Clienti e dipendenti non dovrebbero accorgersi di nulla, ma la fusione della Cassa di Risparmio di Cesena con Unibanca garantirà un bel risparmio: dalle prime stime almeno 6 milioni di euro.
La fusione della holding con la banca controllata permetterà in primo luogo di aggirare le nuove norme sull'Iva volute dal ministro dell'Economia Tremonti: "Risparmieremo fino a due milioni di euro sui pagamenti Iva infragruppo - ha affermato in conferenza stampa il direttore generale di Unibanca e Crc Adriano Gentili - ed altri 8 o 900 mila euro sulla tassazione dei dividendi infragruppo".
Risparmi virtuali questi, dato che permettono di non pagare tasse di nuova introduzione. Diverso è il caso dei risparmi in strutture e servizi: "Il contratto di gestione del nostro servizio informatico è arrivato a scadenza - ha spiegato il presidente di Unibanca Germano Lucchi - così abbiamo colto l'occasione per cambiare fornitore di servizi, da Cedacli a Cse. In questo modo risparmieremo fino a 3 milioni di euro".
Bisogna mettere in conto poi le "poltrone" che salteranno nella fusione: ci sarà un solo Cda e un solo consiglio di revisori dei conti, con meno persone e meno riunioni. Unibanca al momento ha un consiglio d'amministrazione di 13 persone, la Cassa di Risparmio di Cesena di 9. Il numero dei nuovi amministratori non è stato ancora deciso ma oggi molto spesso la stessa persona siede in entrambi i Cda.
Con questa fusione però la Cassa di Risparmio di Cesena non torna all'antico, restando comunque una holding: "Manterremo il controllo della Banca di Romagna - ha spiegato Bruno Piraccini, presidente della Carisp - e questo ci permetterà di mantenere quel patrimonio di regole, impostazioni e sistemi organizzativi che
Unibanca ha saputo creare in dieci anni. Questa è una fusione che nasce dal basso: l'iniziativa è venuta dalla banca e le Fondazioni l'hanno sposata".
Il piano fusione e razionalizzazione dei costi messo a punto dal direttore Gentili, lodato dai vertici di Unibanca, non prevede tagli al personale, tanto che i sindacati non hanno mosso rilievi in merito. Diverso sarebbe stato il caso di una fusione con la Banca di Romagna, che avrebbe quanto meno comportato alcuni trasferimenti da Faenza e Lugo a Cesena.
Ridotti i costi e varato il piano industriale per i prossimi tre anni, la banca si prepara ad un aumento di capitale di 24,3 milioni di euro, con l'emissione di una nuova azione ogni 20 vecchie al prezzo di 18,50 euro contro un valore ad azione stimato in 19,35 euro. In questo modo sarà garantito lo sviluppo della banca, anche con l'apertura di nuovi sportelli, secondo le indicazioni del piano industriale triennale 2010-2012.
Michelangelo Bucci
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