giovedì 6 maggio 2010

L’Istituto Don Ghinelli di Gatteo

ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
CORSO DI LAUREA IN EDUCATORE SOCIALE
tesi di laurea presentata da Tania Matricardi intitolata: 
"L’Istituto Don Ghinelli di Gatteo tra passato e presente"

Per gentile concessione dell'autrice mi permetto di copiare i frammenti più salienti del:

CAPITOLO III
L’Istituto Don Luigi Ghinelli negli ultimi anni

L’Istituto rimase nel paese di Gatteo con funzione prevalentemente scolastica per molti anni fino alla fine degli anni ’80. Poi visse un periodo di declino, sia funzionale che strutturale. Gatteo era divenuto un paese di provincia abbastanza grande, il tenore di vita degli abitanti si era notevolmente elevato nei paesi limitrofi, era aumentato il numero delle scuole ed i mezzi di trasporto per raggiungerle si erano moltiplicati. Un Istituto che era nato per dare conforto,
educare, riabilitare i fanciulli poveri del paese perdeva così il suo più intimo significato.
Negli anni ’90 venne chiuso e nel ’96 è stato completamente ristrutturato grazie all’Opera Don Guanella di Como ed in particolare grazie all’azione dell’ultimo ed attuale direttore Don Vincenzo Zolla.
La sua volontà, il suo coraggio e l’onesta collaborazione con Don Gabriele Cominazzi sono state fondamentali per la ricostruzione della struttura. I lavori di ristrutturazione sono durati cinque anni, ma hanno reso al paese l’Istituto che li ha accompagnati per più di un secolo, che
ha attraversato con loro la Storia.
Oggi l’istituto ha una superficie quadrata di 6000 metri che comprendono edificio, piscina all’aperto, uliveto, orto, parcheggi, campo da pallavolo ed uno spazioso gazebo. La struttura ospita 27 utenti residenziali con problemi psichiatrici, suddivisi in due gruppi appartamento ed un Centro socio – riabilitativo residenziale; essi provengono da zone limitrofe (un gruppo di essi proviene dall’AUSL di Ferrara e dal Consorzio dei Servizio Sociali dell’Asl di Ravenna),
ma anche da tutta la nazione e presentano disabilità psichiche e/o fisiche gravi, un centro diurno comprendente 29 utenti suddivisi in due gruppi: Centro socio riabilitativo diurno “Parsifal” (diciannove utenti con disabilità di tipo grave seguiti da sei educatori professionali) e Centro socio educativo assistenziale diurno “Over 40” rivolto a persone disabili con più di quarant’anni. L’edificio si sviluppa su due piani, il piano superiore è adibito a zona notte in cui sono presenti camere, un’infermeria, tre cucine attrezzate, una palestra, una guardiola ed un’ala destinata alle stanze dei sacerdoti; il piano inferiore ospita: la chiesa, segreteria, biblioteca, direzione, una sala ricreativa con televisore e camino, un refettorio, cucina, bagni,
ambulatorio di fisioterapia e sette laboratori. Durante i mesi estivi agli utenti del centro diurno si aggiungono circa otto minori che frequentano il Centro Estivo.
Tali ragazzi hanno un’età compresa tra i 9 ed i 16 anni e presentano disabilità psichica di tipo medio - grave.
(...)

L’istruzione nel suo vero significato non conosce limiti di età e va proseguita lungo tutto il corso della vita.
Viene offerta dunque anche alle persone anziane la possibilità di mantenere efficienti e ampliare le conoscenze e gli interessi culturali, che contribuiscono a tener vivo il loro mondo interiore.
Oltre all’istruzione vengono valorizzate anche la forma fisica e la riabilitazione che passano anche attraverso una buona igiene, infatti nella convinzione che tutti hanno diritto alla salute sia fisica che psichica, gli educatori guanelliani cercano di attuare interventi di prevenzione e di cura delle malattie. Viene incentivata una sana e regolata alimentazione, una accurata igiene personale, un abbigliamento conveniente e decoroso, adeguati momenti di distensione e riposo, vengono programmati controlli medici periodici e terapie secondo i singoli casi. Nel medesimo tempo ci si impegna ad offrire idonei esercizi che rafforzino o mantengano l’efficienza delle capacità biofisiche.
Alle persone anziane e in condizione di handicap vengono offerte quelle terapie riabilitative psico-fisiche che favoriscono, per quanto possibile, il loro benessere globale e il recupero delle facoltà compromesse.
don vincenzo zolla fotoAnche i momenti di svago e divertimento sono incentivati all’interno delle case infatti Don Guanella ha intuito l’importanza per tutti, in educazione, di uno spazio dedicato a possibilità artistico - espressive, al divertimento e allo sport. Li ritiene occasioni che rivelano i sentimenti dell’animo, creano legami di amicizia, tengono lontano tristezza e malinconia, rendono animato l’ambiente, più sereno e meno monotono il ritmo quotidiano. Si programmano e si attuano pertanto varie e molteplici attività di questo tipo, adatte e utili alle singole categorie di persone, cercando di dare quel tocco di novità e di freschezza che le rendono attraenti.
Prendendo spunto da ricorrenze liete delle persone e della comunità e dalle occasioni della vita quotidiana, si organizzano momenti di festa comunitaria, in cui cresca lo spirito di famiglia, gli animi si riconcilino e riprendano coraggio e si riscopra la gioia di stare insieme. Sia per i fanciulli, i ragazzi e i giovani come per le persone insufficienti mentali si cura con particolare attenzione il gioco e lo sport nelle sue varie manifestazioni; lo si usa come strumento di formazione all’autocontrollo e all’impegno, momento di liberazione positiva delle tensioni
interiori e mezzo di sviluppo fisico. Vengono privilegiati soprattutto gli sport e le attività di gruppo, che sollecitano a mettere le proprie capacità e la propria azione a servizio degli obiettivi comuni.
(...)
Le attività sportive che vengono eseguite con regolarità all’interno della casa sono: piscina, sia in estate che in inverno (presso la piscina comunale di Cesenatico), tale attività è utile per
rafforzare gli schemi motori e per migliorare la tonicità muscolare in soggetti che ne deficiano. Grazie alla presenza di un’attrezzata palestra al piano superiore si possono eseguire esercizi sia con attrezzi che al tappeto. Oltre alle attività sportive e ricreative sopra citate un ruolo importante lo svolge il lavoro, i ragazzi più autonomi si occupano della manutenzione e della cura della loro casa.
Il lavoro è proposto come mezzo di espressione e di sviluppo della creatività dell’individuo e delle sue capacità senso-motorie, momento di potenziamento delle facoltà volitive e intellettive, occasione di socializzazione e di partecipazione alla vita sociale. Per questo tutti, non esclusi i ragazzi occupati prevalentemente nei doveri di scuola e di studio, sono indirizzati ad applicarsi in misura adeguata a una qualche attività. Anche le persone anziane, quando le loro forze lo permettono, vengono occupate in piccole attività alla loro portata, che tengano vivi i loro interessi e le loro abilità operative, contribuendo così al mantenimento della loro serenità e vitalità interiore. Nell’educazione delle persone insufficienti mentali, viene dato al lavoro particolare rilievo e significato riabilitativo, in quanto suscita il sentimento del proprio valore, rafforza la fiducia in se stessi, dà loro la gioia di sentirsi utili e inoltre favorisce la comprensione dei concetti astratti. Senza trascurare i lavori domestici, fra le molteplici attività da offrire loro si preferiscono quelle di facile esecuzione e insieme ricche di stimoli per la personalità dell’individuo; là dove è possibile, si privilegia, secondo l’invito del Fondatore, il lavoro a contatto con la natura. L’uomo afferma e realizza sé stesso anche attraverso la socializzazione e quindi il dialogo.
«L’uomo - afferma don Guanella - è socievole e ha bisogno di versare il suo cuore nel cuore dei fratelli, per sentirne la voce, gli affetti e i discorsi».
Per educare alla socialità, guidiamo le persone affidateci a cercare volentieri la relazione con gli altri e a comunicare con loro in modo autentico, senza maschere o ipocrisie, e in spirito di fraternità e di servizio, che rifugge ogni atteggiamento e comportamento di dominio.
A questo scopo gli utenti vengono formati all’accettazione cordiale degli altri, specialmente dei meno dotati sul piano psico-fisico, e al rispetto della loro mentalità e del loro stile di vita. Soprattutto si coltiva la capacità di dialogo con gli altri, nonostante le differenze di età e cultura, e di inserimento attivo in contesti e gruppi socio-culturali diversi.
Oltre che alla comunicazione, i ragazzi vengono educati all’acquisizione sempre maggiore di una mentalità sociale, in cui sia vivo il senso di appartenenza al proprio gruppo e lo spirito di fratellanza universale.
Infine vengono stimolati a partecipare attivamente alla vita del gruppo e della comunità ecclesiale e civile in cui vive, a far propri i loro problemi, i progetti e le iniziative, e, secondo il ruolo e le capacità, a mettersi al servizio della loro crescita materiale, morale e spirituale.
 (...)
Con un’immagine espressiva, don Luigi Guanella diceva che :
"Il cuore di una persona è come terra da orto e da giardino che, coltiva e produce fiori e frutti"
Queste parole fanno ben capire che educare è impegnarsi a rendere la persona, nonostante le gravi limitazioni psichiche e fisiche, artefice del proprio sviluppo in base alle potenzialità possedute. Tale impegno consiste nell’accogliere le caratteristiche della persona e nell’attivare tutte le sue possibilità, anche quando si tratta di soggetti con gravi deficit intellettivi.

 Clima dell’ambiente educativo
I centri vogliono contraddistinguersi per un’atmosfera di cordiale familiarità, che rende attraente lo stare insieme e fa sentire le persone a proprio agio. In essi perciò si dà particolare attenzione a tutti quei fattori che favoriscono un clima di famiglia: il senso dell’accoglienza, la generosità nel servizio reciproco, l’interesse sincero per la crescita di ognuno.
Ogni relazione si svolge in modo tale che l’autorità non incuta timore, né le varie differenze di età o di ruolo impediscano la conversazione spontanea nelle molteplici occasioni quotidiane. Ciascuno, anche il più piccolo e il più fragile, deve sentirsi utile e stimato e trovare il modo di esprimere con naturalezza le sue capacità.
Come in una buona famiglia, si bada a non “restringere troppo” quella libertà che la ragione può permettere e che aiuta a manifestare le proprie attitudini e mettere a frutto le risorse della mente e del cuore.
foto tania matricardi Nello stesso tempo si ritiene importante una disciplina equilibrata e subordinata alle necessità del servizio: la sua funzione è quella di tutelare il bene comune dagli egoismi, favorire uno sviluppo ordinato dei rapporti tra le persone e delle attività e infondere in tutti sicurezza. Altre importanti caratteristiche dei centri guanelliani sono un forte impegno operativo e un grande spirito di sacrificio da parte di tutti.
Ognuno cerca di dare il proprio contributo quotidiano di lavoro, di sofferenza e di preghiera per la crescita delle persone e il benessere materiale e morale del centro stesso.

Nessuno deve ritenere di non essere capace o di non avere nulla da dare, ma tutti devono impegnarsi con spirito di sacrificio e allo stesso tempo con tranquillità e senza lasciarsi prendere dall’ansia.
Un clima di grande serenità, infatti, deve permeare negli ambienti, che si prefiggono come meta educativa indispensabile quella di mettere le persone in condizione di essere contente e sentirsi sostenute in ogni momento da segni di amore e ragioni di speranza...
Fine citazione.

Lavoro all'Istituto come volontaria da più di un anno e non posso che fare la conferma di quanto asserito da TANIA MATRICARDI nella sua tesi.

Le 4 foto mostrano Istituto Don Ghinelli d'estate e d'inverno, DON VINCENZO ZOLLA  all'opera e l'autrice della tesi: Tania "carnevalesca"

martedì 4 maggio 2010

L'appello, 5 per mille all'Accademia Pascoliana

La recente crisi economica ha prodotto gravi problemi di ordine finanziario le cui conse­guenze sono ben visibili agli occhi di tutti perché toccano le tasche di molti soggetti, ma vi è una crisi che rifugge l'evidenzà, è quella degli Istituti Culturali che si sono visti decur­tare contributi e finanziamenti così da rendere assai incerta la propria attività specifica, pro­durre cioè cultura, la base per ogni umana convivenza. Anche l'Accademia Pascoliana sconta pesantemente questa difficoltà ed è fortemente limitata nel programmare un'attività adeguata al grande nome che rappresenta. Giovanni Pascoli è la maggior gloria sammau­rese, il più grande poeta italiano del Novecento conosciuto e studiato in tutto il mondo e sa­rebbe una imperdonabile mancanza sul piano sociale, morale e culturale non poterlo ono­rare come si conviene solo per mancanza di fondi. Chiediamo ad ogni cittadino di San Mauro e a ogni individuo amante della poesia e della cultura di destinare il 5 x 1000 della propria denuncia dei redditi all'Accademia Pascoliana per far sì che si possa con sempre maggiore efficacia perpetuare l'opera e la memoria del grande Poeta.
Questo il numero per il versamento all'Accademia: 90004690401.

Appello del vice presidente Piero Maroni

lunedì 3 maggio 2010

Popolazione provincia Forlì-Cesena 2009

La Camera di Commercio di Forlì-Cesena offre con tempestività un'arti­colata e puntuale informazione sulla popolazione della provincia rendendo disponibile sul proprio sito, il 'Quaderno della Popolazione', che riporta le notizie demografiche aggiornate al 31/12/2009 (il volume in formato carta­ceo uscirà a breve).
Mediante lo strumento informatico "Demografia Online" database della po­polazione che fornisce i dati - consultabile sul sito al medesimo indirizzo ­è possibile ricavare gran parte delle informazioni sulla consistenza e dina­mica demografica dei 30 Comuni della Provincia, informazioni che con­corrono a produrre statistiche utili alla comprensione dei fenomeni e delle situazioni locali.
I dati rilevano che al 31 dicembre 2009 sono residenti in provincia di Forlì­-Cesena 392.329 persone, con un tasso di crescita pari a 1,11 % rispetto al 2008. Il Comprensorio più popolato è quello di Cesena con 205.581 abi­tanti, contro i 186.748 del Comprensorio forlivese; in diminuzione, rispetto all'anno precedente, i tassi di crescita di entrambi i comprensori (da + 1,26% a +0,96%, Forlì, e da + 1,34% a + 1,25% Cesena). Stabile la popolazione dei comuni montani (+0,11 %), in aumento invece la pianura e la collina, con crescita pari a, rispettivamente, + 1,21 % e +0,81 %. Uno sguardo alle fami­glie residenti che sono, alla fine dell'anno, 164.756 (+1 ,7% rispetto al 2008), con un numero medio di componenti uguale a 2,38 per famiglia.
Diminuisce lievemente la passività del saldo naturale, pari a -371 (nel 2008 era pari a -392) determinato da 3.721 nati contro 4.092 morti. Il saldo mi­gratorio invece, dato dalla differenza tra iscritti e cancellati, è pari a +4.680; il saldo totale della popolazione ammonta a +4.309. Il movimento migrato­rio con le altre province italiane ha riguardato 4.565 immigrati contro 3.206 emigrati; la parte più consistente è quella riferita alle province della nostra regione; le altre principali regioni di provenienza degli immigrati continuano ad essere, in gran parte come per gli anni passati: Campania (420, il 9,2% del totale), Puglia (417, il 9,1 %), Lombardia (290, il 6,4%), Sicilia (267, il 5,8%).

Il movimento con l'Estero ha fatto rilevare 4.417 immigrati e 574 emi­grati.
I Paesi più significativi per flusso d'immigrazione sono:
la Romania, con 760 immigrati (erano 1.189 nel 2008 - rappresenta il 17,2% del totale im­migrati stranieri);
segue la Cina con 565,
l'Albania con 518;
il Marocco con 475,
l'Ucraina con 267,
la Polonia con 228 e
il Bangladesh con 136.
I flussi di emigrazione sono come di consueto molto più contenuti; il Paese di de­stinazione col numero più elevato di emigrati dalla nostra provincia è la Ro­mania con 87. I cittadini stranieri residenti nella provincia di Forlì-Cesena: al 31 dicembre 2009 ammontano a 38.887, di cui 19.375 ma­schi e 19.512 femmine.
Rispetto allo scorso anno l'aumento è stato del + Il, 1%. La distribuzione per sesso risulta piuttosto equilibrata, dal momento che i maschi sono il 49,8% del totale (erano il 50,7% nel 2008).

L'incidenza degli stranieri sul totale dei residenti è aumentata, passando dal 9% del 2008 al9 ,9% a fine 2009; per quanto riguarda i due comuni mag­giori, la presenza straniera a Forlì è pari al 10,6% dei residenti, mentre a Ce­sena è del 8,7%. La maggior componente straniera si registra in alcuni comuni del comprensorio forlivese, in particolare a Galeata, dove si tocca la punta massima del 20;3%, a Civitella di Romagna (i5,3%) e a Savignano (13,9%). I principali Paesi di provenienza sono:
Albania (6.612 residenti pari al 17% del totale dei residenti non italiani), Romania (6.033, il 15,5%),
Marocco (5.554, il "14,3%),
Cina (2.875, il7 ,4%),
Bulgaria (1.894, il 4,9%),
Polonia (1.773, il 4,6%).
I residenti stranieri provenienti da questi paesi, co­stituiscono il 63,7% del totale degli stranieri residenti nella nostra Provincia. Per concludere un'analisi sintetica, di tipo strutturale, dei principali indici demografici relativi all'intera provincia evidenzia che cala l'indice di in­vecchiamento della popolazione (167,9 nel 2009, contro 170,1 nel 2008), il tasso di variazione naturale della popolazione è negativo; il tasso di morta­lità è più alto di quello di natalità; la componente femminile della popola­zione è leggermente più elevata rispetto a quella maschile; la popolazione anziana è ancora superiore a quella giovane.
Gli indici di attrattività confer­mano il carattere attrattivo del nostro territorio: a fronte di un tasso di emi­grazione provinciale pari a 9,7 (emigrati su 1000 abitanti) abbiamo infatti un tasso d'immigrazione di 23,0 (immigrati su 1000 abitanti); il tasso mi­gratorio netto è pari a 13,3.

domenica 2 maggio 2010

Hanna in ItalianBloggers

Grazie a qualcuno che m'ha inculcato la volontà rankiana, del carattere d'affermazione di sé nell'esperienza di superamento dell'eredità familiare, del milieu sociale, dell'insuccesso e caduta di credenze religiose, ideologie miticizzanti, ideali amorosi, dei molteplici problemi esistenziali e nevrotici della modernità.
Superato tutto, non faccio che trastullarmi passionale d'ogni occasione.
Senza consumare l'eredità: i riti ri-compiuti, le regole stra-fatte, le robe concluse...
Volontà di creare, volontà d'essere felice...Vivo in un mondo a sè; con il mio spazio ed il mio tempo.




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venerdì 30 aprile 2010

Silent Rave 9 maggio Milano

CONDIVIDETE E SPARGETE LA VOCE!
IL 9 MAGGIO 2010 SILENT RAVE A MILANO - TENTEREMO DI BATTERE IL RECORD FISSATO A LONDRA TENUTOSI IL 4 APRILE 2007, DOVE 4000 PERSONE HANNO BALLATO ASSIEME IN PIAZZA. NOI DOVREMO ESSERE DI PIÙ!!!!
(stando ai "confermati" sulla gettonatissima pagina Facebook dell'evento sono gia in 18 mila, ma la cifra è destinata ad aumentare)

LA BUONA RIUSCITA DELL'EVENTO DIPENDE ANCHE DA VOI, PERCIÒ CONDIVIDETE E INVITATE I VOSTRI AMICI!!!

Ecco come Milano batterà Londra:

Alle ore 16.20 riunitevi tutti in piazza Cordusio, muniti di mp3 e auricolari/cuffie.

All'ora prestabilita, cioè alle 16:30 vedrete gli organizzatori (riconoscibili perchè indosseranno una maglietta con stampato l'orologio che vedete in bacheca) che inizieranno a ballare dal nulla. NESSUNO DI NOI È CAMPIONE DI BALLO (anzi) PERCIÒ NON VERGOGNATEVI!!!

Voi ci seguirete e tutti insieme ci sposteremo continuando a ballare all'unisono come idioti per via dei mercanti, piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele, fino ad arrivare in San Babila, invadendola e continuando a ballare.

Una volta riuniti tutti in San Babila, quando l'orologio digitale ben visibile con sopra l'insegna di un produttore di salumi sarà sulle 17:00 spaccate, ci disperderemo come se nulla fosse.

REGOLE DEL GIOCO:

- 16:30 in piazza cordusio PUNTUALI!!!
- portarsi un lettore mp3 con cuffie
- seguire le istruzioni scritte sopra
- sentirsi idioti
- scatenarsi
- DIVERTIRSI!!!
- ATTENZIONE: È MEGLIO SE VI PORTIATE TUTTI DIETRO LA CARTA D'IDENTITÀ (O UNA FOTOCOPIA)

E' ovvio che ciascuno di voi può ascoltare la musica che vuole e usare la playlist che vuole, chi vuole attenersi scrupolosamente a ciò che faranno gli organizzatori si metta questa in loop.

Non è prevista una coreografia in quanto lo scopo non è quello di creare un corpo di ballo, quanto quello di creare un'atmosfera surreale in pieno centro Milano, città rinomata per la sua frenesia e l'attaccamento al dovere professionale. Il messaggio che vogliamo portare è che ci sono sempre 5 minuti per sentirsi liberi con se stessi, ci sono sempre 5 minuti per ballare, e quale modo migliore per farlo se non in pieno centro?

Non mancate e comunque invitate tutti i vostri amici e condividete sulla loro bacheca dicendo ad ognuno di fare altrettanto!

mercoledì 21 aprile 2010

“Corale ‘nd Rock”, 24 aprile teatro Astra Bellaria, canzoni per Africa

Sabato 24 Aprile alle ore 21 al Teatro Astra di Bellaria Igea Marina si preannuncia la seconda edizione di "Canzoni per Africa" intitolata: “Corale ‘nd Rock”,
Il tutto organizzato da CROCE BLU  Pubblica Assistenza
Associazione di volontariato ONLUS Bellaria Igea Marina

La serata presentata dall'illustre gatteese Guido Dott. Biribanti, vedrà protagonisti “La Corale di Bellaria Igea Marina” e gli “Evidence Based Music”, gruppo composto da medici con la passione per il classic rock, che insieme presenteranno un inedito e insolito accostamento tra la migliore tradizione delle cante popolari romagnole e il rock classico più conosciuto, il tutto sapientemente armonizzato per offrire uno spettacolo originale e assolutamente interessante.
L’evento rappresenta la seconda edizione nel progetto “Songs for Africa - Aiutiamoli a diventare grandi”, iniziativa a cui Croce Blu ha dato avvio nel 2009 attraverso la raccolta fondi da destinare alla cura dei bambini dell’Ospedale di Marrere in Mozambico gestito dalla missionaria comboniana Suor Maria Pedron.

 ingresso 10 euro
info e prenotazioni: 0541 333222 / 3460632418

domenica 18 aprile 2010

Figa Lessa Standard di Cesena, youtube

Figa Lessa Standard di Cesena, un altro tormentone della rete.
DEEEEEEEOOOOOOO...BBBOOOOOOO!!!

Ecco cosa ne scrive la "Voce di Romagna":

Lei è inarrivabile, iniorante (così si definisce), si nutre di salatini da aperitivo e beve mojito ai pasti, ha quattro amiche, la Chia, la Vale, la Sary e la Fra e qualcosa come 8.477 fan in un mese scoccato giusto ieri: non ha un nome come tutte le altre, ma il suo è un modus vivendi, ossia quello di Figa Lessa Standard di Cesena... Che poi tanto di Cesena non è, visto che i suoi estimatori, le sue estimatrici, e le sue tantissime emule “a stampo” – dotate di frangetta, occhiali all’ultimo grido, ballerine ai piedi e gli ultimi must della moda - si trovano pressoché in ogni parte d’Italia e, probabilmente del mondo.

Lei, i cui natali sono proprio a Cesenatico, è una fashion victim, che ha sostituito la tipica “s” romagnola, marchio di fabbrica di chi nasce in questa terra, quella, per capirsi, che ti spettina il ciuffo, con una “ezze” che usa persino quando scrive, ha opinioni su ogni cosa e racconta le sue avventure con leggerezza.
Tra le ultime: 
"Ho fatto il tezt del quoziente intellettivo. Tranquilli, tutto ok! È negativo!"

"Mi piazzono quelle poezie ermetiche.. tipo quella: ‘Mi illumino d’immenzo’ oppure quell’altra: ‘Prendi la cornetta, Mondial Caza ti azpetta’!” 

"Non ho un gran zenzo dell'orientamento. Una volta io e la Vale™ abbiamo noleggiato un pedalò. Ci ziamo perze!. Ci ha pezcato la "Motonave del Zole" al largo di Gabicce con le zue zpeciali reti giapponezi. Zaraghina gentilmente offerta." 


"La Chicca ha l'abitudine di farzi tatuare il nome e cognome dei ragazzi con cui zi mette inzieme. Zulla zchiena ha praticamente l'elenco telefonico di Gambettola. Zul fianco c'è anche: Pizzeria da Mimmo/Consegna a domicilio/Chiuso il lunedì."


– e gli utenti di Facebook la adorano e si moltiplicano.
Il suo video su Youtube sta spopolando: in un giorno è stato visualizzato oltre 6mila volte, ieri era al 58° posto in assoluto tra i più visti ed al 2° per la categoria “Comici” ed a questo, la prossima settimana seguirà un altro episodio ed un terzo a maggio.

La Figa Lessa Standard di Cesena, è un modo di vivere, è quel soggetto inarrivabile per i maschi, la ragazza più difficile da conquistare per un romagnolo, pare appartenere ad un’altra specie perché ha il suo linguaggio, la sua cerchia ristretta di amiche identiche a lei ed è riconoscibilissima. Ovunque. E sono proprio quei ragazzi che ne fanno uno stereotipo. Così, è un gruppo di ragazzi di Cesenatico che l’ha creata, che ha voluto ritrarla perché protagonista ammirata in ogni tempo e luogo, così inaccessibile da volerla sentire, per contro, più vicina. E quella che è nata come un gioco, oggi è diventata una delle pagine più visitate di Facebook ed un personaggio con vita propria. Ci si chiede: come parlerebbe? Cosa farebbe con le amiche? Persino, come guiderebbe e quali sarebbero i fatti che la colpirebbero?

Nell’impossibilità di avvicinare una “tipa” così, si crea quindi lo spazio per raccontarla con ironia, per far sì che sia lei stessa a rendersi, con la sua “inioranza”, caricatura di se stessa e per evidenziare in maniera sottile, ma intelligente, quanto quello “Standard”, quell’omologazione sia in fondo uno status che non è solo della tipa di Cesena, ma anche di Cesenatico, Cervia, Bologna, Milano, Roma e di altri mille e più paesi.


sabato 17 aprile 2010

Festeggiamenti 25 aprile a Gatteo

25 aprile 1945

65° Anniversario della Liberazione

Gatteo, Domenica 25 Aprile 2010

ore 15.00

Ritrovo presso il Monumento ai Caduti di Viale Roma.
Cerimonia commemorativa, deposizione delle corone d'alloro e discorso del Sindaco.
Corteo con il gonfalone comunale fino a Piazza Vesi.


ore 15.30 - Piazza Vesi

Concerto per la Liberazione: Lirica, operette, canzoni napoletane e romanze italiane eseguite dal Coro Lirico  "A. Bonci" di Cesena.
Diretto dal Maestro Ilaria Ceccarelli.
Al pianoforte il Maestro Pierluigi Comandini

La cittadinanza è invitata

in caso di maltempo la cerimonia commemorativa e il concerto lirico si terranno presso il cine-teatro Pagliughi di Gatteo.

giovedì 15 aprile 2010

La nascita del Romagnolo di S.Diotti

LA NASCITA DEL ROMAGNOLO

All’inizio del mondo, non c’era niente… un gn’era gnit.
Mo no quaiquel, propri gnit, gnit, gnit, gnit, gnit…
Niente, proprio niente: se vi immaginate una goccia d’acqua, un granello di polvere, una mosca… niente! E allora nostro Signore si annoiava un po’…
E pensava: “devo fare qualcosa, ma cosa?”
Un giorno gli viene un’idea e prende un po’ di materia…
Non si sa dove la prenda perché la storia ha appena finito di dire che non c’era niente, ma Nostro Signore può fare quello che vuole vero? Non ci metteremo qui a discutere proprio stasera cosa può fare o non può fare il Signore…
Allora prende un po’ di materia e comincia a modellare…
E modella, modella, modella, quando è soddisfatto del risultato la lancia nell’aria e…
Signore e signori, ragazze e ragazzi, il nostro universo era stato creato!

Ma il signore, soprattutto all’inizio, era troppo forte, continua ad essere anche oggi onnipotente, figuriv alora! L’universo gli era riuscito troppo grande, vasto, infinito… come d’altronde doveva essere, e lui continuava ad annoiarsi un bel po’.
Allora pensa: mi metto a fare un’altra creazione.
Prende un altro po’ di materia…
Nello stesso magazzino dove l’ha presa la prima volta …
e poi comincia a modellare, e modella, modella, modella, quando è soddisfatto anche di questa seconda creazione, la prende e …
Signore e signori, ragazze e ragazzi, anche la nostra terra era stata creata.

Ma si vede che Nostro Signore era veramente troppo forte da giovane e nonostante si fosse trattenuto, la Terra era finita così lontano, che lui non riusciva a capire come gli fosse venuta, era un po’ deluso.
Allora chiama suo figlio, Gesù, e gli dice:
Gesù, guarda, ho fatto l’universo e la Terra, ma sono così lontani:
vai sulla Terra, a vedere il risultato della mia creazione,
e porta con te San Pietro, che sta sempre qui a casa, e e gonfia, e gonfia…!

Gesù era contento di partire, era giovane, gli piaceva viaggiare; San Pietro invece no, soprattutto perché sapeva che Gesù aveva già imparato a camminare sulle acque e lui invece doveva fare tutte le volte il giro più largo, lungo la costa!
Comunque si mettono in viaggio, scendono sulla Terra, ma la Terra lo sapete, gira su stessa, la pirola la pirola, come una trottola o come la roulette, e Gesù e San Pietro atterrano dove adesso c’è il Sud-Africa.
Allora risalgono in su, attraversano l’equatore, poi quando arrivano al mare Mediterraneo si prendono paura di tutta quell’acqua, soprattutto san Pietro che non vedeva proprio dove passare e allora girano verso l’Asia.


Passano l’Asia Minore, l’Asia Centrale e l’Asia Maggiore, che allora c’era;
poi girano in giù e si vedono tutta l’Oceania, l’Australia, la Nuova Zelanda, anche l’isola di Tasman.
Quando arrivano al polo sud, San Pietro comincia a lamentarsi: fa freddo, fa freddo! Allora Gesù lo porta in Sud-America, che li fa caldo, e se la risalgono tutta, poi ci sono le Americhe centrali, quelle settentrionali e il Canadà.
Quando arrivano al polo nord, di nuovo: fa freddo, fa freddo!
Allora si sbrigano a girare in giù, si fan tutta la Scandinavia, poi la Danimarca, la Germania, la Svizzera, scavalcano le Alpi – anche lì san Pietro sta per dire… così riprendono la ruzzola, passano la pianura padana, passano il Po e quando arrivano proprio più o meno dove abitiamo noi…

“Gesù, vé ach bel post!”
„Gesù, guarda dove siamo arrivati, è un posto bellissimo: ci sono delle belle campagne, piene di alberi da frutta: pesche, albicocche, fragole; ma anche colline, montagne, c’è persino il mare! Bisogna creare un abitante per questo posto.”

Gesù però non ne voleva sentire, l’aveva di dobi…
Pensava: “Va a finire che saltano fuori tutti comunisti, socialisti, anarchici, repubblicani, sindacalisti; e io che li ho creati oggi, domani li devo spedire tutti all’inferno; allora? Cosa li ho creati a fare?

Ma San Pietro insisteva, lo sapete com’è san Pietro, l’è dur ad testa eh?
“Su, Gesù, fai qualcosa anche tu; tuo babbo ha fatto tutto il mondo e tu impegnati un pochino: non dico una gran cosa, crea un abitante per un luogo così bello! Non serve chissà che, dai, un ometto, un omuncolo!”

E fu così che camminando ad un certo punto in una strada di campagna Gesù incontrò… scusate la parola… una cacca d’asino e così, senza pensarci, soprappensiero, non si sa come né perché, Gesù diede un calcio a questa cacca d’asino; la cacca d’asino si alzò in volo e pirola pirola pirola, quando toccò terra, fu da questa cacca d’asino – ma baciata dal piede santo di nostro Signore – che saltò fuori il primo romagnolo, gia col suo cappello in testa e col suo sigaro in bocca:
“Boja d’un mond ledar, a so qua!”


Di Sergio Diotti, denominato " e fulesta" ovvero il narratore di favole, regista, sceneggiatore, poeta.
E' il direttore del teatro Petrella di Longiano. 

Il racconto è tratto da “Fralomescur, racconti dal crepuscolo all’alba”

mercoledì 14 aprile 2010

Sentieri di speranza, incontro culturale con Davide Rondoni

Mercoledì, 14 aprile 2010 alle ore 21
presso l'Accademia dei Filopatridi a Savignano sul Rubicone
incontro culturale rivolto a giovani e adulti
per riscoprire proprie radici umane e cristiane.

In tema: DANTE
"Il viaggio della commedia"
un invito personale all'esperienza
letture di brani della DIVINA COMMEDIA di Dante da Davide Rondoni, poeta.

L'incontro sponsorizzato da:
CENTRO CULTURALE IL TRALCIO
Associazione Scuola Permanente
VAR Associazione Ragazzi
Romagna Est - Banca di Credito Cooperativo
Col Patrocinio dell'Unione dei Comuni del Rubicone e
Associazione Culturale
Diffusione Musica

Progetto ASS.I.PRO.V. Giovani Volontari Nel Distretto del Rubicone

giovedì 8 aprile 2010

Lettera ai genitori di Gianfranco Zavalloni, Tu che sei nato prima del 1970 o giù di lì

Questa lettera l'ho trovata oggi facendo pulizie di primavera nei cassettoni.
Anno 2003. Mio figlio frequenta la Scuola Media di Gatteo presidiata da Gianfranco dott. Zavalloni (morto l'anno scorso)
Allora facevo la rappresentante del consiglio scolastico.
Questa lettera è una delle tante circolari un po' particolari, perchè quasi tutte hanno qualche riflessione o consiglio e sono corredati da disegni a china fatti dal preside.

Ecco, la lettera aperta:

SCUOLA MEDIA STATALE "G.PASCOLI" GATTEO
Sezioni Associate SAVIGNANO sul RUBICONE e S. MAURO PASCOLI
sede centrale GATTEO Via Don Ghinelli~10 - Tel. 0541/930057 Fax 0541/931505-


Prot. 4698 I A 19
Gatteo, 30 ottobre 2003

1° lettera ai genitori


Cari genitori.
è questo per me, il terzo anno che vivo qui con Voi, come Preside delle Scuole Medie di Gatteo - Savignano e San Mauro Pascoli. In diverse occasioni ho scritto a Voi singolarmente o come genitori di singole classi. Colgo ora l'occasione del rinnovo del Consiglio di Istituto, al cui riguardo trovate tutte le informazioni nella lettera allegata, per iniziare con tutti i genitori delle tre sedi un dialogo più serrato. In sostanza vorrei periodicamente dialogare con Voi attraverso una lettera di carattere riflessivo. Inizio con questa 1° lettera ai genitori usando le parole (in alcuni punti adattate) di uno scritto che un amico mi ha fatto avere qualche giorno fa. Sono parole che si rivolgono a tutti coloro che sono nati prima del 1970, cioè alla maggior parte di noi insegnanti e di Voi genitori. Vi invito a leggerle con calma, a rifletterci sopra
insieme ad altri genitori e - semmai - a parlarne serenamente con i Vostri ragazzi.

Tu che sei nato prima del 1970 o giù di lì

A ben pensarci è difficile credere che siamo vissuti fino ad oggi!!

Da bambini andavamo in macchina (quelli che avevano la fortuna di averla) senza cinture di sicurezza e senza air bag.

E viaggiare nel cassone posteriore di un camioncino o un'ape, o su1 carro di un trattore, in un pomeriggio torrido era un regalo speciale.

I flaconi dei medicinali non avevano delle chiusure particolari.

Bevevamo l'acqua dalla canna del giardino non da una bottiglia. Che orrore!!

Andavamo in bicicletta senza usare un casco.

Passavamo dei pomeriggi a costruirci i nostri "carri giocattolo". Ci lanciavamo dalle discese e dimenticavamo di non avere i freni fino a quando non ci sfracellavamo contro un albero o un marciapiede. E dopo numerosi incidenti, imparavamo a risolvere il problema noi da soli!!!

Uscivamo da casa al mattino e giocavamo tutto il giorno: i nostri genitori non sapevano esattamente dove fossimo, nonostante ciò sapevano che non eravamo in pericolo.

Non esistevano i cellulari. Incredibile!!.

Ci procuravamo delle abrasioni, ci rompevamo le ossa o i denti... e non c'erano mai denunce, erano soltanto incidenti: nessuno ne aveva la colpa. Ti ricordi degli incidenti?

Avevamo delle liti, a volte dei lividi. E anche se ci facevano male e a volte piangevamo, passavano presto; la maggior parte delle volte senza che i nostri genitori lo sapessero mai.

Mangiavamo dei dolci, del pane con moltissimo burro e bevande piene di zucchero... ma nessuno di noi era obeso.

Ci dividevamo una bibita con altri 4 amici, dalla stessa bottiglia, e nessuno mai morì a causa dei germi.

Non avevamo la playstation, né il nintendo, né dei videogiochi. Né la TV satellitare, né le videocassette, né il PC, né internet; avevamo semplicemente degli amici. Uscivamo da casa e li trovavamo. Andavamo, in bici o a piedi, a casa loro. suonavamo al campanello o entravamo e parlavamo con loro. Figurati: senza chiedere il permesso! Da soli! Nel mondo freddo e crudele!
Senza controllo!  Come siamo sopravissuti?!

Ci inventavamo dei giochi con dei bastoni e dei sassi. Giocavamo con dei vermi e altri animaletti e malgrado le avvertenze dei genitori, nessuno tolse un occhio ad un altro con un ramo e i nostri stomaci non si riempirono di vermi.

Alcuni studenti non erano intelligenti come gli altri e dovevano rifare la seconda elementare. Che orrore.'!! Non si cambiavano i voti, per nessun motivo.

I peggiori problemi a scuola erano i ritardi o se qualcuno masticava una cicca in classe.
Le nostre iniziative erano nostre. E le conseguenze, pure. Nessuno si nascondeva dietro ad un altro.

L'idea che i nostri genitori ci avrebbero difeso se trasgredivamo ad una legge non ci sfiorava; loro erano sempre dalla parte della legge. Se ti comportavi male i tuoi genitori ti mettevano in castigo e nessuno li metteva in galera per questo.

Sapevamo che quando i genitori dicevano "NO", significava proprio NO.

l giocattoli nuovi li ricevevamo per il compleanno e a Natale, non ogni volta che si andava al supermercato. l nostri genitori ci facevano dei regali con amore, non per sensi di colpa.

E le nostre vite non sono state rovinate perché non ci hanno dato tutto ciò che volevamo.
Questa generazione ha prodotto molti inventori, amanti del rischio ed ottimi risolutori di problemi.

Negli ultimi 50 anni c'è stata un'esplosione di innovazioni e nuove idee.
Avevamo libertà, insuccessi, successi e responsabilità, ed abbiamo imparato a gestirli.
Tu sei uno di loro. Complimenti!!!


Abbiano avuto la fortuna di crescere prima di accettare che la nostra vita fosse regolata da qualcun altro.


Grazie della Vostra attenzione. 
Il dirigente scolastico
Gianfranco Dottor Zavalloni








Appena letta questa lettera, mi è venuta una riflessione-lampo:

Dunque, se noi nati prima del '70, eravamo tanto puri, forti e provetti come mai abbiamo generato dei figli incapaci, egoisti, opportunisti e infelici??
Qui non io lo sto ammettendo, lo sta profetando Dottor Zavalloni. Per esclusione sta paragonando i nostri figli a un "tutto diverso da come eravamo" (noi nati prima del'70))
Va da sè che i nostri genitori ci hanno tirato su bene, no? Liberi, geniali e incontaminati. Questo è vero. Però non ci hanno insegnato a fare dei bravi genitori....(visto la progenie scombinata e infelice)
Allora abbiamo fatto di tutto tranne bravi genitori!...
Già! colpa del sistema e della società

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...