Una statua di bronzo con Gesù Cristo che indossa jeans è stata installata sulla parte anteriore del campanile della chiesa cattolica Our Lady Immaculate & St Philip Neri Church in Uckfield, East Sussex.
La scultura è stata commisionata a Marcus Cornish per commemorare il 50° anniversario della chiesa.
Il prezzo? £ 35.000
In Swezia per Pasqua hanno costruito Gesù di 30.000 mattoncini lego.
Il Francia hanno fabbricato la statua di Gesù su sedia elettrica.
Gesù è Gesù. Non importa come lo si mostra, ma come lo si vede.
sabato 16 maggio 2009
giovedì 14 maggio 2009
Candidati per le elezioni comunali di Gambettola
GAMBETTOLA
Centro destra: candidato sindaco Stefano Bellagamba. In lista: Babbi Giancarlo, Bortolotti Barbara, Cola Luca, Foschi Alessandro, Getti Michele, Grandi Sara, Karlikova Denisa, Maroni Luciano, Moretti Sofia, Neri Alex, Nicolini Danilo, Pascucci Raffaele, Pasolini Roberta, Pirini Paolo, Tappi Gabriele, Togni Denis.
Lista civica: candidato sindaco Cesarino Soldati. In lista: Manzi Anuska, Antoniacci Umberto, Montanari Terzo, Muccioli Giancarlo, Seganti Marsilio, Soldati Riccardo, Antonelli Giovanni, Belletti Palmiro, Cangini Luca, Casali Simone, Ventrucci Massimiliano, Massimiani Antonella, Massimiani Pasquale, Soldati Tiziana, Casadei Davide, Pagliacci Giancarlo.
Centro-sinistra: candidato sindaco Iader Garavina. In lista: Baldini Antonio, Bartolucci Marzia, Battistini Eugenio, Biondi Giancarlo, Bussandri Luca, Ceccarelli Luigi, Crociati Luca, Foiera Mauro, Guidi Alex, Maestri Massimiliano, Nanni Maurizio, Pirini Marcello, Ricci Rosalba, Sanulli Roberto, Urbini Eleonora, Valentini Giuseppe.
domenica 10 maggio 2009
La voce, Pascoli per la madre
Canti di Castelvecchio
Continua il dialogo del poeta con la madre. La bellissima poesia La voce è dedicata al richiamo che il poeta sente dentro di sé, che all'occorrenza gli viene in soccorso e già un tempo lo ha fatto desistere dal progetto di suicidarsi dal ponte sul fiume Reno, vicino a Bologna. «Zvani» è il diminutivo in dialetto romagnolo di “Giovannino”. Quand’era piccolo, questa voce coccolava il poeta, lo cullava e lo pregava di vivere e di essere buono.
Si. Madre è la voce, è la coscienza, il ricordo.
Madre è la terra, la radice, che ci tiene saldi su questo mondo.
Se non fosse per la madre...
Continua il dialogo del poeta con la madre. La bellissima poesia La voce è dedicata al richiamo che il poeta sente dentro di sé, che all'occorrenza gli viene in soccorso e già un tempo lo ha fatto desistere dal progetto di suicidarsi dal ponte sul fiume Reno, vicino a Bologna. «Zvani» è il diminutivo in dialetto romagnolo di “Giovannino”. Quand’era piccolo, questa voce coccolava il poeta, lo cullava e lo pregava di vivere e di essere buono.
La voce
C'è una voce nella mia vita,
che avverto nel punto che muore;
voce stanca, voce smarrita,
col tremito del batticuore:
voce d'una accorsa anelante,
che al povero petto s'afferra
per dir tante cose e poi tante,
ma piena ha la bocca di terra:
tante tante cose che vuole
ch'io sappia, ricordi, sì... sì...
ma di tante tante parole
non sento che un soffio... Zvanî...
Quando avevo tanto bisogno
di pane e di compassione,
che mangiavo solo nel sogno,
svegliandomi al primo boccone;
una notte, su la spalletta
del Reno, coperta di neve,
dritto e solo (passava in fretta
l'acqua brontolando, Si beve?);
dritto e solo, con un gran pianto
d'avere a finire così,
mi sentii d'un tratto daccanto
quel soffio di voce... Zvanî...
Oh! la terra, com'è cattiva!
la terra, che amari bocconi!
Ma voleva dirmi, io capivo:
- No... no... Di' le devozioni!
Le dicevi con me pian piano,
con sempre la voce più bassa:
la tua mano nella mia mano:
ridille! vedrai che ti passa.
Non far piangere piangere piangere
(ancora!) chi tanto soffrì!
il tuo pane, prega il tuo angelo
che te lo porti... Zvanî... -
Una notte dalle lunghe ore
(nel carcere!), che all'improvviso
dissi - Avresti molto dolore,
tu, se non t'avessero ucciso,
ora, o babbo! - che il mio pensiero,
dal carcere, con un lamento,
vide il babbo nel cimitero,
le pie sorelline in convento:
e che agli uomini, la mia vita,
volevo lasciargliela lì...
risentii la voce smarrita
che disse in un soffio... Zvanî...
Oh! la terra come è cattiva!
non lascia discorrere, poi!
Ma voleva dirmi, io capivo:
- Piuttosto di' un requie per noi!
Non possiamo nel camposanto
più prendere sonno un minuto,
ché sentiamo struggersi in pianto
le bimbe che l'hanno saputo!
Oh! la vita mia che ti diedi
per loro, lasciarla vuoi qui?
qui, mio figlio? dove non vedi
chi uccise tuo padre... Zvanî?... -
Quante volte sei rivenuta
nei cupi abbandoni del cuore,
voce stanca, voce perduta,
col tremito del batticuore:
voce d'una accorsa anelante
che ai poveri labbri si tocca
per dir tante cose e poi tante;
ma piena di terra ha la bocca:
la tua bocca! con i tuoi baci,
già tanto accorati a quei dì!
a quei dì beati e fugaci
che aveva i tuoi baci... Zvanî!...
che m'addormentavano gravi
campane col placido canto,
e sul capo biondo che amavi,
sentivo un tepore di pianto!
che ti lessi negli occhi, ch'erano
pieni di pianto, che sono
pieni di terra, la preghiera
di vivere e d'essere buono!
Ed allora, quasi un comando,
no, quasi un compianto, t'uscì
la parola che a quando a quando
mi dici anche adesso... Zvanî...
C'è una voce nella mia vita,
che avverto nel punto che muore;
voce stanca, voce smarrita,
col tremito del batticuore:
voce d'una accorsa anelante,
che al povero petto s'afferra
per dir tante cose e poi tante,
ma piena ha la bocca di terra:
tante tante cose che vuole
ch'io sappia, ricordi, sì... sì...
ma di tante tante parole
non sento che un soffio... Zvanî...
Quando avevo tanto bisogno
di pane e di compassione,
che mangiavo solo nel sogno,
svegliandomi al primo boccone;
una notte, su la spalletta
del Reno, coperta di neve,
dritto e solo (passava in fretta
l'acqua brontolando, Si beve?);
dritto e solo, con un gran pianto
d'avere a finire così,
mi sentii d'un tratto daccanto
quel soffio di voce... Zvanî...
Oh! la terra, com'è cattiva!
la terra, che amari bocconi!
Ma voleva dirmi, io capivo:
- No... no... Di' le devozioni!
Le dicevi con me pian piano,
con sempre la voce più bassa:
la tua mano nella mia mano:
ridille! vedrai che ti passa.
Non far piangere piangere piangere
(ancora!) chi tanto soffrì!
il tuo pane, prega il tuo angelo
che te lo porti... Zvanî... -
Una notte dalle lunghe ore
(nel carcere!), che all'improvviso
dissi - Avresti molto dolore,
tu, se non t'avessero ucciso,
ora, o babbo! - che il mio pensiero,
dal carcere, con un lamento,
vide il babbo nel cimitero,
le pie sorelline in convento:
e che agli uomini, la mia vita,
volevo lasciargliela lì...
risentii la voce smarrita
che disse in un soffio... Zvanî...
Oh! la terra come è cattiva!
non lascia discorrere, poi!
Ma voleva dirmi, io capivo:
- Piuttosto di' un requie per noi!
Non possiamo nel camposanto
più prendere sonno un minuto,
ché sentiamo struggersi in pianto
le bimbe che l'hanno saputo!
Oh! la vita mia che ti diedi
per loro, lasciarla vuoi qui?
qui, mio figlio? dove non vedi
chi uccise tuo padre... Zvanî?... -
Quante volte sei rivenuta
nei cupi abbandoni del cuore,
voce stanca, voce perduta,
col tremito del batticuore:
voce d'una accorsa anelante
che ai poveri labbri si tocca
per dir tante cose e poi tante;
ma piena di terra ha la bocca:
la tua bocca! con i tuoi baci,
già tanto accorati a quei dì!
a quei dì beati e fugaci
che aveva i tuoi baci... Zvanî!...
che m'addormentavano gravi
campane col placido canto,
e sul capo biondo che amavi,
sentivo un tepore di pianto!
che ti lessi negli occhi, ch'erano
pieni di pianto, che sono
pieni di terra, la preghiera
di vivere e d'essere buono!
Ed allora, quasi un comando,
no, quasi un compianto, t'uscì
la parola che a quando a quando
mi dici anche adesso... Zvanî...
Si. Madre è la voce, è la coscienza, il ricordo.
Madre è la terra, la radice, che ci tiene saldi su questo mondo.
Se non fosse per la madre...
lunedì 4 maggio 2009
Poesia per la festa della mamma di Ungaretti
A MIA MADRE
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro
Tutto sulla festa della mamma
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro
Tutto sulla festa della mamma
giovedì 30 aprile 2009
Incontri con Pietro Lombardo, bullismo? no, grazie
Il Consiglio di Amministrazione della Banca BCC GATTEO continua con "Eventi" 2009
Siete tutti invitati a partecipare all'evento organizzato per iniziativa del Comitato Soci con il professore Pietro Lombardo sul tema di bullismo.
" Bullismo? No, Grazie! "
Venerdì 3 Aprile GAMBETTOLA
Teatro Metropol ore 20,45
Venerdì 29 Maggio GATTEO
Teatro Lina Pagliughi ore 20,30
EDUCAZIONE E RELATIVISMO una relazione a CESENA
Siete tutti invitati a partecipare all'evento organizzato per iniziativa del Comitato Soci con il professore Pietro Lombardo sul tema di bullismo.
" Bullismo? No, Grazie! "
Venerdì 3 Aprile GAMBETTOLA
Teatro Metropol ore 20,45
Venerdì 29 Maggio GATTEO
Teatro Lina Pagliughi ore 20,30
EDUCAZIONE E RELATIVISMO una relazione a CESENA
Apre nuovo centro sportivo a Gatteo via Roncadello
In programma
Ore 9.00
Finale del Torneo giovanile di Hockey
"Festival Promozionale Sulla Via dei Romei" 9° Edizione
Ore 11.30
Saluto del Sindaco Tiziano Gasperoni e delle autorità.
Taglio del nastro
Ore 12.00
Premiazioni delle squadre vincitrici del Torneo
Rinfresco offerto a tutti gli intervenuti
Dalle 14.00
Per tutto il pomeriggio il Centro rimarrà aperto.
Sarà possibile provare i campi di Calcetto, Beach Volley e Pallavolo.
Per Informazioni:
Ufficio Urp - Tel. 0541.935521
Fax 0541.933344
mail: urp@comune.gatteo.fo.it
Ore 9.00
Finale del Torneo giovanile di Hockey
"Festival Promozionale Sulla Via dei Romei" 9° Edizione
Ore 11.30
Saluto del Sindaco Tiziano Gasperoni e delle autorità.
Taglio del nastro
Ore 12.00
Premiazioni delle squadre vincitrici del Torneo
Rinfresco offerto a tutti gli intervenuti
Dalle 14.00
Per tutto il pomeriggio il Centro rimarrà aperto.
Sarà possibile provare i campi di Calcetto, Beach Volley e Pallavolo.
La cittadinanza è invitata
Per Informazioni:
Ufficio Urp - Tel. 0541.935521
Fax 0541.933344
mail: urp@comune.gatteo.fo.it
mercoledì 29 aprile 2009
Marco Travaglio, cittadino attivo a Cesena, Youtube
29 Aprile 2009
CESENA
Incontro dal titolo "Marco Travaglio - Piero Ricca: due metodi un unico obiettivo: Cittadino Attivo". Cinema Multisala Aladdin. Via Assano, 587 - ore 18
29 Aprile 2009
FORLI'
Marco Travaglio presenta: "Bavaglio", "Per chi suona la banana" e "Promemoria" libro+ dvd
Forlì, Auditorium Cassa di Risparmio Via Flavio Biondo - ore 21
Marco Travaglio giornalista e scrittore, "allievo" di Indro Montanelli, archivista e documentista. Nel momento in cui Travaglio dà un'informazione vi sono i documenti che provano la veridicità delle sue rivelazioni tal volta sconvolgenti. Ogni sua parola è supportata dai fatti.
Piero Ricca free-lance, è l'esempio vivente di cittadinanza attiva che svolge intervistando personaggi della politica italiana, senza alcun timore. La sua arma è una conoscenza profonda del personaggio che si trova di fronte, arma che gli consente di affrontare i politici con cognizione di tutte le loro vicende attuali e passate.
CESENA
Incontro dal titolo "Marco Travaglio - Piero Ricca: due metodi un unico obiettivo: Cittadino Attivo". Cinema Multisala Aladdin. Via Assano, 587 - ore 18
29 Aprile 2009
FORLI'
Marco Travaglio presenta: "Bavaglio", "Per chi suona la banana" e "Promemoria" libro+ dvd
Forlì, Auditorium Cassa di Risparmio Via Flavio Biondo - ore 21
Marco Travaglio giornalista e scrittore, "allievo" di Indro Montanelli, archivista e documentista. Nel momento in cui Travaglio dà un'informazione vi sono i documenti che provano la veridicità delle sue rivelazioni tal volta sconvolgenti. Ogni sua parola è supportata dai fatti.
Piero Ricca free-lance, è l'esempio vivente di cittadinanza attiva che svolge intervistando personaggi della politica italiana, senza alcun timore. La sua arma è una conoscenza profonda del personaggio che si trova di fronte, arma che gli consente di affrontare i politici con cognizione di tutte le loro vicende attuali e passate.
martedì 28 aprile 2009
I promessi sposi in 10 minuti su Youtube di Oblivion
"I promessi sposi" di Alessandro Manzoni diventano un mini musical su Youtube.
Dieci minuti con note delle celebri canzoni, da Vasco Rossi a Mina, da Nomadi a Beatles, il tutto per de-cantare il più popolare romanzo italiano.
L'idea è degli Oblivion, un gruppo di "giovani artisti". Il risultato è un musical di 10 minuti che hanno messo on line con grande successo, in più di 47 mila hanno cliccato finora sul video, che si apre con Don Abbondio cantato da Vasco Rossi.
Strepitoso!
Dieci minuti con note delle celebri canzoni, da Vasco Rossi a Mina, da Nomadi a Beatles, il tutto per de-cantare il più popolare romanzo italiano.
L'idea è degli Oblivion, un gruppo di "giovani artisti". Il risultato è un musical di 10 minuti che hanno messo on line con grande successo, in più di 47 mila hanno cliccato finora sul video, che si apre con Don Abbondio cantato da Vasco Rossi.
Strepitoso!
sabato 25 aprile 2009
25 Aprile a Gatteo, video Youtube
Stamattina, verso le ore 10 davanti al monumento dei caduti e al parco 25 Aprile si è commemorata la festa della Liberazione a Gatteo. Tanti invitati e passanti si sono fermati ad ascoltare un trio musicale e a sentire il sindaco Tiziano Gasperoni pronunciare il discorso commemorativo.
Ecco il video improvvisato di Dennis Faedi sul festeggiamento:
Ecco il video improvvisato di Dennis Faedi sul festeggiamento:
martedì 21 aprile 2009
Vincitori al FORUM DELLA FILOSOFIA gli studenti della IV b, Liceo Scientifico M.Curie di Savignano
IL FORUM DELLA FILOSOFIA Anno Scolastico 2008/2009
Istituto Superiore "M Curie" - Savignano sul Rubicone (FC)
Referente: Prof. Sabrina Fattori
Classe partecipante al concorso: IV B (p.N.I.)
Relatori: Luca Astolfi e Leonardo Nini
Sulla base di questo principio nel IV secolo a.C. Aristotele costruisce la sua Metafisica in quanto lo stupore e la meraviglia sono da sempre le radici della conoscenza. Sono questi i sentimenti che hanno spinto l'uomo ad interrogarsi sulla propria esistenza e sul proprio rapporto con il mondo circostante. Da qui nacque la filosofia: «fra tutte le scienze, (...) la più divina e la più degna di onore» .
All'epoca, infatti, si riteneva che la filosofia fosse l'unica forma di conoscenza in grado di raggiungere la Verità riconducendo "a sé tutte le altre forme del sapere. La filosofia e la scienza sono in questa prospettiva due facce della continua e inarrestabile ricerca della Verità.
Nell'età moderna la "rivoluzione scientifica" sembra però imporre un criterio di verità che, già professato dai grandi filosofi classici, era stato poi sepolto dall'ottuso dogmatismo degli epigoni. L'esigenza di sottoporre a esame critico ogni affermazione che ambisca a presentarsi come vera innalza la libertà di pensiero al rango di supremo valore intellettuale, mentre l'indagine razionale sui dati dell'esperienza diviene l'unica garanzia di una verità che si impone per la sua intrinseca evidenza e non per la coercizione di un potere oscurantista, interessato a servirsene per soggiogare gli intelletti e i corpi.
Ed è proprio in questo periodo che prendono forma due posizioni filosofiche che caratterizzeranno la conoscenza nel suo sviluppo temporale: empirismo e razionalismo. Gli empiristi a partire da Locke, Barkley e Hume ritengono che la conoscenza della realtà naturale si basi sull'esperienza sensibile, negando quindi l'esistenza di quelle idee innate tanto care a Platone, utilizzando un metodo induttivo sintetico. Al contrario, i razionalisti con Cartesio, Spinoza e Leibniz partono dal presupposto che la mente abbia in sé i fondamenti della verità delle idee, indipendentemente dall'esperienza utilizzando un metodo deduttivo analitico.
Galileo Galilei, da molti riconosciuto come il padre della scienza moderna, utilizzando entrambi gli approcci, indicò quello che tuttora è il metodo scientifico, ovvero la serie di processi che lo scienziato deve attuare per giungere alla formulazione di una legge scientifica necessariamente basata su sensate esperienze che si intrecciano con necessarie dimostrazioni, in cui l'induzione e la deduzione sono due momenti fondamentali per giungere alla conoscenza della realtà naturale.
Ma è lecito affermare che la scienza nacque nel Seicento?
Già Aristotele parlava di scienza, anche se con un significato ben diverso da quello attuale. Infatti la fisica in Aristotele era piuttosto una filosofia della natura. È interessante però notare come per il filosofo greco la conoscenza umana si basi sull'esperienza. Fin dalla nascita della filosofia è presente la ricerca di un principio o causa prima da cui deriva il mondo reale. Aristotele partì dalle osservazioni compiute per arrivare ad affermare l'esistenza di un qualcosa di metafisico, trascendente dalla realtà e da cui essa derivava il Motore Immobile.
La contrapposizione fra trascendente ed immanente si protrarrà durante tutto il medioevo assumendo accenti particolari nell'ambito della disputa filosofica sul rapporto fede-ragione. Fra i sostenitori delle ragioni della fede, Anselmo D'Aosta sostenne che per arrivare alla conoscenza fosse necessario partire da una fede cieca e incrollabile richiamandosi al pensiero platonico. Tommaso D'Aquino, schierandosi con gli aristotelici, sostenne invece la possibilità di ricercare nel mondo sensibile le prove dell'esistenza di Dio.
Il dualismo fede-ragione degenerò in un conflitto ben più drammatico di un semplice dibattito fra intellettuali: questo contrasto senza tempo ebbe infatti il suo spannung durante il secolo XVII a seguito della rivoluzione scientifica. L'epicentro di tale conflitto viene comunemente ricondotto al confronto fra la Chiesa e Galileo Galilei. Il famoso scienziato pisano fu perseguitato e costretto a rinunciare alle proprie teorie, o almeno alla veridicità di esse. Difatti, durante il processo inquisitorio, il cardinale Roberto Bellarmino inviò una missiva rassicurante a Papa Paolo V, con la quale veniva resa "innocua" la teoria di Galilei. Il cardinale sosteneva che il sistema copernicano, professato dallo studioso italiano, non fosse altro che una visione strumentale dell 'universo atta unicamente a semplificare i calcoli dei matematici in base alle osservazioni compiute, senza la pretesa di essere una descrizione reale del mondo. Ciò non era in contraddizione con le sacre scritture. In questo modo, dal filone teologico e metafisico si originò una corrente filosofica detta strumentalismo. Questa corrente di pensiero, "inaugurata" da Bellarmino e sostenuta da altri illustri filosofi come Osiander e il vescovo Berkeley, proponeva una visione della scienza, e in particolare della fisica, come "creatrice" di teorie e sistemi atti unicamente a semplificare calcoli matematici in rapporto alle osservazioni effettuate. Lo strumentalismo venne in seguito ostacolato dagli illuministi impegnati a combattere qualunque forma di dogmatismo che costringeva l'uomo a uno stato di "minorità intellettuale".
Lo strumentalismo secondo il filosofo Karl Popper ha comunque: «vinto la sua battaglia senza sparare un solo colpo. [...] Il punto di vista strumentalistico è diventato un dogma indiscusso». Dopo la comparsa, infatti, di teorie, come la relatività o la meccanica quantistica, che hanno letteralmente gettato al vento leggi che sembravano ormai indiscutibili, gran parte dei fisici ha abbracciato, forse come segno di resa di fronte alle nuove difficoltà, la teoria strumentalista. Ma quali conseguenze porterebbe con sé una vittoria totale dello strumentalismo? Non si rischierebbe forse di minare la scienza e la fisica, ma anche la stessa filosofia, dalle fondamenta? Se le parole di Popper corrispondessero alla realtà, ad oggi la massima aspirazione di uno scienziato dovrebbe essere quella di stabilire efficaci modelli matematici sulla base del mondo reale, senza alcuna speranza di poter comprendere appieno la realtà. Lo strumentalismo però non può e non deve diventare un dogma insuperabile. Lo stesso Popper si poneva in modo dialettico dinanzi alla diarchia strumentismo vs essenzialismo: «dovrò discutere e criticare due punti di vista della conoscenza umana: l'essenzialismo e lo strumentalismo, ad essi opporrò quello che chiamo "terzo punto di vista", cioè quello che rimane del punto di vista di Galileo».
Posto che lo scienziato e il filosofo cerchino fin dall'antichità una spiegazione del mondo fenomenico, non si può tuttavia dedurre, e qui seguiamo ancora una volta la teoria popperiana, che egli sia in grado di trovare suddetta spiegazione con la pretesa che essa sia certa o universale.
A questo proposito, Norberto Bobbio pensava che «per dare risposte globali bisognerebbe padroneggiare tutte le conoscenze particolari prodotte dalle ricerche scientifiche in questi ultimi 200 anni: (...) il che non è possibile ad alcuna mente umana per quanto possente [...] Oggi tanto più sappiamo, tanto meno sappiamo». Se dunque secoli fa poteva sembrare plausibile una risposta globale sulla Verità data dalla filosofia razionalistica e metafisica, ad oggi queste risposte appaiono sempre meno realistiche poiché si mostra sempre più evidente che sia impossibile a qualunque uomo la conoscenza totale. E nemmeno l'opera di generazioni e generazioni di scienziati può darci la certezza su qualunque teoria fisica, poiché «guai a noi se aspettassimo una risposta definitiva dalla scienza: si ricadrebbe nello scientismo di tipo positivistico con conseguenze (...) come l'universo tecnocratico» .
La scienza però, forte del carattere complementare delle sue numerose branche ognuna finalizzata allo studio di un diverso aspetto della stessa realtà, si è conquistata il primato su altre forme di conoscenza di tipo metafisico e teologico che l'hanno preceduta. La scienza è considerata affidabile in quanto capace di autocorreggersi e di «procedere per funerali» in modo da risultatare priva di contraddizioni e mai definitiva. La conoscenza però essendo composita non può essere esaurita del tutto e vi sono aspetti di questa che evidenziano come la scienza sia limitata e impossibilitata a cogliere le varie sfaccettature. Questo in quanto la scienza non è applicabile alla dimensione interiore dell'uomo e non è in grado di emularla (basti pensare, per esempio, ai risultati insoddisfacenti delle ricerche svolte nel campo dell'intelligenza artificiale). Ma l'uomo può, anzi deve, conoscere se stesso e spingersi oltre a ciò che lo circonda, per non perdere la propria identità in una società tecnologizzata, servendosi non solo della scienza quindi ma soprattutto della filosofia. Poiché la scienza come la conoscenza storica si limitano allo studio, rispettivamente, della realtà apparente e degli avvenimenti storici, si può quindi dedurre che è possibile raggiungere una conoscenza umanamente completa solo grazie alla filosofia, poichè è questa che studia ciò che risiede oltre la fenomenicità percorrendo la via logico-trascendentale fino a giungere ad una elaborazione etica.
Ma la filosofia, come si è già affermato, e con essa la scienza, nascono dalla stupore a dalla conseguente ricerca della verità, una ricerca che probabilmente non arriverà mai al suo compimento, ma che tuttavia merita di essere intrapresa: «non sono alla portata della mente umana le grandi risposte, Tali sono soltanto le grandi domande»'. Ed è proprio da queste
domande che nasce guella ricerca della Verità di cui si è lungamente discusso. La filosofia deve costantemente tenere vive queste domande, deve indurre l'uomo a non accettare ciecamente alcuna teoria, a non porre limiti alla sua capacità critica, ma a sottoporre ogni ipotesi al "vaglio della ragione" .
È compito della filosofia dunque ricordare sempre all'umanità che non ha raggiunto il suo punto di arrivo, che non ha raggiunto la piena conoscenza, ma che è necessario continuare a sperare, a sognare, qualcosa di più grande: «nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana a raggiungere il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane». Questa citazione di Henry Desroche può riassumere metaforicamente il concetto in quanto nessuna forma di sapere ha mai portato l'uomo e probabilmente mai lo porterà alla verità assoluta. Ma è sulla strada della verità che l'uomo è cresciuto e si è evoluto.
Riferimenti bibliografici
N. Abbagnano, Dizionario di Filosqfìa (la voce) Conoscenza, scienza e nuova scienza, Utet,Torino,2001.
E. Agazzi, Le rivoluzioni scientifiche, Homo Sapiens, Novara, 2008.
Aristotele, Metafisica, (traduzione di) G. Reale, Rusconi, Milano, 1978.
M. Baldini, Gli scienziati e i filosofi del '600, Aremando, Roma, 2001.
N. Bobbio, Che cosa fanno oggi i filoso.fì. Bompiani, Milano, 1982.
S. Righini, A. Vannucci, Interroghiamo i filosofi, Canova, Padova, 2008.
I. McEwan «Vero per insufficienza di prove» in Il Sole 24 Ore, 18-01-2009.
T. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino, 2006.
K. R. Popper, Scienza e Filosofia, Einaudi, Torino, 2007.
K. R. Popper, Lo scopo della scienza, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, Il gioco della scienza, Armando, Roma, 1987.
K. R. Popper, La scienza e i suoi amici, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, La mia filosofia. Armando, Roma, 1987.
P. Rossi, La rivoluzione scientifica, Loescher, Torino, 1999."
AUGURI PER IL FINALE!
Non si può filosofare sulla scienza!!!
Strada facendo, ad un certo punto, la parte della filosofia ch'era interessata ad analizzare la natura ha trovato un metodo migliore rispetto al precedente, e per quell'aspetto ha iniziato ad impiegarlo. /equazioni e misure/
Storicamente, è successo poi che i filosofi della natura, rinnegando le loro origini e, in qual modo, dimenticando le ragioni della loro indagine, avrebbero rinnegato la filosofia e sarebbero diventati così esclusivamente scienziati. Da un lato ciò è necessario perché l'attuale estensione del sapere richiede una notevole specializzazione ma, dall'altro, è assurdo se non addirittura grottesco tentare di ridurre la filosofia a ricerca scientifica; non lo è, e in ciò consiste il suo valore.
Scrive Nardelli:
"Le espressioni del pensiero di ogni tempo, dalla letteratura, alla filosofia, alla poesia, all'arte, alla religione si sono occupate in modi diversi dell’anima e della sua immortalità, cercando di configurare l'Eden. Soltanto la scienza, che si occupa di fenomeni e di realtà concrete, ritenendo questi temi e quest’Ente immaginario estranei alla propria investigazione, si è disinteressato di essi.
Ente, inteso come ideale, non è estraneo al pensiero scientifico che investiga il come, ma si pone innanzitutto il quesito del perché, ed in tal senso cerca il fine ossia l'ideale che governa il fenomenico.
Secondo i moderni filosofi della scienza il progresso scientifico si articola in due momenti: ipotesi e verifica, dove il primo contiene in sé i germi del perchè e quindi del finalismo, ossia dell'ideale.
Tutte le teorie filosofiche e matematiche consistono nella verifica della coerenza delle proprie argomentazioni con i loro postulati, generalmente numerosi, particolari e contingenti. Il merito di Galilei e quindi il successo della scienza è quello di aver identificato, nella verifica sperimentale, la validità stessa dell’unico postulato generale: le leggi della natura, quello che ha governato l’evoluzione dell’universo, ipotizzando, però, di conoscere tali leggi.
La cultura umanistica ha reso sterile ed astratta la sua indagine, perché in 3000 anni non ha modificato la qualità della vita dell’uomo, mentre la scienza, in mezzo secolo, fra l'altro, ne ha aumentato notevolmente la durata e migliorato la qualità.
L'elevato livello del pensiero scientifico, attestato dai continui e prodigiosi risultati supera, nei fatti, la discriminazione anacronistica galileiana fra cultura umanistica e quella razionale, che hanno oggi in comune l'ideale, ossia la ricerca del perché. E' bene quindi che la scienza raccolga il testimone dagli umanisti ed inizi ad occuparsi concretamente di settori culturali un tempo seguiti vagamente da altre espressioni del pensiero, avendo essa già superato, con l'elettrofisiologia cerebrale, la psiconeuroimmunologia, la fisica teorica e la meccanica quantistica, il confine che la separava dalla filosofia.
Virgilio, nel quarto libro delle Georgiche, descrive il comportamento delle api, come quello di tutti gli animali, il quale è perfettamente uguale a quello dei nostri giorni ed evidenzia, quindi l'assenza di evoluzione nel regno animale.
Al contrario, in particolare durante gli ultimi 2000 anni, la civiltà è progredita grazie alla trasmissione dell'informazione da una generazione a quelle successive, alla capacità di elaborazione dell'informazione e alla ricerca e scoperta della finalità del messaggio evolutivo.
Gli stessi fattori presiedono anche allo sviluppo del singolo uomo. Egli è, infatti, mosso dalle pulsioni del dominio dell'innato insieme a quelle del dominio dell'appreso, dalla capacità di elaborazione dell'informazione, la quale causa, a sua volta, l'estensione del dominio dell'appreso a spese di quello dell'innato e dall’intuizione di poter porsi un ideale, cioè di chiedersi il perché dell'evoluzione, che l'aiuta poi nella ricerca del come realizzarla.
Si cercherà qui di dimostrare che lo sviluppo ed il fine dell’uomo (il paradiso) sono la risultante del coordinamento dei tre fattori: informazione, elaborazione ed ideale. ..
Per concludere, vi consiglio la lettura di una lezione di filosofia:
LA BARBA DI PLATONE E I CONTI DI EINSTEIN
Istituto Superiore "M Curie" - Savignano sul Rubicone (FC)
Referente: Prof. Sabrina Fattori
Classe partecipante al concorso: IV B (p.N.I.)
Relatori: Luca Astolfi e Leonardo Nini
De Scientiae ltineribus
Tutti gli uomini per natura tendono al sapere...
perché si sentono pieni di stupore e di meraviglia.
Sulla base di questo principio nel IV secolo a.C. Aristotele costruisce la sua Metafisica in quanto lo stupore e la meraviglia sono da sempre le radici della conoscenza. Sono questi i sentimenti che hanno spinto l'uomo ad interrogarsi sulla propria esistenza e sul proprio rapporto con il mondo circostante. Da qui nacque la filosofia: «fra tutte le scienze, (...) la più divina e la più degna di onore» .
All'epoca, infatti, si riteneva che la filosofia fosse l'unica forma di conoscenza in grado di raggiungere la Verità riconducendo "a sé tutte le altre forme del sapere. La filosofia e la scienza sono in questa prospettiva due facce della continua e inarrestabile ricerca della Verità.
Nell'età moderna la "rivoluzione scientifica" sembra però imporre un criterio di verità che, già professato dai grandi filosofi classici, era stato poi sepolto dall'ottuso dogmatismo degli epigoni. L'esigenza di sottoporre a esame critico ogni affermazione che ambisca a presentarsi come vera innalza la libertà di pensiero al rango di supremo valore intellettuale, mentre l'indagine razionale sui dati dell'esperienza diviene l'unica garanzia di una verità che si impone per la sua intrinseca evidenza e non per la coercizione di un potere oscurantista, interessato a servirsene per soggiogare gli intelletti e i corpi.
Ed è proprio in questo periodo che prendono forma due posizioni filosofiche che caratterizzeranno la conoscenza nel suo sviluppo temporale: empirismo e razionalismo. Gli empiristi a partire da Locke, Barkley e Hume ritengono che la conoscenza della realtà naturale si basi sull'esperienza sensibile, negando quindi l'esistenza di quelle idee innate tanto care a Platone, utilizzando un metodo induttivo sintetico. Al contrario, i razionalisti con Cartesio, Spinoza e Leibniz partono dal presupposto che la mente abbia in sé i fondamenti della verità delle idee, indipendentemente dall'esperienza utilizzando un metodo deduttivo analitico.
Galileo Galilei, da molti riconosciuto come il padre della scienza moderna, utilizzando entrambi gli approcci, indicò quello che tuttora è il metodo scientifico, ovvero la serie di processi che lo scienziato deve attuare per giungere alla formulazione di una legge scientifica necessariamente basata su sensate esperienze che si intrecciano con necessarie dimostrazioni, in cui l'induzione e la deduzione sono due momenti fondamentali per giungere alla conoscenza della realtà naturale.
Ma è lecito affermare che la scienza nacque nel Seicento?
Già Aristotele parlava di scienza, anche se con un significato ben diverso da quello attuale. Infatti la fisica in Aristotele era piuttosto una filosofia della natura. È interessante però notare come per il filosofo greco la conoscenza umana si basi sull'esperienza. Fin dalla nascita della filosofia è presente la ricerca di un principio o causa prima da cui deriva il mondo reale. Aristotele partì dalle osservazioni compiute per arrivare ad affermare l'esistenza di un qualcosa di metafisico, trascendente dalla realtà e da cui essa derivava il Motore Immobile.
La contrapposizione fra trascendente ed immanente si protrarrà durante tutto il medioevo assumendo accenti particolari nell'ambito della disputa filosofica sul rapporto fede-ragione. Fra i sostenitori delle ragioni della fede, Anselmo D'Aosta sostenne che per arrivare alla conoscenza fosse necessario partire da una fede cieca e incrollabile richiamandosi al pensiero platonico. Tommaso D'Aquino, schierandosi con gli aristotelici, sostenne invece la possibilità di ricercare nel mondo sensibile le prove dell'esistenza di Dio.
Il dualismo fede-ragione degenerò in un conflitto ben più drammatico di un semplice dibattito fra intellettuali: questo contrasto senza tempo ebbe infatti il suo spannung durante il secolo XVII a seguito della rivoluzione scientifica. L'epicentro di tale conflitto viene comunemente ricondotto al confronto fra la Chiesa e Galileo Galilei. Il famoso scienziato pisano fu perseguitato e costretto a rinunciare alle proprie teorie, o almeno alla veridicità di esse. Difatti, durante il processo inquisitorio, il cardinale Roberto Bellarmino inviò una missiva rassicurante a Papa Paolo V, con la quale veniva resa "innocua" la teoria di Galilei. Il cardinale sosteneva che il sistema copernicano, professato dallo studioso italiano, non fosse altro che una visione strumentale dell 'universo atta unicamente a semplificare i calcoli dei matematici in base alle osservazioni compiute, senza la pretesa di essere una descrizione reale del mondo. Ciò non era in contraddizione con le sacre scritture. In questo modo, dal filone teologico e metafisico si originò una corrente filosofica detta strumentalismo. Questa corrente di pensiero, "inaugurata" da Bellarmino e sostenuta da altri illustri filosofi come Osiander e il vescovo Berkeley, proponeva una visione della scienza, e in particolare della fisica, come "creatrice" di teorie e sistemi atti unicamente a semplificare calcoli matematici in rapporto alle osservazioni effettuate. Lo strumentalismo venne in seguito ostacolato dagli illuministi impegnati a combattere qualunque forma di dogmatismo che costringeva l'uomo a uno stato di "minorità intellettuale".
Lo strumentalismo secondo il filosofo Karl Popper ha comunque: «vinto la sua battaglia senza sparare un solo colpo. [...] Il punto di vista strumentalistico è diventato un dogma indiscusso». Dopo la comparsa, infatti, di teorie, come la relatività o la meccanica quantistica, che hanno letteralmente gettato al vento leggi che sembravano ormai indiscutibili, gran parte dei fisici ha abbracciato, forse come segno di resa di fronte alle nuove difficoltà, la teoria strumentalista. Ma quali conseguenze porterebbe con sé una vittoria totale dello strumentalismo? Non si rischierebbe forse di minare la scienza e la fisica, ma anche la stessa filosofia, dalle fondamenta? Se le parole di Popper corrispondessero alla realtà, ad oggi la massima aspirazione di uno scienziato dovrebbe essere quella di stabilire efficaci modelli matematici sulla base del mondo reale, senza alcuna speranza di poter comprendere appieno la realtà. Lo strumentalismo però non può e non deve diventare un dogma insuperabile. Lo stesso Popper si poneva in modo dialettico dinanzi alla diarchia strumentismo vs essenzialismo: «dovrò discutere e criticare due punti di vista della conoscenza umana: l'essenzialismo e lo strumentalismo, ad essi opporrò quello che chiamo "terzo punto di vista", cioè quello che rimane del punto di vista di Galileo».
Posto che lo scienziato e il filosofo cerchino fin dall'antichità una spiegazione del mondo fenomenico, non si può tuttavia dedurre, e qui seguiamo ancora una volta la teoria popperiana, che egli sia in grado di trovare suddetta spiegazione con la pretesa che essa sia certa o universale.
A questo proposito, Norberto Bobbio pensava che «per dare risposte globali bisognerebbe padroneggiare tutte le conoscenze particolari prodotte dalle ricerche scientifiche in questi ultimi 200 anni: (...) il che non è possibile ad alcuna mente umana per quanto possente [...] Oggi tanto più sappiamo, tanto meno sappiamo». Se dunque secoli fa poteva sembrare plausibile una risposta globale sulla Verità data dalla filosofia razionalistica e metafisica, ad oggi queste risposte appaiono sempre meno realistiche poiché si mostra sempre più evidente che sia impossibile a qualunque uomo la conoscenza totale. E nemmeno l'opera di generazioni e generazioni di scienziati può darci la certezza su qualunque teoria fisica, poiché «guai a noi se aspettassimo una risposta definitiva dalla scienza: si ricadrebbe nello scientismo di tipo positivistico con conseguenze (...) come l'universo tecnocratico» .
La scienza però, forte del carattere complementare delle sue numerose branche ognuna finalizzata allo studio di un diverso aspetto della stessa realtà, si è conquistata il primato su altre forme di conoscenza di tipo metafisico e teologico che l'hanno preceduta. La scienza è considerata affidabile in quanto capace di autocorreggersi e di «procedere per funerali» in modo da risultatare priva di contraddizioni e mai definitiva. La conoscenza però essendo composita non può essere esaurita del tutto e vi sono aspetti di questa che evidenziano come la scienza sia limitata e impossibilitata a cogliere le varie sfaccettature. Questo in quanto la scienza non è applicabile alla dimensione interiore dell'uomo e non è in grado di emularla (basti pensare, per esempio, ai risultati insoddisfacenti delle ricerche svolte nel campo dell'intelligenza artificiale). Ma l'uomo può, anzi deve, conoscere se stesso e spingersi oltre a ciò che lo circonda, per non perdere la propria identità in una società tecnologizzata, servendosi non solo della scienza quindi ma soprattutto della filosofia. Poiché la scienza come la conoscenza storica si limitano allo studio, rispettivamente, della realtà apparente e degli avvenimenti storici, si può quindi dedurre che è possibile raggiungere una conoscenza umanamente completa solo grazie alla filosofia, poichè è questa che studia ciò che risiede oltre la fenomenicità percorrendo la via logico-trascendentale fino a giungere ad una elaborazione etica.
Ma la filosofia, come si è già affermato, e con essa la scienza, nascono dalla stupore a dalla conseguente ricerca della verità, una ricerca che probabilmente non arriverà mai al suo compimento, ma che tuttavia merita di essere intrapresa: «non sono alla portata della mente umana le grandi risposte, Tali sono soltanto le grandi domande»'. Ed è proprio da queste
domande che nasce guella ricerca della Verità di cui si è lungamente discusso. La filosofia deve costantemente tenere vive queste domande, deve indurre l'uomo a non accettare ciecamente alcuna teoria, a non porre limiti alla sua capacità critica, ma a sottoporre ogni ipotesi al "vaglio della ragione" .
È compito della filosofia dunque ricordare sempre all'umanità che non ha raggiunto il suo punto di arrivo, che non ha raggiunto la piena conoscenza, ma che è necessario continuare a sperare, a sognare, qualcosa di più grande: «nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana a raggiungere il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane». Questa citazione di Henry Desroche può riassumere metaforicamente il concetto in quanto nessuna forma di sapere ha mai portato l'uomo e probabilmente mai lo porterà alla verità assoluta. Ma è sulla strada della verità che l'uomo è cresciuto e si è evoluto.
Riferimenti bibliografici
N. Abbagnano, Dizionario di Filosqfìa (la voce) Conoscenza, scienza e nuova scienza, Utet,Torino,2001.
E. Agazzi, Le rivoluzioni scientifiche, Homo Sapiens, Novara, 2008.
Aristotele, Metafisica, (traduzione di) G. Reale, Rusconi, Milano, 1978.
M. Baldini, Gli scienziati e i filosofi del '600, Aremando, Roma, 2001.
N. Bobbio, Che cosa fanno oggi i filoso.fì. Bompiani, Milano, 1982.
S. Righini, A. Vannucci, Interroghiamo i filosofi, Canova, Padova, 2008.
I. McEwan «Vero per insufficienza di prove» in Il Sole 24 Ore, 18-01-2009.
T. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino, 2006.
K. R. Popper, Scienza e Filosofia, Einaudi, Torino, 2007.
K. R. Popper, Lo scopo della scienza, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, Il gioco della scienza, Armando, Roma, 1987.
K. R. Popper, La scienza e i suoi amici, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, La mia filosofia. Armando, Roma, 1987.
P. Rossi, La rivoluzione scientifica, Loescher, Torino, 1999."
Quando ho letto la rielaborazione di questa dissertazione, ho fatto la marcia a ritroso, rammentando decine, se non centinaia di libri letti-studiati sulla filosofia che non mi hanno chiarito nulla, anzi, destato scompiglio e altre domande ancora...
Ma mi hanno fatto preferire Locke e Berkeley, poi Nietzsche e Leopardi come asseritori della mia propria filosofia di vita...anche se Hawking mi attrae tantissimo /a proposito; sta molto male!/
Ora ho visto dei ragazzi come Dennis Faedi e Leonardo Nini a discutere via internet su come impostare la questione...ore e ore di dispute e correzioni. Chissà se oltre alla vincità di questo Forum tenutosi oggi a Faenza, chissà allora se gli ha chiarito qualche interrogativo o solamente sollevato altri infiniti perchè e percome?
Complimenti per la vincita ragazzi!!! Sia pur mancasse Kant e Leopardi.AUGURI PER IL FINALE!
Non si può filosofare sulla scienza!!!
Strada facendo, ad un certo punto, la parte della filosofia ch'era interessata ad analizzare la natura ha trovato un metodo migliore rispetto al precedente, e per quell'aspetto ha iniziato ad impiegarlo. /equazioni e misure/
Storicamente, è successo poi che i filosofi della natura, rinnegando le loro origini e, in qual modo, dimenticando le ragioni della loro indagine, avrebbero rinnegato la filosofia e sarebbero diventati così esclusivamente scienziati. Da un lato ciò è necessario perché l'attuale estensione del sapere richiede una notevole specializzazione ma, dall'altro, è assurdo se non addirittura grottesco tentare di ridurre la filosofia a ricerca scientifica; non lo è, e in ciò consiste il suo valore.
Scrive Nardelli:
"Le espressioni del pensiero di ogni tempo, dalla letteratura, alla filosofia, alla poesia, all'arte, alla religione si sono occupate in modi diversi dell’anima e della sua immortalità, cercando di configurare l'Eden. Soltanto la scienza, che si occupa di fenomeni e di realtà concrete, ritenendo questi temi e quest’Ente immaginario estranei alla propria investigazione, si è disinteressato di essi.
Ente, inteso come ideale, non è estraneo al pensiero scientifico che investiga il come, ma si pone innanzitutto il quesito del perché, ed in tal senso cerca il fine ossia l'ideale che governa il fenomenico.
Secondo i moderni filosofi della scienza il progresso scientifico si articola in due momenti: ipotesi e verifica, dove il primo contiene in sé i germi del perchè e quindi del finalismo, ossia dell'ideale.
Tutte le teorie filosofiche e matematiche consistono nella verifica della coerenza delle proprie argomentazioni con i loro postulati, generalmente numerosi, particolari e contingenti. Il merito di Galilei e quindi il successo della scienza è quello di aver identificato, nella verifica sperimentale, la validità stessa dell’unico postulato generale: le leggi della natura, quello che ha governato l’evoluzione dell’universo, ipotizzando, però, di conoscere tali leggi.
La cultura umanistica ha reso sterile ed astratta la sua indagine, perché in 3000 anni non ha modificato la qualità della vita dell’uomo, mentre la scienza, in mezzo secolo, fra l'altro, ne ha aumentato notevolmente la durata e migliorato la qualità.
L'elevato livello del pensiero scientifico, attestato dai continui e prodigiosi risultati supera, nei fatti, la discriminazione anacronistica galileiana fra cultura umanistica e quella razionale, che hanno oggi in comune l'ideale, ossia la ricerca del perché. E' bene quindi che la scienza raccolga il testimone dagli umanisti ed inizi ad occuparsi concretamente di settori culturali un tempo seguiti vagamente da altre espressioni del pensiero, avendo essa già superato, con l'elettrofisiologia cerebrale, la psiconeuroimmunologia, la fisica teorica e la meccanica quantistica, il confine che la separava dalla filosofia.
Virgilio, nel quarto libro delle Georgiche, descrive il comportamento delle api, come quello di tutti gli animali, il quale è perfettamente uguale a quello dei nostri giorni ed evidenzia, quindi l'assenza di evoluzione nel regno animale.
Al contrario, in particolare durante gli ultimi 2000 anni, la civiltà è progredita grazie alla trasmissione dell'informazione da una generazione a quelle successive, alla capacità di elaborazione dell'informazione e alla ricerca e scoperta della finalità del messaggio evolutivo.
Gli stessi fattori presiedono anche allo sviluppo del singolo uomo. Egli è, infatti, mosso dalle pulsioni del dominio dell'innato insieme a quelle del dominio dell'appreso, dalla capacità di elaborazione dell'informazione, la quale causa, a sua volta, l'estensione del dominio dell'appreso a spese di quello dell'innato e dall’intuizione di poter porsi un ideale, cioè di chiedersi il perché dell'evoluzione, che l'aiuta poi nella ricerca del come realizzarla.
Si cercherà qui di dimostrare che lo sviluppo ed il fine dell’uomo (il paradiso) sono la risultante del coordinamento dei tre fattori: informazione, elaborazione ed ideale. ..
Per concludere, vi consiglio la lettura di una lezione di filosofia:
LA BARBA DI PLATONE E I CONTI DI EINSTEIN
domenica 19 aprile 2009
Cry me a river, Susan Boyle, testo e video della canzone
Cry me a river
Now you say you’re lonely
You cry the whole night through
Well, you can cry me a river, cry me a river
I cried a river over you
Now you say you’re sorry
For bein’ so untrue
Well, you can cry me a river, cry me a river
I cried a river over you
You drove me, nearly drove me out of my head
While you never shed a tear
Remember, I remember all that you said
Told me love was too plebeian
Told me you were through with me and
Now you say you love me
Well, just to prove you do
Come on and cry me a river, cry me a river
I cried a river over you
I cried a river over you
I cried a river over you
I cried a river over you
Fiumi di lacrime
traduzione italiana hanna filo'faedi
Ora dici d'essere solo
Piangi la notte intera
Beh, puoi piangere fiumi di lacrime per me, fiumi di lacrime
io piangevo a dirotto per te
ora dici ti dispiace
sopratutto non è vero
Beh, puoi piangere fiumi di lacrime per me
io piangevo a dirotto per te
mi mandi, quasi mi mandi fuori testa
anche se hai mai versato una lacrima
ricordo, ricordo tutto ciò che dicevi
dicevi che amore era troppo triviale
mentre eri con me e
ora dici di amarmi
beh, tanto per mostrarlo
vai a piangere fiumi di lacrime, fiumi di lacrime.
anch'io piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
QUI I Dreamed a Dream,
testo e video della canzone
Now you say you’re lonely
You cry the whole night through
Well, you can cry me a river, cry me a river
I cried a river over you
Now you say you’re sorry
For bein’ so untrue
Well, you can cry me a river, cry me a river
I cried a river over you
You drove me, nearly drove me out of my head
While you never shed a tear
Remember, I remember all that you said
Told me love was too plebeian
Told me you were through with me and
Now you say you love me
Well, just to prove you do
Come on and cry me a river, cry me a river
I cried a river over you
I cried a river over you
I cried a river over you
I cried a river over you
Fiumi di lacrime
traduzione italiana hanna filo'faedi
Ora dici d'essere solo
Piangi la notte intera
Beh, puoi piangere fiumi di lacrime per me, fiumi di lacrime
io piangevo a dirotto per te
ora dici ti dispiace
sopratutto non è vero
Beh, puoi piangere fiumi di lacrime per me
io piangevo a dirotto per te
mi mandi, quasi mi mandi fuori testa
anche se hai mai versato una lacrima
ricordo, ricordo tutto ciò che dicevi
dicevi che amore era troppo triviale
mentre eri con me e
ora dici di amarmi
beh, tanto per mostrarlo
vai a piangere fiumi di lacrime, fiumi di lacrime.
anch'io piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
QUI I Dreamed a Dream,
testo e video della canzone
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