martedì 21 aprile 2009

Vincitori al FORUM DELLA FILOSOFIA gli studenti della IV b, Liceo Scientifico M.Curie di Savignano

IL FORUM DELLA FILOSOFIA Anno Scolastico 2008/2009
Istituto Superiore "M Curie" - Savignano sul Rubicone (FC)
Referente: Prof. Sabrina Fattori
Classe partecipante al concorso: IV B (p.N.I.)
Relatori: Luca Astolfi e Leonardo Nini

De Scientiae ltineribus
Tutti gli uomini per natura tendono al sapere...
perché si sentono pieni di stupore e di meraviglia.

Sulla base di questo principio nel IV secolo a.C. Aristotele costruisce la sua Metafisica in quanto lo stupore e la meraviglia sono da sempre le radici della conoscenza. Sono questi i sentimenti che hanno spinto l'uomo ad interrogarsi sulla propria esistenza e sul proprio rapporto con il mondo circostante. Da qui nacque la filosofia: «fra tutte le scienze, (...) la più divina e la più degna di onore» .
All'epoca, infatti, si riteneva che la filosofia fosse l'unica forma di conoscenza in grado di raggiungere la Verità riconducendo "a sé tutte le altre forme del sapere. La filosofia e la scienza sono in questa prospettiva due facce della continua e inarrestabile ricerca della Verità.
Nell'età moderna la "rivoluzione scientifica" sembra però imporre un criterio di verità che, già professato dai grandi filosofi classici, era stato poi sepolto dall'ottuso dogmatismo degli epigoni. L'esigenza di sottoporre a esame critico ogni affermazione che ambisca a presentarsi come vera innalza la libertà di pensiero al rango di supremo valore intellettuale, mentre l'indagine razionale sui dati dell'esperienza diviene l'unica garanzia di una verità che si impone per la sua intrinseca evidenza e non per la coercizione di un potere oscurantista, interessato a servirsene per soggiogare gli intelletti e i corpi.
Ed è proprio in questo periodo che prendono forma due posizioni filosofiche che caratterizzeranno la conoscenza nel suo sviluppo temporale: empirismo e razionalismo. Gli empiristi a partire da Locke, Barkley e Hume ritengono che la conoscenza della realtà naturale si basi sull'esperienza sensibile, negando quindi l'esistenza di quelle idee innate tanto care a Platone, utilizzando un metodo induttivo sintetico. Al contrario, i razionalisti con Cartesio, Spinoza e Leibniz partono dal presupposto che la mente abbia in sé i fondamenti della verità delle idee, indipendentemente dall'esperienza utilizzando un metodo deduttivo analitico.
Galileo Galilei, da molti riconosciuto come il padre della scienza moderna, utilizzando entrambi gli approcci, indicò quello che tuttora è il metodo scientifico, ovvero la serie di processi che lo scienziato deve attuare per giungere alla formulazione di una legge scientifica necessariamente basata su sensate esperienze che si intrecciano con necessarie dimostrazioni, in cui l'induzione e la deduzione sono due momenti fondamentali per giungere alla conoscenza della realtà naturale.
Ma è lecito affermare che la scienza nacque nel Seicento?
Già Aristotele parlava di scienza, anche se con un significato ben diverso da quello attuale. Infatti la fisica in Aristotele era piuttosto una filosofia della natura. È interessante però notare come per il filosofo greco la conoscenza umana si basi sull'esperienza. Fin dalla nascita della filosofia è presente la ricerca di un principio o causa prima da cui deriva il mondo reale. Aristotele partì dalle osservazioni compiute per arrivare ad affermare l'esistenza di un qualcosa di metafisico, trascendente dalla realtà e da cui essa derivava il Motore Immobile.
La contrapposizione fra trascendente ed immanente si protrarrà durante tutto il medioevo assumendo accenti particolari nell'ambito della disputa filosofica sul rapporto fede-ragione. Fra i sostenitori delle ragioni della fede, Anselmo D'Aosta sostenne che per arrivare alla conoscenza fosse necessario partire da una fede cieca e incrollabile richiamandosi al pensiero platonico. Tommaso D'Aquino, schierandosi con gli aristotelici, sostenne invece la possibilità di ricercare nel mondo sensibile le prove dell'esistenza di Dio.
Il dualismo fede-ragione degenerò in un conflitto ben più drammatico di un semplice dibattito fra intellettuali: questo contrasto senza tempo ebbe infatti il suo spannung durante il secolo XVII a seguito della rivoluzione scientifica. L'epicentro di tale conflitto viene comunemente ricondotto al confronto fra la Chiesa e Galileo Galilei. Il famoso scienziato pisano fu perseguitato e costretto a rinunciare alle proprie teorie, o almeno alla veridicità di esse. Difatti, durante il processo inquisitorio, il cardinale Roberto Bellarmino inviò una missiva rassicurante a Papa Paolo V, con la quale veniva resa "innocua" la teoria di Galilei. Il cardinale sosteneva che il sistema copernicano, professato dallo studioso italiano, non fosse altro che una visione strumentale dell 'universo atta unicamente a semplificare i calcoli dei matematici in base alle osservazioni compiute, senza la pretesa di essere una descrizione reale del mondo. Ciò non era in contraddizione con le sacre scritture. In questo modo, dal filone teologico e metafisico si originò una corrente filosofica detta strumentalismo. Questa corrente di pensiero, "inaugurata" da Bellarmino e sostenuta da altri illustri filosofi come Osiander e il vescovo Berkeley, proponeva una visione della scienza, e in particolare della fisica, come "creatrice" di teorie e sistemi atti unicamente a semplificare calcoli matematici in rapporto alle osservazioni effettuate. Lo strumentalismo venne in seguito ostacolato dagli illuministi impegnati a combattere qualunque forma di dogmatismo che costringeva l'uomo a uno stato di "minorità intellettuale".
Lo strumentalismo secondo il filosofo Karl Popper ha comunque: «vinto la sua battaglia senza sparare un solo colpo. [...] Il punto di vista strumentalistico è diventato un dogma indiscusso». Dopo la comparsa, infatti, di teorie, come la relatività o la meccanica quantistica, che hanno letteralmente gettato al vento leggi che sembravano ormai indiscutibili, gran parte dei fisici ha abbracciato, forse come segno di resa di fronte alle nuove difficoltà, la teoria strumentalista. Ma quali conseguenze porterebbe con sé una vittoria totale dello strumentalismo? Non si rischierebbe forse di minare la scienza e la fisica, ma anche la stessa filosofia, dalle fondamenta? Se le parole di Popper corrispondessero alla realtà, ad oggi la massima aspirazione di uno scienziato dovrebbe essere quella di stabilire efficaci modelli matematici sulla base del mondo reale, senza alcuna speranza di poter comprendere appieno la realtà. Lo strumentalismo però non può e non deve diventare un dogma insuperabile. Lo stesso Popper si poneva in modo dialettico dinanzi alla diarchia strumentismo vs essenzialismo: «dovrò discutere e criticare due punti di vista della conoscenza umana: l'essenzialismo e lo strumentalismo, ad essi opporrò quello che chiamo "terzo punto di vista", cioè quello che rimane del punto di vista di Galileo».
Posto che lo scienziato e il filosofo cerchino fin dall'antichità una spiegazione del mondo fenomenico, non si può tuttavia dedurre, e qui seguiamo ancora una volta la teoria popperiana, che egli sia in grado di trovare suddetta spiegazione con la pretesa che essa sia certa o universale.
A questo proposito, Norberto Bobbio pensava che «per dare risposte globali bisognerebbe padroneggiare tutte le conoscenze particolari prodotte dalle ricerche scientifiche in questi ultimi 200 anni: (...) il che non è possibile ad alcuna mente umana per quanto possente [...] Oggi tanto più sappiamo, tanto meno sappiamo». Se dunque secoli fa poteva sembrare plausibile una risposta globale sulla Verità data dalla filosofia razionalistica e metafisica, ad oggi queste risposte appaiono sempre meno realistiche poiché si mostra sempre più evidente che sia impossibile a qualunque uomo la conoscenza totale. E nemmeno l'opera di generazioni e generazioni di scienziati può darci la certezza su qualunque teoria fisica, poiché «guai a noi se aspettassimo una risposta definitiva dalla scienza: si ricadrebbe nello scientismo di tipo positivistico con conseguenze (...) come l'universo tecnocratico» .
La scienza però, forte del carattere complementare delle sue numerose branche ognuna finalizzata allo studio di un diverso aspetto della stessa realtà, si è conquistata il primato su altre forme di conoscenza di tipo metafisico e teologico che l'hanno preceduta. La scienza è considerata affidabile in quanto capace di autocorreggersi e di «procedere per funerali» in modo da risultatare priva di contraddizioni e mai definitiva. La conoscenza però essendo composita non può essere esaurita del tutto e vi sono aspetti di questa che evidenziano come la scienza sia limitata e impossibilitata a cogliere le varie sfaccettature. Questo in quanto la scienza non è applicabile alla dimensione interiore dell'uomo e non è in grado di emularla (basti pensare, per esempio, ai risultati insoddisfacenti delle ricerche svolte nel campo dell'intelligenza artificiale). Ma l'uomo può, anzi deve, conoscere se stesso e spingersi oltre a ciò che lo circonda, per non perdere la propria identità in una società tecnologizzata, servendosi non solo della scienza quindi ma soprattutto della filosofia. Poiché la scienza come la conoscenza storica si limitano allo studio, rispettivamente, della realtà apparente e degli avvenimenti storici, si può quindi dedurre che è possibile raggiungere una conoscenza umanamente completa solo grazie alla filosofia, poichè è questa che studia ciò che risiede oltre la fenomenicità percorrendo la via logico-trascendentale fino a giungere ad una elaborazione etica­.
Ma la filosofia, come si è già affermato, e con essa la scienza, nascono dalla stupore a dalla conseguente ricerca della verità, una ricerca che probabilmente non arriverà mai al suo compimento, ma che tuttavia merita di essere intrapresa: «non sono alla portata della mente umana le grandi risposte, Tali sono soltanto le grandi domande»'. Ed è proprio da queste
domande che nasce guella ricerca della Verità di cui si è lungamente discusso. La filosofia deve costantemente tenere vive queste domande, deve indurre l'uomo a non accettare ciecamente alcuna teoria, a non porre limiti alla sua capacità critica, ma a sottoporre ogni ipotesi al "vaglio della ragione" .
È compito della filosofia dunque ricordare sempre all'umanità che non ha raggiunto il suo punto di arrivo, che non ha raggiunto la piena conoscenza, ma che è necessario continuare a sperare, a sognare, qualcosa di più grande: «nessuna strada ha mai condotto nessuna carovana a raggiungere il suo miraggio, ma solo i miraggi hanno messo in moto le carovane». Questa citazione di Henry Desroche può riassumere metaforicamente il concetto in quanto nessuna forma di sapere ha mai portato l'uomo e probabilmente mai lo porterà alla verità assoluta. Ma è sulla strada della verità che l'uomo è cresciuto e si è evoluto.


Riferimenti bibliografici

N. Abbagnano, Dizionario di Filosqfìa (la voce) Conoscenza, scienza e nuova scienza, Utet,Torino,2001.
E. Agazzi, Le rivoluzioni scientifiche, Homo Sapiens, Novara, 2008.
Aristotele, Metafisica, (traduzione di) G. Reale, Rusconi, Milano, 1978.
M. Baldini, Gli scienziati e i filosofi del '600, Aremando, Roma, 2001.
N. Bobbio, Che cosa fanno oggi i filoso.fì. Bompiani, Milano, 1982.
S. Righini, A. Vannucci, Interroghiamo i filosofi, Canova, Padova, 2008.
I. McEwan «Vero per insufficienza di prove» in Il Sole 24 Ore, 18-01-2009.
T. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino, 2006.
K. R. Popper, Scienza e Filosofia, Einaudi, Torino, 2007.
K. R. Popper, Lo scopo della scienza, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, Il gioco della scienza, Armando, Roma, 1987.
K. R. Popper, La scienza e i suoi amici, Armando, Roma, 2000.
K. R. Popper, La mia filosofia. Armando, Roma, 1987.
P. Rossi, La rivoluzione scientifica, Loescher, Torino, 1999."

Quando ho letto la rielaborazione di questa dissertazione, ho fatto la marcia a ritroso, rammentando decine, se non centinaia di libri letti-studiati sulla filosofia che non mi hanno chiarito nulla, anzi, destato scompiglio e altre domande ancora...
Ma mi hanno fatto preferire Locke e Berkeley, poi Nietzsche e Leopardi come asseritori della mia propria filosofia di vita...anche se Hawking mi attrae tantissimo /a proposito; sta molto male!/
Ora ho visto dei ragazzi come Dennis Faedi e Leonardo Nini a discutere via internet su come impostare la questione...ore e ore di dispute e correzioni. Chissà se oltre alla vincità di questo Forum tenutosi oggi a Faenza, chissà allora se gli ha chiarito qualche interrogativo o solamente sollevato altri infiniti perchè e percome?

Complimenti per la vincita ragazzi!!! Sia pur mancasse Kant e Leopardi.
AUGURI PER IL FINALE!
Non si può filosofare sulla scienza!!!

Strada facendo, ad un certo punto, la parte della filosofia ch'era interessata ad analizzare la natura ha trovato un metodo migliore rispetto al precedente, e per quell'aspetto ha iniziato ad impiegarlo. /equazioni e misure/
Storicamente, è successo poi che i filosofi della natura, rinnegando le loro origini e, in qual modo, dimenticando le ragioni della loro indagine, avrebbero rinnegato la filosofia e sarebbero diventati così esclusivamente scienziati. Da un lato ciò è necessario perché l'attuale estensione del sapere richiede una notevole specializzazione ma, dall'altro, è assurdo se non addirittura grottesco tentare di ridurre la filosofia a ricerca scientifica; non lo è, e in ciò consiste il suo valore.

Scrive Nardelli:
"Le espressioni del pensiero di ogni tempo, dalla letteratura, alla filosofia, alla poesia, all'arte, alla religione si sono occupate in modi diversi dell’anima e della sua immortalità, cercando di configurare l'Eden. Soltanto la scienza, che si occupa di fenomeni e di realtà concrete, ritenendo questi temi e quest’Ente immaginario estranei alla propria investigazione, si è disinteressato di essi.
Ente, inteso come ideale, non è estraneo al pensiero scientifico che investiga il come, ma si pone innanzitutto il quesito del perché, ed in tal senso cerca il fine ossia l'ideale che governa il fenomenico.
Secondo i moderni filosofi della scienza il progresso scientifico si articola in due momenti: ipotesi e verifica, dove il primo contiene in sé i germi del perchè e quindi del finalismo, ossia dell'ideale.
Tutte le teorie filosofiche e matematiche consistono nella verifica della coerenza delle proprie argomentazioni con i loro postulati, generalmente numerosi, particolari e contingenti. Il merito di Galilei e quindi il successo della scienza è quello di aver identificato, nella verifica sperimentale, la validità stessa dell’unico postulato generale: le leggi della natura, quello che ha governato l’evoluzione dell’universo, ipotizzando, però, di conoscere tali leggi.
La cultura umanistica ha reso sterile ed astratta la sua indagine, perché in 3000 anni non ha modificato la qualità della vita dell’uomo, mentre la scienza, in mezzo secolo, fra l'altro, ne ha aumentato notevolmente la durata e migliorato la qualità.
L'elevato livello del pensiero scientifico, attestato dai continui e prodigiosi risultati supera, nei fatti, la discriminazione anacronistica galileiana fra cultura umanistica e quella razionale, che hanno oggi in comune l'ideale, ossia la ricerca del perché. E' bene quindi che la scienza raccolga il testimone dagli umanisti ed inizi ad occuparsi concretamente di settori culturali un tempo seguiti vagamente da altre espressioni del pensiero, avendo essa già superato, con l'elettrofisiologia cerebrale, la psiconeuroimmunologia, la fisica teorica e la meccanica quantistica, il confine che la separava dalla filosofia.
Virgilio, nel quarto libro delle Georgiche, descrive il comportamento delle api, come quello di tutti gli animali, il quale è perfettamente uguale a quello dei nostri giorni ed evidenzia, quindi l'assenza di evoluzione nel regno animale.
Al contrario, in particolare durante gli ultimi 2000 anni, la civiltà è progredita grazie alla trasmissione dell'informazione da una generazione a quelle successive, alla capacità di elaborazione dell'informazione e alla ricerca e scoperta della finalità del messaggio evolutivo.
Gli stessi fattori presiedono anche allo sviluppo del singolo uomo. Egli è, infatti, mosso dalle pulsioni del dominio dell'innato insieme a quelle del dominio dell'appreso, dalla capacità di elaborazione dell'informazione, la quale causa, a sua volta, l'estensione del dominio dell'appreso a spese di quello dell'innato e dall’intuizione di poter porsi un ideale, cioè di chiedersi il perché dell'evoluzione, che l'aiuta poi nella ricerca del come realizzarla.
Si cercherà qui di dimostrare che lo sviluppo ed il fine dell’uomo (il paradiso) sono la risultante del coordinamento dei tre fattori: informazione, elaborazione ed ideale. ..


Per concludere, vi consiglio la lettura di una lezione di filosofia:
LA BARBA DI PLATONE E I CONTI DI EINSTEIN

domenica 19 aprile 2009

Cry me a river, Susan Boyle, testo e video della canzone

Cry me a river

Now you say you’re lonely
You cry the whole night through
Well, you can cry me a river, cry me a river
I cried a river over you

Now you say you’re sorry
For bein’ so untrue
Well, you can cry me a river, cry me a river
I cried a river over you

You drove me, nearly drove me out of my head
While you never shed a tear
Remember, I remember all that you said
Told me love was too plebeian
Told me you were through with me and
Now you say you love me
Well, just to prove you do
Come on and cry me a river, cry me a river
I cried a river over you
I cried a river over you
I cried a river over you
I cried a river over you

Fiumi di lacrime
traduzione italiana hanna filo'faedi

Ora dici d'essere solo
Piangi la notte intera
Beh, puoi piangere fiumi di lacrime per me, fiumi di lacrime
io piangevo a dirotto per te

ora dici ti dispiace
sopratutto non è vero
Beh, puoi piangere fiumi di lacrime per me
io piangevo a dirotto per te

mi mandi, quasi mi mandi fuori testa
anche se hai mai versato una lacrima
ricordo, ricordo tutto ciò che dicevi
dicevi che amore era troppo triviale
mentre eri con me e
ora dici di amarmi
beh, tanto per mostrarlo
vai a piangere fiumi di lacrime, fiumi di lacrime.
anch'io piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te
piangevo a dirotto per te

QUI I Dreamed a Dream,
testo e video della canzone


Settecentesca Villa Bilancioni ora e' di Zanotti

Era rimasto l'uni­co edificio a Savigna­no che portava i se­gni della guerra. Ora stanno per scomparire: parlia­mo dell'ex villa Bilancioni lungo la via Emilia. Il complesso settecentesco sta tor­nando all'antico splendo­re~ Nel 2001 venne acqui­stata da una delle società immobiliari che fanno capo a Giuseppe Zanotti fa­moso designer calzaturiero e dalla moglie Cinzia Casadei /la figlia d'altro modaiolo delle scarpe/
La villa che si trova in corso Perticari confina con l'istituto educativo Merlara, l'ospedale Santa Co­lomba e la via Emilia. La villa ha anche un parco di 5 mila metri quadrati, disabitata da decenni, era stata venduta nel 1998 dagli eredi di Alberto Bilancioni all'impren­ditore bellariese Marco Vasini. Poi l'acquisto da parte dei coniugi Zanotti e la ristrutturazione.
E' lo stesso Giuseppe Zanotti che rac­conta: «Ho realizzato il mio sogno d'acquistarla nel 2001 e da anni sono in corso i lavori di ristrutturazione. L'ex Villa Bilancioni da un anno è diventata l'abitazione della nostra famiglia. Nel tempo potrebbe diventare quella casa-studio ipotiz­zata già 20 anni fa». Come ha eseguito la ri­strutturazione?
"Abbiamo prima consoli­dato le strutture del corpo centrale della villa che è di circa 900 metri quadrati. Poi c'erano i vecchi granai e le antiche stalle con una superficie di circa 600 me­tri quadrati. La villa è ri­masta con le sue caratteristiche originali. Abbiamo demolito alcune parti accessorie costruite nel dopo­guerra per mantenere l'originaria struttura settecen­tesca. Prima di tutto il parco è stato ripulito e conser­vati gli alberi secolari. Corso Perticari a Savignano è uno dei più belli della Romagna. I lavori attuali riguardano una ristrutturazione conservativa in quanto i solai erano distrutti e il tetto era compromesso. Si rischiava il deperimento totale. Successivamente met­teremo mani all'interno dove forse trasferirò il mio studio o creerò uno spazio polivalente. E' stato emozionante in questi gior­ni il ritrovamento di schegge e resti di granate nei buchi dei muri perimetrali dei granai e delle stalle".
Ennanno Pasolini

sabato 18 aprile 2009

Carnevale dei bambini a Gambettola, carri mascherati

IL CARNEVALE 2009 di Gambettola guarda ai bambini.
In programma il Lunedì di Pasqua 13 e la domenica, 19 Aprile. Organizzatori fanno sapere che in caso di pioggia la manifestazione verrà rinviata al sabato 25 Aprile
«Abbiamo voluto – ha detto neo-presidente del gruppo "Gambettola Eventi" Davide Ricci – dare una nuova immagine al nostro carnevale, non più le veline televisive e neppure i personaggi del “Grande Fratello”, abbiamo invece puntato sui bambini, (fino ai 14 anni non pagheranno il biglietto) e nei cartelloni della pubblicità abbiamo messo le facce dei gambettolesi».
Il sindaco Jader Garavina ha aggiunto: «Abbiamo dato alla nuova associazione obiettivi diversi e un programma triennale che porterà alla crescita del carnevale».
Davide Ricci e Fabrizio Albertini (associazione albergatori) hanno confermato la trasferta estiva dei carri mascherati sul lungomare di Cesenatico, con l’intenzione è di mostrarla anche nella zona di Ponente il 25 luglio.
I carri mascherati sono 9 di cui 4 in concorso per l’aggiudicazione del trofeo miglior carro 2009: “Madagascar 2” del gruppo Asd Bar Malatesta, “Bolt” de I ribelli, “Kung Fu Panda” degli Amici della scuola, “Adamo ed Eva” dei Giovani boys, poi arriva nche il carro "I Flinstones" costruito dai Ragazzi di Bellaria Monte assente nella sfilata di Pasquetta.

domenica 12 aprile 2009

Festa parrocchiale dello sport a Gatteo

Nel cortile della chiesa San Lorenzo a Gatteo, piastrellata e allestita all'uso ricreativo si inizia organizzare qualche festa sportiva, competizioni e gare. Sono stati spesi tantissimi soldi, raccolti sopratutto dai ragazzi della VAR per la vendita di giornalino della parrocchia, i soldi investiti nel selciato, le porte di calcetto e il biliardino.
Questo mese, il giorno 19, domenica, si cercherà di fruttare questo investimento organizzando "Festa Parrocchiale dello Sport" in collaborazione con la BCC di Gatteo.
In caso di pioggia sara rimandata a sabato, 2 Maggio.


programma e gare festa dello sport a gatteo

venerdì 10 aprile 2009

Funerali di stato per le vittime del terremoto d'Abruzzo, youtube

Circa 5 mila persone hanno partecipato stamane all'Aquila ai funerali delle vittime del sisma, che ha colpito l'Abruzzo. 205 le bare allineate, 20 bianche per i bambini. Presenti le massime cariche dello Stato, dal Presidente Napolitano al premier Berlusconi che ha scelto di sedere tra i parenti delle vittime. In tutta Italia proclamato il lutto nazionale.

Maestosi. Festivi e celebratissimi.
Le vittime non potevano nemmeno immaginare tanto sfarzo.
Le famiglie consolate da tutta Italia e mondo.
Compartecipazione. Coinvolgimento collettivo.
Noi tutti siamo con loro. Soffrono.
Hanno perso qualcuno o qualcosa ma salvato la vita.
Alla fine tutti dobbiamo morire.
Sarà la loro sofferenza superiore a sofferenza della madre di San Mauro Pascoli?
La madre che settimana scorsa ha perso il figlio diciassettenne in un incidente di moto.
Niente funerali di stato.

mercoledì 8 aprile 2009

Pasqua, Wikipedia e Youtube

La Pasqua cristiana è in stretta relazione con quella ebraica, chiamata Pesach e celebra essenzialmente la liberazione degli Ebrei dall'Egitto grazie a Mosè. La parola ebraica Pesach significa passare oltre, tralasciare, e deriva dal racconto della Decima Piaga, in cui l'Angelo sterminatore, o angelo della Morte, vide il sangue dell'agnello del Pesach sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", uccidendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio primogenito del faraone. La Pasqua con il Cristianesimo ha modificato il suo significato originario, venendo a connotare un passaggio, ovvero:

* passaggio da morte a vita per Gesù Cristo;
* passaggio a vita nuova per i cristiani (in particolare per quelli che, nella Veglia Pasquale, ricevono il battesimo).

Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione, dalla schiavitù d'Egitto.

lunedì 6 aprile 2009

Terremoto Aquila, Abruzzo, Youtube

Il sisma, di magnitudo 6,3 Richter, ha colpito la zona intorno al capoluogo abruzzese stanotte alle 3.32. La scossa avvertita con forza anche nella capitale.
Io già ieri sera verso le 22.30 ho sentito scuotere pericolosamente la mia scrivania con il pc, la tastiera mi sfuggiva dalle mani! E' saltata la linea e sullo schermo del computer accadevano strane cose, mi pareva una aggressione da virus. E sono a Gatteo, prov. FC, Romagna.
Invece l'epicentro si è verificato a 95 chilometri da Roma.
Decine di morti nei paesi. Lesionati anche edifici in cemento armato. All'Aquila crolla una parte della casa dello studente. Convocato il comitato operativo della protezione civile.
Sarà dichiarato lo stato d'emergenza.



BERLUSCONI, FONDI GIA' PRONTI PER STATO EMERGENZA
Bertolaso potra' disporre "di tutti i fondi messi a disposizione". Lo ha detto da Arcore in diretta televisiva su Sky il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in partenza per Mosca, confermando la firma del decreto per lo Stato d'emergenza nazionale.
E' cinico dirlo, ma a sentire delle voci in TV secondo la dottrina: "ogni male porti bene", terremoti e guerre stimolano l'economia e la ripresa.
ALTRI VIDEO E NOTIZIE
IN DIRETTA:

Mercoledì, 8.04.2009

È di 272 i morti accertati fino a questo momento. A riferirlo i carabinieri, secondo i quali sei corpi sono in via di identificazione (16 i bambini), 20-30 dispersi, un migliaio i feriti, 27-28mila senza casa. Fino a Pasqua continuerà incessante, 24 ore su 24, l'attività di ricerca dei superstiti e di recupero di chi ha perso la vita sotto le macerie", ha garantito il ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
Sarà il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone a celebrare insieme a mons.Molinari, arcivescovo dell'Aquila, venerdì prossimo alle 11 nella caserma della Guardia di finanza i funerali delle vittime del terremoto. Lo ha annunciato il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi: è stato infatti concesso un indulto speciale per derogare alla norma che stabilisce che il venerdì santo i cattolici non celebrino l'eucaristia.
All'Aquila è tornato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, giovedì sarà la volta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mentre è ancora da fissare la data della visita di Benedetto XVI, annunciata stamane dallo stesso Papa Ratzinger. "Saranno tempi brevi ma non imminenti", ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Dall'inizio del terremoto a oggi - rende noto la Protezione civile - sono state registrate più di 350 scosse, più di 180 delle quali nella sola giornata di martedì. Una sessantina delle scosse ha avuto una magnitudo superiore a 3.0

Martedí 07.04.2009

18:10 Il bilancio si aggrava. Sono 228 i morti accertati nel terremoto che ha devastato l'Abruzzo la notte tra domenica e lunedì. La fonte è la Protezione civile locale che parla anche di oltre 1.500 feriti ricoverati in diversi ospedali abruzzesi ed anche a Roma. Gli sfollati sono complessivamente 17.000, di cui 10.000 a L'Aquila e 7.120 nella provincia.

Sarà attivato un conto corrente unico nazionale e altri conti regionali che poi confluiranno nel conto unico per gli aiuti economici da cittadini e imprese. E' quanto è stato deciso nella riunione tra Governo-regioni e autonomie locali sul sisma in Abruzzo.

19:47. NUOVA FORTISSIMA SCOSSA DI TERREMOTO.
E' stata di magnitudo 5.7 della scala Richter la nuova violentissima scossa di terremoto avvertita alle 19,47 nel territorio de L'Aquila e distintamente anche a Roma e in tutto il Lazio e nelle Marche. Da rilevare che la magnitudo di questa ultima scossa è simile a quella che ha portato distruzione e morte nella notte tra domenica e lunedì. Quest'ultimo terremoto ha determinato il crollo di ulteriori porzioni di fabbricati sia pubblici che privati già pericolanti in particolare nelle frazioni di Picenze, Petogna e Villa di Barisciano dove si sono viste nuvole di polvere levarsi dai paesi.

Lunedí 06.04.2009

15:29 Dopo il sisma, 5.000 animali domestici vagano per le strade
Secondo l'Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa)sarebbero almeno 5mila gli animali domestici che in Abruzzo vagano per le strade dei paesi colpiti dal sisma

15:23 Sospese le gare del Torneo delle Regioni
La FIGC e LEGA DILETTANTI hanno deciso di sospendere le gare del Torneo delle Regioni in corso in Abruzzo

15:18 Domani riaperta A24 per le auto
Già domani dovrebbe essere riaperta l'autostrada A24 solo alle auto. Resta vietata ancora per i mezzi pesanti. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. La linea ferroviaria Terni-L'Aquila non ha subito danni

15:09 Primi arresti per sciacallaggio a L'Aquila
"Primi arresti per sciacallaggio all'Aquila. Sono stati sorpresi mentre rubavano nelle case che erano state lasciate vuote". Lo ha riferito il capo della Polizia Antonio Manganellisorpresi mentre rubavano nelle case che erano state lasciate vuote"

15:06 Salva una ragazza di 21 anni. Applausi ai soccorritori
Una ragazza di 21 anni è stata estratta viva dalle macerie dello stabile distrutto in via XX Settembre all'Aquila. La folla ha applaudito i soccorritori. Si sta procedendo all'estrazione di un'altra persona, una donna anziana

15:05 Bertolaso: "Il sisma non è esteso ma molto dannoso"
15:04 Lieve scossa durante conferenza stampa Berlusconi

Una lieve scossa di terremoto è stata avvertita mentre il presidente del consiglio Silvio Berlusconi era impegnato in conferenza stampa nella caserma della Guardia di finanza di Coppito, nei pressi de L'aquila

14:59 Berlusconi: "Ora bisogna reagire senza polemiche"

14:58 Berlusconi: "Gli acquedotti funzionano. L'acqua è fruibile"

14:56 Berlusconi: "Non si possono prevenire i terremoti"
Berlusconi sulla polemica dell'allarme preannunciato e inascoltato, la riunione nei giorni scorsi a L'Aquila della Commissione nazionale grandi rischi ha detto: "Non ci sono basi scientifiche per prevenire i terremoti"

14:53 Berlusconi: "Il governo ha fondi necessari"
Berlusconi ha detto: "Il governo ha fondi necessari per affrontare questo dramma"

14:52 Berlusconi: "Disponibili 16-20.000 posti letto per gli sfollati"

Berlusconi ha detto: "Oltre 4.000 posti letto resi disponibili in alberghi per gli sfollati, e 2.000 tende già pronte capaci di ospitare fino a 10 persone ciascuna. Disponibili quindi 16-20 posti letto"
14:49 Berlusconi: "Circa 1.500 feriti"
14:48 Berlusconi: "Tra il 9° e il 10° scala Mercalli"
14:46 Berlusconi: "Cinquemila gli operatori all'opera"
14:45 Berlusconi: "Venti secondi di scossa"
14:43 Calvi, commissione Grandi rischi: "Presto tutto sarà dimenticato"

Gian Michele Calvi, presidente della Fondazione Eucentre di Pavia e membro Commissione Grandi Rischi, ha detto: "E' importante la prevenzione. Solo così si potranno ridurre gli effetti di tali tragedie, ma sembra che ancora non importi a nessuno. Tra qualche mese ci saremmo dimenticati di tutto finché purtroppo non ci sarà un'altra tragedia a ricordarci che se non investiamo nella messa in sicurezza degli edifici preesistenti"
14:36 Studente salvo grazie ad una telefonata da sotto le macerie

Uno studente ventenne di Fermo, rimasto sotto le macerie della Casa dello studente a L'Aquila, si è salvato grazie ad una telefonata. E' riuscito a chiamare con il cellulare alla sorella e ad indirizzare i soccorritori. Così è stato estratto ancora vivo dalle macerie
14:33 Soccorritori: "I morti sono 92"

Fonti dei soccorritori parlano di 92 morti accertati
14:30 Onna: "Le stime parlano di 50 morti su 400 abitanti"

Ad Onna, frazione de L'Aquila, secondo una stime dei soccorritori le vittime potrebbero essere 50 su una popolazione di 400 persone
14:26 Presidente Provincia Aquila attacca Bertolaso: "Allarme sottovalutato"

Presidente provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane ha attaccato il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso: "Era una tragedia annunciata. L'allarme dei giorni scorsi è stato sottovalutato"
14:15 Aquila, sotto la Casa dello studente ancora 7-8 studenti

Sono 7 o 8 gli studenti universitari ancora sotto le macerie della Casa dello studente de L'Aquila. Lo ha detto uno studente scampato al crollo
13:52 Maroni: "Almeno 70 morti"

Il ministro dell'Interno Maroni ha detto di temere che il numero dei morti alla fine sarà tra le 100-150 persone. Finora ci sarebbero almeno 70 vittime. "Ma l'importante - aggiunge - è continuare a scavare, scavare, scavare"
13:48 Fini: "Solidarietà ai parenti delle vittime"

Il presidente della Camera Gianfranco Fini esprime solidarietà ai parenti delle vittime . La Camera osserva un minuto di silenzio ad inizio lavori
13:46 Inagibili il 50% delle case all'Aquila

Il 50% delle case dell'Aquila non sono agibili. Lo ha detto il responsabile locale dei Vigili del Fuoco
13:41 Un ferito in volo verso Roma

In arrivo all'ospedale San Camillo di Roma con un elisoccorso decollato dall'Aquila un 19enne ferito durante il terremoto di stanotte in Abruzzo. A quanto si apprende si tratta di un politraumatizzato e trasportato in codice rosso
13:40 Berlusconi in elicottero sorvola le zone colpite dal terremoto

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è all'Aquila. In elicottero sta sorvolando le zone colpite dal sisma
13:34 Registrate 200 scosse di assestamento

Dalla prima scossa distruttiva di questa notte, registrate 200 scosse di assestamento
13:30 Onna rasa al suolo. Sette vittime tra cui una bimba di otto mesi

Onna è un paesaggio spettrale. Sinora sette i corpi senza vita estratti dalle rovine . Tra i morti anche una bimba di otto mesi e pare anche un altro bambino. Le vittime sono allineate sotto un albero. Sorvolano la zona due elicotteri, uno della Protezione Civile e un altro dei Vigili del Fiuoco. Arrivato un plotone dell'esercito armato di picconi per aiutare negli scavi. All'opera unità cinofile per la ricerca tra le macerie degli eventuali sopravvissuti
13:16 Roma, danni alle Terme di Caracalla. Inagile una scuola

A Roma, la scossa di terremoto ha provocato danni anche alle Terme di Caracalla. Inagibile l'istituto scolastico Figlie della Sacra Famiglia in viale della Primavera 43
13:12 Danni gravissimi alla cattedrale dell'Aquila

13:06 Obama invia condoglianze

Il presidente degli Usa Barack Obama ha inviato le sue condoglianze alle famiglie italiane colpite dal terremoto
12:56 Dall'Enel 30 gruppi elettrogeni

Enel ha messo a disposizione i primi 30 gruppi elettrogeni in grado di alimentare una tendopoli per 10.000 persone
12:51 Elenco ambulatori nel Lazio dove donare il sangue

Elenco degli ambulatori nel Lazio dove si puiò donare il sangue. Policlinico Umberto I; ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli; ospedale Sandro Pertini; Policlinico Tor Vergata; ospedale San Giovanni Evangelista Tivoli; ospedale Delfino Parodi Colleferro; San Giovanni Addolorata; Cto; ospedale S. Eugenio; ospedale civile di Velletri; ospedale civile di Frascati; ospedale civile di Anzio/Nettuno; San Camillo Forlanini; ospedale Grassi di Ostia; ospedale Pediatrico Bambino Gesù; I.F.O; San Filippo Neri; ospedale S. Andrea; ospedale San Pietro FBF; ospedale S. Spirito; ospedale civile San Paolo di Civitavecchia; policlinico Gemelli; ospedale degli Infermi di Viterbo; ospedale Civile di Rieti; centro trasfusionale di Frosinone; ospedale S.S. Trinità di Sora; ospedale S.M. Goretti di Latina; presidio ospedaliero di Formia

sabato 4 aprile 2009

Dei delitti e delle pene, Cesare Beccaria, compito di filosofia al Liceo Scientifico M.Curie

A proposito dei dibattiti ultimamente insistenti sulla scena mondiale, tra abolizione della pena di morte in Nuovo Messico, voci di Amnesty e l'ultima relazione di BARNABA MAJ /Università di Bologna/ tenutasi al Liceo M.Curie in preparazione all'Esame di Stato, intitolata: I luoghi e i tempi dell'attesa
Condanna a morte ed esperienza della morte nella vita e opera di F.M. Dostoevskij, propongo un compito di filosofia di:

Alunno: Dennis Faedi Classe: IV B

Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene, La Spiga, Milano, 2001

Legge


«Tre sono le sorgenti dalle quali derivano i principii morali e politici, regolatori degli uomini: la rivelazione, la legge naturale, le convenzioni fattizie della società. Non vi è paragone tra la prima e le altre per rapporto al principale di lei fine: ma si assomigliano in questo, che conducono tutte e tre alla felicità di questa vita mortale».1

«Le leggi sono le condizioni, colle quali uomini indipendenti ed isolati si unirono in società, stanchi di vivere in un continuo stato di guerra, e di godere una libertà resa inutile dall'incertezza di conservarla. Essi ne sacrificarono una parte per goderne il restante con sicurezza e tranquillità».2

«(...) le sole leggi possono decretare le pene su i delitti».3

«Non v'è cosa più pericolosa di quell'assioma comune che bisogna consultare lo spirito della legge».4

«Se l'interpretazione delle leggi è un male, egli è evidente esserne un altro l'oscurità che trascina seco necessariamente l'interpretazione [...] Da ciò veggiamo quanto sia utile la stampa che rende il pubblico, e non alcuni pochi, depositario delle sante leggi».5

«la ragione (...) dichiara inutili, e per conseguenza dannose, tutte le leggi che si oppongono ai naturali sentimenti dell'uomo»6

«Quali sono le vere e le più utili leggi? Quei patti e quelle condizioni che tutti vorrebbono osservare e proporre, mentre tace la voce, sempre ascoltata, dell'interesse privato, o si combina con quella del pubblico»7

«Siano (...) inesorabili le leggi»8

«[le] leggi (...) considerano tutti i sudditi come egualmente dipendenti da esse»9

«Se i censori, e in genere i magistrati arbitrarii, sono necessarii in qualche governo, ciò nasce dalla debolezza della sua costituzione, e non dalla natura di governo bene organizzato»10

«la legge che imprigiona i sudditi nel loro paese, è inutile ed ingiusta»11

Delitto

«[i] delitti (...) per meritar pena debbono essere certi»12

«la vera misura dei delitti (...) [è] il danno della società»13

«Alcuni delitti distruggono immediatamente la società, o chi la rappresenta, alcuni offendono la privata sicurezza di un cittadino nella vita, nei beni, o nell'onore, alcuni altri sono azioni contrarie a ciò che ciascuno è obbligato di fare o non fare in vista del ben pubblico.
Qualunque azione non compresa tra i due, sovraccennati limiti, non può essere chiamata delitto»14

«gli uomini non rischiano a proporzione del vantaggio che l'esito felice dell'impresa produrrebbe»15

«le distinzioni di grave e leggiero debbon fissarsi dalla cieca ed imparzial legge, non dalla pericolosa ed arbitraria prudenza dei giudici. Le fissazioni dei limiti sono così necessarie nella politica, come nella matematica, tanto nella misura del ben pubblico, quanto nella misura delle grandezze»16

Processo/prescrizione

«è necessario concedere al reo il tempo e i mezzi opportuni per giustificarsi»17

Tortura

«Le nostre leggi proscrivono le interrogazioni che chiamansi suggestive in un processo (...) è rimarcabile la contraddizione delle leggi, che unitamente a tale consuetudine autorizzano la tortura»18

«Una crudeltà, consacrata dall'uso della maggior parte delle nazioni, è la tortura del reo mentre si forma un processo»19

«l'impressione del dolore può crescere al segno che, occupandola tutta [la volontà], non lasci altra libertà al torturato, che di scegliere la strada più corta per il momento presente, onde sottrarsi alla pena[...]Questo è il mezzo sicuro di assolvere i robusti scellerati, e di condannare i deboli innocenti»20

Misfatto/Pena

«la prontezza delle pene è più utile, perché quanto è minore la distanza del tempo che passa tra la pena ed il misfatto, tanto è più forte e più durevole nell'animo umano l'associazione di queste due idee, delitto e pena»21

«Un (...) principio serve mirabilmente a stringere sempre più l'importante connessione tra 'l misfatto e la pena; cioè, che questa sia conforme, quanto più si possa, alla natura del delitto»22

«più forti debbono essere gli ostacoli, che risospingono gli uomini dai delitti, a misura che sono contrari al ben pubblico, ed a misura delle spinte che ve li portano. Dunque vi deve essere proporzione fra i delitti e le pene»23

Pena

«Vi volevano de' motivi sensibili, che bastassero a distogliere il dispotico animo di ciascun uomo dal risommergere nell'antico caos le leggi della società. Questi motivi sensibili sono le pene stabilite contro agl'infrattori delle leggi»24

«una pena, accresciuta al di là del limite fissato dalle leggi, è la pena giusta, più un altra pena»25

«non v'ha dubbio che l'ignoranza e l'incertezza delle pene aiutino l'eloquenza delle passioni»26

«Io non trovo eccezione alcuna a quest'assioma generale: che ogni cittadino deve sapere quando sia reo o quando sia innocente»27

«Qual'è il fine politico delle pene? Il terrore degli altri uomini»28

«Il fine [delle pene] dunque non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni (...) e di rimuovere gli altri dal farne uguali.[...] Perché una pena ottenga il suo effetto, basta che il male della pena ecceda il bene che nasce dal delitto»29

«Uno dei più grandi freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma la infallibilità di esse»30

Pena di morte

«La pena di morte fa un'impressione, che colla sua forza non supplisce alla pronta dimenticanza (...) le passioni violente sorprendono gli uomini, ma non per lungo tempo, e però sono atte a fare quelle rivoluzioni che di uomini comuni ne fanno de' Persiani o de' Lacedemoni; ma in un libero e tranquillo governo le impressioni debbono essere più frequenti che forti»31

«Non è utile la pena di morte, per l'esempio di atrocità che dà agli uomini»32



Collegamenti
Ho mirato dare un idea generale di questo libro e desideravo mettere in evidenza l'importanza delle sue affermazioni non tanto oggi quanto all'epoca della sua realizzazione. Ho dato un ordine progressivo alle parole chiave che ho selezionato, per cui dalla funzione delle leggi e dalle loro caratteristiche si passa alla messa in atto di un delitto, nelle sue varie tipologie, al processo e i metodi in cui esso si realizza, alla pena, in particolare quella di morte. Da notare l'attualità delle sue affermazioni, che fa di questo libro un capolavoro dell'epoca, e soprattutto le idee contenute in esso molte delle quali dovrebbero essere tutt'ora applicate per la l'analisi logica su cui si fondano, e per la comprensione della natura umana che denotano.

giovedì 2 aprile 2009

Gli amori di Giovanni Pascoli

Zvanì - in dialetto romagnolo usa per Giovanni.

All’inizio del 1896 Giovanni Pascoli pensa di prender moglie: è maturo anagraficamente (ha da poco compiuto 40 anni, essendo nato il 31 dicembre 1855) ma psicologicamente fragile, non per colpa dell’esser poeta ma piuttosto dell’assedio a cui è sottoposto da parte della terribile sorella Mariù.
Pascoli scrive al segretario comunale di San Mauro, Pietro Guidi: Caro Pirozz, ti rinfresco la memoria. Cava in gran segreto le mie fedi e rintraccia quelle di mio padre e di mia madre e manda il tutto a Girolamo Perilli, via Garibaldi, 33, Rimini. In gran segreto… segreto di stato!….
Momo Perilli (1853-1930) è il cognato della trentenne Imelde Morri, la donna di cui Giovannino si è innamorato e che altrove definisce pallida e tacita. Imelde è sua cugina, figlia di Alessandro Morri e di Luigia Vincenzi sorella della madre del poeta, Caterina.
Da poco (30 settembre 1895) Ida si è sposata con Salvatore Berti di Santa Giustina, lasciando Mariù più depressa che mai. Riferendosi a quei giorni, Mariù descrive Giovannino in preda ad una "tremenda crisi di nervi e di cuore". Mariù ai primi di maggio del 1896 va a trovare a Sogliano la zia Rita dalla quale apprende che Zvanì si era ufficialmente fidanzato con l’Imelde.
La biografa di Mariù Pascoli, Maria Santini nel suo recente Candida Soror scrive che l’Imelde era una bella donna, alta, bruna, ben fatta. Ed aggiunge: in questo modo sgradevole Mariù ebbe notizia dell’evento. Ma la stessa Santini riporta un antefatto: Mariù aveva scritto per conto di Zvanì all’Imelde dopo la morte della di lei madre, per sapere se la defunta zia avesse mai ritenuto possibile un loro matrimonio. Nel caso di risposta positiva, Zvanì l’avrebbe sposata volentieri.
Mariù dunque conosceva il retroscena. La notizia appresa a Sogliano può essere considerata la conferma della difficoltà che Zvanì incontrava nel trattare con Mariù di certi argomenti. Non deve meravigliare che Giovannino abbia agito di nascosto per il fidanzamento come se si trattasse di azione illecita o vergognosa. La sorella gli faceva paura. Prima egli s’accorda con l’Imelde, poi si riserva di riferire in casa propria.
Tornata da Sogliano, Mariù non si dà pace. Trama contro le nozze di Zvanì e vorrebbe anche frugare nel portafoglio del fratello, gonfio non di soldi (come precisa lei stessa), alla ricerca di qualche lettera d'amore.
Giovannino, messo sotto interrogatorio da Mariù, confessa la colpa del suo amore per Imelde, ma le promette di sposarsi soltanto dopo averle trovato uno straccio di marito.
Mariù aveva appreso a Sogliano che una delle due sorelle Morri aveva dichiarato che non avrebbe mai sposato un uomo con il difetto fisico di cui lo stesso poeta si lamentava compiangendosi: il mignolo guasto d’un piede.
Maria riporta la notizia a Giovannino, con quanta perfidia possiamo facilmente immaginare. Ed arriva così dove voleva giungere, Pascoli rinuncia alle nozze con l’Imelde. La quale fa sapere che a parlare del dito guasto non era stata lei ma sua sorella Annetta.
Dell’epistolario che i due innamorati si scambiarono non restano che poche ma importanti righe, ritrovate di recente e pubblicate sul Corriere della Sera del 21 dicembre 2005: Non sono poi tanto cattiva come credi. Ma hai voluto dar retta più agli altri che a me e ti sei procurato il male da solo. La data è il 20 giugno 1896.
Ha scritto Stefano Bucci sul quotidiano milanese che la lettera è riaffiorata dalle pagine degli Ab urbe condita libri di Tito Livio in una vecchia edizione conservata nella biblioteca della casa di Castelvecchio e da poco scoperta dall' attuale Conservatore di Casa Pascoli, Gian Luigi Ruggio.
Maria Santini nella biografia di Mariù difende la sorella di Zvanì. Se è apparsa cattiva, la colpa è di un pregiudizio maschilista. Al quale noi (che però non contiamo nulla) non crediamo.
Le poche righe dell’Imelde raccontano di riflesso il dramma del poeta di San Mauro: hai voluto dar retta più agli altri che a me, scrive la cugina non sedotta ma abbandonata. Il che è storicamente la verità di un duplice dramma psicologico il quale emerge dalle stesse pagine di Maria Santini: Se Imelde fosse diventata la signora Pascoli, Maria avrebbe perso tutto. Poteva Zvanì tradire la sorella portando in casa una moglie? Non di certo. Il nido, quel nido miticamente invocato dal poeta e da Mariù, era una specie di carcere. Vero e non simbolico.
Per dirla con le parole del critico Cesare Garboli: "L’io di Pascoli non è mai solo, è sempre in famiglia, inseparabile dalla famiglia, attaccato e incollato all’istituto familiare […] Mettere su casa dovette essere un'esperienza entusiasmante. La famiglia non era più un pensiero lugubre, ma un'emozione e un gioco. Fu questa spensieratezza a creare i pasticci. L'amore vede tutto e subito, ma non vede a lungo termine. Anche la diversità delle due sorelle sedusse il Pascoli. Gli piaceva farsi amare da quella più simile a lui, la bruna (Mariù), e farsi domande sull'altra, la bionda (Ida). Lasciarsi sorprendere da quegli scoppi di risate senza motivo, e ascoltarne incantato i "gorgheggi che sapean d'aurora". Gli piaceva sentire l'odorino dei due angioli ambrosii. Ognuno ha i suoi gusti. Era un piacere malato? Era molto di più. Era un amore infetto, una sublimazione perversa, ma anche un mistero della carne…"..

Vado a letto quasi sempre con la testa piena di cognac […]Non sono sereno. Questo è l’anno terribile, dell’anno terribile questo è il mese più terribile. Non sono sereno: sono disperato… Siete sorelle e amate e siete amate da sorelle: così dici. Va bene, Ma dimmi in coscienza, senza diplomazia, dimmi Mariù: tu mi ami da sorella: perché t’ha a dispiacere, che io ami una donna da amante, da sposo, da marito? (lettera di Giovanni Pascoli a Maria, 19 giugno 1895)

Pascoli si spense il 6 aprile 1912 di cirrosi epatica, dovuta all’alcoolismo. Nulla trapelò sulle reali cause di morte.

mercoledì 1 aprile 2009

Pascoli, La cavalla storna, commento

Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;
che nelle froge avea del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.
Con su la greppia un gomito, da essa
era mia madre; e le dicea sommessa:
«O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d'otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non toccò mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
tu dài retta alla sua piccola mano.
Tu ch'hai nel cuore la marina brulla,
tu dài retta alla sua voce fanciulla».
La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:
«O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
lo so, lo so, che tu l'amavi forte!
Con lui c'eri tu sola e la sua morte.
O nata in selve tra l'ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;
sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso:
adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l'agonia...»
La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.
«O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
oh! due parole egli dové pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.
Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,
con negli orecchi l'eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:
lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole».
Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l'abbracciò su la criniera
«O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!
a me, chi non ritornerà più mai!
Tu fosti buona... Ma parlar non sai!
Tu non sai, poverina; altri non osa.
Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!
Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:
esso t'è qui nelle pupille fise.
Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
E tu fa cenno. Dio t'insegni, come».
Ora, i cavalli non frangean la biada:
dormian sognando il bianco della strada.
La paglia non battean con l'unghie vuote:
dormian sognando il rullo delle ruote.
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome... Sonò alto un nitrito.


Giovanni Placido Agostino Pascoli (nato a San Mauro di Romagna - poi aggiunto PASCOLI -  il 31 dicembre 1855 - morto a Bologna, 6 aprile 1912)

NOTA BENE:
"storna" viene dalla livrea di storno, un uccello. La cavalla aveva il mantello grigio, cioè con peli e crini bianchi e neri mescolati, ma con colore di fondo nero, punteggiato da macchie bianche, appunto come lo storno.  

COMMENTO:

Poesia è stata scritta in seguito alla morte del padre nella notte di San Lorenzo, 10 agosto 1867: una fucilata, al rientro dal mercato di Cesena, colpisce a morte Ruggero Pascoli, amministratore dei beni del principe Torlonia. Una vendetta, forse. (vivono ancora i figli del presunto omicida ndr.)
Anche in questa famosa poesia, (l'altra è il X Agosto) Pascoli ricorda la tragedia della sua famiglia, quando morì assassinato il padre. La cavalla fa da testimone.
Il poeta ci racconta:
foto rotonda pascoli fanciullinola sua madre che si reca nelle stalle a trovare la cavalla storna che aveva riportato a casa il corpo del marito senza vita. La donna parla all'animale, come se questo potesse capirla; gli chiede anzi di parlare, come se fosse un essere umano. L'accarezza sulla criniera e la cavalla volge il capo verso di lei, attenta, come se ascoltasse.
La donna le parla come a un membro della famiglia, le ricorda l'affiatamento che aveva col suo padrone, le ricorda i figli piccoli rimasti orfani; poi vuole da lei una conferma.
La famiglia Pascoli era convinta di sapere chi fosse l'autore del delitto, anche se la giustizia umana non era riuscita, o non aveva voluto trovarlo. La donna interroga la cavalla, che aveva compiuto la pietosa opera di riportare a casa il suo padrone morente, e le sussurra un nome, quel nome, il nome dell'assassino.
Questa poesia, famosa per l'aspetto "commovente" del dialogo tra la donna e l'animale, ha forse le sue parti migliori nella descrizione dei silenzi in cui è immersa la stalla nella sera e nei versi che rievocano la natura selvaggia della cavalla e della marina in cui è nata, un ambiente ancora incontaminato. Sembra dire: animale migliore di uomo. In questo caso unico a dar comforto alla donna disperata..

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...