ha governato l’evoluzione dell’universo, ipotizzando, però, di conoscere tali leggi.
La cultura umanistica ha reso sterile ed astratta la sua indagine, perché in 3000 anni non ha modificato la qualità della vita dell’uomo, mentre la scienza, in mezzo secolo, fra l'altro, ne ha aumentato notevolmente la durata e migliorato la qualità.
L'elevato livello del pensiero scientifico, attestato dai continui e prodigiosi risultati supera, nei fatti, la discriminazione anacronistica galileiana fra cultura umanistica e quella razionale, che hanno oggi in comune l'ideale, ossia la ricerca del perché. E' bene quindi che la scienza raccolga il testimone dagli umanisti ed inizi ad occuparsi concretamente di settori culturali un tempo seguiti vagamente da altre espressioni del pensiero, avendo essa già superato, con l'elettrofisiologia cerebrale, la psiconeuroimmunologia, la fisica teorica e la meccanica quantistica, il confine che la separava dalla filosofia.
Virgilio, nel quarto libro delle Georgiche, descrive il comportamento delle api, come quello di tutti gli animali, il quale è perfettamente uguale a quello dei nostri giorni ed evidenzia, quindi l'assenza di evoluzione nel regno animale.
Al contrario, in particolare durante gli ultimi 2000 anni, la civiltà è progredita grazie alla trasmissione dell'informazione da una generazione a quelle successive, alla capacità di elaborazione dell'informazione e alla ricerca e scoperta della finalità del messaggio evolutivo.
Gli stessi fattori presiedono anche allo sviluppo del singolo uomo. Egli è, infatti, mosso dalle pulsioni del dominio dell'innato insieme a quelle del dominio dell'appreso, dalla capacità di elaborazione dell'informazione, la quale causa, a sua volta, l'estensione del dominio dell'appreso a spese di quello dell'innato e dall’intuizione di poter porsi un ideale, cioè di chiedersi il perché dell'evoluzione, che l'aiuta poi nella ricerca del come realizzarla.
Si cercherà qui di dimostrare che lo sviluppo ed il fine dell’uomo (il paradiso) sono la risultante del coordinamento dei tre fattori: informazione, elaborazione ed ideale. ..


Per concludere, vi consiglio la lettura di una lezione di filosofia:
LA BARBA DI PLATONE E I CONTI DI EINSTEIN

sabato 4 aprile 2009

Dei delitti e delle pene, Cesare Beccaria, compito di filosofia al Liceo Scientifico M.Curie

A proposito dei dibattiti ultimamente insistenti sulla scena mondiale, tra abolizione della pena di morte in Nuovo Messico, voci di Amnesty e l'ultima relazione di BARNABA MAJ /Università di Bologna/ tenutasi al Liceo M.Curie in preparazione all'Esame di Stato, intitolata: I luoghi e i tempi dell'attesa
Condanna a morte ed esperienza della morte nella vita e opera di F.M. Dostoevskij, propongo un compito di filosofia di:

Alunno: Dennis Faedi Classe: IV B

Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, La Spiga, Milano, 2001

Legge


«Tre sono le sorgenti dalle quali derivano i principii morali e politici, regolatori degli uomini: la rivelazione, la legge naturale, le convenzioni fattizie della società. Non vi è paragone tra la prima e le altre per rapporto al principale di lei fine: ma si assomigliano in questo, che conducono tutte e tre alla felicità di questa vita mortale».1

«Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si unirono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra, e di godere una libertà resa inutile dall'incertezza di conservarla. Essi ne sacrificarono una parte per goderne il restante con sicurezza e tranquillità».2

«(...) le sole leggi possono decretare le pene su i delitti».3

«Non v'è cosa più pericolosa di quell'assioma comune che bisogna consultare lo spirito della legge».4

«Se l'interpretazione delle leggi è un male, egli è evidente esserne un altro l'oscurità che trascina seco necessariamente l'interpretazione [...] Da ciò veggiamo quanto sia utile la stampa che rende il pubblico, e non alcuni pochi, depositario delle sante leggi».5

«la ragione (...) dichiara inutili, e per conseguenza dannose, tutte le leggi che si oppongono ai naturali sentimenti dell'uomo»6

«Quali sono le vere e le più utili leggi? Quei patti e quelle condizioni che tutti vorrebbono osservare e proporre, mentre tace la voce, sempre ascoltata, dell'interesse privato, o si combina con quella del pubblico»7

«Siano (...) inesorabili le leggi»8

«[le] leggi (...) considerano tutti i sudditi come egualmente dipendenti da esse»9

«Se i censori, e in genere i magistrati arbitrarii, sono necessarii in qualche governo, ciò nasce dalla debolezza della sua costituzione, e non dalla natura di governo bene organizzato»10

«la legge che imprigiona i sudditi nel loro paese, è inutile ed ingiusta»11

Delitto

«[i] delitti (...) per meritar pena debbono essere certi»12

«la vera misura dei delitti (...) [è] il danno della società»13

«Alcuni delitti distruggono immediatamente la società, o chi la rappresenta, alcuni offendono la privata sicurezza di un cittadino nella vita, nei beni, o nell'onore, alcuni altri sono azioni contrarie a ciò che ciascuno è obbligato di fare o non fare in vista del ben pubblico.
Qualunque azione non compresa tra i due, sovraccennati limiti, non può essere chiamata delitto»14

«gli uomini non rischiano a proporzione del vantaggio che l'esito felice dell'impresa produrrebbe»15

«le distinzioni di grave e leggiero debbon fissarsi dalla cieca ed imparzial legge, non dalla pericolosa ed arbitraria prudenza dei giudici. Le fissazioni dei limiti sono così necessarie nella politica, come nella matematica, tanto nella misura del ben pubblico, quanto nella misura delle grandezze»16

Processo/prescrizione

«è necessario concedere al reo il tempo e i mezzi opportuni per giustificarsi»17

Tortura

«Le nostre leggi proscrivono le interrogazioni che chiamansi suggestive in un processo (...) è rimarcabile la contraddizione delle leggi, che unitamente a tale consuetudine autorizzano la tortura»18

«Una crudeltà, consacrata dall'uso della maggior parte delle nazioni, è la tortura del reo mentre si forma un processo»19

«l'impressione del dolore può crescere al segno che, occupandola tutta [la volontà], non lasci altra libertà al torturato, che di scegliere la strada più corta per il momento presente, onde sottrarsi alla pena[...]Questo è il mezzo sicuro di assolvere i robusti scellerati, e di condannare i deboli innocenti»20

Misfatto/Pena

«la prontezza delle pene è più utile, perché quanto è minore la distanza del tempo che passa tra la pena ed il misfatto, tanto è più forte e più durevole nell'animo umano l'associazione di queste due idee, delitto e pena»21

«Un (...) principio serve mirabilmente a stringere sempre più l'importante connessione tra 'l misfatto e la pena; cioè, che questa sia conforme, quanto più si possa, alla natura del delitto»22

«più forti debbono essere gli ostacoli, che risospingono gli uomini dai delitti, a misura che sono contrari al ben pubblico, ed a misura delle spinte che ve li portano. Dunque vi deve essere proporzione fra i delitti e le pene»23

Pena

«Vi volevano de' motivi sensibili, che bastassero a distogliere il dispotico animo di ciascun uomo dal risommergere nell'antico caos le leggi della società. Questi motivi sensibili sono le pene stabilite contro agl'infrattori delle leggi»24

«una pena, accresciuta al di là del limite fissato dalle leggi, è la pena giusta, più un altra pena»25

«non v'ha dubbio che l'ignoranza e l'incertezza delle pene aiutino l'eloquenza delle passioni»26

«Io non trovo eccezione alcuna a quest'assioma generale: che ogni cittadino deve sapere quando sia reo o quando sia innocente»27

«Qual'è il fine politico delle pene? Il terrore degli altri uomini»28

«Il fine [delle pene] dunque non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni (...) e di rimuovere gli altri dal farne uguali.[...] Perché una pena ottenga il suo effetto, basta che il male della pena ecceda il bene che nasce dal delitto»29

«Uno dei più grandi freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma la infallibilità di esse»30

Pena di morte

«La pena di morte fa un'impressione, che colla sua forza non supplisce alla pronta dimenticanza (...) le passioni violente sorprendono gli uomini, ma non per lungo tempo, e però sono atte a fare quelle rivoluzioni che di uomini comuni ne fanno de' Persiani o de' Lacedemoni; ma in un libero e tranquillo governo le impressioni debbono essere più frequenti che forti»31

«Non è utile la pena di morte, per l'esempio di atrocità che dà agli uomini»32



Collegamenti
Ho mirato dare un idea generale di questo libro e desideravo mettere in evidenza l'importanza delle sue affermazioni non tanto oggi quanto all'epoca della sua realizzazione. Ho dato un ordine progressivo alle parole chiave che ho selezionato, per cui dalla funzione delle leggi e dalle loro caratteristiche si passa alla messa in atto di un delitto, nelle sue varie tipologie, al processo e i metodi in cui esso si realizza, alla pena, in particolare quella di morte. Da notare l'attualità delle sue affermazioni, che fa di questo libro un capolavoro dell'epoca, e soprattutto le idee contenute in esso molte delle quali dovrebbero essere tutt'ora applicate per la l'analisi logica su cui si fondano, e per la comprensione della natura umana che denotano.

venerdì 6 marzo 2009

Liceo Marie Curie, Viaggio di istruzione a Monaco di Baviera, programma

Monaco di Baviera (in tedesco München, è una città extracircondariale (1.314.350 abitanti) della Germania meridionale, capitale della Baviera. Situata sulle rive del fiume Isar, dopo Berlino ed Amburgo è la terza città tedesca per numero di abitanti, con una popolazione di circa 1,33 milioni nel comune e di circa 2 milioni nella regione metropolitana. È la città più conosciuta della Germania meridionale.
E' situata nel cuore dell'altopiano bavarese, nelle immediate vicinanze delle Alpi bavaresi, nel sud della Germania, lungo le rive del fiume Isar, che la bagna. I dintorni della città sono disseminati di boschi di conifere e di laghi, tra cui il lago di Starnberg a sudovest. Dista 495 km da Berlino e 616 km da Amburgo.

ANNO SCOLASTICO 2008/09
PROGRAMMA VIAGGIO DI ISTRUZIONE: MONACO

CLASSI 4A - 4B - 4C 
04 - 07 MARZO 2009

Alunni partecipanti 66 alunni
Docenti accompagnatori: Bernucci G., Fabbri F, Macari G., Bianchi G., Balzani S.

Castello di Neuschwanstein


Primo giorno: ( 04 / 03/2009 )
Ritrovo davanti al piazzale della scuola ore 1,00;
Partenza in pullman ore 1,15;
Arrivo a Monaco previsto alle ore 9,30;
Ore 10,30 visita al castello di Hohenschwgau ( ingr. € 8,00+ € 0,90 pren);
Pranzo al sacco;
Ore 12,40 visita al castello di Neuschwanstein (€ 0,90 per tutti + ingr. € 8,00 per gli studenti maggiorenni );
Visita libera in città;
Pomeriggio sistemazione in hotel (Mezza Pensione);
Cena ore 20,30 - ristorante Alt - Munchner - GesellenHaus;
Pernottamento in albergo;

Secondo giorno: ( 05 /03 12009 )
Colazione in Hotel
Visita al Museo della Scienza e della Tecnica ( Deutsch Museum ) ( ingresso € 3,00 );
Pranzo libero;
Pomeriggio:Visita guidata della città (sede del parlamento, Marienplatz e Nymphemburg, )
Cena tipica ore 20,00: ristorante HotbrauHaus am Platz;
Pernottamento in albergo;

Terzo giorno: ( 06/03/2009 )
Colazione in Hotel
Visita al campo di concentramento di Dachau;
Pranzo libero
Pomeriggio: Visita alla Pinakothek der moderne ( Ingresso € 6,00? )
Cena ore 20,00 - ristorante Alt - Munchner - GesellenHaus;
Pernottamento in albergo;

Quarto giorno: ( 07 / 03 /2009 )
Colazione in Hotel;
Ore 9,00 partenza per Prien;
Ore Il,58: Visita al castello di Herrenchiemsee "Versailles bavarese"( battello € 5,30 + ingresso castello gratuito per studenti minorenni, € 6,00 per studenti maggiorenni );
Pranzo libero;
Partenza nel primo pomeriggio;
Sosta a Innsbruck;
Partenza per Savignano;
Arrivo previsto per le ore 11,00.

Per particolari esigenze il programma potrà subire qualche piccola variazione.

Gli alberghi sono in centro, zona stazione; come già comunicato, visto l'elevato numero di studenti, il gruppo alla sera dormirà in hotel diversi ma vicini.

La classe 4" A più due accompagnatori alloggiano presso:
hotel "Stachus"
Bayerstrasse, 7
80335 Munchen
Tel. 0049 89592881

Le classi 4" B e 4" C più tre accompagnatori alloggiano presso:
hotel "Bruoneohof'
Schillerstrasse , 36
80336 Munchen
Tel. 0049 89545100 -

martedì 13 gennaio 2009

Il dono di Patrizia Pestrin alla Malatestiana di Cesena

Il bookbeautifulMaria madre di Dio" è un’opera della collezione “Sacra” ed è stato realizzato in edizione esclusiva a tiratura limitata di 755 copie.
Il primo esemplare dell’edizione possiede PAPA BENEDETTO XVI e l'ultima è stata data al SANTUARIO DELLA MADONNA DI LOURDES durante la ricorrenza dell'apparizione.
L’opera di René Laurentin – uno dei massimi esperti mondiali di mariologia, autore di oltre cento pubblicazioni su Maria e sulle apparizioni mariane – ripercorre la storia fondamentale della figura di Maria nella letteratura e nell’arte mondiale di tutti i tempi, proponendo testi narrativi di autori, a partire da Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino e Dante, fino ad arrivare a Paul Claudel, Carl Gustav Jung, Giovanni Paolo II; il tutto accompagnato dalle immagini delle opere di grandi artisti, quali Giotto, Raffaello, Leonardo, Guido Reni, Tiepolo.
L’edizione è corredata da un intervento artistico del maestro Paolo Baratella, posto nell’antiporta del volume, e da novanta immagini a colori fuori testo elaborate in fotolitografia da Mirco Cestari in Bologna e stampate presso la stamperia di Andrea Albertini in Bologna su carta patinata opaca da 170 grammi prodotta dalle Cartiere del Garda di Riva del Garda.
La stampa dei testi, composti con i caratteri bodoniani tondi e corsivi nei corpi 34, 22 e 16, è stata eseguita in Bologna presso la stamperia di Andrea Albertini su carta velata in puro cotone da 170 grammi, creata appositamente per questa edizione e impreziosita dalla filigrana con il logo della collezione “Sacra”, fabbricata manualmente su telaio alla forma tonda con particolare formula esclusiva dalle Cartiere Magnani in Pescia.
La cucitura, la rilegatura e la copertina in pelle naturale Veau Aniline tinta alla botte in colore rosso, con cinque nervature e iscrizioni in oro bianco sul dorso, sono state realizzate con procedimento manuale presso la legatoria L’Arte del Libro di Bruno Superti in Todi.
Sulla copertina del volume è stato collocato un bassorilievo in ottone ricoperto in argento 999 raffigurante l’opera Annunciazione di Paolo Baratella, formato cm 38,5 x 25, realizzato in fusione a terra, rifinito e patinato a mano, presso la fonderia Farbel di Giuseppe Belotti in Erbusco, in tiratura limitata. Ciascun bassorilievo è numerato e firmato dall’autore e reca i sigilli della fonderia e di FMR.
Il volume Maria madre di Dio ha 412 pagine, nel formato chiuso misura cm 32,5 x 45 x 10, è numerato e firmato dall’artista e dall’editore in corrispondenza del colophon descrittivo ed è contenuto in un elegante cofanetto in plexiglas realizzato su progetto esclusivo.
Questo eccezionalmente pregevole volume è stato regalato in questi giorni alla Biblioteca Malatestiana di Cesena.
A donare munificamente questo capolavoro dell’editoria contemporanea alla Malatestiana è stata la professoressa Patrizia Pestrin Evangelista, insegnante di Lingua e letteratura Inglese al Liceo Scientifico “Marie Curie” di Savignano sul Rubicone, studiosa e attivissima imprenditrice.
Con questo prestigioso omaggio la professoressa Patrizia Pestrin Evangelista vuole attestare l’amore per i libri e per la Malatestiana da parte sua e del marito Federico Evangelista, che è stato a lungo direttore della Cancelleria della Pretura di Cesena, del Tribunale di Forlì, del Tribunale di Cesena e della cancelleria del Giudice di Pace a Cesena, e che è scomparso prematuramente nel 2005.
Molto noto nella nostra città, il dottor Federico Evangelista è affettuosamente ricordato da amici e conoscenti per la sua cultura, la molteplicità di interessi, l’autorevolezza e l’energia inesauribile e questo splendido libro legherà per sempre il suo nome e il suo ricordo alla storia e alle collezioni della Malatestiana.

PS: Volevo segnalare che il valore nominale di questa opera presso la Camera di Commercio è di 11.500,00 Euro (si chiama valore nominale perché il valore effettivo è circa il triplo). Grazie.

giovedì 30 ottobre 2008

Cosa manca al Marie Curie-Carmelo Sergi

foto liceo istituto m.curie savignano sul rubiconeNato nel 1999 e ampliato nel 2006, l'istituto di istruzione supe­riore Marie Curie di Savignano non è più sufficiente per ospitare i giovani che frequentaNo il Liceo scientifico, L'Iti e l'Istituto profes­sionale a indirizzo calzaturiero. Nell'anno scolastico 2008-2009 i ragazzi del Marie Curie sono 780 a fronte dei 760 dell'anno prece­dente. Gli studenti sono ospitati in 36 classi con un rapporto alunni-classe di 21.33 che è al disopra della media regionale e nazionale.
Oltre alle 36 classi il Marie Curie conta una biblioteca, un laborato­rio di informatica, uno lingui­stico multilmediale intitolato a Raffaello Gobbi,la­boratorio di fisica e uno di chimica, un' aula cad per il disegno e la progetta­zione meccanica, un la­boratorio di tecnologia meccanica, uno di si­stemi, due aule di disegno e l'aula magna per le riu­nioni, un bar interno, oltre ai vari uffici amministrativi. TI Marie Curie ha una superficie coperta utiliz­zabile di oltre 6.000 mq e un grande parcheggio esterno.
COSA MANCA AL MARIE CURIE?
"Attualmente mancano cinque aule - afferma il dirigente Carmelo Sergi- Abbiamo dovuto sacrificare un labo­ratorio per il professionale, ricavando due aule con un parete in cartongesso. In più attualmente tre classi, due del Pro­fessionale e una del Liceo /la IV B " Oh mio Dio!/ occupano tre ambienti che non è possibile identifi­care come aule scolastiche in quanto hanno una superficie ciascuna inferiore a 30 mq. In questo modo è necessario effettuare delle rotazioni continue fra le classi e fra gli stessi tre indirizzi scola­stici, creando malcontento fra ragazzi, docenti e genitori"- afferma il Preside dell'Istituto.

Io - Cosa non vera, che l'aula attuale la IV B quest'anno la soffre per la seconda volta. Un sgabuzzino, altroche!, non si respira ne ragiona dopo 2 ore in un aria viziatissima e surriscaldata!

"Ogni anno nella nostra scuola -continua sig.Sergi- il nu­mero dei ragazzi è in aumento in considerazione del fatto che nei tre co­muni dell'Unione del Rubicone c'è un 'aumento consistente della popolazione /visto impressionante sviluppo dell'area in congiunta col nuovo casello autostradale/e questo porta e poterà ad un continuo aumento degli stu­denti. Già nel febbraio scorso il consiglio di istituto aveva posto all'at­tenzione della provincia la situazione logistica e la carenza di spazi. Nei giorni scorsi ho inviato alla provincia un' altra nota in cui sottolineo la mancanza di aule per i prossimi anni scolastici e pertanto è necessaria una programmazione attenta da parte dei tecnici e dei politici".

Io - Mah, scusi Carmelo! che ca... c'entrano i politici se si potrebbe decidere ancora di sacrificare un laboratorio di scarso utilizzo per due aule decenti!!

Da anni si parla della costruzione della palestra in quanto i ragazzi sono costretti ad andare al Seven e a Fiumicino.
"L'installazione del cantiere di inizio lavori dovrebbe avvenire a giorni in quanto tutto è pronto per realizzare la palestra e visto che non dovrà ser­vire solo la scuola, ma anche la popolazione di Savignano con una aper­tura su viale della Resistenza, credo che serviranno due anni per costruirla e poterla utilizzare".

Io - Bravo! e intanto i ragazzi sotto pioggia e maltempo, sudati e in fretta, sono obbligati a subire il "trasbordo", tra le palestre di Fiumicino e Seven!!! CHE DISGRAZIA!!!!

giovedì 10 aprile 2008

Liceo M.Curie Savignano sul Rubicone, Gita scolastica, Lucca, Cinque Terre, Genova

PROGRAMMA DI VIAGGIO PER LA GITA: LUCCA - CINQUE TERRE - GENOVA CLASSI 2A 3B 3C - ANNO SCOLASTICO 07/08

Giovedì lO aprile:
Ritrovo davanti al piazzale della scuola ore 6.15;
Partenza in pullman ore 6.30 per la città di Lucca,
arrivo previsto 10.00 - 10.30
Ore Il.00 ritiro biciclette a noleggio (durata 1h)
12.00 - 14.30 pranzo libero al sacco (si consiglia di organizzarsi da casa);
Ore 14.30 incontro con le guide in P.1e Verdi per la visita guidata di mezza giornata (un'ora e mezza o al massimo due ore) della città.
Ore 17.00 partenza da Lucca per Lavagna e relativa sistemazione in albergo, arrivo previsto 19.00 circa;
sistemazione bagagli e cena in hotel;
Albergo: Hotel Bristol, corso Mazzini 23, Lavagna Divisione camere:
32 maschi in 8 camere da quattro persone;
33 femmine in 7 camere da quattro persone;
1 camera da 3 persone;
1 camera da 2 persone;
L'hotel potrebbe chiedere una cauzione di € 10.00 a studente che verrà trattenuta in caso di danni, o restituita al termine del soggiorno.

Venerdì 1l aprile
Prima colazione in hotel.
Trasferimento in pullman a La Spezia. .
Ore 10.00 imbarco sul battello da La Spezia; arrivo a Riomaggiore ore 11.25
Percorso a piedi per la via dell'amore (ingresso da pagare in loco: €2,50 a studente) fino a Menarola (mezz'ora circa)
Si riparte in battello alle ore 12.40 per arrivare a Monterosso alle 13.10
Pranzo libero
Partenza ore 15.00 da Monterosso per Vernazza: arrivo alle 15.1 O
Si riparte alle 16.10 per Portovenere: arrivo ore 17.10 e sosta di un'ora.
Partenza ore 18.10 e arrivo a La Spezia per le ore 18.30
Trasferimento in pullman in hotel
Cena e pernottamento in hotel.

Sabato 12 aprile
Prima colazione in hotel
Trasferimento a Genova
Ore 10.3 O ingresso prenotato all'Acquario di Genova
Pranzo libero.
Dopo la visita si riparte per Savignano.
Arrivo previsto intorno alle 22.30 ma una stima più precisa si potrà fare al momento della partenza da Genova.

mercoledì 26 marzo 2008

Ideale reale virtuale

Ciclo di incontri in preparazione all'esame di Stato organizzati dal "Marie Curie"


foto liceo m.curie savignano sul rubiconePer il terzo anno consecutivo il 'Marie Curie' di Savignano sul Rubicone (liceo che frequenta Dennis Faedi uno degli autori di questo blog) organizza, con il patrocinio e la collaborazione dell' assessorato alla Cul­tura e dell'Istituzione Cultura del comune di Savignano, un ciclo di in­contri rivolti agli studenti dell'istituto e a tutta la cittadinanza allo scopo di stimolare la riflessione su alcune delle questioni fondamentali del nostro tempo.Dopo 'La politica che non ca­pisci' e 'Etica della convinzione ed etica della responsabilità', que­st'anno gli studenti di quinta liceo ed i loro insegnanti si confrontano con accademici, esperti di comunicazione e letterati affrontando la triade con­cettuale Ideale, Reale e Virtuale.
La vita e il mondo ci mostrano spesso la loro faccia più dura. Risulta spesso difficile capire e accettare la realtà che ci circonda. Viene perciò naturale rifugiarsi nell'ideale. Come diceva Robert Kennedy: "Molti vedono le cose della vita e si domandano per­ché; io sogno di cose mai esistite e mi domando perché no". L'ideale è una spinta al cambiamento, a cui si sono da sempre rivolti scrittori, poeti, intellettuali, politici, condottieri, religiosi. . . Tuttavia oggi il virtuale sembra essere l'opzione preferita per chi cerca una via di fuga dalla realtà ostile ed opprimente. Ma al contrario dell 'ideale, il vir­tuale non offre un modello alternativo, non porta a cambiare l'esistente; il vir­tuale è in buona sostanza una scorciatoia ed una deformazione della realtà. Il virtuale è la rete internet, i video games, la computer grafica, i videofo­nini.. .tutto ciò che induce a preferire una 'second life' rispetto alla propria vita, con tutte le ansie e le preoccupazioni che essa si porta dietro.ll virtuale piace perché genera euforia ma anche stordimento. Ed è questa la sua di­mensione più pericolosa. L'abuso delle nuove tecnologie e dei nuovi strumenti di comunicazione condi­ziona la natura delle relazioni inter­personali e finisce per impattarsi sul sistema di valori e su modelli com­portamentali che si ritenevano accet­tati e condivisi.C'è quindi bisogno di riscoprire ed amare l'ideale, un sen­tiero più lungo e difficoltoso rispetto al virtuale ma necessario per non smarrire la bussola in un mondo che cambia con un ritmo sempre più ac­celerato. Le nuove generazioni de­vono necessariamente riappropriarsi della dimensione ideale della vita per
potersi misurare con la fredda e a volte incomprensibile realtà senza perdere la speranza di poter modificare il corso degli eventi e di costruire un mondo migliore per sé e per gli altri.

Qui di seguito il programma dettagliato degli incontri promossi dalla professoressa Sabrina Fattori,insegnante di Storia e Filosofia, con il contributo di altri docenti del Liceo Scientifico quali: Fabiola Righi, Anna Tonnetti, Monica Turci e Maria Bergamaschi.

Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 15,30
Ideale, reale, virtuale. Definizioni e interpretazioni
Giovanna Cosenza
Università di Bologna

Venerd' 28 marzo 2008, ore15,30
La ricerca della realtà: problemi e prospettive della scrittura letteraria
Paolo di Paolo
Scrittore e critico

Mercoledì 16 aprile 2008,ore15,30
Uomo e tecnica. Percorsi di antropologia filosofica e di antropologia del virtuale
Ubaldo Fadini
Università di Firenze

Lunedì 28 aprile 2008,ore15,30
Città reale e città ideale nel Novecento
Elena Pirazzoli
Università di Bologna

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...