PROGRAMMA DI VIAGGIO PER LA GITA: LUCCA - CINQUE TERRE - GENOVA CLASSI 2A 3B 3C - ANNO SCOLASTICO 07/08
Giovedì lO aprile:
Ritrovo davanti al piazzale della scuola ore 6.15;
Partenza in pullman ore 6.30 per la città di Lucca,
arrivo previsto 10.00 - 10.30
Ore Il.00 ritiro biciclette a noleggio (durata 1h)
12.00 - 14.30 pranzo libero al sacco (si consiglia di organizzarsi da casa);
Ore 14.30 incontro con le guide in P.1e Verdi per la visita guidata di mezza giornata (un'ora e mezza o al massimo due ore) della città.
Ore 17.00 partenza da Lucca per Lavagna e relativa sistemazione in albergo, arrivo previsto 19.00 circa;
sistemazione bagagli e cena in hotel;
Albergo: Hotel Bristol, corso Mazzini 23, Lavagna Divisione camere:
32 maschi in 8 camere da quattro persone;
33 femmine in 7 camere da quattro persone;
1 camera da 3 persone;
1 camera da 2 persone;
L'hotel potrebbe chiedere una cauzione di € 10.00 a studente che verrà trattenuta in caso di danni, o restituita al termine del soggiorno.
Venerdì 1l aprile
Prima colazione in hotel.
Trasferimento in pullman a La Spezia. .
Ore 10.00 imbarco sul battello da La Spezia; arrivo a Riomaggiore ore 11.25
Percorso a piedi per la via dell'amore (ingresso da pagare in loco: €2,50 a studente) fino a Menarola (mezz'ora circa)
Si riparte in battello alle ore 12.40 per arrivare a Monterosso alle 13.10
Pranzo libero
Partenza ore 15.00 da Monterosso per Vernazza: arrivo alle 15.1 O
Si riparte alle 16.10 per Portovenere: arrivo ore 17.10 e sosta di un'ora.
Partenza ore 18.10 e arrivo a La Spezia per le ore 18.30
Trasferimento in pullman in hotel
Cena e pernottamento in hotel.
Sabato 12 aprile
Prima colazione in hotel
Trasferimento a Genova
Ore 10.3 O ingresso prenotato all'Acquario di Genova
Pranzo libero.
Dopo la visita si riparte per Savignano.
Arrivo previsto intorno alle 22.30 ma una stima più precisa si potrà fare al momento della partenza da Genova.
giovedì 10 aprile 2008
lunedì 7 aprile 2008
X Agosto, poesia di Pascoli, youtube
Il 10 agosto, S.Lorenzo è la festa patronale di Gatteo.CLICCA QUI PER IL PROGRAMMA DELLA FESTA 8 - 10 AGOSTO 2009
NOTTE DI SAN LORENZO
10 agosto 1867 uccisero il padre di G.Pascoli, Ruggero, e per ricordare l'evento Zvani scrisse questa poesia struggente:
X AGOSTO
San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
Beh, oggi a Gatteo, nella notte di San Lorenzo fanno il pianto di fuochi artificiali.
Analisi della poesia 10 agosto
Questa poesia rievoca uno degli eventi più dolorosi della vita di Pascoli. Attraverso essa il poeta, infatti, vuole comunicare al lettore la sua tristezza per la scomparsa del padre assassinato e la accentua mettendo a confronto una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi rondinini comee il padre che ritornava a casa portando due bambole alle figlie, in modo tale da sottolineare l’ingiustizia e il male che prevalgono su questa terra .
Il nido e la casa, per di più svolgono il ruolo di metafora degli unici rapporti d'amore possibili in un mondo d'insidie e di contrasti.
A partecipare a questa tragica situazione vi è, non solo Pascoli in persona, ma anche il Cielo che con, appunto, la notte di San Lorenzo famosa per il fenomeno delle stelle cadenti, raffigura il pianto.
Successivamente la figura del cielo si contrappone a quella della terra. Il cielo è infinito, immortale, immenso, mentre la terra non è altro che un piccolo atomo di dolore.
In conclusione, secondo Pascoli, il cielo di fronte a questo fatto triste invade la terra con un pianto di stelle.
Il nido che intendeva Pascoli era il nucleo familiare, la protezione dei conoscenti più stretti dove ogni uomo può rifugiarsi. Nella poesia il nido è evidenziato bene perché, oltre al padre che tornava alla propria casa, c’è un paragone con una rondine che torna al suo “nido” ; ma entrambi sono aspettati invano dai familiari: questi versi sono, secondo me molto autobiografici perché descrivono una sensazione che lui ha provato veramente. Subentra in questo tema, anche l’amore familiare, la tenerezza e la gioia di un padre che torna a casa con doni, ma per Pascoli, quella sera, c'è stata una mancanza, una delusione, che si riflette sul suo senso di giustizia e nel mistero del male.
martedì 1 aprile 2008
Il lampo / Pascoli Giovanni
Il lampo
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tragico tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo esterefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.
ANALISI E COMMENTO
In questa poesia Pascoli parla di un lampo che rompe il silenzio e la notte con una luce violenta tale che mette a nudo la vera realtà del mondo: la sua tragicità e il caos che la contraddistingue.
La sua stessa casa è scossa dalla forza del lampo e, agli occhi del Pascoli, perde almeno in parte la sicurezza e il senso di protezione che aveva fino ad un momento prima anche se rimane connotata positivamente dal colore bianco in antitesi con il nero circostante.
Ed in questa situazione d’angoscia e paura Pascoli sente la sua vita in bilico tra il voler restare in un “nido” ormai distrutto e l’affrontare una vita piena d’inganni.
In questa poesia viene descritta la casa attraverso il colore bianco, per segnarne l'aspetto positivo come rifugio di fronte al temporale. Alla casa e al colore bianco che la differenzia, si contrappone il nero della notte con sensazioni opposte di paura e angoscia. La descrizione della casa accerchiata dal nero della notte durante un temporale con le sensazioni di paura e di terrore che gli vanno dietro, si trova anche nel "Temporale” sempre dello stesso autore.
La natura confusa dal temporale, il lampo illumina la notte, scoprendo cielo e terra, mostrando d'un tratto una casa nel buio. Viene messo in evidenza l'effetto visivo del lampo, come un'improvvisa apparizione della percezione illusoria e dell'angoscia e la percezione del dolore.
All'inizio della poesia, cielo e terra compaiono legati, ma nel secondo verso, tra di loro si avverte una rottura.
La casa è un posto sicuro, racchiuso in un momento di stabilità nello sconvolgimento della natura e del paesaggio. Esso è breve, in quanto dura solo per un istante e poi sparisce nell'oscurità. Essa viene paragonata ad un occhio che si apre e si chiude per ricevere una tragica realtà, e mostra lo stupore ed il timore per la natura
I tre aggettivi, presenti nei versi due e tre, sono la proiezione dello stato d'animo dell'autore. Questi aggettivi danno vita ad un climax ascendente che conferisce alla realtà un clima più umano e sconvolto: tormentato, triste.
In questa poesia domina il senso visivo; le altre immagini sono utilizzate per dare una rappresentazione umana e psicologica della natura.
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tragico tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo esterefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.
ANALISI E COMMENTO
In questa poesia Pascoli parla di un lampo che rompe il silenzio e la notte con una luce violenta tale che mette a nudo la vera realtà del mondo: la sua tragicità e il caos che la contraddistingue.
La sua stessa casa è scossa dalla forza del lampo e, agli occhi del Pascoli, perde almeno in parte la sicurezza e il senso di protezione che aveva fino ad un momento prima anche se rimane connotata positivamente dal colore bianco in antitesi con il nero circostante.
Ed in questa situazione d’angoscia e paura Pascoli sente la sua vita in bilico tra il voler restare in un “nido” ormai distrutto e l’affrontare una vita piena d’inganni.
In questa poesia viene descritta la casa attraverso il colore bianco, per segnarne l'aspetto positivo come rifugio di fronte al temporale. Alla casa e al colore bianco che la differenzia, si contrappone il nero della notte con sensazioni opposte di paura e angoscia. La descrizione della casa accerchiata dal nero della notte durante un temporale con le sensazioni di paura e di terrore che gli vanno dietro, si trova anche nel "Temporale” sempre dello stesso autore.
La natura confusa dal temporale, il lampo illumina la notte, scoprendo cielo e terra, mostrando d'un tratto una casa nel buio. Viene messo in evidenza l'effetto visivo del lampo, come un'improvvisa apparizione della percezione illusoria e dell'angoscia e la percezione del dolore.
All'inizio della poesia, cielo e terra compaiono legati, ma nel secondo verso, tra di loro si avverte una rottura.
La casa è un posto sicuro, racchiuso in un momento di stabilità nello sconvolgimento della natura e del paesaggio. Esso è breve, in quanto dura solo per un istante e poi sparisce nell'oscurità. Essa viene paragonata ad un occhio che si apre e si chiude per ricevere una tragica realtà, e mostra lo stupore ed il timore per la natura
I tre aggettivi, presenti nei versi due e tre, sono la proiezione dello stato d'animo dell'autore. Questi aggettivi danno vita ad un climax ascendente che conferisce alla realtà un clima più umano e sconvolto: tormentato, triste.
In questa poesia domina il senso visivo; le altre immagini sono utilizzate per dare una rappresentazione umana e psicologica della natura.
venerdì 28 marzo 2008
Rubicone,Cesare,Alea iacta est
Unione dei Comuni del Rubicone.
Se San Mauro 'sa' tutto di Pascoli, Gatteo profuma di Pagliughi e Casadei, Savignano 'odora' di Giulio Cesare e del Rubicone. Nella storica città tutto parla del Rubicone, il fiume attraversato da Giulio Cesare con le sue legioni nel 49 a.C., confine fra l'Italia e la Gallia Cisalpina.Per salvaguardare Roma da colpi di mano militari il Senato aveva dichiarato traditore della patria chiunque lo avesse varcato con le forze armate.E lui, il grande condottiero, lo varcò, probabilmente non a Savignano, ma più a valle, per evitare la Via Emilia e non farsi scoprire e vedere dalle spie di Cicerone, mettendosi in guerra contro Roma. L'espressione 'passare il Rubicone' significa prendere una risoluzione impegnativa.
La fatidica frase 'Alea iacta est' (il dado è tratto) motto usato in tutto il mondo e anche dagli uomini più potenti della terra, in varie e diversificate circostanze, da 2.000 anni ad oggi.
Con Rubicone, Cesare, Alea iacta est sono state denominate strutture commerciali, associazioni, istituzioni, aziende. In primis il nome della città, cambiato da Benito Mussolini con il Regio Decreto 1190 del 4 agosto 1933, da Savignano di Romagna a Savignano sul Rubicone, alimentando una diatriba mai sopita che vuole i savignanesi da una parte con il loro Rubicone e gli abitanti di Calisese e dintorni che dicono che il Rubicone storico è il loro fiume Urgone-Pisciatello.Si parla anche dell'Uso e Fiumicino, oggi denominato ufficialmente Rubicone. Ma nella città davvero tutto sa di Cesare e Rubicone. Sicuramente meta principale dei turisti è il ponte romano che attraversa il Rubicone (ex Fiumicino) eretto nel l° secolo dopo Cristo, ai tempi di Augusto quando risistemò la via Emilia. Lo storico manufatto è stato distrutto dai tedeschi in ritirata nella notte fra il 28 e il 29 settembre 1944, ricostruito nel 1965 e ristrutturato nel 2003 . In piazza Borghesi 11 c'è la Simpemenia Rubiconia Accademia dei Filopatridi fondata nel 1801 dai savignanesi Bartolomeo Borghesi, Giulio Perticari e Girolamo Amati sulle ceneri della vecchia Accademia Degli Incolti che risale al 1651. La scuola media di via Galvani è intitolata Giulio Cesare; a ovest della città il quartiere più popolato è dedicato a Cesare; a Cesare poi sono stati intitolati il bar cafè in via Emilia Ovest 57 e l'albergo di fianco, al civico 51. Ancora maggiormente usato il Rubicone. A Savignano Mare c'è il camping-villaggio Rubicone, in via Matrice Destra 1, un cinque stelle, fra i 20 migliori d'Italia; la stazione di servizio dell'A-14, all'altezza della frazione di Fiumicino, si chiama Rubicone Est e dall'altra parte, di fronte, c'è l'autogrill Rubicone Ovest; al Rubicone sono dedicate anche due vie che costeggiano il fiume: la Rubicone Destra e la Rubicone Sinistra; in piazza Borghesi c'è l'agenzia immobiliare Rubicone di Battista Sarti; in via Circonvallazione il Bar Rubicone; all'interno del Romagna Center, fra Capanni e Savignano Mare c'è L'Iper Rubicone e dello storico fiume porta pure il nome la Cis Rubicone, cooperativa per l'inserimento sociale fondata 25 anni fa. In via Emilia Est 50 c'è l'Agrimacchine Rubicone, e poco prima in Via Emila Est 44 'Il Mercatone del Rubicone' di Branducci. In via Barbaro c'è l'officina Rubicone e in via Fiumicino-San Mauro Pascoli la tranceria Rubicone. Tra le tante curiosità in Borgo San Rocco 3l'associazione di volontariato 'Pubblica Assistenza Rubicone', l'associazione Radio Rubicone 2 in via Garibaldi e poi il Circolo culturale filatelico numismatico Rubicone' e in via Flavio Biondo la Farmacia Comunale Rubicone. Fra gli ultimi nati il Rubicone Hotel, in via Mazzini nel quartiere Cesare e l'associazione RVR Valle del Rubicone che raccoglie fondi facendo parcheggi alle feste, donandoli poi in beneficenza. Dalla fatidica frase di Giulio Cesare 'Alea iacta est' ha preso spunto la camiceria Alea, industria di camicie da uomo, fra le prime cinque in Italia e poi il negozio di bomboniere d'arte 'Alea iacta est di Francesca Giardullo in.corso Vendemini e la 'Gelateria del Ponte' in piazza Faberi. La statua di Giulio Cesare a grandezza naturale collocata accanto al ponte consolare è la più fotografata a Savignano. Il posto più frequentato è ovviamente l'Iper Rubicone. Probabilmente il casello autostradale che si costruisce all'altezza di Gatteo avrà un qualche nome tra Rubicone,Cesare o Pascoli....
Se San Mauro 'sa' tutto di Pascoli, Gatteo profuma di Pagliughi e Casadei, Savignano 'odora' di Giulio Cesare e del Rubicone. Nella storica città tutto parla del Rubicone, il fiume attraversato da Giulio Cesare con le sue legioni nel 49 a.C., confine fra l'Italia e la Gallia Cisalpina.Per salvaguardare Roma da colpi di mano militari il Senato aveva dichiarato traditore della patria chiunque lo avesse varcato con le forze armate.E lui, il grande condottiero, lo varcò, probabilmente non a Savignano, ma più a valle, per evitare la Via Emilia e non farsi scoprire e vedere dalle spie di Cicerone, mettendosi in guerra contro Roma. L'espressione 'passare il Rubicone' significa prendere una risoluzione impegnativa.
La fatidica frase 'Alea iacta est' (il dado è tratto) motto usato in tutto il mondo e anche dagli uomini più potenti della terra, in varie e diversificate circostanze, da 2.000 anni ad oggi.
Con Rubicone, Cesare, Alea iacta est sono state denominate strutture commerciali, associazioni, istituzioni, aziende. In primis il nome della città, cambiato da Benito Mussolini con il Regio Decreto 1190 del 4 agosto 1933, da Savignano di Romagna a Savignano sul Rubicone, alimentando una diatriba mai sopita che vuole i savignanesi da una parte con il loro Rubicone e gli abitanti di Calisese e dintorni che dicono che il Rubicone storico è il loro fiume Urgone-Pisciatello.Si parla anche dell'Uso e Fiumicino, oggi denominato ufficialmente Rubicone. Ma nella città davvero tutto sa di Cesare e Rubicone. Sicuramente meta principale dei turisti è il ponte romano che attraversa il Rubicone (ex Fiumicino) eretto nel l° secolo dopo Cristo, ai tempi di Augusto quando risistemò la via Emilia. Lo storico manufatto è stato distrutto dai tedeschi in ritirata nella notte fra il 28 e il 29 settembre 1944, ricostruito nel 1965 e ristrutturato nel 2003 . In piazza Borghesi 11 c'è la Simpemenia Rubiconia Accademia dei Filopatridi fondata nel 1801 dai savignanesi Bartolomeo Borghesi, Giulio Perticari e Girolamo Amati sulle ceneri della vecchia Accademia Degli Incolti che risale al 1651. La scuola media di via Galvani è intitolata Giulio Cesare; a ovest della città il quartiere più popolato è dedicato a Cesare; a Cesare poi sono stati intitolati il bar cafè in via Emilia Ovest 57 e l'albergo di fianco, al civico 51. Ancora maggiormente usato il Rubicone. A Savignano Mare c'è il camping-villaggio Rubicone, in via Matrice Destra 1, un cinque stelle, fra i 20 migliori d'Italia; la stazione di servizio dell'A-14, all'altezza della frazione di Fiumicino, si chiama Rubicone Est e dall'altra parte, di fronte, c'è l'autogrill Rubicone Ovest; al Rubicone sono dedicate anche due vie che costeggiano il fiume: la Rubicone Destra e la Rubicone Sinistra; in piazza Borghesi c'è l'agenzia immobiliare Rubicone di Battista Sarti; in via Circonvallazione il Bar Rubicone; all'interno del Romagna Center, fra Capanni e Savignano Mare c'è L'Iper Rubicone e dello storico fiume porta pure il nome la Cis Rubicone, cooperativa per l'inserimento sociale fondata 25 anni fa. In via Emilia Est 50 c'è l'Agrimacchine Rubicone, e poco prima in Via Emila Est 44 'Il Mercatone del Rubicone' di Branducci. In via Barbaro c'è l'officina Rubicone e in via Fiumicino-San Mauro Pascoli la tranceria Rubicone. Tra le tante curiosità in Borgo San Rocco 3l'associazione di volontariato 'Pubblica Assistenza Rubicone', l'associazione Radio Rubicone 2 in via Garibaldi e poi il Circolo culturale filatelico numismatico Rubicone' e in via Flavio Biondo la Farmacia Comunale Rubicone. Fra gli ultimi nati il Rubicone Hotel, in via Mazzini nel quartiere Cesare e l'associazione RVR Valle del Rubicone che raccoglie fondi facendo parcheggi alle feste, donandoli poi in beneficenza. Dalla fatidica frase di Giulio Cesare 'Alea iacta est' ha preso spunto la camiceria Alea, industria di camicie da uomo, fra le prime cinque in Italia e poi il negozio di bomboniere d'arte 'Alea iacta est di Francesca Giardullo in.corso Vendemini e la 'Gelateria del Ponte' in piazza Faberi. La statua di Giulio Cesare a grandezza naturale collocata accanto al ponte consolare è la più fotografata a Savignano. Il posto più frequentato è ovviamente l'Iper Rubicone. Probabilmente il casello autostradale che si costruisce all'altezza di Gatteo avrà un qualche nome tra Rubicone,Cesare o Pascoli....
mercoledì 26 marzo 2008
Ideale reale virtuale
Ciclo di incontri in preparazione all'esame di Stato organizzati dal "Marie Curie"
Per il terzo anno consecutivo il 'Marie Curie' di Savignano sul Rubicone (liceo che frequenta Dennis Faedi uno degli autori di questo blog) organizza, con il patrocinio e la collaborazione dell' assessorato alla Cultura e dell'Istituzione Cultura del comune di Savignano, un ciclo di incontri rivolti agli studenti dell'istituto e a tutta la cittadinanza allo scopo di stimolare la riflessione su alcune delle questioni fondamentali del nostro tempo.Dopo 'La politica che non capisci' e 'Etica della convinzione ed etica della responsabilità', quest'anno gli studenti di quinta liceo ed i loro insegnanti si confrontano con accademici, esperti di comunicazione e letterati affrontando la triade concettuale Ideale, Reale e Virtuale.
La vita e il mondo ci mostrano spesso la loro faccia più dura. Risulta spesso difficile capire e accettare la realtà che ci circonda. Viene perciò naturale rifugiarsi nell'ideale. Come diceva Robert Kennedy: "Molti vedono le cose della vita e si domandano perché; io sogno di cose mai esistite e mi domando perché no". L'ideale è una spinta al cambiamento, a cui si sono da sempre rivolti scrittori, poeti, intellettuali, politici, condottieri, religiosi. . . Tuttavia oggi il virtuale sembra essere l'opzione preferita per chi cerca una via di fuga dalla realtà ostile ed opprimente. Ma al contrario dell 'ideale, il virtuale non offre un modello alternativo, non porta a cambiare l'esistente; il virtuale è in buona sostanza una scorciatoia ed una deformazione della realtà. Il virtuale è la rete internet, i video games, la computer grafica, i videofonini.. .tutto ciò che induce a preferire una 'second life' rispetto alla propria vita, con tutte le ansie e le preoccupazioni che essa si porta dietro.ll virtuale piace perché genera euforia ma anche stordimento. Ed è questa la sua dimensione più pericolosa. L'abuso delle nuove tecnologie e dei nuovi strumenti di comunicazione condiziona la natura delle relazioni interpersonali e finisce per impattarsi sul sistema di valori e su modelli comportamentali che si ritenevano accettati e condivisi.C'è quindi bisogno di riscoprire ed amare l'ideale, un sentiero più lungo e difficoltoso rispetto al virtuale ma necessario per non smarrire la bussola in un mondo che cambia con un ritmo sempre più accelerato. Le nuove generazioni devono necessariamente riappropriarsi della dimensione ideale della vita per
potersi misurare con la fredda e a volte incomprensibile realtà senza perdere la speranza di poter modificare il corso degli eventi e di costruire un mondo migliore per sé e per gli altri.
Qui di seguito il programma dettagliato degli incontri promossi dalla professoressa Sabrina Fattori,insegnante di Storia e Filosofia, con il contributo di altri docenti del Liceo Scientifico quali: Fabiola Righi, Anna Tonnetti, Monica Turci e Maria Bergamaschi.
Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 15,30
Ideale, reale, virtuale. Definizioni e interpretazioni
Giovanna Cosenza
Università di Bologna
Venerd' 28 marzo 2008, ore15,30
La ricerca della realtà: problemi e prospettive della scrittura letteraria
Paolo di Paolo
Scrittore e critico
Mercoledì 16 aprile 2008,ore15,30
Uomo e tecnica. Percorsi di antropologia filosofica e di antropologia del virtuale
Ubaldo Fadini
Università di Firenze
Lunedì 28 aprile 2008,ore15,30
Città reale e città ideale nel Novecento
Elena Pirazzoli
Università di Bologna
Per il terzo anno consecutivo il 'Marie Curie' di Savignano sul Rubicone (liceo che frequenta Dennis Faedi uno degli autori di questo blog) organizza, con il patrocinio e la collaborazione dell' assessorato alla Cultura e dell'Istituzione Cultura del comune di Savignano, un ciclo di incontri rivolti agli studenti dell'istituto e a tutta la cittadinanza allo scopo di stimolare la riflessione su alcune delle questioni fondamentali del nostro tempo.Dopo 'La politica che non capisci' e 'Etica della convinzione ed etica della responsabilità', quest'anno gli studenti di quinta liceo ed i loro insegnanti si confrontano con accademici, esperti di comunicazione e letterati affrontando la triade concettuale Ideale, Reale e Virtuale.
La vita e il mondo ci mostrano spesso la loro faccia più dura. Risulta spesso difficile capire e accettare la realtà che ci circonda. Viene perciò naturale rifugiarsi nell'ideale. Come diceva Robert Kennedy: "Molti vedono le cose della vita e si domandano perché; io sogno di cose mai esistite e mi domando perché no". L'ideale è una spinta al cambiamento, a cui si sono da sempre rivolti scrittori, poeti, intellettuali, politici, condottieri, religiosi. . . Tuttavia oggi il virtuale sembra essere l'opzione preferita per chi cerca una via di fuga dalla realtà ostile ed opprimente. Ma al contrario dell 'ideale, il virtuale non offre un modello alternativo, non porta a cambiare l'esistente; il virtuale è in buona sostanza una scorciatoia ed una deformazione della realtà. Il virtuale è la rete internet, i video games, la computer grafica, i videofonini.. .tutto ciò che induce a preferire una 'second life' rispetto alla propria vita, con tutte le ansie e le preoccupazioni che essa si porta dietro.ll virtuale piace perché genera euforia ma anche stordimento. Ed è questa la sua dimensione più pericolosa. L'abuso delle nuove tecnologie e dei nuovi strumenti di comunicazione condiziona la natura delle relazioni interpersonali e finisce per impattarsi sul sistema di valori e su modelli comportamentali che si ritenevano accettati e condivisi.C'è quindi bisogno di riscoprire ed amare l'ideale, un sentiero più lungo e difficoltoso rispetto al virtuale ma necessario per non smarrire la bussola in un mondo che cambia con un ritmo sempre più accelerato. Le nuove generazioni devono necessariamente riappropriarsi della dimensione ideale della vita per
potersi misurare con la fredda e a volte incomprensibile realtà senza perdere la speranza di poter modificare il corso degli eventi e di costruire un mondo migliore per sé e per gli altri.
Qui di seguito il programma dettagliato degli incontri promossi dalla professoressa Sabrina Fattori,insegnante di Storia e Filosofia, con il contributo di altri docenti del Liceo Scientifico quali: Fabiola Righi, Anna Tonnetti, Monica Turci e Maria Bergamaschi.
Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 15,30
Ideale, reale, virtuale. Definizioni e interpretazioni
Giovanna Cosenza
Università di Bologna
Venerd' 28 marzo 2008, ore15,30
La ricerca della realtà: problemi e prospettive della scrittura letteraria
Paolo di Paolo
Scrittore e critico
Mercoledì 16 aprile 2008,ore15,30
Uomo e tecnica. Percorsi di antropologia filosofica e di antropologia del virtuale
Ubaldo Fadini
Università di Firenze
Lunedì 28 aprile 2008,ore15,30
Città reale e città ideale nel Novecento
Elena Pirazzoli
Università di Bologna
venerdì 21 marzo 2008
Versi Pasquali di Giovanni Pascoli
GESU'
E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,
campagne sotto il mietitor rimorte,
il suo giorno non molto era lontano.
E stettero le donne in sulle porte
delle case, dicendo: Ave, Profeta!
Egli pensava al giorno di sua morte.
Egli si assise, all'ombra d'una mèta
di grano, e disse: Se non è chi celi
sotterra il seme, non sarà chi mieta.
Egli parlava di granai ne' Cieli:
e voi, fanciulli, intorno lui correste
con nelle teste brune aridi steli.
Egli stringeva al seno quelle teste
brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
temo per l'inconsutile tua veste;
Egli abbracciava i suoi piccoli eredi:
-Il figlio_ Giuda bisbigliò veloce-
d'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra 'piedi:
Barabba ha nome il padre suo, che in croce
morirà.- Ma il Profeta, alzando gli occhi
-No-, mormorò con l'ombra nella voce,
e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.
Giovanni Pascoli
E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,
campagne sotto il mietitor rimorte,
il suo giorno non molto era lontano.
E stettero le donne in sulle porte
delle case, dicendo: Ave, Profeta!
Egli pensava al giorno di sua morte.
Egli si assise, all'ombra d'una mèta
di grano, e disse: Se non è chi celi
sotterra il seme, non sarà chi mieta.
Egli parlava di granai ne' Cieli:
e voi, fanciulli, intorno lui correste
con nelle teste brune aridi steli.
Egli stringeva al seno quelle teste
brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
temo per l'inconsutile tua veste;
Egli abbracciava i suoi piccoli eredi:
-Il figlio_ Giuda bisbigliò veloce-
d'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra 'piedi:
Barabba ha nome il padre suo, che in croce
morirà.- Ma il Profeta, alzando gli occhi
-No-, mormorò con l'ombra nella voce,
e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.
Giovanni Pascoli
giovedì 20 marzo 2008
Pasqua, giornata mondiale della poesia
La Giornata Mondiale della Poesia Si celebra il 21 marzo in Italia e in tutti gli Stati membri dell’UNESCO, una manifestazione che quest’anno assume un significato ancora più importante, data la coincidenza dell’evento con l’Anno internazionale delle lingue, proclamato dalle Nazioni Unite.
La voce irripetibile
La voce irripetibile ieri è ammutolita.La voce irripetibile
Chi parlava alla machia ci ha lasciati.
Si è mutato nella spiga che vivifica
nell'esile pioggia da lui cantata.
E tutti i fiori che nel mondo esistono
per questa morte sono sbocciati.
Ma all'improvviso il silenzio è sceso
su un povero pianeta detto Terra.
Anna Achmatova
Questa sopra è la copertina e una delle poesie dell'Antologia realizzata per l'occasione dalla Profesoressa Loretta Buda dell'Istituto Comprensivo di Gatteo.
Quel libricino ho ricevuto durante un altro evento poetico a Gatteo, di specifico una serata nel"La Vecchia Officina" ascoltando delle poetesse locali a recitare le loro poesie.
Il tutto a ritmo del FingerBuffet.
Non sono ancora riuscita a comprendere come mai una serata intellettuale abbia da essere tale con le mani sporche di sugo, olio, vino, bocche piene e pance ruminanti. E non solo in questa occasione....
mercoledì 19 marzo 2008
martedì 18 marzo 2008
Poesie di Hanna/Atomica
Schiele-selfportrait with outstretched arms
Da tutte le vostre vite
imparerò la mia,
dalle vostre morti
capirò meglio me stessa
di tutte vostre idee, amori,
pensieri, arti, dolori,
costruirò la vita,
la mia,
Quanto grande sarà?
la farò rotonda, si,
come il mondo,
smossa dall'incitare roboante,
rotoloni
non si fermerà più.
Da tutte le vostre vite imparerò la mia.
Da tutte le vostre vite
imparerò la mia,
dalle vostre morti
capirò meglio me stessa
di tutte vostre idee, amori,
pensieri, arti, dolori,
costruirò la vita,
la mia,
Quanto grande sarà?
la farò rotonda, si,
come il mondo,
smossa dall'incitare roboante,
rotoloni
non si fermerà più.
Da tutte le vostre vite imparerò la mia.
Traduzione della poesia
lunedì 17 marzo 2008
Un Prodigio a Gatteo
Un Prodigio a Gatteo?
Sappiamo per certo che nel 1890 la chiesa della Beata Vergine del Popolo nella parrocchia di San Lorenzo era “in stato miserabile, ma con statue abbastanza belle”: Immacolata in stucco, Madonna del Santo Rosario in legno e la insigne statua della Beata Vergine del Popolo. Ma ciò che colpisce maggiormente è la mancanza del quadro della Beata Vergine detta di San Luca, che, secondo alcuni documenti dell'archivio parrocchiale, avrebbe compiuto un mirabile prodigio nell'agosto del 1850: testimoni ebbero modo di vedere “il portentoso muovere gli occhi dell'immagine della Beata Vergine, separatamente o simultaneamente”. Presto venne istituita una speciale commissione su disposizione del vescovo di Cesena la quale interrogò simultaneamente tutti i testimoni dell'avvenimento, per verificare in modo più preciso la validità delle testimonianze tramite il loro confronto. I testimoni dell'avvenimento, inoltre, inviarono al vescovo dei quaderni che chiarivano in ogni dettaglio la questione. Ma di tutto ciò non si seppe più nulla. Vi fu un solo accenno a questo fatto durante la visita pastorale di mons. Giovanni Cazzani nel 1905.
Dennis Faedi
/dalla Gazzetta Parrocchiale di Gatteo/
venerdì 14 marzo 2008
Nozze d'argento per il Festival di Gatteo
Nozze d'argento per il Festival di Gatteo. La kermesse canora si appresta al giro di boa del 25° compleanno. Novità di quest'anno, il festival che gode del patrocinio dell' assessorato alla Cultura del comune di Gatteo, diventa pomeridiano con inizio alle ore 16.30 per le date del 2 e del 9 marzo, fissate per le semifinali della categoria 'Big' (dai 14 anni in su). La prima gara, riservata alla categoria 'Emergenti' (10-13 anni), si svolgerà il 23 febbraio alle ore 20.45. La finalissima della categoria 'Big' è in programma il 15 marzo dalle ore 20.45. La manifestazione si svolgerà al Teatro Lina Pagliughi di Gatteo. Gli esordi del Festival di Gatteo risalgono alle collaborazioni con le parrocchie locali e la Bcc di Gatteo. Tra i gemellaggi artistici, anche quello con l'associazione VAR, sempre della città di Gatteo.Ma lo slancio e il decollo della manifestazione hanno coinciso con il sostegno. da parte dell'Amministrazione Comunale di Gatteo. Dall'edizione del 2000 la manifestazione è cresciuta da due a quattro serate e oggi gode di ottima salute, al punto che spiega il Giovanni Tomassini, presidente dell' associazione culturale Diffusione Musica promotrice dell'evento "quattro appuntamenti cominciano a essere pochi, anche e soprattutto da quando abbiamo fatto la scelta di ritornare ad una dimensione più territoriale". I protagonisti della gara canora sono da sempre le band e gli aspiranti artisti del territorio grazie ai quali la manifestazione è divenuta nel tempo il Festival del Rubicone. Il Festival di Gatteo è tornato volutamente alla dimensione locale, nonostante l'elevato numero di iscritti registrato dalle ultime edizioni da ogni parte d'Italia.. 'E' una scelta in sintonia con lo spirito fondamentale della manifestazione che vuole incoraggiare i giovani alla musica.
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