mercoledì 7 maggio 2008

L'anno della secca a Gatteo

De Historia Sancti Lorenti
Atto VI: L'anno della secca


Nell'anno 1893, detto “L'anno della secca” a causa di una lunga siccità che preannunciava un inverno durissimo, il paese fece ricorso alla Madonna del Popolo per ottenere la grazia della pioggia. E il popolo riuscì ad ottenerla: difatti alla fine di aprile cominciò a scendere una lieve ma continua pioggia che irrorò le aride campagne gatteesi. Come ringraziamento non furono solo fatte preghiere, processione e spari di mortaretti ma venne addirittura eretta appena fuori Gatteo, verso Sant'Angelo, non molto lontano dalla strada che un tempo conduceva a Fiumicino, una celletta a perenne ricordo della grazia ricevuta. Venne innaugurata l'11 agosto 1894.

Dennis Faedi

lunedì 5 maggio 2008

Corrado Ricci


"Novantanove volte su cento (i bambini) tentano d'esprimere un uomo con un quadrato o un circolo malfatto e due linee verticali... Diamine, quanto basterebbe per vedere, mangiare e andare a spasso..." - disse Corrado Ricci.
Nato a Ravenna il 18 aprile 1858, Corrado Ricci è probabilmente il primo roma­gnolo a consegnare alle stampe i risultati degli studi da lui condotti su disegni e 'saggi plastici' eseguiti da circa 1500 bambini; disegni donati dallo stesso studioso ad un museo pedagogico londinese, "tanto nessuno, in Italia, in vent'anni, me li aveva chiesti!".'La cura del bello.Musei,sto­rie, paesaggi per Corrado Ricci' è il titolo delle mostre allestite a Ravenna per comme­morare il 150° anniversario della nascita di quest'uomo grande per la sua attività di ricer­catore, promotore di eventi culturali e conser­vatore di beni artistici.
Le origini della famiglia Ricci si devono cer­care sui nostri monti, a Carpegna, dove il bi­snonno Antonio era pastore di un piccolo gregge, prima d'esser costretto a fuggire a Ce­sena per aver denunciato la banda del brigante Mason dla Bona, che lo aveva derubato delle pecore. Come camerieri di caffè, Antonio e il figlio Nicola trovarono poi lavoro a Ra­venna e lì, dal matrimonio di Nicola con Bet­tina, nacque Luigi (il pittore che nel 1855 'decorerà il teatro di S. Agata Feltria), futuro padre di Corrado: poeta, umanista, direttore di Brera, degli Uffizi, delle Regie Gallerie di Parma e Modena.
Corrado Ricci, affascinato dal racconto paterno sulle origini feltresche della fa­miglia, condusse approfondite ricerche per conoscere i particolari della propria sto­ria e così seppe che, nella seconda metà del Settecénto, due bande di malviventi si contendevano il territorio del Montefeltro. Una del già citato Mason ( Tommaso Rinaldini di Montemaggiore), l'altra capeggiata da Sebastiano Zolini di Montetiffi che, una volta ridotta a sette componenti, trovò più redditizio dedicarsi al tranquillo lavoro delle campagne. I briganti di Mason dla Bona continuarono le loro scorribande, finchè riuscirono ad impadronirsi di Montebello. A questo punto Zolini fu incaricato dal cardinal Va­lenti Gonzaga di riprendere temporaneamente la sua precedente attività di bandito, con l'ordine segreto di penetrare nel forte di Montebello e cacciare il Rinaldini; in cambio avrebbe ottenuto la grazia per sé e'per sette dei suoi. La domenica del 2 aprile 1786 la rocca di Montebello era quasi deserta: Mason e la mo­glie assistevano alla messa nella chiesa del borgo protetti dal loro seguito. Zolini, impadronitosi con l'inganno del forte, venne accla­mato dal popolo come liberatore. Rinaldini riuscì momentaneamente a fuggire; solo un suo nipote fu arrestato a Montigello da un piazzaro e da una donna. Pochi mesi dopo, però, il 21 ottobre 1786, i ravennati accorsero sulla pubblica piazza ad assistere all'impicca­gione della banda di Mason dla Bona. Dopo questi fatti Antonio Ricci non tornò comun­que al suo vecchio mestiere di pastore in Carpegna e preferì restare a Ravenna. Risalì invece più volte le colline feltresche il pronipote Corrado, per contemplare dal vero la bellezza offerta dalla natura e dall'uomo, quella bellezza poi ricreata nelle opere d'arte di cui si prese cura per tutta la vita. Mori a Roma nel 1934.

venerdì 18 aprile 2008

CERCASI UN SENSO

CERCASI UN SENSO...APPASSIONATAMENTE!
Ovvero lo studio come occasione di felicità

Sabato 5 aprile 2008 un piccolo gruppo di studenti (prevalentemente delle medie), tra cui anche alcuni di noi gatteesi su invito della Silvana, si è riunito nella sala Einaudi di Cesena per discutere con due docenti e uno studente universitario su un tema apparentemente scontato ma che in realtà ha colpito un po tutti noi presenti. Chi di noi infondo non cerca il senso della propria esistenza?Chi di noi non tenta di capire qual'è il suo posto nell'immenso mosaico che è la storia del mondo? Ognuno di noi ha un “talento” che influenza le proprie scelte di vita e che non è fine a se stesso ma può essere uno strumento per una sola o per altre migliaia di persone. Il problema è che molti di noi non sanno come cercarlo e si perdono nei piccoli piaceri temporanei senza dare una direzione al proprio cammino e senza impegnarsi fino in fondo in ciò che fanno. Solo con l'impegno e con una ricerca continua è possibile capire per cosa siamo fatti veramente e spesso l'aiuto di persone che hanno trovato ciò può incentivare la nostra ricerca che deve essere fatta di molteplici esperienze vissute con pienezza e con dedizione, poiché solo provando fino in fondo possiamo avere un giudizio completo e scegliere con maggiore consapevolezza la via da seguire. La scuola deve essere il primo luogo in cui questo deve avvenire e perciò viverla nella sua pienezza è importante, poiché le vie che essa apre sono innumerevoli ma sta a noi percorrerle e scegliere quella che ci porta all'apice delle nostre possibilità. Inoltre è indispensabile l'aiuto dei nostri compagni poiché anche essi possono comunicarci le loro esperienze con una sensibilità simile alla nostra.
Troviamo un riscontro della nostra esperienza anche nelle parole di Margaret Cho “Because we are all what we choose” (Noi siamo tutto ciò che scegliamo) ovvero la nostra vita è determinata quasi del tutto dalle nostre scelte.

Dennis Faedi

venerdì 11 aprile 2008

Biblioteche zona Cesena

Provincia di Forlì-Cesena, orari apertura delle biblioteche

MONTIANO
47020 - Piazza Maggiore, 3
Biblioteca comunale Tel. 0547/51032 - 51151- Fax 0547/51160
mail - scuola-cultura@comune.montiano.fc.il

LUNEDì, MERCOLEDì:
9.00-12.00
14.30-17.00

MARTEDì, GIOVEDì, VENERDì, SABATO:
9.00-12.00


PREMILCUORE
47020 - Via Roma, 32
Biblioteca comunale Tel. 0543/956945 Fax 0543/956557
mail comune - lombini.m@comune.premilcuore.fo.it
MERCOLEDì:
15.00 - 17.00
SABATO:
10.00 - 12.00


RONCOFREDDO
47020 - Via Romolo Comandini, 12
Fratelli Camacini TeI.0541/949355
SBN biblioteca@comune.roncofreddo.fc.it
LUNEDì:
17.00 -19.00
GIOVEDì:
20.30 - 22.00

SAN MAURO PASCOLI
47030 - Piazza Giuseppe Mazzini, 7
Giovanni Pascoli Tel. e Fax 0541/933656
SBN biblioteca@comune.sanmauropascoli.fc.it
patrono 25/10
LUNEDì, MERCOLEDì, VENERDì:
15.00-18.30
MARTEDì, GIOVEDì:
10.00-12.00
15.00-18.30
SABATO:
10.00-12.00

SANTA SOFIA
47018 - Piazza Giacomo Matleotti, 4
Biblioteca comunale c/o Ostello T el. 0543/974526 - Fax 0543/970345
SBN (I) fabbri.c@comune.santa-sofia.fo.it
patrono 13/12
LUNEDì, MERCOLEDì, VENERDì, SABATO:
9.00-13.00
MARTEDì, GIOVEDì:
9.00-13.00
14.30-17.30

SARSINA
47027 - Via Roma, 24
Biblioteca Tito Maccio Plauto Tel. e Fax 0547/698164
CHIUSURA INVERNALE: dal 21/12/07 al 6/1108
info@comune.sarsina.fo.it

LUNEDì:
14.00-18.30
MARTEDì, MERCOLEDì, GIOVEDì, VENERDì:
9.00-18.30
SABATO:
9.00-14.00

SAVIGNANO SUL RUBICONE
patrono 13/12
1 -
47039 - Piazza Bartolomeo Borghesi, Il
Biblioteca Rubiconia Accademia Filopatridi
Tei. 0541/945107 - Fax 0541/937738
SBN (2) accademia@accademia-rubiconia-filop.org
DA LUNEDì A VENERDI ORE :
14.30 - 17.30


2 -
47039 - Corso Gino Vendemini, 67
Palazzo Vendemini Tel. 0541/944017 - Fax 0541/942194
SBN biblioteca@comune.savignano-sul-rubicone.fo.i
LUNEDI, MARTEDì, GIOVEDì e VENERDì:
9.00 - 13.00
14.30 - 19.30
MERCOLEDì:
14.30 - 19.30
SABATO:
9.00 - 13.00

3 -
47039 - Corso Gino Vendemini. 67
Palazzo Vendemini sezione Multimedale Tel. 0541/944017 - Fax 0541/942194
SBN (3)


4 -
47039 - Via Palmiro Togliatti, 5
Istituto d'Istruzione Superiore Marie Curie Tel. 0541/944602 - Fax 0541/941481
SBN info@mcurie.com
Aperta tutti i giorni al mattino

SOGLIANO AL RUBICONE
47030 - Piazza Giuseppe Garibaldi, 17
Biblioteca Padre Agostino Venanzio Reali
Tel. 0541/817350 - Fax 0541/948540
biblioteca@comune.sogliano.fc.it
LUNEDì e MERCOLEDì
15.00 - 18.30
SABATO:
9.30 - 12.00

giovedì 10 aprile 2008

Liceo M.Curie Savignano sul Rubicone, Gita scolastica, Lucca, Cinque Terre, Genova

PROGRAMMA DI VIAGGIO PER LA GITA: LUCCA - CINQUE TERRE - GENOVA CLASSI 2A 3B 3C - ANNO SCOLASTICO 07/08

Giovedì lO aprile:
Ritrovo davanti al piazzale della scuola ore 6.15;
Partenza in pullman ore 6.30 per la città di Lucca,
arrivo previsto 10.00 - 10.30
Ore Il.00 ritiro biciclette a noleggio (durata 1h)
12.00 - 14.30 pranzo libero al sacco (si consiglia di organizzarsi da casa);
Ore 14.30 incontro con le guide in P.1e Verdi per la visita guidata di mezza giornata (un'ora e mezza o al massimo due ore) della città.
Ore 17.00 partenza da Lucca per Lavagna e relativa sistemazione in albergo, arrivo previsto 19.00 circa;
sistemazione bagagli e cena in hotel;
Albergo: Hotel Bristol, corso Mazzini 23, Lavagna Divisione camere:
32 maschi in 8 camere da quattro persone;
33 femmine in 7 camere da quattro persone;
1 camera da 3 persone;
1 camera da 2 persone;
L'hotel potrebbe chiedere una cauzione di € 10.00 a studente che verrà trattenuta in caso di danni, o restituita al termine del soggiorno.

Venerdì 1l aprile
Prima colazione in hotel.
Trasferimento in pullman a La Spezia. .
Ore 10.00 imbarco sul battello da La Spezia; arrivo a Riomaggiore ore 11.25
Percorso a piedi per la via dell'amore (ingresso da pagare in loco: €2,50 a studente) fino a Menarola (mezz'ora circa)
Si riparte in battello alle ore 12.40 per arrivare a Monterosso alle 13.10
Pranzo libero
Partenza ore 15.00 da Monterosso per Vernazza: arrivo alle 15.1 O
Si riparte alle 16.10 per Portovenere: arrivo ore 17.10 e sosta di un'ora.
Partenza ore 18.10 e arrivo a La Spezia per le ore 18.30
Trasferimento in pullman in hotel
Cena e pernottamento in hotel.

Sabato 12 aprile
Prima colazione in hotel
Trasferimento a Genova
Ore 10.3 O ingresso prenotato all'Acquario di Genova
Pranzo libero.
Dopo la visita si riparte per Savignano.
Arrivo previsto intorno alle 22.30 ma una stima più precisa si potrà fare al momento della partenza da Genova.

lunedì 7 aprile 2008

X Agosto, poesia di Pascoli, youtube


Il 10 agosto, S.Lorenzo è la festa patronale di Gatteo.CLICCA QUI PER IL PROGRAMMA DELLA FESTA 8 - 10 AGOSTO 2009

NOTTE DI SAN LORENZO

10 agosto 1867 uccisero il padre di G.Pascoli, Ruggero, e per ricordare l'evento Zvani scrisse questa poesia struggente:

X AGOSTO

San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Beh, oggi a Gatteo, nella notte di San Lorenzo fanno il pianto di fuochi artificiali.

Analisi della poesia 10 agosto

Questa poesia rievoca uno degli eventi più dolorosi della vita di Pascoli. Attraverso essa il poeta, infatti, vuole comunicare al lettore la sua tristezza per la scomparsa del padre assassinato e la accentua mettendo a confronto una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi rondinini comee il padre che ritornava a casa portando due bambole alle figlie, in modo tale da sottolineare l’ingiustizia e il male che prevalgono su questa terra .
Il nido e la casa, per di più svolgono il ruolo di metafora degli unici rapporti d'amore possibili in un mondo d'insidie e di contrasti.
A partecipare a questa tragica situazione vi è, non solo Pascoli in persona, ma anche il Cielo che con, appunto, la notte di San Lorenzo famosa per il fenomeno delle stelle cadenti, raffigura il pianto.
Successivamente la figura del cielo si contrappone a quella della terra. Il cielo è infinito, immortale, immenso, mentre la terra non è altro che un piccolo atomo di dolore.
In conclusione, secondo Pascoli, il cielo di fronte a questo fatto triste invade la terra con un pianto di stelle.
Il nido che intendeva Pascoli era il nucleo familiare, la protezione dei conoscenti più stretti dove ogni uomo può rifugiarsi. Nella poesia il nido è evidenziato bene perché, oltre al padre che tornava alla propria casa, c’è un paragone con una rondine che torna al suo “nido” ; ma entrambi sono aspettati invano dai familiari: questi versi sono, secondo me molto autobiografici perché descrivono una sensazione che lui ha provato veramente. Subentra in questo tema, anche l’amore familiare, la tenerezza e la gioia di un padre che torna a casa con doni, ma per Pascoli, quella sera, c'è stata una mancanza, una delusione, che si riflette sul suo senso di giustizia e nel mistero del male.

martedì 1 aprile 2008

Il lampo / Pascoli Giovanni

Il lampo

E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tragico tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo esterefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera.


ANALISI E COMMENTO
In questa poesia Pascoli parla di un lampo che rompe il silenzio e la notte con una luce violenta tale che mette a nudo la vera realtà del mondo: la sua tragicità e il caos che la contraddistingue.
La sua stessa casa è scossa dalla forza del lampo e, agli occhi del Pascoli, perde almeno in parte la sicurezza e il senso di protezione che aveva fino ad un momento prima anche se rimane connotata positivamente dal colore bianco in antitesi con il nero circostante.
Ed in questa situazione d’angoscia e paura Pascoli sente la sua vita in bilico tra il voler restare in un “nido” ormai distrutto e l’affrontare una vita piena d’inganni.

In questa poesia viene descritta la casa attraverso il colore bianco, per segnarne l'aspetto positivo come rifugio di fronte al temporale. Alla casa e al colore bianco che la differenzia, si contrappone il nero della notte con sensazioni opposte di paura e angoscia. La descrizione della casa accerchiata dal nero della notte durante un temporale con le sensazioni di paura e di terrore che gli vanno dietro, si trova anche nel "Temporale” sempre dello stesso autore.
La natura confusa dal temporale, il lampo illumina la notte, scoprendo cielo e terra, mostrando d'un tratto una casa nel buio. Viene messo in evidenza l'effetto visivo del lampo, come un'improvvisa apparizione della percezione illusoria e dell'angoscia e la percezione del dolore.
All'inizio della poesia, cielo e terra compaiono legati, ma nel secondo verso, tra di loro si avverte una rottura.
La casa è un posto sicuro, racchiuso in un momento di stabilità nello sconvolgimento della natura e del paesaggio. Esso è breve, in quanto dura solo per un istante e poi sparisce nell'oscurità. Essa viene paragonata ad un occhio che si apre e si chiude per ricevere una tragica realtà, e mostra lo stupore ed il timore per la natura
I tre aggettivi, presenti nei versi due e tre, sono la proiezione dello stato d'animo dell'autore. Questi aggettivi danno vita ad un climax ascendente che conferisce alla realtà un clima più umano e sconvolto: tormentato, triste.
In questa poesia domina il senso visivo; le altre immagini sono utilizzate per dare una rappresentazione umana e psicologica della natura.

venerdì 28 marzo 2008

Rubicone,Cesare,Alea iacta est

Unione dei Comuni del Rubicone.
Se San Mauro 'sa' tutto di Pascoli, Gatteo profuma di Pagliughi e Casadei, Savignano 'odora' di Giulio Cesare e del Rubicone. Nella storica città tutto parla del Rubicone, il fiume attraversato da Giu­lio Cesare con le sue legioni nel 49 a.C., confine fra l'Italia e la Gallia Cisalpina.Per salvaguardare Roma da colpi di mano militari il Senato aveva dichiarato traditore della patria chiunque lo avesse varcato con le forze armate.E lui, il grande con­dottiero, lo varcò, probabilmente non a Savignano, ma più a valle, per evitare la Via Emilia e non farsi scoprire e vedere dalle spie di Cicerone, mettendosi in guerra con­tro Roma. L'espressione 'passare il Rubicone' significa prendere una risoluzione impegnativa.
La fatidica frase 'Alea iacta est' (il dado è tratto) motto usato in tutto il mondo e anche dagli uomini più potenti della terra, in varie e diversificate circostanze, da 2.000 anni ad oggi.
Con Rubicone, Cesare, Alea iacta est sono state de­nominate strutture commerciali, associazioni, istituzioni, aziende. In primis il nome della città, cambiato da Benito Mussolini con il Regio Decreto 1190 del 4 agosto 1933, da Savignano di Romagna a Savignano sul Rubicone, alimentando una diatriba mai sopita che vuole i savignanesi da una parte con il loro Rubicone e gli abitanti di Calisese e dintorni che dicono che il Rubicone storico è il loro fiume Urgone-Piscia­tello.Si parla anche dell'Uso e Fiumicino, oggi denominato ufficialmente Rubicone. Ma nella città davvero tutto sa di Cesare e Rubicone. Sicuramente meta princi­pale dei turisti è il ponte romano che attraversa il Rubicone (ex Fiumicino) eretto nel l° secolo dopo Cristo, ai tempi di Augusto quando risistemò la via Emilia. Lo storico manufatto è stato distrutto dai tedeschi in ritirata nella notte fra il 28 e il 29 settembre 1944, rico­struito nel 1965 e ristrutturato nel 2003 . In piazza Borghesi 11 c'è la Simpemenia Ru­biconia Accademia dei Filopatridi fondata nel 1801 dai savignanesi Bartolomeo Borghesi, Giulio Perticari e Girolamo Amati sulle ceneri della vecchia Accademia Degli Incolti che risale al 1651. La scuola media di via Galvani è intitolata Giulio Ce­sare; a ovest della città il quartiere più popolato è dedicato a Cesare; a Cesare poi sono stati intitolati il bar cafè in via Emilia Ovest 57 e l'albergo di fianco, al civico 51. An­cora maggiormente usato il Rubicone. A Savignano Mare c'è il camping-villaggio Rubicone, in via Matrice Destra 1, un cinque stelle, fra i 20 migliori d'Italia; la sta­zione di servizio dell'A-14, all'altezza della frazione di Fiumicino, si chiama Rubi­cone Est e dall'altra parte, di fronte, c'è l'autogrill Rubicone Ovest; al Rubicone sono dedicate anche due vie che costeggiano il fiume: la Rubicone Destra e la Ru­bicone Sinistra; in piazza Borghesi c'è l'agenzia immobiliare Rubicone di Batti­sta Sarti; in via Circonvallazione il Bar Rubicone; all'interno del Romagna Center, fra Capanni e Savignano Mare c'è L'Iper Rubicone e dello storico fiume porta pure il nome la Cis Rubicone, cooperativa per l'inserimento sociale fondata 25 anni fa. In via Emilia Est 50 c'è l'Agrimacchine Rubicone, e poco prima in Via Emila Est 44 'Il Mercatone del Rubicone' di Branducci. In via Barbaro c'è l'officina Ru­bicone e in via Fiumicino-San Mauro Pascoli la tranceria Rubicone. Tra le tante curio­sità in Borgo San Rocco 3l'associazione di volontariato 'Pubblica Assistenza Rubicone', l'associazione Radio Rubicone 2 in via Garibaldi e poi il Circolo culturale filatelico numismatico Rubicone' e in via Flavio Biondo la Farmacia Co­munale Rubicone. Fra gli ultimi nati il Rubicone Hotel, in via Mazzini nel quartiere Cesare e l'associazione RVR Valle del Rubicone che raccoglie fondi facendo par­cheggi alle feste, donandoli poi in beneficenza. Dalla fatidica frase di Giulio Cesare 'Alea iacta est' ha preso spunto la camiceria Alea, industria di camicie da uomo, fra le prime cinque in Italia e poi il negozio di bomboniere d'arte 'Alea iacta est di Francesca Giardullo in.corso Vendemini e la 'Gelateria del Ponte' in piazza Fa­beri. La statua di Giulio Cesare a grandezza naturale collocata accanto al ponte consolare è la più fotografata a Savignano. Il posto più frequentato è ovviamente l'Iper Rubicone. Probabilmente il casello autostradale che si costruisce all'altezza di Gatteo avrà un qualche nome tra Rubicone,Cesare o Pascoli....

mercoledì 26 marzo 2008

Ideale reale virtuale

Ciclo di incontri in preparazione all'esame di Stato organizzati dal "Marie Curie"


foto liceo m.curie savignano sul rubiconePer il terzo anno consecutivo il 'Marie Curie' di Savignano sul Rubicone (liceo che frequenta Dennis Faedi uno degli autori di questo blog) organizza, con il patrocinio e la collaborazione dell' assessorato alla Cul­tura e dell'Istituzione Cultura del comune di Savignano, un ciclo di in­contri rivolti agli studenti dell'istituto e a tutta la cittadinanza allo scopo di stimolare la riflessione su alcune delle questioni fondamentali del nostro tempo.Dopo 'La politica che non ca­pisci' e 'Etica della convinzione ed etica della responsabilità', que­st'anno gli studenti di quinta liceo ed i loro insegnanti si confrontano con accademici, esperti di comunicazione e letterati affrontando la triade con­cettuale Ideale, Reale e Virtuale.
La vita e il mondo ci mostrano spesso la loro faccia più dura. Risulta spesso difficile capire e accettare la realtà che ci circonda. Viene perciò naturale rifugiarsi nell'ideale. Come diceva Robert Kennedy: "Molti vedono le cose della vita e si domandano per­ché; io sogno di cose mai esistite e mi domando perché no". L'ideale è una spinta al cambiamento, a cui si sono da sempre rivolti scrittori, poeti, intellettuali, politici, condottieri, religiosi. . . Tuttavia oggi il virtuale sembra essere l'opzione preferita per chi cerca una via di fuga dalla realtà ostile ed opprimente. Ma al contrario dell 'ideale, il vir­tuale non offre un modello alternativo, non porta a cambiare l'esistente; il vir­tuale è in buona sostanza una scorciatoia ed una deformazione della realtà. Il virtuale è la rete internet, i video games, la computer grafica, i videofo­nini.. .tutto ciò che induce a preferire una 'second life' rispetto alla propria vita, con tutte le ansie e le preoccupazioni che essa si porta dietro.ll virtuale piace perché genera euforia ma anche stordimento. Ed è questa la sua di­mensione più pericolosa. L'abuso delle nuove tecnologie e dei nuovi strumenti di comunicazione condi­ziona la natura delle relazioni inter­personali e finisce per impattarsi sul sistema di valori e su modelli com­portamentali che si ritenevano accet­tati e condivisi.C'è quindi bisogno di riscoprire ed amare l'ideale, un sen­tiero più lungo e difficoltoso rispetto al virtuale ma necessario per non smarrire la bussola in un mondo che cambia con un ritmo sempre più ac­celerato. Le nuove generazioni de­vono necessariamente riappropriarsi della dimensione ideale della vita per
potersi misurare con la fredda e a volte incomprensibile realtà senza perdere la speranza di poter modificare il corso degli eventi e di costruire un mondo migliore per sé e per gli altri.

Qui di seguito il programma dettagliato degli incontri promossi dalla professoressa Sabrina Fattori,insegnante di Storia e Filosofia, con il contributo di altri docenti del Liceo Scientifico quali: Fabiola Righi, Anna Tonnetti, Monica Turci e Maria Bergamaschi.

Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 15,30
Ideale, reale, virtuale. Definizioni e interpretazioni
Giovanna Cosenza
Università di Bologna

Venerd' 28 marzo 2008, ore15,30
La ricerca della realtà: problemi e prospettive della scrittura letteraria
Paolo di Paolo
Scrittore e critico

Mercoledì 16 aprile 2008,ore15,30
Uomo e tecnica. Percorsi di antropologia filosofica e di antropologia del virtuale
Ubaldo Fadini
Università di Firenze

Lunedì 28 aprile 2008,ore15,30
Città reale e città ideale nel Novecento
Elena Pirazzoli
Università di Bologna

venerdì 21 marzo 2008

Versi Pasquali di Giovanni Pascoli


GESU'
E Gesù rivedeva, oltre il Giordano,
campagne sotto il mietitor rimorte,
il suo giorno non molto era lontano.
E stettero le donne in sulle porte
delle case, dicendo: Ave, Profeta!
Egli pensava al giorno di sua morte.
Egli si assise, all'ombra d'una mèta
di grano, e disse: Se non è chi celi
sotterra il seme, non sarà chi mieta.
Egli parlava di granai ne' Cieli:
e voi, fanciulli, intorno lui correste
con nelle teste brune aridi steli.
Egli stringeva al seno quelle teste
brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
temo per l'inconsutile tua veste;
Egli abbracciava i suoi piccoli eredi:
-Il figlio_ Giuda bisbigliò veloce-
d'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra 'piedi:
Barabba ha nome il padre suo, che in croce
morirà.- Ma il Profeta, alzando gli occhi
-No-, mormorò con l'ombra nella voce,
e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.

Giovanni Pascoli

giovedì 20 marzo 2008

Pasqua, giornata mondiale della poesia

La Giornata Mondiale della Poesia Si celebra il 21 marzo in Italia e in tutti gli Stati membri dell’UNESCO, una manifestazione che quest’anno assume un significato ancora più importante, data la coincidenza dell’evento con l’Anno internazionale delle lingue, proclamato dalle Nazioni Unite.
La voce irripetibile
La voce irripetibile ieri è ammutolita.
Chi parlava alla machia ci ha lasciati.
Si è mutato nella spiga che vivifica
nell'esile pioggia da lui cantata.
E tutti i fiori che nel mondo esistono
per questa morte sono sbocciati.
Ma all'improvviso il silenzio è sceso
su un povero pianeta detto Terra.
Anna Achmatova

Questa sopra è la copertina e una delle poesie dell'Antologia realizzata per l'occasione dalla Profesoressa Loretta Buda dell'Istituto Comprensivo di Gatteo.
Quel libricino ho ricevuto durante un altro evento poetico a Gatteo, di specifico una serata nel"La Vecchia Officina" ascoltando delle poetesse locali a recitare le loro poesie.
Il tutto a ritmo del FingerBuffet.
Non sono ancora riuscita a comprendere come mai una serata intellettuale abbia da essere tale con le mani sporche di sugo, olio, vino, bocche piene e pance ruminanti. E non solo in questa occasione....

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...