sabato 10 gennaio 2009

Gianfranco Zavalloni scrive da Brasile


Ieri 16 novembre 2008, eravamo a Mariana, una località storica del Minas Gerais. Mi sono svegliato nel pieno della notte e non sono riuscito più ad addormentarmi. Ero agitato, ma non sapevo il perché. Poi ieri sera ho saputo che nelle stesse ore è morto Zio Pippo, Giuseppe Martini, di Brescia... fratello di mia mamma. Uno zio semplice, raccontatore che incantava, un grande contadino. Aveva lavorato come responsabile dirigente del personale della stazione FS di Brescia. Il 15 di agosto ci eravamo visti e, anche il giorno stesso della partenza per i Brasile, era fra coloro che mi hanno abbracciato. Aveva una memoria di ferro: sapeva tutti i chilometri che occorevano da Brescia a tutte le stazioni d'Italia… memore di un periodo in cui non si usavano ancora i computer. Grande lettore di libri, gli passavo soprattutto quelli sulla storia della Romagna, dove aveva profonde radici. Nei 14 giorni di cure termali, in agosto, ha letto il mio libro "La PEDAGOGIA DELLA LUMACA" e lo ha così commentato...: "è stupendo, un capolavoro, c’è solo una cosa che non va: tu le cose che dici in fatto di lentezza sono belle, non le devi prima di tutto mettere in pratica. Devi andare più lento!". Poi ci siamo salutati il 31 agosto e ci siamo detti: beh, ci vedremo fra un anno. Invece è volato via. Un po' di ospedale e poi si è fatto portare a casa perché è lì che voleva morire. Cosciente fino alla fine, ha salutato i suoi cari prima di andarsene...

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