venerdì 30 aprile 2010

Silent Rave 9 maggio Milano

CONDIVIDETE E SPARGETE LA VOCE!
IL 9 MAGGIO 2010 SILENT RAVE A MILANO - TENTEREMO DI BATTERE IL RECORD FISSATO A LONDRA TENUTOSI IL 4 APRILE 2007, DOVE 4000 PERSONE HANNO BALLATO ASSIEME IN PIAZZA. NOI DOVREMO ESSERE DI PIÙ!!!!
(stando ai "confermati" sulla gettonatissima pagina Facebook dell'evento sono gia in 18 mila, ma la cifra è destinata ad aumentare)

LA BUONA RIUSCITA DELL'EVENTO DIPENDE ANCHE DA VOI, PERCIÒ CONDIVIDETE E INVITATE I VOSTRI AMICI!!!

Ecco come Milano batterà Londra:

Alle ore 16.20 riunitevi tutti in piazza Cordusio, muniti di mp3 e auricolari/cuffie.

All'ora prestabilita, cioè alle 16:30 vedrete gli organizzatori (riconoscibili perchè indosseranno una maglietta con stampato l'orologio che vedete in bacheca) che inizieranno a ballare dal nulla. NESSUNO DI NOI È CAMPIONE DI BALLO (anzi) PERCIÒ NON VERGOGNATEVI!!!

Voi ci seguirete e tutti insieme ci sposteremo continuando a ballare all'unisono come idioti per via dei mercanti, piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele, fino ad arrivare in San Babila, invadendola e continuando a ballare.

Una volta riuniti tutti in San Babila, quando l'orologio digitale ben visibile con sopra l'insegna di un produttore di salumi sarà sulle 17:00 spaccate, ci disperderemo come se nulla fosse.

REGOLE DEL GIOCO:

- 16:30 in piazza cordusio PUNTUALI!!!
- portarsi un lettore mp3 con cuffie
- seguire le istruzioni scritte sopra
- sentirsi idioti
- scatenarsi
- DIVERTIRSI!!!
- ATTENZIONE: È MEGLIO SE VI PORTIATE TUTTI DIETRO LA CARTA D'IDENTITÀ (O UNA FOTOCOPIA)

E' ovvio che ciascuno di voi può ascoltare la musica che vuole e usare la playlist che vuole, chi vuole attenersi scrupolosamente a ciò che faranno gli organizzatori si metta questa in loop.

Non è prevista una coreografia in quanto lo scopo non è quello di creare un corpo di ballo, quanto quello di creare un'atmosfera surreale in pieno centro Milano, città rinomata per la sua frenesia e l'attaccamento al dovere professionale. Il messaggio che vogliamo portare è che ci sono sempre 5 minuti per sentirsi liberi con se stessi, ci sono sempre 5 minuti per ballare, e quale modo migliore per farlo se non in pieno centro?

Non mancate e comunque invitate tutti i vostri amici e condividete sulla loro bacheca dicendo ad ognuno di fare altrettanto!

mercoledì 21 aprile 2010

“Corale ‘nd Rock”, 24 aprile teatro Astra Bellaria, canzoni per Africa

Sabato 24 Aprile alle ore 21 al Teatro Astra di Bellaria Igea Marina si preannuncia la seconda edizione di "Canzoni per Africa" intitolata: “Corale ‘nd Rock”,
Il tutto organizzato da CROCE BLU  Pubblica Assistenza
Associazione di volontariato ONLUS Bellaria Igea Marina

La serata presentata dall'illustre gatteese Guido Dott. Biribanti, vedrà protagonisti “La Corale di Bellaria Igea Marina” e gli “Evidence Based Music”, gruppo composto da medici con la passione per il classic rock, che insieme presenteranno un inedito e insolito accostamento tra la migliore tradizione delle cante popolari romagnole e il rock classico più conosciuto, il tutto sapientemente armonizzato per offrire uno spettacolo originale e assolutamente interessante.
L’evento rappresenta la seconda edizione nel progetto “Songs for Africa - Aiutiamoli a diventare grandi”, iniziativa a cui Croce Blu ha dato avvio nel 2009 attraverso la raccolta fondi da destinare alla cura dei bambini dell’Ospedale di Marrere in Mozambico gestito dalla missionaria comboniana Suor Maria Pedron.

 ingresso 10 euro
info e prenotazioni: 0541 333222 / 3460632418

domenica 18 aprile 2010

Figa Lessa Standard di Cesena, youtube

Figa Lessa Standard di Cesena, un altro tormentone della rete.
DEEEEEEEOOOOOOO...BBBOOOOOOO!!!

Ecco cosa ne scrive la "Voce di Romagna":

Lei è inarrivabile, iniorante (così si definisce), si nutre di salatini da aperitivo e beve mojito ai pasti, ha quattro amiche, la Chia, la Vale, la Sary e la Fra e qualcosa come 8.477 fan in un mese scoccato giusto ieri: non ha un nome come tutte le altre, ma il suo è un modus vivendi, ossia quello di Figa Lessa Standard di Cesena... Che poi tanto di Cesena non è, visto che i suoi estimatori, le sue estimatrici, e le sue tantissime emule “a stampo” – dotate di frangetta, occhiali all’ultimo grido, ballerine ai piedi e gli ultimi must della moda - si trovano pressoché in ogni parte d’Italia e, probabilmente del mondo.

Lei, i cui natali sono proprio a Cesenatico, è una fashion victim, che ha sostituito la tipica “s” romagnola, marchio di fabbrica di chi nasce in questa terra, quella, per capirsi, che ti spettina il ciuffo, con una “ezze” che usa persino quando scrive, ha opinioni su ogni cosa e racconta le sue avventure con leggerezza.
Tra le ultime: 
"Ho fatto il tezt del quoziente intellettivo. Tranquilli, tutto ok! È negativo!"

"Mi piazzono quelle poezie ermetiche.. tipo quella: ‘Mi illumino d’immenzo’ oppure quell’altra: ‘Prendi la cornetta, Mondial Caza ti azpetta’!” 

"Non ho un gran zenzo dell'orientamento. Una volta io e la Vale™ abbiamo noleggiato un pedalò. Ci ziamo perze!. Ci ha pezcato la "Motonave del Zole" al largo di Gabicce con le zue zpeciali reti giapponezi. Zaraghina gentilmente offerta." 


"La Chicca ha l'abitudine di farzi tatuare il nome e cognome dei ragazzi con cui zi mette inzieme. Zulla zchiena ha praticamente l'elenco telefonico di Gambettola. Zul fianco c'è anche: Pizzeria da Mimmo/Consegna a domicilio/Chiuso il lunedì."


– e gli utenti di Facebook la adorano e si moltiplicano.
Il suo video su Youtube sta spopolando: in un giorno è stato visualizzato oltre 6mila volte, ieri era al 58° posto in assoluto tra i più visti ed al 2° per la categoria “Comici” ed a questo, la prossima settimana seguirà un altro episodio ed un terzo a maggio.

La Figa Lessa Standard di Cesena, è un modo di vivere, è quel soggetto inarrivabile per i maschi, la ragazza più difficile da conquistare per un romagnolo, pare appartenere ad un’altra specie perché ha il suo linguaggio, la sua cerchia ristretta di amiche identiche a lei ed è riconoscibilissima. Ovunque. E sono proprio quei ragazzi che ne fanno uno stereotipo. Così, è un gruppo di ragazzi di Cesenatico che l’ha creata, che ha voluto ritrarla perché protagonista ammirata in ogni tempo e luogo, così inaccessibile da volerla sentire, per contro, più vicina. E quella che è nata come un gioco, oggi è diventata una delle pagine più visitate di Facebook ed un personaggio con vita propria. Ci si chiede: come parlerebbe? Cosa farebbe con le amiche? Persino, come guiderebbe e quali sarebbero i fatti che la colpirebbero?

Nell’impossibilità di avvicinare una “tipa” così, si crea quindi lo spazio per raccontarla con ironia, per far sì che sia lei stessa a rendersi, con la sua “inioranza”, caricatura di se stessa e per evidenziare in maniera sottile, ma intelligente, quanto quello “Standard”, quell’omologazione sia in fondo uno status che non è solo della tipa di Cesena, ma anche di Cesenatico, Cervia, Bologna, Milano, Roma e di altri mille e più paesi.


sabato 17 aprile 2010

Festeggiamenti 25 aprile a Gatteo

25 aprile 1945

65° Anniversario della Liberazione

Gatteo, Domenica 25 Aprile 2010

ore 15.00

Ritrovo presso il Monumento ai Caduti di Viale Roma.
Cerimonia commemorativa, deposizione delle corone d'alloro e discorso del Sindaco.
Corteo con il gonfalone comunale fino a Piazza Vesi.


ore 15.30 - Piazza Vesi

Concerto per la Liberazione: Lirica, operette, canzoni napoletane e romanze italiane eseguite dal Coro Lirico  "A. Bonci" di Cesena.
Diretto dal Maestro Ilaria Ceccarelli.
Al pianoforte il Maestro Pierluigi Comandini

La cittadinanza è invitata

in caso di maltempo la cerimonia commemorativa e il concerto lirico si terranno presso il cine-teatro Pagliughi di Gatteo.

giovedì 15 aprile 2010

La nascita del Romagnolo di S.Diotti

LA NASCITA DEL ROMAGNOLO

All’inizio del mondo, non c’era niente… un gn’era gnit.
Mo no quaiquel, propri gnit, gnit, gnit, gnit, gnit…
Niente, proprio niente: se vi immaginate una goccia d’acqua, un granello di polvere, una mosca… niente! E allora nostro Signore si annoiava un po’…
E pensava: “devo fare qualcosa, ma cosa?”
Un giorno gli viene un’idea e prende un po’ di materia…
Non si sa dove la prenda perché la storia ha appena finito di dire che non c’era niente, ma Nostro Signore può fare quello che vuole vero? Non ci metteremo qui a discutere proprio stasera cosa può fare o non può fare il Signore…
Allora prende un po’ di materia e comincia a modellare…
E modella, modella, modella, quando è soddisfatto del risultato la lancia nell’aria e…
Signore e signori, ragazze e ragazzi, il nostro universo era stato creato!

Ma il signore, soprattutto all’inizio, era troppo forte, continua ad essere anche oggi onnipotente, figuriv alora! L’universo gli era riuscito troppo grande, vasto, infinito… come d’altronde doveva essere, e lui continuava ad annoiarsi un bel po’.
Allora pensa: mi metto a fare un’altra creazione.
Prende un altro po’ di materia…
Nello stesso magazzino dove l’ha presa la prima volta …
e poi comincia a modellare, e modella, modella, modella, quando è soddisfatto anche di questa seconda creazione, la prende e …
Signore e signori, ragazze e ragazzi, anche la nostra terra era stata creata.

Ma si vede che Nostro Signore era veramente troppo forte da giovane e nonostante si fosse trattenuto, la Terra era finita così lontano, che lui non riusciva a capire come gli fosse venuta, era un po’ deluso.
Allora chiama suo figlio, Gesù, e gli dice:
Gesù, guarda, ho fatto l’universo e la Terra, ma sono così lontani:
vai sulla Terra, a vedere il risultato della mia creazione,
e porta con te San Pietro, che sta sempre qui a casa, e e gonfia, e gonfia…!

Gesù era contento di partire, era giovane, gli piaceva viaggiare; San Pietro invece no, soprattutto perché sapeva che Gesù aveva già imparato a camminare sulle acque e lui invece doveva fare tutte le volte il giro più largo, lungo la costa!
Comunque si mettono in viaggio, scendono sulla Terra, ma la Terra lo sapete, gira su stessa, la pirola la pirola, come una trottola o come la roulette, e Gesù e San Pietro atterrano dove adesso c’è il Sud-Africa.
Allora risalgono in su, attraversano l’equatore, poi quando arrivano al mare Mediterraneo si prendono paura di tutta quell’acqua, soprattutto san Pietro che non vedeva proprio dove passare e allora girano verso l’Asia.


Passano l’Asia Minore, l’Asia Centrale e l’Asia Maggiore, che allora c’era;
poi girano in giù e si vedono tutta l’Oceania, l’Australia, la Nuova Zelanda, anche l’isola di Tasman.
Quando arrivano al polo sud, San Pietro comincia a lamentarsi: fa freddo, fa freddo! Allora Gesù lo porta in Sud-America, che li fa caldo, e se la risalgono tutta, poi ci sono le Americhe centrali, quelle settentrionali e il Canadà.
Quando arrivano al polo nord, di nuovo: fa freddo, fa freddo!
Allora si sbrigano a girare in giù, si fan tutta la Scandinavia, poi la Danimarca, la Germania, la Svizzera, scavalcano le Alpi – anche lì san Pietro sta per dire… così riprendono la ruzzola, passano la pianura padana, passano il Po e quando arrivano proprio più o meno dove abitiamo noi…

“Gesù, vé ach bel post!”
„Gesù, guarda dove siamo arrivati, è un posto bellissimo: ci sono delle belle campagne, piene di alberi da frutta: pesche, albicocche, fragole; ma anche colline, montagne, c’è persino il mare! Bisogna creare un abitante per questo posto.”

Gesù però non ne voleva sentire, l’aveva di dobi…
Pensava: “Va a finire che saltano fuori tutti comunisti, socialisti, anarchici, repubblicani, sindacalisti; e io che li ho creati oggi, domani li devo spedire tutti all’inferno; allora? Cosa li ho creati a fare?

Ma San Pietro insisteva, lo sapete com’è san Pietro, l’è dur ad testa eh?
“Su, Gesù, fai qualcosa anche tu; tuo babbo ha fatto tutto il mondo e tu impegnati un pochino: non dico una gran cosa, crea un abitante per un luogo così bello! Non serve chissà che, dai, un ometto, un omuncolo!”

E fu così che camminando ad un certo punto in una strada di campagna Gesù incontrò… scusate la parola… una cacca d’asino e così, senza pensarci, soprappensiero, non si sa come né perché, Gesù diede un calcio a questa cacca d’asino; la cacca d’asino si alzò in volo e pirola pirola pirola, quando toccò terra, fu da questa cacca d’asino – ma baciata dal piede santo di nostro Signore – che saltò fuori il primo romagnolo, gia col suo cappello in testa e col suo sigaro in bocca:
“Boja d’un mond ledar, a so qua!”


Di Sergio Diotti, denominato " e fulesta" ovvero il narratore di favole, regista, sceneggiatore, poeta.
E' il direttore del teatro Petrella di Longiano. 

Il racconto è tratto da “Fralomescur, racconti dal crepuscolo all’alba”

mercoledì 14 aprile 2010

Sentieri di speranza, incontro culturale con Davide Rondoni

Mercoledì, 14 aprile 2010 alle ore 21
presso l'Accademia dei Filopatridi a Savignano sul Rubicone
incontro culturale rivolto a giovani e adulti
per riscoprire proprie radici umane e cristiane.

In tema: DANTE
"Il viaggio della commedia"
un invito personale all'esperienza
letture di brani della DIVINA COMMEDIA di Dante da Davide Rondoni, poeta.

L'incontro sponsorizzato da:
CENTRO CULTURALE IL TRALCIO
Associazione Scuola Permanente
VAR Associazione Ragazzi
Romagna Est - Banca di Credito Cooperativo
Col Patrocinio dell'Unione dei Comuni del Rubicone e
Associazione Culturale
Diffusione Musica

Progetto ASS.I.PRO.V. Giovani Volontari Nel Distretto del Rubicone

giovedì 8 aprile 2010

Lettera ai genitori di Gianfranco Zavalloni, Tu che sei nato prima del 1970 o giù di lì

Questa lettera l'ho trovata oggi facendo pulizie di primavera nei cassettoni.
Anno 2003. Mio figlio frequenta la Scuola Media di Gatteo presidiata da Gianfranco dott. Zavalloni (morto l'anno scorso)
Allora facevo la rappresentante del consiglio scolastico.
Questa lettera è una delle tante circolari un po' particolari, perchè quasi tutte hanno qualche riflessione o consiglio e sono corredati da disegni a china fatti dal preside.

Ecco, la lettera aperta:

SCUOLA MEDIA STATALE "G.PASCOLI" GATTEO
Sezioni Associate SAVIGNANO sul RUBICONE e S. MAURO PASCOLI
sede centrale GATTEO Via Don Ghinelli~10 - Tel. 0541/930057 Fax 0541/931505-


Prot. 4698 I A 19
Gatteo, 30 ottobre 2003

1° lettera ai genitori


Cari genitori.
è questo per me, il terzo anno che vivo qui con Voi, come Preside delle Scuole Medie di Gatteo - Savignano e San Mauro Pascoli. In diverse occasioni ho scritto a Voi singolarmente o come genitori di singole classi. Colgo ora l'occasione del rinnovo del Consiglio di Istituto, al cui riguardo trovate tutte le informazioni nella lettera allegata, per iniziare con tutti i genitori delle tre sedi un dialogo più serrato. In sostanza vorrei periodicamente dialogare con Voi attraverso una lettera di carattere riflessivo. Inizio con questa 1° lettera ai genitori usando le parole (in alcuni punti adattate) di uno scritto che un amico mi ha fatto avere qualche giorno fa. Sono parole che si rivolgono a tutti coloro che sono nati prima del 1970, cioè alla maggior parte di noi insegnanti e di Voi genitori. Vi invito a leggerle con calma, a rifletterci sopra
insieme ad altri genitori e - semmai - a parlarne serenamente con i Vostri ragazzi.

Tu che sei nato prima del 1970 o giù di lì

A ben pensarci è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!!

Da bambini andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza air bag.

E viaggiare nel cassone posteriore di un camioncino o un'ape, o su1 carro di un trattore, in un pomeriggio torrido era un regalo speciale.

I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.

Bevevamo l'acqua dalla canna del giardino non da una bottiglia. Che orrore!!

Andavamo in bicicletta senza usare un casco.

Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri "carri giocattolo". Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema noi da soli!!!

Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno: i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo.

Non esistevano i cellulari. Incredibile!!.

Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti... e non c'erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva la colpa. Ti ricordi degli incidenti?

Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori lo sapessero mai.

Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene di zucchero... ma nessuno di noi era obeso.

Ci dividevamo una bibita con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai morì a causa dei germi.

Non avevamo la playstation, né il nintendo, né dei videogiochi. Né la TV satellitare, né le videocassette, né il PC, né internet; avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro. suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro. Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e crudele!
Senza controllo!  Come siamo sopravissuti?!

Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con dei vermi e altri animaletti e malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi.

Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore.'!! Non si cambiavano i voti, per nessun motivo.

I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una cicca in classe.
Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro ad un altro.

L'idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge. Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.

Sapevamo che quando i genitori dicevano "NO", significava proprio NO.

l giocattoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non ogni volta che si andava al supermercato. l nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.

E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci hanno dato tutto ciò che volevamo.
Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio ed ottimi risolutori di problemi.

Negli ultimi 50 anni c'è stata un'esplosione di innovazioni e nuove idee.
Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, ed abbiamo imparato a gestirli.
Tu sei uno di loro. Complimenti!!!


Abbiano avuto la fortuna di crescere prima di accettare che la nostra vita fosse regolata da qualcun altro.


Grazie della Vostra attenzione. 
Il dirigente scolastico
Gianfranco Dottor Zavalloni








Appena letta questa lettera, mi è venuta una riflessione-lampo:

Dunque, se noi nati prima del '70, eravamo tanto puri, forti e provetti come mai abbiamo generato dei figli incapaci, egoisti, opportunisti e infelici??
Qui non io lo sto ammettendo, lo sta profetando Dottor Zavalloni. Per esclusione sta paragonando i nostri figli a un "tutto diverso da come eravamo" (noi nati prima del'70))
Va da sè che i nostri genitori ci hanno tirato su bene, no? Liberi, geniali e incontaminati. Questo è vero. Però non ci hanno insegnato a fare dei bravi genitori....(visto la progenie scombinata e infelice)
Allora abbiamo fatto di tutto tranne bravi genitori!...
Già! colpa del sistema e della società

mercoledì 7 aprile 2010

Scholz di Compagnia delle Opere parla del bene comune

La CdO - Compagnia delle Opere è nata nel 1986 “per promuovere e tutelare la presenza dignitosa delle persone nel contesto sociale e il lavoro di tutti, nonché la presenza di opere e imprese nella società, favorendo una concezione del mercato e delle sue regole in grado di comprendere e rispettare la persona in ogni suo aspetto, dimensione e momento della vita”.

E' un’associazione imprenditoriale di rilevanza nazionale e non lucrativa che intende promuovere lo spirito di mutua collaborazione e assistenza tra i soci, per una migliore valorizzazione delle risorse umane ed economiche, nell’ambito di ogni attività esercitata sotto forma di impresa, sia profit sia non profit.

E' presente sul territorio nazionale con oltre quaranta sedi locali e associa ad oggi oltre 34.000 imprese, la maggioranza delle quali sono piccole e medie aziende.
L'Associazione ha anche diverse sedi estere: Argentina, Brasile, Bulgaria, Cile, Francia, Israele, Kenya, Polonia, Spagna, Svizzera, Ungheria.

Compagnia delle Opere è nata per un'intuizione di Mons. Luigi Giussani. La nascita e lo sviluppo di questa associazione sono legati dunque alla libera iniziativa di un gruppo di giovani laureati e imprenditori, alcuni dei quali aderenti al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione o comunque nel solco della presenza dei cattolici nella società italiana, alla luce della dottrina sociale della Chiesa.

Compagnia delle Opere è stata il motore primo e il luogo di elaborazione culturale di alcune battaglie civili rilevanti condotte sotto lo slogan «Più società, meno Stato»
fonte: Wichipedia

Ed ecco intervista con il suo presidente nazionale Bernhard Scholz:

"La persona è rapporto. È questa relazione che le permette di vivere, di esprimersi, di prendere coscienza di sé, di intra­prendere giorno per giorno la strada verso la felicità. E che rende possibili an­che le attività sociali ed economiche. Dobbiamo partire da lì, se si vuole ri­prendere il filo del bene comune. E non è affatto scontato".

Perché?
Il bene comune è il bene generato da queste relazioni, e non si può impor­lo per legge. Le istituzioni pubbliche lo devono tutelare e valorizzare. E devo­no intervenire dove i singoli o le ag­gregazioni non arrivano. Ma c'è un pri­mato netto della persona, proprio in quanto rapporto con gli altri. L'alter­nativa è un assistenzialismo che inde­bolisce sempre di più la capacità del­la persona di rispondere ai bisogni.

E che però, per certi versi, è più comodo, almeno finché tiene la ba­racca...
...e difatti il sistema non tiene più, come dimostra l'affanno del welfare. L'uomo per sua natura ha bisogno di essere sfi­dato, "pro-vocato': cioè "chiamato fuori" di sé per entra­re in un rapporto creativo con il mondo. È solo esprimendosi attraverso i suoi ta­lenti che entra in rap­porto con gli altri e co­nosce se stesso. Lo vedo in molti incontri che stiamo facendo proprio in questi mesi. Ci sono tante persone che si interessano del­la CdO perché qui ri­scoprono questa pos­sibilità. Nonostante tutti i nostri limiti, tra di noi c'è davvero quella che chiamia­mo "un' amicizia operativa" con un "crite­rio ideale': E questo colpisce non perché rende la vita più co­moda, ma perché la fa diventare più autenti­ca, più realistica e di­rei anche più gustosa......

Per emergere la positività», o pro-vocare»: non sono sinonimi di «edu­cazione»? .
Sì. E 1'educazione, per un adulto, av­viene soprattutto attraverso un rap­porto che lo sfida. il lavoro stesso è un' educazione, se lo prendo sul serio.
L'uomo, affrontando il lavoro, la fa­miglia o anche la politica, non può non lasciarsi educare. Ogni atto che fa lo in­vita a prendere maggiore coscienza di sé e del desiderio che cerca di realizzare attraverso le circostanze quotidiane.
Ecco, la CdO in fondo, vuole fare questo: aiutare la persona ad assumersi le sue responsabilità, ed esprimersi nel miglior modo. Guai a sostituirci a questa responsabilita personale"
frammento da "Tracce" di marzo 
Esempio: uno che cade nel buco in strada non deve per forza chiedere i danni al comune, ma preferibilmente dovrebbe guardare dove mette il piede. E se capiti di slogarlo, si prenda le responsabilità di curarlo con le proprie spese, soffrire in silenzio e per futuro, stare più attento.

sabato 3 aprile 2010

Poesia per Pasqua di Moni in dialetto romagnolo

PASQUA

Don Burnisa, e' Caplan d'San Bartulden
Cun Calezna ch'l'è e' cergh dl'istessa cisa,
Cun la zesta dagli ov e la camisa
j'andeva a bandi al cà di cuntaden.

E in dov ch'j' andeva is dbeva un bichir d' ven,
E i dsett fe piò d' zent ca, ch'a n' sbali brisa;
Quindi turnend indri, tant don Burnisa
Che e' su sot-coda in camineva ben.

Pet a e' canel, ch' u j era una puntsela,
Par passe dlà, i s' arracmandeva a e' zil,
E is tneva strett tott du par la stanela.

«Forza! - e' dsé e' prit - che s'arrivè' a passè
A faz una nuvcna a San Michil» ...
Ma i caschè int l'aqua, ch'is avett d'anghe.



PASQUA - 
Don Burnisa, il cappellano di san Bertoldino
con Calezna, che è il chierico della stessa chiesa,
con la cesta delle uova e la camicia (cotta)
andavano a benedire le case dei contadini.
E dove andavano si bevevano un bicchiere di vino,
e dovettero fare più di cento case,
che io non mi sbaglio affatto;
quindi tornando indietro, tanto don Burnisa
quanto il suo sotto-coda non camminavano bene.
Di fronte al canale, che c'era un ponticello
per attraversare, si raccomandavano al cielo,
e si tenevano stretti tutti e due per la sottana.
"Forza - disse il prete - che se riusciamo a passare
faccio una novena a san Michele"...
Ma caddero nell'acqua, che corsero il pericolo di annegare.


Con Migliori Auguri di Buona e Felice Pasqua 2010

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...