Si è svolto venerdì 14 Dicembre al teatro Pagliughi di Gatteo il tradizionale appuntamento di fine anno che la BCC di Gatteo dedica ai propri Soci. Il Presidente della Banca, Dott.Gabriele Galassi /sulla foto/ e l’intero CdA hanno presentato ai numerosi Soci intervenuti, i risultati conseguiti nel corso del 2007, dati ancora provvisori ma che delineano già un brillante andamento. La raccolta cresce del 6,2%, gli impieghi del 9,6%, il risultato di gestione segna un +13,0% rispetto allo stesso periodo del 2006 e i Soci aumentano dell’11% raggiungendo a fine novembre il numero di 1.266....
Altro momento significativo della serata, il saluto a tutti i soci da parte del Direttore Generale della Banca, Rag. Secondo Grassi, che a fine dicembre lascia l’incarico dopo 40 anni di servizio di cui 33 da Direttore, “lascio una Banca che si è sviluppata in modo equilibrato e che quando ho iniziato contava solo 7 dipendenti mentre ora ne ha oltre 70”. Un passaggio di consegne con il nuovo Direttore Generale Rag. Rino Sarpieri che ha salutato i Soci presenti. La serata è proseguita con la consegna dei riconoscimenti ai soci con oltre 40 anni di appartenenza alla compagine sociale. I 19 Soci premiati sono: Abbondanza Alberto, Baiardi Lazzaro, Bigucci Mario, Brigliadori Don Giuseppe, Di Lorenzo Gino, Fabbri Bruno, Fabbri Fabio, Fabbri Giovanni, Guidi Emilio, Lucchi Pasquale, Manzi Primo, Mazzocchi Luigi, Morigi Gastone, Onofri Bruno, Paolucci Angelo, Pazzaglia Giovanni, Piras Fabio, Raggini Pierluigi, Toni Paolo...
Alla fine la simbolica cena da Zani.
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martedì 16 dicembre 2008
sabato 13 dicembre 2008
Fiera di Santa Lucia a Savignano sul Rubicone
Programma della Fiera di Santa Lucia
Sagra del Torrone
Sagra del Torrone
Questa sopra è la pubblicità dell'OPEN DAY al Liceo Scientifico - Technico Industriale
via Togliatti, 5
12 dicembre
ore18,30
Poi al Teatro Moderno alle ore 21
ADUTEMA UNA FIOLA?
Compagnia il teatro dialettale "Attori per caso" di Santa Giustina.
13 dicembre
ore 16Oltre il museo la biblioteca
inaugurazione della biblioteca specializzata del Museo archeologico del Compito
ore 18
Colleggiata di Santa Lucia
liturgia solenne, presieduta dal Vescovo Monsignore Lambiasi
Esposizione del gonfalone di S.Lucia realizzato dal M.Ilario Fioravanti
ore19
Arena Gregorini
Ritrovo conviviale aperto a tutta la cittadinanza
ore21
TEATRO MODERNO
Cose che mi sono capitate di Gene Gnocchi
14 dicembre
dalle ore 9 alle 20Mercato ambulante-giostre-mostre-appuntamenti culturali al centro storico
ore 10 - 19
Vecchia Pescheria
C'ERA UNA VOLTA "LE AZDORE"
Assagi a base di erbe nella tradizione romagnola
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Vecchia Pescheria
CONVIVIO, IL BANCHETTO DEI FOTOGRAFI
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ore9-13 / 14-19
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ANNO INTERNAZIONALE DELLA TERRA
"ECOLOGIA AMBIENTE"
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dalle ore 8
35 MARATONINA DI SANTA LUCIA
gara competitiva di km 14,300
a cura dell Quartiere Valle Ferrovia
venerdì 12 dicembre 2008
Vu cumpra, poesia di Amos Piccini in dialetto romagnolo
VU CUMPRA'
T è slunghè la mèna
e a t'ho guardè un pò stòrt
perchè a s'era cunvint
che t vulés la carità.
Invece t zarchevte sna
un cincin d'amicizia,
una parola bòna
ch'l'an fòs ad cumpasioun.
T'avevte vsèina i pid
una ligaza pina ad cianfrusaj
e int i ècc'una gran disperazioun.
Alora ho zarchè ad capì
cus che patés un òm
- ch'l'ha ènca la pèla nera
da lòng dè su paes:
è zcar un'èlta lèngua,
u n'ha da lavurè,
e quel ch'l'è ancora pèz
un sa cume campè.
Dal nosti pèrti ù
it cèma ''Vu cumprà"
e sa cal dò paroli
i t'ha zà liquidè.
Ma ades per nun cris-cènt
ci dvèint una gròsa quis-cioun:
perchè la nòsta fèda
l'as dis che t ci un fradèl.
1988
e a t'ho guardè un pò stòrt
perchè a s'era cunvint
che t vulés la carità.
Invece t zarchevte sna
un cincin d'amicizia,
una parola bòna
ch'l'an fòs ad cumpasioun.
T'avevte vsèina i pid
una ligaza pina ad cianfrusaj
e int i ècc'una gran disperazioun.
Alora ho zarchè ad capì
cus che patés un òm
- ch'l'ha ènca la pèla nera
da lòng dè su paes:
è zcar un'èlta lèngua,
u n'ha da lavurè,
e quel ch'l'è ancora pèz
un sa cume campè.
Dal nosti pèrti ù
it cèma ''Vu cumprà"
e sa cal dò paroli
i t'ha zà liquidè.
Ma ades per nun cris-cènt
ci dvèint una gròsa quis-cioun:
perchè la nòsta fèda
l'as dis che t ci un fradèl.
1988
Uomini e animali di GF Zavalloni
VU CUMPRA'
Hai allungato la mano
e ti ho guardato con sospetto
perché ero convinto
che volessi l'elemosina.
Invece cercavi solo
un briciolo d'amicizia,
una parola buona
che non fosse di compassione.
A vevi vicino ai piedi
un fagotto pieno di cianffusaglie
e negli occhi
una gran disperazione.
Allora ho cercato di capire
cosa patisce un uomo
- che ha anche la pelle nera
lontano dal suo paese:
parla un'altra lingua,
non ha da lavorare
e quel che é ancora peggio
non sa come campare.
Dalle nostre parti
ti chiamano ''Vu cumprà"
e con quelle due parole
ti hanno già liquidato.
Ma adesso per noi cristiani
sei diventato un grosso problema:
perché la nostra fede
ci dice che sei un fratello.
martedì 9 dicembre 2008
La Befana di Giovanni Pascoli
La Befana
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda...tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda...ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sull’aspro monte.
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda...tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda...ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sull’aspro monte.
mercoledì 26 novembre 2008
A dicembre nel Gazzettino di Gatteo
Conosci la tua Parrocchia!
Terzo Numero: Altre raffigurazioni della Madonna
Statua dell'Immacolata: Questa statua ha valore devozionale; Ogni anno la prima domenica dopo Pasqua (in Albis) si celebra la processione in ricordo di un voto fatto alla Madonna Immacolata. Questo voto venne fatto nel 1569 dalle donne di Gatteo affinché il paese fosse liberato dalle calamità della guerra.
Madonna con bambino: Questo dipinto è in stile orientale e si pensa che sia stato introdotto nella parrocchia di Gatteo nel 1859. É però incerta la data della sua realizzazione: infatti l'iscrizione riportata su di essa potrebbe essere posteriore alla creazione del quadro. L'iscrizione è la seguente: “Conte Carlo Ghiselli dell'Ordine militare di S. Elena donò questa Santa Immagine al popolo di Gatteo 1859”.
Terzo Numero: Altre raffigurazioni della Madonna
Statua dell'Immacolata: Questa statua ha valore devozionale; Ogni anno la prima domenica dopo Pasqua (in Albis) si celebra la processione in ricordo di un voto fatto alla Madonna Immacolata. Questo voto venne fatto nel 1569 dalle donne di Gatteo affinché il paese fosse liberato dalle calamità della guerra.
Madonna con bambino: Questo dipinto è in stile orientale e si pensa che sia stato introdotto nella parrocchia di Gatteo nel 1859. É però incerta la data della sua realizzazione: infatti l'iscrizione riportata su di essa potrebbe essere posteriore alla creazione del quadro. L'iscrizione è la seguente: “Conte Carlo Ghiselli dell'Ordine militare di S. Elena donò questa Santa Immagine al popolo di Gatteo 1859”.
dalla testimonianza di Don Giuseppe Brigliadori
(Foto Dennis Faedi)
domenica 16 novembre 2008
Festa d'autunno a Gatteo
Oggi,domenica del 16 novembre al centro di Gatteo, cioè piazza Vesi e dintorni, si è svolta la festa d'autunno offerta dalla banca BCC di Gatteo e l'associazione Castello e Dintorni.
La festa sponsorizzata dalla BCC di Gatteo
Con delle gran griglie per arrostire castagne
Tra tanti divertimenti offerti ai più piccoli
c'era anche il trampoliere!
sabato 15 novembre 2008
domenica 9 novembre 2008
La notte dei morti, Pascoli nella rubrica del Gazzettino di Gatteo
Il Cimitero della Recoleta è il più famoso cimitero storico argentino e prende il nome dal quartiere di Buenos Aires nel quale si estende.
Tristezze
LA NOTTE DEI MORTI
La casa è serrata; ma desta:
ne fuma alla luna il camino.
Non filano o torcono: è festa.
Scoppietta il castagno, il paiolo
borbotta. Sul desco c'è il vino,
cui spilla il capoccio da solo.
In tanto essi pregano al lume
del fuoco: via via la corteccia
schizza arida... Mormora il fiume
con rotto fragore di breccia...
È forse (io non odo: non sento
che il fiume passare, portare
quel murmure al mare) d'un lento
vegliardo la tremula voce
che intuona il rosario, e che pare
che venga da sotto una croce,
da sotto un gran peso; da lunge
Quei poveri vecchi bisbigli
sonora una romba raggiunge
col trillo dei figli de'figli.
Oh! i morti! Pregarono anch'essi,
la notte dei morti, per quelli
che tacciono sotto i cipressi.
Passarono... O cupo tinnito
di squille dagli ermi castelli!
o fiume dall'inno infinito!
Passarono... Sopra la luna
che tacita sembra che chiami,
io vedo passare un velo, una
breve ombra, ma bianca, di sciami.
LA NOTTE DEI MORTI
La casa è serrata; ma desta:
ne fuma alla luna il camino.
Non filano o torcono: è festa.
Scoppietta il castagno, il paiolo
borbotta. Sul desco c'è il vino,
cui spilla il capoccio da solo.
In tanto essi pregano al lume
del fuoco: via via la corteccia
schizza arida... Mormora il fiume
con rotto fragore di breccia...
È forse (io non odo: non sento
che il fiume passare, portare
quel murmure al mare) d'un lento
vegliardo la tremula voce
che intuona il rosario, e che pare
che venga da sotto una croce,
da sotto un gran peso; da lunge
Quei poveri vecchi bisbigli
sonora una romba raggiunge
col trillo dei figli de'figli.
Oh! i morti! Pregarono anch'essi,
la notte dei morti, per quelli
che tacciono sotto i cipressi.
Passarono... O cupo tinnito
di squille dagli ermi castelli!
o fiume dall'inno infinito!
Passarono... Sopra la luna
che tacita sembra che chiami,
io vedo passare un velo, una
breve ombra, ma bianca, di sciami.
martedì 4 novembre 2008
Un anno di Gazzettino della Parrocchia di Gatteo
Il Gazzettino compie un anno!!!
In questo interessante percorso culturale abbiamo vissuto soddisfazioni e fatiche, ma ne valeva la pena! Grazie a voi lettori abbiamo donato 700 Euro(17 mt quadri)al Don Giuseppe per il nuovo cortile e divulgato notizie di cultura cristiana.
Un grande GRAZIE da:
Elisa,Dennis,Arianna,Silvia,Giorgio,Francesco,Simone,Michele,Daniele,Tommaso,Michael,Christian,Maria e Silvana.
Un grande applauso! io personalmente vorrei fare al pilastro del Gazzettino: DENNIS FAEDI , che non solo scrive degli articoli, ma organizza vendite, fa da stimolo al gruppo che se ne dovrebbe occupare e ogni tanto svuota il suo "porcellino" per acquistare diverse copie avanzate del giornalino!
In questo interessante percorso culturale abbiamo vissuto soddisfazioni e fatiche, ma ne valeva la pena! Grazie a voi lettori abbiamo donato 700 Euro(17 mt quadri)al Don Giuseppe per il nuovo cortile e divulgato notizie di cultura cristiana.
Un grande GRAZIE da:
Elisa,Dennis,Arianna,Silvia,Giorgio,Francesco,Simone,Michele,Daniele,Tommaso,Michael,Christian,Maria e Silvana.
Un grande applauso! io personalmente vorrei fare al pilastro del Gazzettino: DENNIS FAEDI , che non solo scrive degli articoli, ma organizza vendite, fa da stimolo al gruppo che se ne dovrebbe occupare e ogni tanto svuota il suo "porcellino" per acquistare diverse copie avanzate del giornalino!
Morte oscura di Marco Pantani-Pirata
CINQUE GIUGNO 1999.. Una data destinata a rimanere bene impressa nella storia del ciclismo. Marco Pantani, fino a quel momento dominatore incontrastato del Giro d'Italia, viene trovato con un livello di ematocrito di due punti superiore alla norma. Siamo a Madonna di Campiglio. Arriva la squalifica. Purtroppo però non solo sportiva: anche della vita. È infatti l'inizio del suo calvario. Che arriverà al triste epilogo del 14 febbraio del 2004 in un albergo a Rimini.
A raccontare gli ultimi giorni di Marco Pantani ci ha pensato un giornalista francese dell'Equipe, Philippe Brunel autore del discusso "Gli ultimi giorni di Marco Pantani" (Rizzoli, 2008, pp. 304, euro 16,00. Prefazione di Gianni Mura). Un'inchiesta giornalistica in piena regola. con una chiara tesi di fondo: Marco Pantani, pur conducendo una vita dissoluta, non ha scelto la sua morte. Troppi i punti oscuri nell'indagine sul decesso del campione di Cesenatico. Archiviata in fretta come morte accidentale per overdose. Le falle però sono rimaste. E tante, racconta il giornalista d'Oltralpe. Per citarne un paio: la camera d'albergo a Rimini era stata trovata devastata, con addirittura i vasi dei bagni divelti, le mani del ciclista però non portavano traccia di alcun tipo; Giuseppe Fortuni, quello che esegue l'autopsia, è un medico esperto e stimato ma non si fida del clima che circola intorno al caso, decide cosÌ di portarsi a casa il cuore dell'atleta per il timore che potesse essere trafugato.
Insomma, non proprio l'ambiente ideale per approfondire le cause della morte del campione che aveva fatto appassionare migliaia di persone. Anche se lo stesso Pirata la sua profezia l'aveva fatta subito dopo i fatti di Madonna di Campiglio. A caldo aveva confessato:"Ho avuto molti incidenti, sono sempre ripartito, ma questa volta non mi rialzerò". È stato così, purtroppo.
Intorno alla sua casa a Cesenatico offerte al vento, tuttora si alternano le corone di fiori dei suoi fan.
Nelle foto: Marco e Villa Pantani
A raccontare gli ultimi giorni di Marco Pantani ci ha pensato un giornalista francese dell'Equipe, Philippe Brunel autore del discusso "Gli ultimi giorni di Marco Pantani" (Rizzoli, 2008, pp. 304, euro 16,00. Prefazione di Gianni Mura). Un'inchiesta giornalistica in piena regola. con una chiara tesi di fondo: Marco Pantani, pur conducendo una vita dissoluta, non ha scelto la sua morte. Troppi i punti oscuri nell'indagine sul decesso del campione di Cesenatico. Archiviata in fretta come morte accidentale per overdose. Le falle però sono rimaste. E tante, racconta il giornalista d'Oltralpe. Per citarne un paio: la camera d'albergo a Rimini era stata trovata devastata, con addirittura i vasi dei bagni divelti, le mani del ciclista però non portavano traccia di alcun tipo; Giuseppe Fortuni, quello che esegue l'autopsia, è un medico esperto e stimato ma non si fida del clima che circola intorno al caso, decide cosÌ di portarsi a casa il cuore dell'atleta per il timore che potesse essere trafugato.
Insomma, non proprio l'ambiente ideale per approfondire le cause della morte del campione che aveva fatto appassionare migliaia di persone. Anche se lo stesso Pirata la sua profezia l'aveva fatta subito dopo i fatti di Madonna di Campiglio. A caldo aveva confessato:"Ho avuto molti incidenti, sono sempre ripartito, ma questa volta non mi rialzerò". È stato così, purtroppo.
Intorno alla sua casa a Cesenatico offerte al vento, tuttora si alternano le corone di fiori dei suoi fan.
Nelle foto: Marco e Villa Pantani
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A caccia di profitti
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