martedì 14 ottobre 2008
Agostino Venanzio Reali,artista,poeta, pittore e scultore
Agostino Venanzio Reali è nato il 27 agosto 1931 a Montetiffi (Forlì-Cesena) ed è morto a Bologna il 25 marzo 1994. Sacerdote cappuccino, artista e poeta, pittore e scultore, che solo post mortem si sta adeguatamente scoprendo, dal 1957 al 1962 si trasferisce a Roma per conseguire la licenza in teologia presso l’Università Gregoriana e quella in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico. Sono anni intensi anche per la frequentazione di personalità del mondo letterario e artistico: Cardarelli, Ungaretti, Pasolini, Betocchi, Guttuso, De Luca… Tra il 1961 e il 1964 alcuni suoi componimenti erano apparsi sulle riviste «Fiera Letteraria», «Belmondo», «Persona»; e il poeta Giorgio Caproni aveva letto alla radio la poesia
“Primaneve”
Hai tu la dolce memoria premente l’anima adulta di quando la neve la prima volta vedemmo sulle tettoie cadere?
C’erano i merli neri; girellava il cane di Egisto lungo la siepe, annusando; e una luna strana batteva al soffitto.
Le rame ovattate tramavano l’aria grigia, immobili corna di cervi imbalsamati; il gatto faceva le fusa presso la brace disfatta
e il breve canto dei passeri lontano sotto i petali freddi.
Dolce nescienza non sapere donde venisse la neve.
Accanto al lavoro esegetico e teologico, padre Venanzio – questo il nome da religioso – si dedica alla formazione all’interno dell’ordine, all’insegnamento e al servizio di assistenza ai malati in ospedale; per alcuni anni assume la direzione della rivista «Messaggero Cappuccino»; dal 1981 al 1987 è Ministro Provinciale: al lavoro poetico e artistico dedica presumibilmente le ore notturne.
Nel 1983 iniziano le pubblicazioni di poesia che in realtà coprono appena un decennio. Opera prima è la “trasposizione poetica” dall’originale ebraico del Cantico dei Cantici. Nel 1986 esce Musica, Anima, Silenzio. Velleità di un omaggio a Emily Dickinson; l’anno successivo Vetrate d’alabastro (confessioni e preghiere); del 1988 è Bozzetti per Creature (tre opere ristampate congiuntamente nel 2002 col titolo editoriale di Primaneve, Book editore). Postuma è l’antologia Nóstoi: il sentiero dei ritorni (Book editore 1995).
L’opera poetica ha registrato il consenso della critica ai livelli più alti. È stato presentato presso il Liceo Classico “Muratori” di Modena, il Liceo Scientifico “A. Volta” di Riccione”, l’Università di Lecce, e Graziella Corsinovi ha inserito l’artista tra i suoi corsi monografici presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Genova. Giovanni Pozzi conclude il suo saggio «Un’anomalia novecentesca: la lirica di Agostino Venanzio Reali» affermando che in lui «non solo l’esegeta e il poeta, ma anche il poeta e il cappuccino hanno trovato un anomalo accordo».
Voce significativa di questo nostro tempo, Agostino Venanzio Reali emerge come una delle figure più luminose della poesia e dell’arte italiana del Novecento.
Il museo, dedicatogli nel 2004 è situato nella canonica abbazia recentemente ristrutturata di Montetiffi dove si trova un'esposizione di ritratti, bozzetti, opere, terrecotte raffiguranti personaggi e scene della natività.
Per orari, prenotazioni e visite al Museo telefonare ai segunti numeri :
Comune di Sogliano al Rubicone - Uffico Cultura: 0541 817311
domenica 12 ottobre 2008
I bisogni dei bambini e "Nati per comprare?" di Zavalloni Gianfranco
Noi ed i nostri bambini siamo attaccati da un’ incredibile, affascinante ed inarrestabile macchina mediatica messa in piedi al solo scopo di guadagnare dalla vendita di beni e di oggetti per lo più inutili e dannosi per l’ambiente. Per guadagnare dalla vendita di schifezze, persone senza scrupoli usano tutti mezzi a loro disposizione compresa la persuasione attraverso il mezzo più seducente che l’uomo abbia inventato: la televisione.
Dice Giovanni Bollea (gran decano della neuropsichiatria infantile). “La nostra società non è ancora riuscita a mettere in campo gli anticorpi che potrebbero alleviare il disagio sociale di una società troppo fortemente orientata al consumo, in cui le continue sollecitazioni all’acquisto provenienti dallo schermo interferiscono con le linee educative della famiglia, della scuola, della chiesa e di tutte le altre agenzie educative, costrette ad una corsa spasmodica…”
Per formare gli anticorpi e reagire allo scippo dell’infanzia che si sta consumando sotto i nostri occhi è necessario che le famiglie, le scuole, le chiese e tutte le agenzie educative a cui stanno a cuore i bambini e le infanzie dell’uomo tornino ad essere quelli che siamo: genitori responsabili ed affettuosi, insegnanti consapevoli e motivati, preti ispirati da Don Lorenzo Milani, Pastori protestanti, operatori di volontariato ecc… Parliamone, sosteniamoci, scambiandoci suggerimenti e consigli. Introduciamo nelle nostre case, nelle aule, nelle parrocchie le “buone pratiche”.
Ora bisogna distinguere fra i bisogni quelli veri e quelli indotti. Quello che dico è frutto di letture, conversazioni e personali opinioni.
I bisogni veri sono conosciuti da tutti : nutrirsi, coprirsi, avere un tetto sulla testa quando piove, andare a scuola, curarsi se ci si ammala….
Sembrano scontati, ma non lo sono affatto per milioni di bambini e di adulti e per i 471.000 bambini “clandestini” che vivono fra di noi. In Italia !! Oggi !!. Sono bisogni così poco scontati che le Istituzioni Internazionali devono trasformarli in diritti e metterli su una carta per firmare la quale, a volte, passano decenni di discussioni. Per fare un esempio : la Prima Carta dei Diritti dei bambini data 1924. Rispondeva al bisogno dei bambini di essere protetti e non sfruttati dal mondo degli adulti. Siamo ancora ben lontani dalla sua applicazione.
I bisogni fondamentali che dobbiamo ancora trasformare in diritti per tutti i bambini sono :
1.
Riconoscere e rispettare i diritti e le aspirazioni dei bambini senza alcuna discriminazione di sesso, razza, fede religiosa o cultura.
2.
Assicurare ai bambini il diritto alla vita, alla salute e all’educazione. Contrastare ogni forma di violenza, maltrattamento o sfruttamento.
Il vero nuovo bisogno dei bambini di oggi è il senso del limite. Viviamo in una società onnipotente che ha effetti negativi per il bambino che la vive come molto dispersiva e priva di veri punti di riferimento.
Quando i bambini sono piccoli l’adulto deve essere attento a tutti i suoi bisogni. Poi i figli crescono e lo stesso adulto deve riprendere la scomoda e impopolare posizione di autorità richiesta dal suo ruolo.
Un altro bisogno dei bambini pare essere quello di incontrare la competenza degli adulti sul piano sociale o sullo stare in relazione fra adulti stessi.
L’adulto di oggi tende a scappare, a fuggire la relazione, l’intimità, lasciando spesso alle maestre l’ingrato compito di richiamare il genitore alla relazione con il proprio figlio.
Invece dovrebbe riprendere l’autorevolezza, esercitare i limiti necessari per il bambino e per la sua crescita, nonostante la fatica che ne deriva. Dovremmo imparare e sopportare la ferita che un “no” dato ad un bambino procura . E’ da questo, che il nuovo adulto spesso fugge, lasciando il bambino solo nel sostenere l’intera relazione.
L’essere genitori fino a pochi anni fa era visto come evento naturale e quindi privo di responsabilità. I figli, il loro carattere, erano così per natura e poco potevano farci il padre e la madre. Ora il figlio è una procreazione responsabile, è frutto di una scelta di entrambi i genitori. Le maternità e paternità sono “pesanti” non solo dal punto di vista delle pratiche, ma anche delle incombenze che su di esse gravitano. L’intera società alza il tiro su come deve essere il genitore ideale.
Abbiamo una scuola faticosamente impegnata nel difficile passaggio dall’insegnamento all’apprendimento. Da molti anni. Troppi anni. Con una parte di insegnanti che si ostinano a stare in cattedra. Da cui travasare nozioni in vista di un futuro lavoro che per il 90% dei casi sarà faticoso, poco interessante, e dunque speriamo almeno ben retribuito. Ma c’è anche una parte di insegnanti attenta a dare spazi di progettualità ai ragazzi stessi, a dare diritto di cittadinanza ai loro bisogni emotivi, affettivi, relazionali.
Siamo di fronte ad una scuola oggi imbrigliata da regole che cambiano continuamente. Basterebbe che il ministro in carica mettesse in piedi una commissione con le maestre più esperte ed anziane in termini di anni di servizio per far giustizia di tutti gli annunci strillati e dei silenzi colpevoli, di SPEZZATINI, OSA, UDA, PECUP ed altre amenità. Oggi nelle prime superiori la dispersione scolastica e le bocciature sono altissime. Ci sono classi dei professionali dove il 30% degli iscritti sono bocciati e solo due/tre ragazzi sono promossi senza debiti.
Quali sono i bisogni veri dei ragazzi che passano a scuola 30, 35, 36 ore la settimana ?
La scuola dovrebbe ripensare i saperi, modificare le competenze di base per tutti, spostare in avanti il momento della scelta degli studi superiori.
E non si tratta di abbassare i livelli in una sorta di buonismo rassegnato che non avvantaggia nessuno, ma che si tratterebbe di cambiare il modello organizzativo, troppe ore settimanali, l’impianto culturale, arricchire la professionalità docente mettendo gli insegnanti in grado di affrontare i problemi di tutti e non solo di chi è adatto alla scuola. Si tratta di fare come cento anni fa per la scuola elementare e poco più di trenta anni fa per la media. Di avviare cioè una battaglia culturale di trasformazione della scuola verso i bisogni formativi delle nuove generazioni di questo paese.
Sono sempre stati gli svantaggiati a non voler andare a scuola (e la scuola a non volerli) : se la politica non avesse provveduto ad elevare l’obbligo scolastico ci sarebbero ancora bambini di otto anni semianalfabeti avviati al lavoro, come è purtroppo evidente per milioni di bambini nel terzo mondo.
La scuola, rafforzata dalla televisione, ha una sua responsabilità in merito per il rapporto troppo evanescente con la vita reale.
La TV ed il computer sono dei grandi inquinamenti culturali che ci fanno circondare da un ambiente virtuale, perdendo la passione per la realtà.
La pratica del tempo pieno si è sviluppata sulla base delle necessità dei genitori che oggi lavorano tutti per cui fa comodo che anche i bambini restino a scuola lo stesso tempo che i genitori passano al lavoro o che crescano per lo più davanti alla televisione o PC, e quello che manca a loro è proprio la vita vera, l’importanza della natura semplice, senza mediazioni intellettuali.
Dall'album di Gianfranco Zavalloni
Gianfranco Zavalloni, preside di scuola media, burattinaio, ambientalista e promotore degli orti scolastici ha scritto un lungo documento dal titolo : “La pedagogia della lumaca Riflessioni pedagogiche e strategie didattiche per rallentare a scuola “
Il documento intero è pubblicato in allegato sul sito www.nonsoloteatro.com cliccando sul tasto “Nati per comprare?”
TECNOLOGIE SEMPLICI AD USO DELLA SCUOLA secondo Gianfranco Zavalloni
LA VANGA
la zappa, il rastrello, la falce, le cesoie, il cavicchio… strumenti che ci servono per scavare, rastrellare, piantare, raccogliere, tagliare. Sono gli strumenti di lavoro della terra. Saperli usare bene significa produrre cibo.
L’AGO E IL FILO
le forbici, il metro, gli spilli, il ditale. Ci servono per cucire, tagliare, rammendare, puntare, attaccare bottoni, rattoppare. Sono gli strumenti di lavoro che servono al sarto o alla sarta., per i vestiti del nostro corpo.
LA PENTOLA
il mestolo, il coltello, il forchettone, lo scolapasta, il tegame, il matterello… oggetti d’uso quotidiano della cucina. Ci aiutano a preparare con cura i cibi del nostro nutrimento.
LA BICICLETTA
la pompa, il mastice e la gomma, i ferri da riparare la camera d’aria. La bicicletta è lo strumento più ecologico ed efficace per spostarsi consumando il minimo di energia. E’ importante saperla riparare e tenerla in efficienza.
LA SEGA
il martello, le pinze, la raspa, il cacciavite, il succhiello, le chiavi, la lima… sono gli strumenti del banco da lavoro delle botteghe artigiane: il falegname, il fabbro, l’elettricista, il carpentiere, l’idraulico. Ci aiutano a preparare con cura i cibi del nostro nutrimento.
LA CAZZUOLA
il badile, la coffa, lo sfratasso, la pennellessa, lo scalpello, il mazzuolo… sono gli strumenti indispensabili per costruire e riparare le case.
LA PENNA E LA MATITA
il quaderno, la cannetta col pennino, i pastelli, i pennelli, la gomma, i colori,… offrono a chi studia, crea o scrive, una infinità di opportunità. Ancora oggi sono gli strumenti più semplici e più efficaci del lavoro scolastico.
LA CORDA
lo spago, il filo di diverso materiale e lunghezza, sono oggetti d’uso che servono per legare, unire, agganciare, sollevare, appendere, sostenere,…facendo e disfacendo nodi
IL BINOCOLO
a lente di ingrandimento, il cannocchiale, il microscopio, la macchina fotografica… sono strumenti per l’esplorazione, e la scoperta. Aiutano i nostri occhi a vedere più lontano, più vicino e con maggiore intensità.
LA SCOPA
la pattumeria, la paletta, lo straccio, la ramazza, la pala, lo strofinaccio,… sono gli utensili per le pulizie e l’igiene dell’ambiente in cui viviamo
IL SAPONE
la spugna, lo spazzolino, l’asciugamano, il tagliaunghie, il pettine… oggetti e strumenti semplici ed essenziali per la pulizia e l’igiene quotidiana del nostro corpo.
LA TROTTOLA
l’aquilone, le bambole, gli elastici, la palla, il salterello, sono strumenti e giochi per il divertimento dei bambini e delle bambine. Sperimentiamo nel concreto e quindi impariamo regole, leggi scientifiche, trucchi, meccanismi altrimenti difficili da imparare.
IL COLTELLINO
E infine c’è il coltellino, con i suoi mille usi. E’ lo strumento per una vita avventurosa e all’aperto. Bisogna saperlo usare bene, con abilità e attenzione.
Come si fa?
Infine una citazione di Ralph Waldo Emerson:
Respect the child. Be not too much his parent. Trespass not on his solitude.
Rispetta il bambino. Non essere troppo il suo genitore. Non invadere la sua solitudine.
Dice Giovanni Bollea (gran decano della neuropsichiatria infantile). “La nostra società non è ancora riuscita a mettere in campo gli anticorpi che potrebbero alleviare il disagio sociale di una società troppo fortemente orientata al consumo, in cui le continue sollecitazioni all’acquisto provenienti dallo schermo interferiscono con le linee educative della famiglia, della scuola, della chiesa e di tutte le altre agenzie educative, costrette ad una corsa spasmodica…”
Per formare gli anticorpi e reagire allo scippo dell’infanzia che si sta consumando sotto i nostri occhi è necessario che le famiglie, le scuole, le chiese e tutte le agenzie educative a cui stanno a cuore i bambini e le infanzie dell’uomo tornino ad essere quelli che siamo: genitori responsabili ed affettuosi, insegnanti consapevoli e motivati, preti ispirati da Don Lorenzo Milani, Pastori protestanti, operatori di volontariato ecc… Parliamone, sosteniamoci, scambiandoci suggerimenti e consigli. Introduciamo nelle nostre case, nelle aule, nelle parrocchie le “buone pratiche”.
Ora bisogna distinguere fra i bisogni quelli veri e quelli indotti. Quello che dico è frutto di letture, conversazioni e personali opinioni.
I bisogni veri sono conosciuti da tutti : nutrirsi, coprirsi, avere un tetto sulla testa quando piove, andare a scuola, curarsi se ci si ammala….
Sembrano scontati, ma non lo sono affatto per milioni di bambini e di adulti e per i 471.000 bambini “clandestini” che vivono fra di noi. In Italia !! Oggi !!. Sono bisogni così poco scontati che le Istituzioni Internazionali devono trasformarli in diritti e metterli su una carta per firmare la quale, a volte, passano decenni di discussioni. Per fare un esempio : la Prima Carta dei Diritti dei bambini data 1924. Rispondeva al bisogno dei bambini di essere protetti e non sfruttati dal mondo degli adulti. Siamo ancora ben lontani dalla sua applicazione.
I bisogni fondamentali che dobbiamo ancora trasformare in diritti per tutti i bambini sono :
1.
Riconoscere e rispettare i diritti e le aspirazioni dei bambini senza alcuna discriminazione di sesso, razza, fede religiosa o cultura.
2.
Assicurare ai bambini il diritto alla vita, alla salute e all’educazione. Contrastare ogni forma di violenza, maltrattamento o sfruttamento.
Il vero nuovo bisogno dei bambini di oggi è il senso del limite. Viviamo in una società onnipotente che ha effetti negativi per il bambino che la vive come molto dispersiva e priva di veri punti di riferimento.
Quando i bambini sono piccoli l’adulto deve essere attento a tutti i suoi bisogni. Poi i figli crescono e lo stesso adulto deve riprendere la scomoda e impopolare posizione di autorità richiesta dal suo ruolo.
Un altro bisogno dei bambini pare essere quello di incontrare la competenza degli adulti sul piano sociale o sullo stare in relazione fra adulti stessi.
L’adulto di oggi tende a scappare, a fuggire la relazione, l’intimità, lasciando spesso alle maestre l’ingrato compito di richiamare il genitore alla relazione con il proprio figlio.
Invece dovrebbe riprendere l’autorevolezza, esercitare i limiti necessari per il bambino e per la sua crescita, nonostante la fatica che ne deriva. Dovremmo imparare e sopportare la ferita che un “no” dato ad un bambino procura . E’ da questo, che il nuovo adulto spesso fugge, lasciando il bambino solo nel sostenere l’intera relazione.
L’essere genitori fino a pochi anni fa era visto come evento naturale e quindi privo di responsabilità. I figli, il loro carattere, erano così per natura e poco potevano farci il padre e la madre. Ora il figlio è una procreazione responsabile, è frutto di una scelta di entrambi i genitori. Le maternità e paternità sono “pesanti” non solo dal punto di vista delle pratiche, ma anche delle incombenze che su di esse gravitano. L’intera società alza il tiro su come deve essere il genitore ideale.
Abbiamo una scuola faticosamente impegnata nel difficile passaggio dall’insegnamento all’apprendimento. Da molti anni. Troppi anni. Con una parte di insegnanti che si ostinano a stare in cattedra. Da cui travasare nozioni in vista di un futuro lavoro che per il 90% dei casi sarà faticoso, poco interessante, e dunque speriamo almeno ben retribuito. Ma c’è anche una parte di insegnanti attenta a dare spazi di progettualità ai ragazzi stessi, a dare diritto di cittadinanza ai loro bisogni emotivi, affettivi, relazionali.
Siamo di fronte ad una scuola oggi imbrigliata da regole che cambiano continuamente. Basterebbe che il ministro in carica mettesse in piedi una commissione con le maestre più esperte ed anziane in termini di anni di servizio per far giustizia di tutti gli annunci strillati e dei silenzi colpevoli, di SPEZZATINI, OSA, UDA, PECUP ed altre amenità. Oggi nelle prime superiori la dispersione scolastica e le bocciature sono altissime. Ci sono classi dei professionali dove il 30% degli iscritti sono bocciati e solo due/tre ragazzi sono promossi senza debiti.
Quali sono i bisogni veri dei ragazzi che passano a scuola 30, 35, 36 ore la settimana ?
La scuola dovrebbe ripensare i saperi, modificare le competenze di base per tutti, spostare in avanti il momento della scelta degli studi superiori.
E non si tratta di abbassare i livelli in una sorta di buonismo rassegnato che non avvantaggia nessuno, ma che si tratterebbe di cambiare il modello organizzativo, troppe ore settimanali, l’impianto culturale, arricchire la professionalità docente mettendo gli insegnanti in grado di affrontare i problemi di tutti e non solo di chi è adatto alla scuola. Si tratta di fare come cento anni fa per la scuola elementare e poco più di trenta anni fa per la media. Di avviare cioè una battaglia culturale di trasformazione della scuola verso i bisogni formativi delle nuove generazioni di questo paese.
Sono sempre stati gli svantaggiati a non voler andare a scuola (e la scuola a non volerli) : se la politica non avesse provveduto ad elevare l’obbligo scolastico ci sarebbero ancora bambini di otto anni semianalfabeti avviati al lavoro, come è purtroppo evidente per milioni di bambini nel terzo mondo.
La scuola, rafforzata dalla televisione, ha una sua responsabilità in merito per il rapporto troppo evanescente con la vita reale.
La TV ed il computer sono dei grandi inquinamenti culturali che ci fanno circondare da un ambiente virtuale, perdendo la passione per la realtà.
La pratica del tempo pieno si è sviluppata sulla base delle necessità dei genitori che oggi lavorano tutti per cui fa comodo che anche i bambini restino a scuola lo stesso tempo che i genitori passano al lavoro o che crescano per lo più davanti alla televisione o PC, e quello che manca a loro è proprio la vita vera, l’importanza della natura semplice, senza mediazioni intellettuali.
Dall'album di Gianfranco Zavalloni
Gianfranco Zavalloni, preside di scuola media, burattinaio, ambientalista e promotore degli orti scolastici ha scritto un lungo documento dal titolo : “La pedagogia della lumaca Riflessioni pedagogiche e strategie didattiche per rallentare a scuola “
Il documento intero è pubblicato in allegato sul sito www.nonsoloteatro.com cliccando sul tasto “Nati per comprare?”
TECNOLOGIE SEMPLICI AD USO DELLA SCUOLA secondo Gianfranco Zavalloni
LA VANGA
la zappa, il rastrello, la falce, le cesoie, il cavicchio… strumenti che ci servono per scavare, rastrellare, piantare, raccogliere, tagliare. Sono gli strumenti di lavoro della terra. Saperli usare bene significa produrre cibo.
L’AGO E IL FILO
le forbici, il metro, gli spilli, il ditale. Ci servono per cucire, tagliare, rammendare, puntare, attaccare bottoni, rattoppare. Sono gli strumenti di lavoro che servono al sarto o alla sarta., per i vestiti del nostro corpo.
LA PENTOLA
il mestolo, il coltello, il forchettone, lo scolapasta, il tegame, il matterello… oggetti d’uso quotidiano della cucina. Ci aiutano a preparare con cura i cibi del nostro nutrimento.
LA BICICLETTA
la pompa, il mastice e la gomma, i ferri da riparare la camera d’aria. La bicicletta è lo strumento più ecologico ed efficace per spostarsi consumando il minimo di energia. E’ importante saperla riparare e tenerla in efficienza.
LA SEGA
il martello, le pinze, la raspa, il cacciavite, il succhiello, le chiavi, la lima… sono gli strumenti del banco da lavoro delle botteghe artigiane: il falegname, il fabbro, l’elettricista, il carpentiere, l’idraulico. Ci aiutano a preparare con cura i cibi del nostro nutrimento.
LA CAZZUOLA
il badile, la coffa, lo sfratasso, la pennellessa, lo scalpello, il mazzuolo… sono gli strumenti indispensabili per costruire e riparare le case.
LA PENNA E LA MATITA
il quaderno, la cannetta col pennino, i pastelli, i pennelli, la gomma, i colori,… offrono a chi studia, crea o scrive, una infinità di opportunità. Ancora oggi sono gli strumenti più semplici e più efficaci del lavoro scolastico.
LA CORDA
lo spago, il filo di diverso materiale e lunghezza, sono oggetti d’uso che servono per legare, unire, agganciare, sollevare, appendere, sostenere,…facendo e disfacendo nodi
IL BINOCOLO
a lente di ingrandimento, il cannocchiale, il microscopio, la macchina fotografica… sono strumenti per l’esplorazione, e la scoperta. Aiutano i nostri occhi a vedere più lontano, più vicino e con maggiore intensità.
LA SCOPA
la pattumeria, la paletta, lo straccio, la ramazza, la pala, lo strofinaccio,… sono gli utensili per le pulizie e l’igiene dell’ambiente in cui viviamo
IL SAPONE
la spugna, lo spazzolino, l’asciugamano, il tagliaunghie, il pettine… oggetti e strumenti semplici ed essenziali per la pulizia e l’igiene quotidiana del nostro corpo.
LA TROTTOLA
l’aquilone, le bambole, gli elastici, la palla, il salterello, sono strumenti e giochi per il divertimento dei bambini e delle bambine. Sperimentiamo nel concreto e quindi impariamo regole, leggi scientifiche, trucchi, meccanismi altrimenti difficili da imparare.
IL COLTELLINO
E infine c’è il coltellino, con i suoi mille usi. E’ lo strumento per una vita avventurosa e all’aperto. Bisogna saperlo usare bene, con abilità e attenzione.
AVETE CAPITO BENE!!!?
Non PC, niente TV, ne MP3, lontano da Play Station, Nokia-superveloce, motorini, palestre superattrezzate....;PCome si fa?
Infine una citazione di Ralph Waldo Emerson:
Respect the child. Be not too much his parent. Trespass not on his solitude.
Rispetta il bambino. Non essere troppo il suo genitore. Non invadere la sua solitudine.
domenica 5 ottobre 2008
Lab-Oratorio a Gatteo.
Una compagnia speciale nello studio, nell'arte, nel teatro, nello sport e nel cinema.
Lunedì 13 ottobre 2008 ore 14,30
Inizia STUDIOLANDIA un aiuto ai compiti per i bambini delle elementari presso la Sala Parrocchiale di Gatteo (ogni lunedì dalle 14,30 alle 16,30)
Giovedì 16 ottobre 2008
Inizia lo STUDIOINSIEME un aiuto allo studio per i ragazzi delle medie ogni giovedì dalle 14,30 alle 16,30 presso la canonica parrocchiale di Gatteo.
Giovedì 16 ottobre 2008
Inizia alle ore 14,30 presso la sala parrocchiale di Gatteo DISEGNACONOI il corso di disegno e arte per bambini delle elementari condotto da Rita Pompili (ogni giovedì)
Sabato 18 ottobre 2008 ore 17,00
Inizia TEATROINSIEME per elementari e medie (con Lorenzo e Simona).
Ritrovo, iscrizione e pizzata insieme presso la sala parrocchiale di Gatteo (il corso si svolgerà ogni sabato dalle 1~OO al/e 19/00) al Cinema-Teatro di Lina Pagliughi.
Mercoledì 15 Ottobre 2008 ore 17,00
Inizia presso la palestra della scuola MEDIA di Gatteo l'attività di PALLAVOLO
per allievi delle elementari e medie (maschi e femmine) ogni MERCOLEDI e VENERDI
dalle 17,00 alle 19,00 (da Ottobre 2008 a Maggio 2009)
Ogni lunedì e giovedì dalle 15,30 alle 16,45 (a pertire dal 20 ottobre)
presso il cortile della Parrocchia di Gatteo inizia CALCETTO per i bambini
delle elementari + l'e 2' media (è obbligatoria l'assicurazione presso il CSI)
DOMENICA 19 ottobre 2008
Inizia il CINEMA per i bambini, i ragazzi e le famiglie presso il Teatro di Gatteo alle ore 15.00
Per informazioni telefonare a:
Silvana 338-5957104 - Lorenzo 0541-932891 - Rita 0541-930169 - Donatella 0541-933036
giovedì 2 ottobre 2008
La pagella di Pascoli al Ginnasio di Rimini
IL GENIO DI 'ZVANI' SBOCCIO' A RIMINI
Ritrovata la pagella di Giovanni Pascoli al Liceo Ginnasio Statale Giulio Cesare di Rimini nel 1871-1872
In liceo classico di Rimini è possibile vedere il Registro degli Esami di Stato di seconda ginnasio del luglio 1872, quando, davanti alla commissione si presentò un certo Pascoli Giovanni che fu promosso con la media di 9.2 decimi, riportando queste classificazioni: (il primo voto è relativo agli scritti): Italiano 10-9; Latino 10.9; Greco 10,8; Matematica 10.10; Filosofia 9; Storia e Geografia 7.
Pascoli era giunto a Rimini all'inizio di quell'anno scolastico 1871-1872, lasciando l'Urbino ventoso, dove aveva compiuto la prima classe liceale. il giovane sammaurese non si trovò subito a suo agio, forse a causa di alcuni compagni che lo canzonavano di frequente e lo costringevano ad una vita solitaria. Fissò così la sua dimora presso il fratello Giacomo che esercitava la professione di perito agrimensore. La solitudine lo invitava, d'altra parte a studiare e ad approfondire la sua cultura che ben presto ebbe modo di rivelarsi quando il prof. di latino, Carlo Tonini, assegnò per compito la stesura di un poemetto. 'Zvani' ne redasse uno che mandò in meraviglia il suo insegnante, il quale volle onorarlo pubblicamente leggendo a tutta la classe l'opera ed elogiandolo "con parole veramente lusinghiere". Carlo Tonini aveva - per primo- intuito il genio dell'autore di Myricae, che con le poesie latine vinse tredici volte la medaglia d'oro al concorso di Amsterdam, dove per altre quindici volte ebbe pure la lode. Giovanni Pascoli sarebbe ritornato alla casa riminese anche in un momento successivo. Per un giorno brevissimo alla trattoria dell'Unione, nella piazzetta delle poveracce, proprio dietro la vecchia pescheria.
Ancora oggi sul luogo è ben visibile una lapide con il seguente testo: "NEGLI ANNI 1871-1872 GIOVANNI PASCOLI ABITO STUDENTE QUESTA CASA, PREPARANDO L'ANIMO E LA MENTE ALLE CREAZIONI POLITICHE PER CUI E ONORATO ED AMATO NEL MONDO. LA CIVICA AMMINISTRAZIONE POSE QUESTO RICORDO NELL'ANNO CINQUANTENARIO DELLA MORTE DEL POETA. RIMINI - MCMLXXII".
Questo è lo studio che il Pascoli aveva a Bologna, quando, succeduto al Carducci, era professore di Letteratura Italiana all'Università; qui sono conservati preziosi documenti d'epoca, come le prime edizioni delle sue opere che Pascoli puntualmente inviava in omaggio al Comune di San Mauro con affettuose dediche autografe.
Ritrovata la pagella di Giovanni Pascoli al Liceo Ginnasio Statale Giulio Cesare di Rimini nel 1871-1872
In liceo classico di Rimini è possibile vedere il Registro degli Esami di Stato di seconda ginnasio del luglio 1872, quando, davanti alla commissione si presentò un certo Pascoli Giovanni che fu promosso con la media di 9.2 decimi, riportando queste classificazioni: (il primo voto è relativo agli scritti): Italiano 10-9; Latino 10.9; Greco 10,8; Matematica 10.10; Filosofia 9; Storia e Geografia 7.
Pascoli era giunto a Rimini all'inizio di quell'anno scolastico 1871-1872, lasciando l'Urbino ventoso, dove aveva compiuto la prima classe liceale. il giovane sammaurese non si trovò subito a suo agio, forse a causa di alcuni compagni che lo canzonavano di frequente e lo costringevano ad una vita solitaria. Fissò così la sua dimora presso il fratello Giacomo che esercitava la professione di perito agrimensore. La solitudine lo invitava, d'altra parte a studiare e ad approfondire la sua cultura che ben presto ebbe modo di rivelarsi quando il prof. di latino, Carlo Tonini, assegnò per compito la stesura di un poemetto. 'Zvani' ne redasse uno che mandò in meraviglia il suo insegnante, il quale volle onorarlo pubblicamente leggendo a tutta la classe l'opera ed elogiandolo "con parole veramente lusinghiere". Carlo Tonini aveva - per primo- intuito il genio dell'autore di Myricae, che con le poesie latine vinse tredici volte la medaglia d'oro al concorso di Amsterdam, dove per altre quindici volte ebbe pure la lode. Giovanni Pascoli sarebbe ritornato alla casa riminese anche in un momento successivo. Per un giorno brevissimo alla trattoria dell'Unione, nella piazzetta delle poveracce, proprio dietro la vecchia pescheria.
Ancora oggi sul luogo è ben visibile una lapide con il seguente testo: "NEGLI ANNI 1871-1872 GIOVANNI PASCOLI ABITO STUDENTE QUESTA CASA, PREPARANDO L'ANIMO E LA MENTE ALLE CREAZIONI POLITICHE PER CUI E ONORATO ED AMATO NEL MONDO. LA CIVICA AMMINISTRAZIONE POSE QUESTO RICORDO NELL'ANNO CINQUANTENARIO DELLA MORTE DEL POETA. RIMINI - MCMLXXII".
Questo è lo studio che il Pascoli aveva a Bologna, quando, succeduto al Carducci, era professore di Letteratura Italiana all'Università; qui sono conservati preziosi documenti d'epoca, come le prime edizioni delle sue opere che Pascoli puntualmente inviava in omaggio al Comune di San Mauro con affettuose dediche autografe.
mercoledì 1 ottobre 2008
Biblioteca a Gatteo.Open Day il 19 ottobre
Sono in fase di conclusione i lavori di ristrutturazione dell'ex Casa del Fascio di Gatteo in via Roma /allungamento via Garibaldi/.
Nelle intenzioni dell' Amministrazione Comunaie, l'immobile dovrà divenire un importante centro di iniziative culturali, destinato ad ospitare il Servizio lnformagiovani, la Biblioteca Comunale ed alcune sale riunioni polifunzionali. La Giunta Comunale ha assunto la decisione di intitolare tali spazi ad illustri rappresentanti della storia di Gatteo.
L'intero immobile, denominato 'Centro Culturale Gli Antonelli, architetti da Gatteo' sarà dedicato agli architetti militari nativi di Gatteo, Giovanni Battista e Battista, che insieme ai loro nipoti e discendenti diretti, a partire dalla metà del XVI secolo e nelI' arco di quasi cent'anni, si distinsero per la progettazione e realizzazione di straordinarie opere di architettura militare ed ingegneria idraulica, riconosciute dall' Unesco Patrimonio dell'Umanità,
La Biblioteca Comunale sarà intitolata a Giuseppe 'Pino' Ceccarelli, recentemente scomparso. Poeta dialettale, vincitore di prestigiosi premi in concorsi locali e nazionali, fu anche bibliotecario di Gatteo, valorizzando personaggi locali quali i poeti Guido Antonelli e Alberto Andreucci, il liutaio Arturo Fracassi, per il quale ha collaborato nella stesura della bibliografia, il celebre soprano Lina Pagliughi, ricordata tutt'oggi con l'assegnazione di un premio internazionale. E' considerato uno dei maggiori artefici della vita culturale di Gatteo.
Le due cerimonie di intitolazione avverranno contestualmente all'inaugurazione dell'immobile, volutamente fissato in coincidenza con l'Open Day delle Biblioteche di Romagna, il 19 Ottobre 2008.
Sarà questa l'occasione per scoprire il nuovo volto della Biblioteca Comunale: una grande sala lettura moderna e confortevole, tavoli studio, arredi completamente rinnovati, una sezione dedicata all'emeroteca, postazioni Internet e connessione intenet wifi in tutto l'immobile, la sezione per i piccoli ( 0-10 anni) attrezzata con pedane, tavolini e tanti nuovi libri specifici per la fascia d'età 0-6 anni. Per l'occasione stiamo organizzando un articolato calendario di appuntamenti: una cerimonia ufficiale al mattino, letture di poesie, momenti di intrattenimento culturale per adulti e bambini nel pomeriggio. Speriamo sia l'occasione per tutta la cittadinanza per scoprire le nuove dotazioni librarie ed servizi erogati alla riapertura della Biblioteca.
FOTO: DENNIS FAEDI
martedì 30 settembre 2008
Fiera di San Crispino a San Mauro Pascoli
Calzolai e ciabattini: a loro ci pensa S. Crispino, il santo protettore che si festeggia il 25 ottobre. Anzi, i patroni degli artigiani della scarpa sono due: S. Crispino e S. Crispiniano, i fratelli 'crespi' di capelli, martiri cristiani che, abbandonate le ricchezze, si misero a predicare il vangelo di Gesù Cristo in terra di Francia. Scegliendo di guadagnarsi il pane risuolando scarpe. I due fratelli finirono i loro giorni in Francia, giustiziati durante la persecuzione di Riziovaro del 287, sotto l'imperatore Diocleziano. Ma, da allora, divennero i protettori dei calzolai e dei ciabattini, che ogni anno, per il 25 di ottobre, ricordano il sacrificio dei due fratelli. Qui va anche nominato, per non confondere, San Crispino che nacque a Viterbo il 13 novembre 1668 e vestì l’abito cappuccino il 22 luglio 1693 nel vicino convento di Palanzana. Fu infermiere, cuoco, ortolano e, per circa 40 anni, questuante nel convento di Orvieto...
Nella città di Pascoli, dal 22 al 25 di ottobre viene allestita la tradizionale Fiera di San Crispino, il protettore dei calzolai, patrono di San Mauro Pascoli che è sede di alcuni dei maggiori calzaturifici che rappresentano il made in Italy nel mondo, come Rossi, Pollini, Casadei, Vicini e Baldinini.
L'appuntamento è nelle principali vie e piazze del centro storico nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 ottobre. Di scena un ricco programma di iniziative tra momenti culturali, giochi, spettacoli in piazza, stand gastronomici, mostre, musica, sport, animazione e quant'altro. Il tutto con la presenza di oltre 200 stand dalle proposte più varie. E con la chiusura della tradizionale Supertombola Show domenica 26 alle 18,30 in piazza Mazzini.
Tra te numerose iniziative in programma segnaliamo l'anticipazione di venerdì 24 ottobre alle 20,45 nella chiesa parrocchiale con la rassegna corale 'Canta Insieme' a cura dell' associazione Don Lorenzo Perosi di San Mauro. Durante la Fiera invece ci sarà la tradizionale mostra fotografica del Fotoclub ospitata nell'atrio del Palazzo comunale che ospiterà il 'Come eravamo', l Sempra Zovan ripropongono nel loro centro sociale la mostra degli Hobby. E ancora: il Gruppo filatelico con la XXII edizione della mostra quest'anno 'Da Rossini a Puccini', per dare risalto alla lirica italiana nel momento migliore del melodramma; Italia Nostra propone una mostra fotografica presso la sala San Sebastiano; l' associazione Volo Insieme. il mercatino della solidarietà per finanziare i progetti in Burkina Faso e Cambogia; i Vigili del Fuoco propongono una loro. esposizione; il Centro Missionario una mostra sulle missioni nel mondo; il Vespa Club la mostra di vespe d'epoca, tante altre iniziative alcune delle quali promosse dalle scuole sammauresi.
La due giorni fieristica sarà anticipata domenica 19 ottobre alla Sala Gramsci dalla presentazione di due volumi pascoliani: Andrea Battistini, presidente dell'Accademia, presenterà Il giovane Pascoli, catalogo a cura di Rosita Boschetti; lo studioso Giorgio Marcon presenterà inoltre Il Fanciullino, edizione critica a cura di Rossella Terreni. La mattinata è organizzata dall'Accademia Pascoliana.
Nella città di Pascoli, dal 22 al 25 di ottobre viene allestita la tradizionale Fiera di San Crispino, il protettore dei calzolai, patrono di San Mauro Pascoli che è sede di alcuni dei maggiori calzaturifici che rappresentano il made in Italy nel mondo, come Rossi, Pollini, Casadei, Vicini e Baldinini.
L'appuntamento è nelle principali vie e piazze del centro storico nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 ottobre. Di scena un ricco programma di iniziative tra momenti culturali, giochi, spettacoli in piazza, stand gastronomici, mostre, musica, sport, animazione e quant'altro. Il tutto con la presenza di oltre 200 stand dalle proposte più varie. E con la chiusura della tradizionale Supertombola Show domenica 26 alle 18,30 in piazza Mazzini.
Tra te numerose iniziative in programma segnaliamo l'anticipazione di venerdì 24 ottobre alle 20,45 nella chiesa parrocchiale con la rassegna corale 'Canta Insieme' a cura dell' associazione Don Lorenzo Perosi di San Mauro. Durante la Fiera invece ci sarà la tradizionale mostra fotografica del Fotoclub ospitata nell'atrio del Palazzo comunale che ospiterà il 'Come eravamo', l Sempra Zovan ripropongono nel loro centro sociale la mostra degli Hobby. E ancora: il Gruppo filatelico con la XXII edizione della mostra quest'anno 'Da Rossini a Puccini', per dare risalto alla lirica italiana nel momento migliore del melodramma; Italia Nostra propone una mostra fotografica presso la sala San Sebastiano; l' associazione Volo Insieme. il mercatino della solidarietà per finanziare i progetti in Burkina Faso e Cambogia; i Vigili del Fuoco propongono una loro. esposizione; il Centro Missionario una mostra sulle missioni nel mondo; il Vespa Club la mostra di vespe d'epoca, tante altre iniziative alcune delle quali promosse dalle scuole sammauresi.
La due giorni fieristica sarà anticipata domenica 19 ottobre alla Sala Gramsci dalla presentazione di due volumi pascoliani: Andrea Battistini, presidente dell'Accademia, presenterà Il giovane Pascoli, catalogo a cura di Rosita Boschetti; lo studioso Giorgio Marcon presenterà inoltre Il Fanciullino, edizione critica a cura di Rossella Terreni. La mattinata è organizzata dall'Accademia Pascoliana.
lunedì 29 settembre 2008
Esposizione nel Museo Casa Pascoli
Anche quest'anno il Museo Casa Pascoli inaugurerà una mostra in occasione della Fiera di San Crispino, patrono del paese. Sabato 25 ottobre alle ore 16.00 Casa Pascoli aprirà al pubblico l'esposizione 'PASCOLI. Un cognome attraverso i secoli' dedicata all' antica casata patrizia dei Pascoli di origine ravennate. All'inaugurazione saranno presenti molti discendenti Pascoli provenienti da varie zone d'Italia. L'iniziativa è organizzata dal comune di San Mauro Pascoli col patrocinio della regione Emilia Romagna e la preziosa collaborazione della Locanda dei Fattori. Una lunga ed approfondita ricerca negli archivi parrocchiali, nelle biblioteche e archivi del territorio ha consentito di individuare alcuni dei personaggi più illustri della genealogia pascoliana, ricostruendo ed illuminando anche la storia di queste famiglie accomunate dal cognomePascoli lungo i secoli, a partire dalla metà del Cinquecento sino all'Ottocento. Il recupero di documenti inediti ha riguardato in particolare quel ramo dei Pascoli trasferitosi da Ravenna a Sant' Alberto sin dai primi anni dell' Ottocento, ramo da cui partirà anche Giovanni Pascoli senior, zio di Ruggero, incaricato nel 1835 da Alessandro Torlonia in qualità di suo ministro alla Torre di San Mauro.
L'esposizione sarà distinta in due sezioni: l'una, al piano terra, destinata al periodo più antico della casata Pascoli tra Ravenna e Perugia, città quest'ultima dove un ramo della famiglia si trasferi sin dal Seicento; qui, ancora una volta il cognome Pascoli ricevette lustro da due celebri fratelli perugini, Lione ed Alessandro Pascoli, il primo noto scrittore e critico d'arte, il secondo vanto della città per essersi distinto come anatomista e medico di Papi e Regine nella prima metà del Settecento. Al primo piano la mostra proseguirà con il ramo genealogico più direttamente legato al Poeta: a partire dal bisnonno Venanzio di Ravenna; fino a ripercorrere le fasi più salienti della vita dei suoi figli, tra cui i famosi contabili ed amministratori dei beni dei nobili ravennati,. Guiccioli e Fabbri. Ampio spazio sarà dedicato in questa sezione alla famiglia di Luigi Pascoli, fratello di Giovanni senior, punto di riferimento per molti anni anche della famiglia di Ruggero Pascoli, in particolare dopo i vari lutti e difficoltà economiche che la colpirono. Ad arricchire l'esposizione, oltre ad alcune lettere inedite di Ruggero Pascoli e degli zii paterni, gentilmente concesse per l'occasione dai discendenti del ramo santalbertese, alcuni oggetti originali appartenuti alla famiglia sin dal Settecento.
L'esposizione sarà distinta in due sezioni: l'una, al piano terra, destinata al periodo più antico della casata Pascoli tra Ravenna e Perugia, città quest'ultima dove un ramo della famiglia si trasferi sin dal Seicento; qui, ancora una volta il cognome Pascoli ricevette lustro da due celebri fratelli perugini, Lione ed Alessandro Pascoli, il primo noto scrittore e critico d'arte, il secondo vanto della città per essersi distinto come anatomista e medico di Papi e Regine nella prima metà del Settecento. Al primo piano la mostra proseguirà con il ramo genealogico più direttamente legato al Poeta: a partire dal bisnonno Venanzio di Ravenna; fino a ripercorrere le fasi più salienti della vita dei suoi figli, tra cui i famosi contabili ed amministratori dei beni dei nobili ravennati,. Guiccioli e Fabbri. Ampio spazio sarà dedicato in questa sezione alla famiglia di Luigi Pascoli, fratello di Giovanni senior, punto di riferimento per molti anni anche della famiglia di Ruggero Pascoli, in particolare dopo i vari lutti e difficoltà economiche che la colpirono. Ad arricchire l'esposizione, oltre ad alcune lettere inedite di Ruggero Pascoli e degli zii paterni, gentilmente concesse per l'occasione dai discendenti del ramo santalbertese, alcuni oggetti originali appartenuti alla famiglia sin dal Settecento.
sabato 27 settembre 2008
lunedì 22 settembre 2008
Alice Brugnaro di San Mauro Pascoli,vestiva Bardot,Brando,Fellini
Dice di non essere stata il grande amore di Marlon Brando, ma solo una sua grande amica del cuore. E' ospite della Casa protetta della fondazione Domus Pascoli di San Mauro Pascoli la sarta dei grandi attori di 50 anni di storia del cinema italiano. Ha vestito Alberto Sordi, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, ha cucito abiti per Brigitte Bardot, ha lavorato per Federico Fellini. Ma uno solo è rimasto nel suo cuore: Marlon Brando. Lei è Alice Brugnaro nata a il 9 settembre 1914 a Zero Branco vicino Treviso. Suo babbo faceva il fattore per una contessa veneziana e lei abitava coi suoi nella villa. Dopo la 5a elementare i genitori la fanno smettere di andare a scuola perchè Treviso era lontana. Lei piange e si dispera, ma deve aspettare di avere 18 anni per andare ogni giorno in bicicletta a Treviso per frequentare una scuola di taglio e cucito. A 20 anni Alice con la famiglia si trasferisce a Roma e comincia a lavorare come sarta in via Margutta presso una sartoria teatrale.
Così cuce vestiti per i grandi del cinema. All'età di 30 anni va in Brasile in occasione del quarto centenario della città di San Paolo. In quel paese conosce l'amore della sua vita, suo marito Roberto Camocardi, italiano di Mantova, deceduto tre mesi fa. Lui era già sposato con un figlio e sua moglie viveva in Austria. Rimasto vedovo, lei se lo sposa a Roma in Campidoglio. Poi per 20 anni hanno abitato a Gatteo Mare e infine lei nella casa protetta di San Mauro dove a 94 anni e mezzo è lucidissima, racconta degli episodi d'una vita passata a cucire abiti per attori e attrici, legge il Carlino tutti giorni, ma soprattutto i settimanali. Ama quello che lei chiama lo scoop, oggi gossip. La sua storia è stata anche raccolta da Andrea Turci un affezionato volontario degli ospiti della Casa Protetta.
Uno dei ricordi più belli?
"Ho viaggiato molto per lavoro - racconta Alice Brugnaro - ho prestato servzio in molti film, ho conosciuto decine di attori italiani, francesi e internaziomdl. Ho fatto la capo cucitrice per Federico Fellini nei film '8 e l/2" e 'Giulietta degli spiriti". Fellini è sempre stato molto gentile". .
Il suo incontro con Marlon Brando?
- "L'ho conosciuto quando io avevo 55 anni e lui 45 sul set del film Queimada. Una
sera in inglese mi ha raccontato tutta la sua vita. Per me aveva simpatia e gentilezza. Mi portava la sedia sul set e i profumi quando tornava dalle vacanze".
Fra voi due non è mai nata una love story?
"No, io sono sempre rimasta fedele a mio marito. Marlon Brando è stato un grande amico. Fra di noi c'era tanta amicizia, ma non ci siamo mai innamorati" .
E' vero che lei conserva gelosamente le foto di Marlon Brando?
"Sì. Soprattutto quella che lo ritrae quando lui piange dopo avere saputo che suo figlio si era macchiato di omicidio. Io guardo Marlon tutti i giorni e lo ricordo con un requiem".
Nessuno degli attori le ha mai fatto la corte?
"Sono sempre stati tutti molto gentili, mi hanno sempre trattata bene".
Poi ci saluta con una grande risata, segno che nel suo cuore di segreti dell'affasciname mondo della celluloide ne porta davvero tanti.
-tratto dall'intervista di E.Pasolini
Così cuce vestiti per i grandi del cinema. All'età di 30 anni va in Brasile in occasione del quarto centenario della città di San Paolo. In quel paese conosce l'amore della sua vita, suo marito Roberto Camocardi, italiano di Mantova, deceduto tre mesi fa. Lui era già sposato con un figlio e sua moglie viveva in Austria. Rimasto vedovo, lei se lo sposa a Roma in Campidoglio. Poi per 20 anni hanno abitato a Gatteo Mare e infine lei nella casa protetta di San Mauro dove a 94 anni e mezzo è lucidissima, racconta degli episodi d'una vita passata a cucire abiti per attori e attrici, legge il Carlino tutti giorni, ma soprattutto i settimanali. Ama quello che lei chiama lo scoop, oggi gossip. La sua storia è stata anche raccolta da Andrea Turci un affezionato volontario degli ospiti della Casa Protetta.
Uno dei ricordi più belli?
"Ho viaggiato molto per lavoro - racconta Alice Brugnaro - ho prestato servzio in molti film, ho conosciuto decine di attori italiani, francesi e internaziomdl. Ho fatto la capo cucitrice per Federico Fellini nei film '8 e l/2" e 'Giulietta degli spiriti". Fellini è sempre stato molto gentile". .
Il suo incontro con Marlon Brando?
- "L'ho conosciuto quando io avevo 55 anni e lui 45 sul set del film Queimada. Una
sera in inglese mi ha raccontato tutta la sua vita. Per me aveva simpatia e gentilezza. Mi portava la sedia sul set e i profumi quando tornava dalle vacanze".
Fra voi due non è mai nata una love story?
"No, io sono sempre rimasta fedele a mio marito. Marlon Brando è stato un grande amico. Fra di noi c'era tanta amicizia, ma non ci siamo mai innamorati" .
E' vero che lei conserva gelosamente le foto di Marlon Brando?
"Sì. Soprattutto quella che lo ritrae quando lui piange dopo avere saputo che suo figlio si era macchiato di omicidio. Io guardo Marlon tutti i giorni e lo ricordo con un requiem".
Nessuno degli attori le ha mai fatto la corte?
"Sono sempre stati tutti molto gentili, mi hanno sempre trattata bene".
Poi ci saluta con una grande risata, segno che nel suo cuore di segreti dell'affasciname mondo della celluloide ne porta davvero tanti.
-tratto dall'intervista di E.Pasolini
venerdì 19 settembre 2008
Gardini per arredare a Gatteo e Orogel
L'articolo apparso sulla "Gazzetta del Rubicone"
"Innovazione, dinamismo, design e cura del cliente sono elementi comuni alle visioni di due delle aziende più affermate del territorio. Questo il punto di partenza per un matrimonio d'eccellenza: un nuovissimo e segretissimo prodotto di casa Orogel e la qualità ed il gusto degli ambienti di Gardini per arredare, che fanno da sfondo al set fotografico per la campagna di lancio di questa squisita novità.
Il lancio, previsto per settembre 2008 sia per il mercato italiano che estero: Europa, Usa, Ca, rivolta al consumatore finale, commercializzato nella grande distribuzione. Gardini per arredare ha messo a disposizione il suo show room a Marco Onofri, affermato fotografo professionista, che ha realizzato le immagini che caratterizzano il lancio del nuovo prodotto top secret di casa Orogel, dalle spiccate proprietà funzionali e salutistiche.
Il lancio si concretizzerà in importanti attività pubblicitarie sulla stampa, su internet, in tivù e attraverso iniziative promozionali all'interno dei punti vendita (in store promotions, degustazioni, etc..).
Gli ambienti di design di Gardini per arredare si sono rivelati la location ideale per fare da sfondo a questa campagna di lancio, per valorizzare e sottolineare le novità ed il pregio di questo nuovo prodotto.La potenzialità dello show room di Gardini per arredare a Gatteo, che si estende su 5.000 mq di esposizione, sono state pienamente valorizzate: moderne camere da letto, tecnologiche cucine e sofisticate aree ufficio hanno fornito la giusta scena per gli scatti di Marco Onofri. Gardini per arredare, sul mercato dal 1966, offre una vastissima e curata scelta di prodotti per l'arredo casa, l'hotel, la comunità e gli uffici, proponendo al cliente un pacchetto completo dove il servizio è da sempre la componente che ha affermato negli anni il successo dell'azienda. E chissà che questo non possa essere il buonissimo auspicio anche per il successo della novità top secret di Orogel!"....
"Innovazione, dinamismo, design e cura del cliente sono elementi comuni alle visioni di due delle aziende più affermate del territorio. Questo il punto di partenza per un matrimonio d'eccellenza: un nuovissimo e segretissimo prodotto di casa Orogel e la qualità ed il gusto degli ambienti di Gardini per arredare, che fanno da sfondo al set fotografico per la campagna di lancio di questa squisita novità.
Il lancio, previsto per settembre 2008 sia per il mercato italiano che estero: Europa, Usa, Ca, rivolta al consumatore finale, commercializzato nella grande distribuzione. Gardini per arredare ha messo a disposizione il suo show room a Marco Onofri, affermato fotografo professionista, che ha realizzato le immagini che caratterizzano il lancio del nuovo prodotto top secret di casa Orogel, dalle spiccate proprietà funzionali e salutistiche.
Il lancio si concretizzerà in importanti attività pubblicitarie sulla stampa, su internet, in tivù e attraverso iniziative promozionali all'interno dei punti vendita (in store promotions, degustazioni, etc..).
Gli ambienti di design di Gardini per arredare si sono rivelati la location ideale per fare da sfondo a questa campagna di lancio, per valorizzare e sottolineare le novità ed il pregio di questo nuovo prodotto.La potenzialità dello show room di Gardini per arredare a Gatteo, che si estende su 5.000 mq di esposizione, sono state pienamente valorizzate: moderne camere da letto, tecnologiche cucine e sofisticate aree ufficio hanno fornito la giusta scena per gli scatti di Marco Onofri. Gardini per arredare, sul mercato dal 1966, offre una vastissima e curata scelta di prodotti per l'arredo casa, l'hotel, la comunità e gli uffici, proponendo al cliente un pacchetto completo dove il servizio è da sempre la componente che ha affermato negli anni il successo dell'azienda. E chissà che questo non possa essere il buonissimo auspicio anche per il successo della novità top secret di Orogel!"....
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