mercoledì 14 gennaio 2009

Povero Diavolo, Pier Giorgio Parini chef dell'eccellenza


A pagina 17 de "I ristoranti d'Italia 2009" si apre capitolo "I migliori".
Qui i locali dell'eccellenza tricolore sono semplicemente ed efficacemente suddi­visi per Cappelli e punteggi. AI paragrafo, se così pos­siamo chiamarlo, intitolato Un Cappello, l'Osteria del Povero Diavolo di Torriana (nella Valmarecchia rimine­se) "racimola", si fa per dire, il punteggio di 15,5 che equivale, sfogliando la leggenda della guida, a cucina ottima. Questa premessa è necessaria perché noi ed i nostri lettori arrivino a formulare il seguente interroga­tivo: lo chef del Povero Diavolo, un giorno, sarà famoso come Federico Fellini?
Pier Giorgio Parini, oggi chef del Povero Diavolo, è nato a San Mauro Pascoli, nella vicina provincia di Forlì-Cesena, il 12 marzo del 1977. A non ancora 32 anni ha saputo imporsi all'attenzione dei critici enogastronomici di buona parte dello Stivale entusiasmando i palati più esigenti. Con il Riminese ha sempre mantenuto un forte legame "d'appartenen­za". E', infatti, all'Istituto Alberghiero "Severo Savioli" di Riccione che nel 1996 ottiene il diploma di cuoco. Stesso anno viene avviato alla prima esperienza al ristorante "Le giare" di Longiano per poi emigrare nuovamente a Rimini quando dal 2000 al 2004 si mette in luce come secondo dello chef Fabio Rossi al­l'Acero Rosso nel Borgo di San Giuliano. Il salto al suc­cessivo impiego, alla rìcerca di nuovi stimoli, avviene con l'ingresso a "Le Calandre" al fianco di Massimilia­no e Raffaele Alajmo per circa 18 mesi.
"Nella brigata di Massimiliano - ­spiega Parini - pur avendo un compito specifico in pa­sticceria, ho percepito la dimensione di un grande ri­storante e ho cercato di fare mia la tensione creativa per riuscire ad esprimere una personale idea di ciò che voglio ricercare o ricreare con un piatto".
"Dal febbraio 2006 - aggiunge Parini - dirigo la cucina dell'Osteria del Povero Diavolo. In questa mia permanenza ho avuto modo di mettere in pratica alcune idee maturate nel corso delle esperienze precedenti, misurandomi con le altre anime del locale, i titolari Fausto e Stefania Fratti, iniziando a delineare un'identità della cucina che non insegue clichè ma cerca di essere "qui" e "ora" un in­vito ad essere vissuta come piacere, divertimento e perché no anche sorpresa. Uno dei miei svaghi preferi­ti - continua Parini --consiste nell'andare a scovare piccoli produttori, artigiani, contadini, allevatori, per­sone comunque legate al mondo della produzione agri­cola e alimentare in senso lato, che mantengono nel­l'approccio al loro lavoro uno stile di ricerca della qua­lità o di tutela di vecchie tradizioni e culture. Ho una particolare predilezione per lo studio delle erbe, delle loro proprietà ed utilizzo in cucina".
"AI Povero Diavo­lo, in qualità di massimo responsabile di un cucina - ­dice Stefania Fratti - ci si è buttato con entusiasmo; con mille idee, fresco fresco della ricca lezione appre­se alle Calandre; con la voglia di cimentare sul campo spunti, intuizioni, progetti custoditi virtualmente nella sua testa. Un po' di timidezza iniziale subito superata sul campo con le prime conferme di" gradimento del pubblico e la partenza sintetizzata nel motto che cam­peggia sul frontespizio del menu "Ritorno al futuro". Questa l'idea che ha delineato il tracciato del suo lavo­ro, iniziando con una prima radiografia del territorio per individuare le presente produttive più interessanti e so­stanziare con queste una cucina comprensibile, mo­derna, qualitativamente alta, ricca di citazioni dalla tradizione locale e dal Povero Diavolo degli anni passa­ti. La qual cosa ha fatto sentire un po' come a casa an­che vecchi clienti... E penso che, per chi ha modo di venirvi a contatto, la sensazione sia propria immediata se ad Enzo Vizzari (curatore della guida I Ristoranti d'I­talia 2009) è bastata la visita di una sera con an­nessa colazione del mattino, per definire Giorgio "uno di quelli che se potessero dormirebbero in cucina".

Se volete sapere altro ecco i riferimenti:
Osteria del Pove­ro Diavolo - via Roma 30 - Torriana (Rimini) -
telefono 0541.675060 -
info@ristorantepoverodiavolo.com
www.ristorantepoverodiavolo.com

martedì 13 gennaio 2009

Il dono di Patrizia Pestrin alla Malatestiana di Cesena

Il bookbeautifulMaria madre di Dio" è un’opera della collezione “Sacra” ed è stato realizzato in edizione esclusiva a tiratura limitata di 755 copie.
Il primo esemplare dell’edizione possiede PAPA BENEDETTO XVI e l'ultima è stata data al SANTUARIO DELLA MADONNA DI LOURDES durante la ricorrenza dell'apparizione.
L’opera di René Laurentin – uno dei massimi esperti mondiali di mariologia, autore di oltre cento pubblicazioni su Maria e sulle apparizioni mariane – ripercorre la storia fondamentale della figura di Maria nella letteratura e nell’arte mondiale di tutti i tempi, proponendo testi narrativi di autori, a partire da Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino e Dante, fino ad arrivare a Paul Claudel, Carl Gustav Jung, Giovanni Paolo II; il tutto accompagnato dalle immagini delle opere di grandi artisti, quali Giotto, Raffaello, Leonardo, Guido Reni, Tiepolo.
L’edizione è corredata da un intervento artistico del maestro Paolo Baratella, posto nell’antiporta del volume, e da novanta immagini a colori fuori testo elaborate in fotolitografia da Mirco Cestari in Bologna e stampate presso la stamperia di Andrea Albertini in Bologna su carta patinata opaca da 170 grammi prodotta dalle Cartiere del Garda di Riva del Garda.
La stampa dei testi, composti con i caratteri bodoniani tondi e corsivi nei corpi 34, 22 e 16, è stata eseguita in Bologna presso la stamperia di Andrea Albertini su carta velata in puro cotone da 170 grammi, creata appositamente per questa edizione e impreziosita dalla filigrana con il logo della collezione “Sacra”, fabbricata manualmente su telaio alla forma tonda con particolare formula esclusiva dalle Cartiere Magnani in Pescia.
La cucitura, la rilegatura e la copertina in pelle naturale Veau Aniline tinta alla botte in colore rosso, con cinque nervature e iscrizioni in oro bianco sul dorso, sono state realizzate con procedimento manuale presso la legatoria L’Arte del Libro di Bruno Superti in Todi.
Sulla copertina del volume è stato collocato un bassorilievo in ottone ricoperto in argento 999 raffigurante l’opera Annunciazione di Paolo Baratella, formato cm 38,5 x 25, realizzato in fusione a terra, rifinito e patinato a mano, presso la fonderia Farbel di Giuseppe Belotti in Erbusco, in tiratura limitata. Ciascun bassorilievo è numerato e firmato dall’autore e reca i sigilli della fonderia e di FMR.
Il volume Maria madre di Dio ha 412 pagine, nel formato chiuso misura cm 32,5 x 45 x 10, è numerato e firmato dall’artista e dall’editore in corrispondenza del colophon descrittivo ed è contenuto in un elegante cofanetto in plexiglas realizzato su progetto esclusivo.
Questo eccezionalmente pregevole volume è stato regalato in questi giorni alla Biblioteca Malatestiana di Cesena.
A donare munificamente questo capolavoro dell’editoria contemporanea alla Malatestiana è stata la professoressa Patrizia Pestrin Evangelista, insegnante di Lingua e letteratura Inglese al Liceo Scientifico “Marie Curie” di Savignano sul Rubicone, studiosa e attivissima imprenditrice.
Con questo prestigioso omaggio la professoressa Patrizia Pestrin Evangelista vuole attestare l’amore per i libri e per la Malatestiana da parte sua e del marito Federico Evangelista, che è stato a lungo direttore della Cancelleria della Pretura di Cesena, del Tribunale di Forlì, del Tribunale di Cesena e della cancelleria del Giudice di Pace a Cesena, e che è scomparso prematuramente nel 2005.
Molto noto nella nostra città, il dottor Federico Evangelista è affettuosamente ricordato da amici e conoscenti per la sua cultura, la molteplicità di interessi, l’autorevolezza e l’energia inesauribile e questo splendido libro legherà per sempre il suo nome e il suo ricordo alla storia e alle collezioni della Malatestiana.

PS: Volevo segnalare che il valore nominale di questa opera presso la Camera di Commercio è di 11.500,00 Euro (si chiama valore nominale perché il valore effettivo è circa il triplo). Grazie.

domenica 11 gennaio 2009

Poemi Conviviali di Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli e Maria
Romagna solatìa, dolce paese!

Il giovinetto, pieno di grazia e di gloria, si rivolgeva ogni momento dalla sua via fiorita e luminosa, per trarre dall'ombra e dal deserto e dal silenzio e, sì, dalla sua tristezza, il fratello maggiore e minore. Io nella irrequietezza della vita, ho potuto talvolta dimenticare quel gesto gentile del fanciullo prodigioso; ma ci sono tornato su, sempre, ammirando e amando. Ci torno su, ora, più che mai grato, ora che raccolgo e a te, o Adolfo, re del CONVITO, consacro questi poemi, dei quali i primi comparvero nel CONVITO e piacquero a lui. Piaceranno agli altri? Giova sperare. O avranno la sorte d'un altro mio scritto conviviale, della Minerva Oscura, che poi generò altri due volumi, Sotto il Velame e La Mirabile Visione, e ancora una Prolusione al Paradiso, e altri ancora ne creerà? Non mi dorrebbe troppo se questi Poemi avessero la sorte di quei volumi. Essi furono derisi e depressi, oltraggiati e calunniati, ma vivranno. Io morrò; quelli no. Così credo, così so: la mia tomba non sarà silenziosa. Il Genio di nostra gente Dante, la additerà ai suoi figli.
Prima di quel giorno, che verrà tanto prima per me, che per te, e per Gabriele, non vorremo fruire il CONVITO, facendo l'ultimo de dodici libri? Narreremo in esso ciò che sperammo e ciò che sognammo, e ciò che seminammo e ciò che mietemmo, e ciò che lasciamo e ciò che abbandoniamo. O Adolfo, tu sarai (non parlo di Gabriele, ché egli s'è beato) più lieto o men triste di me! Sai perché? Il perché è in questo tuo libro. Leggi "I VECCHI DI CEO". Tutti e due lasciano la vita assai sereni: ma uno più, l'altro meno. Questi non ha in casa, come messe della sua vita, se non qualche corona istmia o nemea, d'appio secco e d'appio verde (oh! secco ormai anche questo!). L'altro, e ha di codeste ghirlande, e ha figli dei figli. Tu sei quest'ultimo, o Adolfo; tu sei Panthide che ebbe il dono dalle Chariti!

Pisa, 3O giugno del 19O4.

Calandrini e Ardini elettrodomestici a Gatteo

Calandrini & Ardini sono due soci "secolari" che operano a Gatteo in via Giovanni XXIII n.45-51 , tel: 0541/930113
L'esposizione è presente nelle vetrine dei due edifici attigui, subito dopo la rotonda.
Là potete trovare non solo elettrodomestici e articoli per la casa, ma stipulare una lista nozze o aggiustare tutto ciò che è guasto: TV, registratori, frigoriferi, radio, ferri da stiro... o comprarne dei pezzi di ricambio.
Decoder? SKY? Piastra per capelli? Pile o ricaricatori?
Da Calandrini & Ardini non c'è problema.
La societa Calandrini & Ardini fa parte dell'associazione dei commercianti di Gatteo nota come: "Castello e Dintorni".
E' molto attiva e sponsorizza tantissime attività sul territorio, tipo: feste d'estate, feste d'autunno, corsi di lingue, concerti in beneficienza, e ricorrenze varie, offrendo premi di elevato valore.
Giorgio e Marco Calandrini poi, sono attivi nella consulta comunale portando una ventata di modernità e competenza.

UPDATE 
Ora, come si vede sull'allegato, la ditta Calandrini&Ardini ha cambiato la generazione; cioè Calandrini e Ardini continua ...in mano ai figli:

sabato 10 gennaio 2009

Gianfranco Zavalloni scrive da Brasile


Ieri 16 novembre 2008, eravamo a Mariana, una località storica del Minas Gerais. Mi sono svegliato nel pieno della notte e non sono riuscito più ad addormentarmi. Ero agitato, ma non sapevo il perché. Poi ieri sera ho saputo che nelle stesse ore è morto Zio Pippo, Giuseppe Martini, di Brescia... fratello di mia mamma. Uno zio semplice, raccontatore che incantava, un grande contadino. Aveva lavorato come responsabile dirigente del personale della stazione FS di Brescia. Il 15 di agosto ci eravamo visti e, anche il giorno stesso della partenza per i Brasile, era fra coloro che mi hanno abbracciato. Aveva una memoria di ferro: sapeva tutti i chilometri che occorevano da Brescia a tutte le stazioni d'Italia… memore di un periodo in cui non si usavano ancora i computer. Grande lettore di libri, gli passavo soprattutto quelli sulla storia della Romagna, dove aveva profonde radici. Nei 14 giorni di cure termali, in agosto, ha letto il mio libro "La PEDAGOGIA DELLA LUMACA" e lo ha così commentato...: "è stupendo, un capolavoro, c’è solo una cosa che non va: tu le cose che dici in fatto di lentezza sono belle, non le devi prima di tutto mettere in pratica. Devi andare più lento!". Poi ci siamo salutati il 31 agosto e ci siamo detti: beh, ci vedremo fra un anno. Invece è volato via. Un po' di ospedale e poi si è fatto portare a casa perché è lì che voleva morire. Cosciente fino alla fine, ha salutato i suoi cari prima di andarsene...

giovedì 8 gennaio 2009

Le rondini, Giovanni Pascoli

LE RONDINI

E per nove anni egli aspettò la morte
che fuor del mare gli dovea soave
giungere; e sì, nel decimo, su l'alba,
giunsero a lui le rondini, dal mare.
Egli dormia sul letto traforato
cui sosteneva un ceppo d'oleastro
barbato a terra; e marinai sognava
parlare sparsi per il mare azzurro.
E si destò con nell'orecchio infuso
quel vocìo fioco; ed ascoltò seduto:
erano rondini, e sonava intorno
l'umbratile atrio per il lor sussurro.
E si gittò sugli Omeri le pelli
caprine, ai piedi si legò le dure
uose bovine: e su la testa il lupo
facea nell'ombra biancheggiar le zanne.
E piano uscì dal talamo, non forse
udisse il lieve cigolio la moglie;
ma lei teneva un sonno alto, divino,
molto soave, simile alla morte.
E il timone staccò dal focolare,
affumicato, e prese una bipenne.
Ma non moveva il molto accorto al mare,
subito, sì per colli irti di quercie,
per un vïotterello aspro, e mortali
trovò ben pochi per la via deserta;
e disse a un mandriano segaligno,
che per un pioppo secco era la scure;
e disse ad una riccioluta ancella,
che per uno stabbiolo era il timone:
così parlava il tessitor d'inganni,
e non senz'ali era la sua parola.
E poi soletto deviò volgendo
l'astuto viso al fresco alito salso.
Le quercie ai piedi gli spargean le foglie
roggie che scricchiolavano al suo passo.
Gemmava il fico, biancheggiava il pruno,
e il pero avea ne' rosei bocci il fiore.
E di su l'alto Nerito il cuculo
contava arguto il su e giù de l'onde.
E già l'Eroe sentiva sotto i piedi
non più le foglie ma scrosciar la sabbia;
né più pruni fioriti, ma vedeva
i giunchi scabri per i bianchi nicchi;
e infine apparve avanti al mare azzurro
l'Eroe vegliardo col timone in collo
e la bipenne; e l'inquieto mare,
mare infinito, fragoroso mare,
su la duna lassù lo riconobbe
col riso innumerevole dell'onde.

ps. A San Mauro Pascoli la scuola d'infanzia ha nome de"Le Rondini"

martedì 6 gennaio 2009

Sgabanaza a Gatteo

Sabato, 10 gennaio alle ore 20,30 al cinema-teatro Lina Pagliughi a Gatteo si terrà la festa d'inverno organizzata dall'associazione:"Castello e dintorni".
Durante questa festa, come ogni anno a gennaio si esibiranno i Pasquaroli, comico romagnolo Sgabanaza al vapore di vin brulè e ciambella, e a conclusione, tombola!
Vi attendiamo numerosi.


PS.Invece il 16 Gennaio il grande comico sarà presente a Gambettola.

sabato 20 dicembre 2008

Dennis Faedi racconta de "I Presepi per le strade" di Gatteo

Quest'anno, come l'anno scorso, si rinnova l'iniziativa dei presepi per le strade di Gatteo. Per Natale infatti il paese si colora di alberelli, presepi e angioletti, non solo quelli che esponiamo noi fuori dalle nostre case, ma anche di quelli che questa iniziativa provvede a installare sul territorio pubblico o nelle vetrine di alcuni negozi. Non dovete pensare che a contribuire sia solo una cerchia ristretta di persone: l'iniziativa è aperta a tutti, grandi e piccoli.
Vengono usati materiali di riciclo come barattoli, ritagli di stoffa, di legno o di carta, ed il resto è affidato alla creatività dei produttori. Li potete trovare in piazza castello, nelle vetrine di via Garibaldi, all'istituto don Ghinelli, in piazza Vesi, nella rotonda di via Giovanni XXIII, ma anche in altri luoghi del paese. I presepi possono essere grandi o piccoli, classici o originali, riutilizzati o di nuova creazione: ma sono tutti frutto dell'impegno di queste persone che lavorano per dare un aria festiva al nostro paese. Ognuno da liberamente quello che può. La loro speranza è che le famiglie possano trascorrere allegramente le feste anche nel loro paese e che magari questi piccoli ma importanti simboli, che ricordano la venuta di Gesù in mezzo a noi, possano essere un motivo di unione per le famiglie (magari organizzando una visita pomeridiana a tutti i presepi) e uno stimolo a vivere questa importante festa come una vera comunità. Questa iniziativa riscuote interesse e il numero dei partecipanti aumenta. E che dire: un applauso virtuale a tutti e un augurio che questa iniziativa possa felicemente continuare negli anni avvenire!

martedì 16 dicembre 2008

Banca BCC di Gatteo e Gabriele Galassi

Si è svolto venerdì 14 Dicembre al teatro Pagliughi di Gatteo il tradizionale appuntamento di fine anno che la BCC di Gatteo dedica ai propri Soci. Il Presidente della Banca, Dott.Gabriele Galassi /sulla foto/ e l’intero CdA hanno presentato ai numerosi Soci intervenuti, i risultati conseguiti nel corso del 2007, dati ancora provvisori ma che delineano già un brillante andamento. La raccolta cresce del 6,2%, gli impieghi del 9,6%, il risultato di gestione segna un +13,0% rispetto allo stesso periodo del 2006 e i Soci aumentano dell’11% raggiungendo a fine novembre il numero di 1.266....
Altro momento significativo della serata, il saluto a tutti i soci da parte del Direttore Generale della Banca, Rag. Secondo Grassi, che a fine dicembre lascia l’incarico dopo 40 anni di servizio di cui 33 da Direttore, “lascio una Banca che si è sviluppata in modo equilibrato e che quando ho iniziato contava solo 7 dipendenti mentre ora ne ha oltre 70”. Un passaggio di consegne con il nuovo Direttore Generale Rag. Rino Sarpieri che ha salutato i Soci presenti. La serata è proseguita con la consegna dei riconoscimenti ai soci con oltre 40 anni di appartenenza alla compagine sociale. I 19 Soci premiati sono: Abbondanza Alberto, Baiardi Lazzaro, Bigucci Mario, Brigliadori Don Giuseppe, Di Lorenzo Gino, Fabbri Bruno, Fabbri Fabio, Fabbri Giovanni, Guidi Emilio, Lucchi Pasquale, Manzi Primo, Mazzocchi Luigi, Morigi Gastone, Onofri Bruno, Paolucci Angelo, Pazzaglia Giovanni, Piras Fabio, Raggini Pierluigi, Toni Paolo...
Alla fine la simbolica cena da Zani.

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BANCA BCC

sabato 13 dicembre 2008

Fiera di Santa Lucia a Savignano sul Rubicone

Programma della Fiera di Santa Lucia
Sagra del Torrone



Questa sopra è la pubblicità dell'OPEN DAY al Liceo Scientifico - Technico Industriale
via Togliatti, 5

12 dicembre

ore18,30

Poi al Teatro Moderno alle ore 21
ADUTEMA UNA FIOLA?
Compagnia il teatro dialettale "Attori per caso" di Santa Giustina.

13 dicembre
ore 16
Oltre il museo la biblioteca
inaugurazione della biblioteca specializzata del Museo archeologico del Compito

ore 18
Colleggiata di Santa Lucia
liturgia solenne, presieduta dal Vescovo Monsignore Lambiasi
Esposizione del gonfalone di S.Lucia realizzato dal M.Ilario Fioravanti

ore19
Arena Gregorini
Ritrovo conviviale aperto a tutta la cittadinanza

ore21
TEATRO MODERNO
Cose che mi sono capitate di Gene Gnocchi

14 dicembre
dalle ore 9 alle 20
Mercato ambulante-giostre-mostre-appuntamenti culturali al centro storico

ore 10 - 19
Vecchia Pescheria
C'ERA UNA VOLTA "LE AZDORE"
Assagi a base di erbe nella tradizione romagnola
a cura dell'Associazione Culturale LA VERBENA

ORE 10-12 / 14-19
Vecchia Pescheria
CONVIVIO, IL BANCHETTO DEI FOTOGRAFI
a cura di Cristina Paglionico

ore9-13 / 14-19
Sala Allende
ANNO INTERNAZIONALE DELLA TERRA
"ECOLOGIA AMBIENTE"
29 MOSTRA FILATELISTICA

stessa sala, stesso orario
RITORNANO I MERLETTI, RICAMI...

dalle ore 8
35 MARATONINA DI SANTA LUCIA
gara competitiva di km 14,300
a cura dell Quartiere Valle Ferrovia

venerdì 12 dicembre 2008

Vu cumpra, poesia di Amos Piccini in dialetto romagnolo

VU CUMPRA'
T è slunghè la mèna
e a t'ho guardè un pò stòrt
perchè a s'era cunvint
che t vulés la carità.
Invece t zarchevte sna
un cincin d'amicizia,
una parola bòna
ch'l'an fòs ad cumpasioun.
T'avevte vsèina i pid
una ligaza pina ad cianfrusaj
e int i ècc'una gran disperazioun.
Alora ho zarchè ad capì
cus che patés un òm
- ch'l'ha ènca la pèla nera
­da lòng dè su paes:
è zcar un'èlta lèngua,
u n'ha da lavurè,
e quel ch'l'è ancora pèz
un sa cume campè.
Dal nosti pèrti ù
it cèma ''Vu cumprà"
e sa cal dò paroli
i t'ha zà liquidè.
Ma ades per nun cris-cènt
ci dvèint una gròsa quis-cioun:
perchè la nòsta fèda
l'as dis che t ci un fradèl.
1988
Uomini e animali di GF Zavalloni

VU CUMPRA'

Hai allungato la mano
e ti ho guardato con sospetto
perché ero convinto
che volessi l'elemosina.
Invece cercavi solo
un briciolo d'amicizia,
una parola buona
che non fosse di compassione.
A vevi vicino ai piedi
un fagotto pieno di cianffusaglie
e negli occhi
una gran disperazione.
Allora ho cercato di capire
cosa patisce un uomo
- che ha anche la pelle nera ­
lontano dal suo paese:
parla un'altra lingua,
non ha da lavorare
e quel che é ancora peggio
non sa come campare.
Dalle nostre parti
ti chiamano ''Vu cumprà"
e con quelle due parole
ti hanno già liquidato.
Ma adesso per noi cristiani
sei diventato un grosso problema:
perché la nostra fede
ci dice che sei un fratello.

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...