mercoledì 7 aprile 2010

Scholz di Compagnia delle Opere parla del bene comune

La CdO - Compagnia delle Opere è nata nel 1986 “per promuovere e tutelare la presenza dignitosa delle persone nel contesto sociale e il lavoro di tutti, nonché la presenza di opere e imprese nella società, favorendo una concezione del mercato e delle sue regole in grado di comprendere e rispettare la persona in ogni suo aspetto, dimensione e momento della vita”.

E' un’associazione imprenditoriale di rilevanza nazionale e non lucrativa che intende promuovere lo spirito di mutua collaborazione e assistenza tra i soci, per una migliore valorizzazione delle risorse umane ed economiche, nell’ambito di ogni attività esercitata sotto forma di impresa, sia profit sia non profit.

E' presente sul territorio nazionale con oltre quaranta sedi locali e associa ad oggi oltre 34.000 imprese, la maggioranza delle quali sono piccole e medie aziende.
L'Associazione ha anche diverse sedi estere: Argentina, Brasile, Bulgaria, Cile, Francia, Israele, Kenya, Polonia, Spagna, Svizzera, Ungheria.

Compagnia delle Opere è nata per un'intuizione di Mons. Luigi Giussani. La nascita e lo sviluppo di questa associazione sono legati dunque alla libera iniziativa di un gruppo di giovani laureati e imprenditori, alcuni dei quali aderenti al movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione o comunque nel solco della presenza dei cattolici nella società italiana, alla luce della dottrina sociale della Chiesa.

Compagnia delle Opere è stata il motore primo e il luogo di elaborazione culturale di alcune battaglie civili rilevanti condotte sotto lo slogan «Più società, meno Stato»
fonte: Wichipedia

Ed ecco intervista con il suo presidente nazionale Bernhard Scholz:

"La persona è rapporto. È questa relazione che le permette di vivere, di esprimersi, di prendere coscienza di sé, di intra­prendere giorno per giorno la strada verso la felicità. E che rende possibili an­che le attività sociali ed economiche. Dobbiamo partire da lì, se si vuole ri­prendere il filo del bene comune. E non è affatto scontato".

Perché?
Il bene comune è il bene generato da queste relazioni, e non si può impor­lo per legge. Le istituzioni pubbliche lo devono tutelare e valorizzare. E devo­no intervenire dove i singoli o le ag­gregazioni non arrivano. Ma c'è un pri­mato netto della persona, proprio in quanto rapporto con gli altri. L'alter­nativa è un assistenzialismo che inde­bolisce sempre di più la capacità del­la persona di rispondere ai bisogni.

E che però, per certi versi, è più comodo, almeno finché tiene la ba­racca...
...e difatti il sistema non tiene più, come dimostra l'affanno del welfare. L'uomo per sua natura ha bisogno di essere sfi­dato, "pro-vocato': cioè "chiamato fuori" di sé per entra­re in un rapporto creativo con il mondo. È solo esprimendosi attraverso i suoi ta­lenti che entra in rap­porto con gli altri e co­nosce se stesso. Lo vedo in molti incontri che stiamo facendo proprio in questi mesi. Ci sono tante persone che si interessano del­la CdO perché qui ri­scoprono questa pos­sibilità. Nonostante tutti i nostri limiti, tra di noi c'è davvero quella che chiamia­mo "un' amicizia operativa" con un "crite­rio ideale': E questo colpisce non perché rende la vita più co­moda, ma perché la fa diventare più autenti­ca, più realistica e di­rei anche più gustosa......

Per emergere la positività», o pro-vocare»: non sono sinonimi di «edu­cazione»? .
Sì. E 1'educazione, per un adulto, av­viene soprattutto attraverso un rap­porto che lo sfida. il lavoro stesso è un' educazione, se lo prendo sul serio.
L'uomo, affrontando il lavoro, la fa­miglia o anche la politica, non può non lasciarsi educare. Ogni atto che fa lo in­vita a prendere maggiore coscienza di sé e del desiderio che cerca di realizzare attraverso le circostanze quotidiane.
Ecco, la CdO in fondo, vuole fare questo: aiutare la persona ad assumersi le sue responsabilità, ed esprimersi nel miglior modo. Guai a sostituirci a questa responsabilita personale"
frammento da "Tracce" di marzo 
Esempio: uno che cade nel buco in strada non deve per forza chiedere i danni al comune, ma preferibilmente dovrebbe guardare dove mette il piede. E se capiti di slogarlo, si prenda le responsabilità di curarlo con le proprie spese, soffrire in silenzio e per futuro, stare più attento.

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