giovedì 12 settembre 2013

Giscard Kevin Dessinga, Cosa manca realmente all'Africa

Nella parrocchia di San Lorenzo a Gatteo abbiamo in questo momento (e per un breve periodo) un vice-parroco venuto da Roma, un frate francescano, Giscard Kevin Dessinga – saggista, romanziere e drammaturgo originario del Congo-Brazzaville.
Il frate ha appena 36 anni. Ma secondo la mia opinione ragiona come un vecchio saggio...
Lo scorso 12 luglio la comunità parrocchiale di Milano Marittima ha incontrato Giscard Kevin Dessinga che ha presentato la sua ultima fatica letteraria - sta volta in lingua italiana -  il saggio “Cosa manca realmente all’Africa? Il racconto di una storia negata”
Il libro pone la questione dell’Africa, la sua Africa, in modo schietto e lucido, prendendo le distanze da quella ipocrita visione del continente nero dove fame e povertà sono rappresentate come una fatalità da combattere con l’appello ai buoni sentimenti.
“Con l’Unità d’Italia, Massimo Tapparelli dichiarò che fatta l’Italia bisognava fare gli italiani – scrive Dessinga – ora si tratta di unire l’Africa e fare gli africani”.
Io aggiungo: restituire l'Africa agli Africani"

"L'Africa non ha solo un doloroso e triste passato da raccontare e da ricordare, ma ha anche e soprattutto un futuro da costruire.
Non vogliamo più la carità, quella falsa ed ipocrita, ma l'Africa, la mia Africa vuole essere rispettata!
Non vogliamo più la carità, quella falsa ed ipocrita, ma vogliamo l'aiuto che porti a non avere più bisogno di aiuti!
Non vogliamo più la carità, quella falsa ed ipocrita, ma vogliamo essere noi stessi e non quello che gli altri pensano di noi, decidono per noi e ci impongono!
Non vogliamo più la carità, quella rumorosa e mediatica perché il bene non fa rumore e il rumo re non fa bene.
Non vogliamo più la carità, quella falsa ed ipocrita, vogliamo la libertà di essere e di pensare!".
Quasi come una preghiera,no?
 L'autore, di nuova generazione, cerca di porre il problema dell'Africa in termini di responsabilità condivisa, di sfruttamento a livello internazionale, di ingiustizia a livello nazionale, di ignoranza a livello personale. È la famosa teoria delle "tre C": complicità internazionale, complicità nazionale e complicità personale.
Non cerca più chi sia il colpevole e chi sia la vittima, perché in Africa come altrove, le parole liberazione e giustizia sono di scottante attualità. È convinto di due cose: quando i topi del giardino vengono a mangiare il formaggio in casa, la strada gli è stata mostrata ed indicata dai topi di casa; inoltre, ignoranza ed indigenza sono le armi più potenti per sottomettere un popolo.

 Giscard Kevin Dessinga laureato in Lettere e dottorando in Filosofia, saggista, romanziere, drammaturgo, ha pubblicato già una bella raccolta: .

La mort en procès (2004);
Germaine: le choix de ma vie (Mediaspaul 2007);
 Entre la persévérance et l'abandon (Edilivre 2012);
 Etranger parmi les siens (Edilivre 2013);
Manifeste de la renaissance africaine.
Entre la mémoire et la prophétie (L'Harmattan 2013).
  Cosa manca realmente all'Africa  - è il suo primo libro in italiano.( Il Filo, 2013, prezzo 9,90 euro pagine 76)

Questo libro io l'ho già ordinato, dalle recensioni mi stupisce (mi meraviglia)  la sua forza e il coraggio di Kevin.

Il frate, l'altro giorno è stato vittima di un fatto pregiudiziale. Proprio qui a Gatteo!
Io lo conosco come un tipo gioviale, espansivo, allegro e super-simpatico.
Una di queste sere ha salutato dei ragazzini accovaciati davanti al bar. Semplici, dirette parole:"ciao! come state? bello qui, siete dei bravi ragazzi...lo si vede da subito"  a questo punto ha datto qualche pacca sulle spalle dei ragazzini e se ne è andato in canonica, accanto al bar...
Il giorno dopo io ero presente quando una delle ragazzine , 12 anni circa (quella della sera prima) si è presentata con la madre in parrocchia e per diverso tempo pretendeva delle scuse dal frate; la madre agitata lo rimproverava perchè aveva spaventato la sua figliola, e incurante delle scuse del Dessinga, continuava a ripetere: "Non ci si comporta così con i ragazzi, mia figlia si è spaventata da morire!"
(perchè? mi chiedevo, perchè è nero?) Mammamia che tirata!
Forse noi italiani rischiamo di essere impauriti dalle numerose notizie negative che i telegiornali e la stampa spesso ci riportano a riguardo della pedofilia, della violenza e delle molestie, a volte (spesso sottolineando) anche i casi in cui vengono coinvolti uomini di Chiesa.
Facciamo però attenzione a non vedere un mondo violento e corrotto laddove sono solo i nostri pensieri a costruire i presunti malfattori.
In funzione da sfondo la emulazione comportamentale....
Loro, in tv hanno detto che... hanno saputo che.... stalking di qua, molestie di là....
Eppoi la gente pare sia affetta da sindrome di protagonismo...(e vittimismo).


2 commenti:



  1. Beniamino di una famiglia numerosa, sono nato il 15 febbraio 1977. Un po' di mesi dopo muore la mamma. Secondo i costumi della mia tribù, la più grande tra le figlie diventa automaticamente la responsabile della famiglia e così sono cresciuto con mia sorella.

    All'età di sei anni, mi ha preso mio fratello maggiore, insegnante, e da lui ho cominciato gli studi. Ho vissuto come tutti i ragazzi congolesi della mia età, sto parlando di 25 anni fa. Il Congo era comunista e quindi la chiesa era appena visibile. Il nostro sogno era di studiare con la speranza di fare politica. Mi piaceva il teatro e l'ho fatto per tanti anni. Mi ricordo ancora dei classici come Hamlet di Shakespeare, Il Cid di Corneille, Les mains sales di Jean-Paul Sartre, Jusqu'à nouvel avis di Guillaume Oyono Mbia...

    Negli anni 1990 mio fratello ha chiesto il trasferimento a Makoua e lì ho proseguito i miei studi. Nel 1994, tramite un amico, ho conosciuto i frati francescani. Mi ricordo ancora del mio primo incontro con i frati Domenico Dominici ed Eugenio Clemenza. Gli ho fatto tante domande sulla religione, l'esistenza di Dio... Domande importanti per un giovane di 17 anni come me, cresciuto dove Karl Marx era il profeta ufficiale e il comunismo la religione di stato. Da quel momento siamo diventati amici. L'anno dopo, cioè nel 1995, ho superato il baccalaureato, che sarebbe l'esame di maturità qui in Italia, e ad ottobre dello stesso anno ho cominciato il cammino francescano: sei mesi di esperienza a Makoua, due anni di postulandato, un anno di noviziato, tre anni di filosofia, un anno di vita in fraternità dopo la filosofia, quattro anni di teologia ed infine sono stato ordinato sacerdote nel 2007. Provvidenza o coincidenza!

    Dopo l'ordinazione sono stato mandato a Makoua, dov'è cominciata la storia della mia vocazione, come vice parroco. Dal 2009 sono a Roma per gli studi filosofici. Ho conseguito la Licenza il 21 giugno 2011 e ora sto facendo il Dottorato in filosofia con lo scopo di andare ad insegnare in Congo, al seminario e con la speranza di insegnare pure all'università statale per aiutare i giovani a capire che, oltre il discorso ufficiale, c'è un altro modo di pensare e, se vogliamo, possiamo cambiare il destino del Congo e dell'Africa, dall'oggetto della storia tra le mani dei potenti di questo mondo al soggetto della propria storia e del proprio destino.

    RispondiElimina
  2. Ciao padre Kevin! non arrenderti mai, specialmente se hai vicino gli amici che ti aiutano - uno di gatteo

    RispondiElimina

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...