domenica 9 novembre 2008

La notte dei morti, Pascoli nella rubrica del Gazzettino di Gatteo

Il Cimitero della Recoleta è il più famoso cimitero storico argentino e prende il nome dal quartiere di Buenos Aires nel quale si estende.


Tristezze

LA NOTTE DEI MORTI

La casa è serrata; ma desta:
ne fuma alla luna il camino.
Non filano o torcono: è festa.
Scoppietta il castagno, il paiolo
borbotta. Sul desco c'è il vino,
cui spilla il capoccio da solo.
In tanto essi pregano al lume
del fuoco: via via la corteccia
schizza arida... Mormora il fiume
con rotto fragore di breccia...
È forse (io non odo: non sento
che il fiume passare, portare
quel murmure al mare) d'un lento
vegliardo la tremula voce
che intuona il rosario, e che pare
che venga da sotto una croce,
da sotto un gran peso; da lunge
Quei poveri vecchi bisbigli
sonora una romba raggiunge
col trillo dei figli de'figli.
Oh! i morti! Pregarono anch'essi,
la notte dei morti, per quelli
che tacciono sotto i cipressi.
Passarono... O cupo tinnito
di squille dagli ermi castelli!
o fiume dall'inno infinito!
Passarono... Sopra la luna
che tacita sembra che chiami,
io vedo passare un velo, una
breve ombra, ma bianca, di sciami.

martedì 4 novembre 2008

Un anno di Gazzettino della Parrocchia di Gatteo

Il Gazzettino compie un an­no!!!
In questo interessante per­corso culturale abbiamo vissuto soddisfazioni e fatiche, ma ne valeva la pena! Grazie a voi lettori abbiamo donato 700 Euro(17 mt quadri)al Don Giuseppe per il nuo­vo cortile e divulgato notizie di cultura cristiana.
Un grande GRAZIE da:
Elisa,Dennis,Arianna,Silvia,Giorgio,Francesco,Simone,Michele,Daniele,Tommaso,Michael,Christian,Maria e Silvana.


Un grande applauso! io personalmente vorrei fare al pilastro del Gazzettino: DENNIS FAEDI , che non solo scrive degli articoli, ma organizza vendite, fa da stimolo al gruppo che se ne dovrebbe occupare e ogni tanto svuota il suo "porcellino" per acquistare diverse copie avanzate del giornalino!


Morte oscura di Marco Pantani-Pirata

CINQUE GIUGNO 1999.. Una data destinata a rima­nere bene impressa nella storia del ciclismo. Marco Pantani, fino a quel momento dominatore incontrastato del Giro d'Italia, viene trovato con un livello di ematocrito di due punti superiore alla norma. Siamo a Madonna di Campiglio. Arriva la squali­fica. Purtroppo però non solo sportiva: anche della vita. È infatti l'inizio del suo calvario. Che arriverà al triste epilogo del 14 febbraio del 2004 in un albergo a Rimini.
marco pantani fotoA raccontare gli ultimi giorni di Marco Pantani ci ha pensato un gior­nalista francese dell'Equipe, Philippe Brunel autore del discusso "Gli ultimi giorni di Marco Pantani" (Rizzoli, 2008, pp. 304, euro 16,00. Prefazione di Gianni Mura). Un'inchiesta giornalistica in piena regola. con una chiara tesi di fondo: Marco Pantani, pur conducendo una vita dissoluta, non ha scelto la sua morte. Troppi i punti oscuri nell'indagine sul decesso del campione di Cesenatico. Archiviata in fretta come morte accidentale per overdose. Le falle però sono rimaste. E tante, racconta il giornalista d'Oltralpe. Per citarne un paio: la camera d'albergo a Rimini era stata trovata deva­stata, con addirittura i vasi dei bagni divelti, le mani del ciclista però non portavano traccia di alcun tipo; Giuseppe Fortuni, quello che ese­gue l'autopsia, è un medico esperto e stimato ma non si fida del clima che circola intorno al caso, decide cosÌ di portarsi a casa il cuore del­l'atleta per il timore che potesse essere trafugato.casa di pantani foto villa
Insomma, non proprio l'ambiente ideale per approfondire le cause della morte del campione che aveva fatto appassionare migliaia di persone. Anche se lo stesso Pirata la sua profezia l'aveva fatta subito dopo i fatti di Madonna di Campiglio. A caldo aveva confessato:"Ho avuto molti incidenti, sono sempre ripartito, ma questa volta non mi rialzerò". È stato così, purtroppo.
Intorno alla sua casa a Cesenatico offerte al vento, tuttora si alternano le corone di fiori dei suoi fan.

Nelle foto: Marco e Villa Pantani

venerdì 31 ottobre 2008

Halloween video da Los Angeles

David Goldsboro va fuori di testa per decorare la sua casa "Ahgeleno Heights" per Halloween. Continua "trick-or-treaters" dagli anni'80, quando ha iniziato allestire la casa per Halloween con i propri figli/ J. Myung Chun-Los Angeles Times /

giovedì 30 ottobre 2008

Cosa manca al Marie Curie-Carmelo Sergi

foto liceo istituto m.curie savignano sul rubiconeNato nel 1999 e ampliato nel 2006, l'istituto di istruzione supe­riore Marie Curie di Savignano non è più sufficiente per ospitare i giovani che frequentaNo il Liceo scientifico, L'Iti e l'Istituto profes­sionale a indirizzo calzaturiero. Nell'anno scolastico 2008-2009 i ragazzi del Marie Curie sono 780 a fronte dei 760 dell'anno prece­dente. Gli studenti sono ospitati in 36 classi con un rapporto alunni-classe di 21.33 che è al disopra della media regionale e nazionale.
Oltre alle 36 classi il Marie Curie conta una biblioteca, un laborato­rio di informatica, uno lingui­stico multilmediale intitolato a Raffaello Gobbi,la­boratorio di fisica e uno di chimica, un' aula cad per il disegno e la progetta­zione meccanica, un la­boratorio di tecnologia meccanica, uno di si­stemi, due aule di disegno e l'aula magna per le riu­nioni, un bar interno, oltre ai vari uffici amministrativi. TI Marie Curie ha una superficie coperta utiliz­zabile di oltre 6.000 mq e un grande parcheggio esterno.
COSA MANCA AL MARIE CURIE?
"Attualmente mancano cinque aule - afferma il dirigente Carmelo Sergi- Abbiamo dovuto sacrificare un labo­ratorio per il professionale, ricavando due aule con un parete in cartongesso. In più attualmente tre classi, due del Pro­fessionale e una del Liceo /la IV B " Oh mio Dio!/ occupano tre ambienti che non è possibile identifi­care come aule scolastiche in quanto hanno una superficie ciascuna inferiore a 30 mq. In questo modo è necessario effettuare delle rotazioni continue fra le classi e fra gli stessi tre indirizzi scola­stici, creando malcontento fra ragazzi, docenti e genitori"- afferma il Preside dell'Istituto.

Io - Cosa non vera, che l'aula attuale la IV B quest'anno la soffre per la seconda volta. Un sgabuzzino, altroche!, non si respira ne ragiona dopo 2 ore in un aria viziatissima e surriscaldata!

"Ogni anno nella nostra scuola -continua sig.Sergi- il nu­mero dei ragazzi è in aumento in considerazione del fatto che nei tre co­muni dell'Unione del Rubicone c'è un 'aumento consistente della popolazione /visto impressionante sviluppo dell'area in congiunta col nuovo casello autostradale/e questo porta e poterà ad un continuo aumento degli stu­denti. Già nel febbraio scorso il consiglio di istituto aveva posto all'at­tenzione della provincia la situazione logistica e la carenza di spazi. Nei giorni scorsi ho inviato alla provincia un' altra nota in cui sottolineo la mancanza di aule per i prossimi anni scolastici e pertanto è necessaria una programmazione attenta da parte dei tecnici e dei politici".

Io - Mah, scusi Carmelo! che ca... c'entrano i politici se si potrebbe decidere ancora di sacrificare un laboratorio di scarso utilizzo per due aule decenti!!

Da anni si parla della costruzione della palestra in quanto i ragazzi sono costretti ad andare al Seven e a Fiumicino.
"L'installazione del cantiere di inizio lavori dovrebbe avvenire a giorni in quanto tutto è pronto per realizzare la palestra e visto che non dovrà ser­vire solo la scuola, ma anche la popolazione di Savignano con una aper­tura su viale della Resistenza, credo che serviranno due anni per costruirla e poterla utilizzare".

Io - Bravo! e intanto i ragazzi sotto pioggia e maltempo, sudati e in fretta, sono obbligati a subire il "trasbordo", tra le palestre di Fiumicino e Seven!!! CHE DISGRAZIA!!!!

martedì 28 ottobre 2008

È l'ora di provare qualcosa di nuovo-Obamania


«Ciò che l'America ha perso in otto anni di presidenza Bush, è il senso di uno scopo comune e più elevato, ed è l'ora di metter fine a un'era di profonda irresponsabilità»-
Ha detto Obama in un'arringa finale che riassume 21 mesi di una campagna elettorale che, comunque vada, passerà alla storia. E per chiudere la partita torna ai temi con cui aveva lanciato la sfida. Tra una settimana, l'America «potrà finalmente voltare pagina e portare il cambiamento di cui c'è bisogno», ribadendo il tema che in 21 mesi ha trasformato una sfida politica nata tra lo scetticismo di molti in un movimento in apparenza inarrestabile: «È l'ora di provare qualcosa di nuovo». Ma Obama ha anche messo in guardia i propri sostenitori, perché non credano «neppure per un secondo che questa battaglia è finita fino all'ultimo giorno»...
La ricetta che Obama ripeterà nei prossimi giorni è quella di archiviare «l'era di profonda irresponsabilità» che secondo il candidato democratico ha unito Wall Street e la sua «cieca avidità»; Main Street e la corsa ad acquistare «case che la gente non poteva permettersi»; e Washington, dove «i politici hanno speso i soldi che non avevano e hanno permesso ai lobbisti di decidere l'agenda». Obama ha respinto l'accusa di voler aumentare il peso fiscale, ribadendo di aver pronti tagli «per il 95% degli americani», cancellando le tasse per gli anziani con entrate inferiori ai 50.000 dollari l'anno e aiutando i genitori che lavorano...
Viva Obama!

mercoledì 22 ottobre 2008

Sgabanaza, Pier Giuseppe Bertaccini assessore.

Nadia Masini, sindaco in carica di Forli dal 2004, deputata dal 1987 al 1996, è stata sottosegretario alla pubblica istruzione nel governo Prodi e nel governo D'Alema ha assegnato l’assessorato con deleghe a “Finanza di progetto e contratti gare e acquisti” , progetto di riordino delle forme associative tra enti locali” e “Coordinamento col terzo settore e col volontariato” a SGABANAZA.
L’ingresso di Bertaccini (che in passato è stato anche direttore della Banca di Forlì) nel centrosinistra viene giustificato con una “condivisione” del programma del sindaco e con un “mutato quadro politico”.

No, non è una barzelletta. Sgabanaza, il popolare comico dialettale romagnolo, è diventato un assessore comunale. Pier Giuseppe Bertaccini, questo il suo nome all’anagrafe, lo ha fatto nonostante nel 2004, ai tempi delle ultime elezioni comunali, si fosse presentato in alternativa all’attuale sindaco Nadia Masini.
Sgabanaza- gatteoTuttavia qui, al cinema-teatro Lina Pagliughi a Gatteo viene tuttora per la festa dei "Pasquaroli" a far sganassare dal ridere gli spettatori. Per 2000 euri a serata. Sgabanaza a Gatteo

lunedì 20 ottobre 2008

Apertura della biblioteca comunale Ceccarelli di Gatteo

Ieri alle 11 s'è tagliato il nastro d'apertura della nuova sede della biblioteca comunale di Gatteo in via Roma13. Ex casa del Fascio.


Orario d'apertura:
LUNEDì-GIOVEDì-VENERDì-SABATO
matt: 9.00-12.30 pom: 15.00-18.00
MERCOLEDì: 9.00 - 12.30
pomeriggio chiuso
GIORNO DI CHIUSURA: MARTEDì


L'ambiente e disposto su due piani aperti
collegati con una scaletta a chiocciola.
Salgo io.


I volumi sono ancora scarsi, circa 4 mila
ma ogni mese si dovrebbe acquistare circa 70 libri

Sala bimbi

Come tutte le cose nuove, suscita soggezione. Un ambiente odoroso di nuovo, spazioso,ordinato. Quasi lussuoso. Vorrei vedere come diventerà.
Io sono stata la prima lettrice che ha preso in prestito due volumi da leggere, dopo aver fotografato e annusato l'ambiente.
E' bellissimo, organizzato bene e con tanti propositi. Sala bimbi, angoli di lettura, della TV, per scompitare, per le ricerche, computers per navigare, informagiovani.....Speriamo che stavolta continui così, che l'altra biblioteca fu un aborto.
foto: Dennis Faedi

martedì 14 ottobre 2008

Agostino Venanzio Reali,artista,poeta, pittore e scultore


Agostino Venanzio Reali è nato il 27 agosto 1931 a Montetiffi (Forlì-Cesena) ed è morto a Bologna il 25 marzo 1994. Sacerdote cappuccino, artista e poeta, pittore e scultore, che solo post mortem si sta adeguatamente scoprendo, dal 1957 al 1962 si trasferisce a Roma per conseguire la licenza in teologia presso l’Università Gregoriana e quella in scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico. Sono anni intensi anche per la frequentazione di personalità del mondo letterario e artistico: Cardarelli, Ungaretti, Pasolini, Betocchi, Guttuso, De Luca… Tra il 1961 e il 1964 alcuni suoi componimenti erano apparsi sulle riviste «Fiera Letteraria», «Belmondo», «Persona»; e il poeta Giorgio Caproni aveva letto alla radio la poesia

“Primaneve”

Hai tu la dolce memoria premente l’anima adulta di quando la neve la prima volta vedemmo sulle tettoie cadere?
C’erano i merli neri; girellava il cane di Egisto lungo la siepe, annusando; e una luna strana batteva al soffitto.

Le rame ovattate tramavano l’aria grigia, immobili corna di cervi imbalsamati; il gatto faceva le fusa presso la brace disfatta

e il breve canto dei passeri lontano sotto i petali freddi.
Dolce nescienza non sapere donde venisse la neve.


Accanto al lavoro esegetico e teologico, padre Venanzio – questo il nome da religioso – si dedica alla formazione all’interno dell’ordine, all’insegnamento e al servizio di assistenza ai malati in ospedale; per alcuni anni assume la direzione della rivista «Messaggero Cappuccino»; dal 1981 al 1987 è Ministro Provinciale: al lavoro poetico e artistico dedica presumibilmente le ore notturne.
Nel 1983 iniziano le pubblicazioni di poesia che in realtà coprono appena un decennio. Opera prima è la “trasposizione poetica” dall’originale ebraico del Cantico dei Cantici. Nel 1986 esce Musica, Anima, Silenzio. Velleità di un omaggio a Emily Dickinson; l’anno successivo Vetrate d’alabastro (confessioni e preghiere); del 1988 è Bozzetti per Creature (tre opere ristampate congiuntamente nel 2002 col titolo editoriale di Primaneve, Book editore). Postuma è l’antologia Nóstoi: il sentiero dei ritorni (Book editore 1995).
L’opera poetica ha registrato il consenso della critica ai livelli più alti. È stato presentato presso il Liceo Classico “Muratori” di Modena, il Liceo Scientifico “A. Volta” di Riccione”, l’Università di Lecce, e Graziella Corsinovi ha inserito l’artista tra i suoi corsi monografici presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Genova. Giovanni Pozzi conclude il suo saggio «Un’anomalia novecentesca: la lirica di Agostino Venanzio Reali» affermando che in lui «non solo l’esegeta e il poeta, ma anche il poeta e il cappuccino hanno trovato un anomalo accordo».
Voce significativa di questo nostro tempo, Agostino Venanzio Reali emerge come una delle figure più luminose della poesia e dell’arte italiana del Novecento.
Il museo, dedicatogli nel 2004 è situato nella canonica abbazia recentemente ristrutturata di Montetiffi dove si trova un'esposizione di ritratti, bozzetti, opere, terrecotte raffiguranti personaggi e scene della natività.
Per orari, prenotazioni e visite al Museo telefonare ai segunti numeri :
Comune di Sogliano al Rubicone - Uffico Cultura: 0541 817311

domenica 12 ottobre 2008

I bisogni dei bambini e "Nati per comprare?" di Zavalloni Gianfranco

Noi ed i nostri bambini siamo attaccati da un’ incredibile, affascinante ed inarrestabile macchina mediatica messa in piedi al solo scopo di guadagnare dalla vendita di beni e di oggetti per lo più inutili e dannosi per l’ambiente. Per guadagnare dalla vendita di schifezze, persone senza scrupoli usano tutti mezzi a loro disposizione compresa la persuasione attraverso il mezzo più seducente che l’uomo abbia inventato: la televisione.
Dice Giovanni Bollea (gran decano della neuropsichiatria infantile). “La nostra società non è ancora riuscita a mettere in campo gli anticorpi che potrebbero alleviare il disagio sociale di una società troppo fortemente orientata al consumo, in cui le continue sollecitazioni all’acquisto provenienti dallo schermo interferiscono con le linee educative della famiglia, della scuola, della chiesa e di tutte le altre agenzie educative, costrette ad una corsa spasmodica…”
Per formare gli anticorpi e reagire allo scippo dell’infanzia che si sta consumando sotto i nostri occhi è necessario che le famiglie, le scuole, le chiese e tutte le agenzie educative a cui stanno a cuore i bambini e le infanzie dell’uomo tornino ad essere quelli che siamo: genitori responsabili ed affettuosi, insegnanti consapevoli e motivati, preti ispirati da Don Lorenzo Milani, Pastori protestanti, operatori di volontariato ecc… Parliamone, sosteniamoci, scambiandoci suggerimenti e consigli. Introduciamo nelle nostre case, nelle aule, nelle parrocchie le “buone pratiche”.
Ora bisogna distinguere fra i bisogni quelli veri e quelli indotti. Quello che dico è frutto di letture, conversazioni e personali opinioni.
I bisogni veri sono conosciuti da tutti : nutrirsi, coprirsi, avere un tetto sulla testa quando piove, andare a scuola, curarsi se ci si ammala….
Sembrano scontati, ma non lo sono affatto per milioni di bambini e di adulti e per i 471.000 bambini “clandestini” che vivono fra di noi. In Italia !! Oggi !!. Sono bisogni così poco scontati che le Istituzioni Internazionali devono trasformarli in diritti e metterli su una carta per firmare la quale, a volte, passano decenni di discussioni. Per fare un esempio : la Prima Carta dei Diritti dei bambini data 1924. Rispondeva al bisogno dei bambini di essere protetti e non sfruttati dal mondo degli adulti. Siamo ancora ben lontani dalla sua applicazione.
I bisogni fondamentali che dobbiamo ancora trasformare in diritti per tutti i bambini sono :
1.
Riconoscere e rispettare i diritti e le aspirazioni dei bambini senza alcuna discriminazione di sesso, razza, fede religiosa o cultura.
2.
Assicurare ai bambini il diritto alla vita, alla salute e all’educazione. Contrastare ogni forma di violenza, maltrattamento o sfruttamento.
Il vero nuovo bisogno dei bambini di oggi è il senso del limite. Viviamo in una società onnipotente che ha effetti negativi per il bambino che la vive come molto dispersiva e priva di veri punti di riferimento.
Quando i bambini sono piccoli l’adulto deve essere attento a tutti i suoi bisogni. Poi i figli crescono e lo stesso adulto deve riprendere la scomoda e impopolare posizione di autorità richiesta dal suo ruolo.
Un altro bisogno dei bambini pare essere quello di incontrare la competenza degli adulti sul piano sociale o sullo stare in relazione fra adulti stessi.
L’adulto di oggi tende a scappare, a fuggire la relazione, l’intimità, lasciando spesso alle maestre l’ingrato compito di richiamare il genitore alla relazione con il proprio figlio.
Invece dovrebbe riprendere l’autorevolezza, esercitare i limiti necessari per il bambino e per la sua crescita, nonostante la fatica che ne deriva. Dovremmo imparare e sopportare la ferita che un “no” dato ad un bambino procura . E’ da questo, che il nuovo adulto spesso fugge, lasciando il bambino solo nel sostenere l’intera relazione.
L’essere genitori fino a pochi anni fa era visto come evento naturale e quindi privo di responsabilità. I figli, il loro carattere, erano così per natura e poco potevano farci il padre e la madre. Ora il figlio è una procreazione responsabile, è frutto di una scelta di entrambi i genitori. Le maternità e paternità sono “pesanti” non solo dal punto di vista delle pratiche, ma anche delle incombenze che su di esse gravitano. L’intera società alza il tiro su come deve essere il genitore ideale.
Abbiamo una scuola faticosamente impegnata nel difficile passaggio dall’insegnamento all’apprendimento. Da molti anni. Troppi anni. Con una parte di insegnanti che si ostinano a stare in cattedra. Da cui travasare nozioni in vista di un futuro lavoro che per il 90% dei casi sarà faticoso, poco interessante, e dunque speriamo almeno ben retribuito. Ma c’è anche una parte di insegnanti attenta a dare spazi di progettualità ai ragazzi stessi, a dare diritto di cittadinanza ai loro bisogni emotivi, affettivi, relazionali.
Siamo di fronte ad una scuola oggi imbrigliata da regole che cambiano continuamente. Basterebbe che il ministro in carica mettesse in piedi una commissione con le maestre più esperte ed anziane in termini di anni di servizio per far giustizia di tutti gli annunci strillati e dei silenzi colpevoli, di SPEZZATINI, OSA, UDA, PECUP ed altre amenità. Oggi nelle prime superiori la dispersione scolastica e le bocciature sono altissime. Ci sono classi dei professionali dove il 30% degli iscritti sono bocciati e solo due/tre ragazzi sono promossi senza debiti.
Quali sono i bisogni veri dei ragazzi che passano a scuola 30, 35, 36 ore la settimana ?
La scuola dovrebbe ripensare i saperi, modificare le competenze di base per tutti, spostare in avanti il momento della scelta degli studi superiori.
E non si tratta di abbassare i livelli in una sorta di buonismo rassegnato che non avvantaggia nessuno, ma che si tratterebbe di cambiare il modello organizzativo, troppe ore settimanali, l’impianto culturale, arricchire la professionalità docente mettendo gli insegnanti in grado di affrontare i problemi di tutti e non solo di chi è adatto alla scuola. Si tratta di fare come cento anni fa per la scuola elementare e poco più di trenta anni fa per la media. Di avviare cioè una battaglia culturale di trasformazione della scuola verso i bisogni formativi delle nuove generazioni di questo paese.
Sono sempre stati gli svantaggiati a non voler andare a scuola (e la scuola a non volerli) : se la politica non avesse provveduto ad elevare l’obbligo scolastico ci sarebbero ancora bambini di otto anni semianalfabeti avviati al lavoro, come è purtroppo evidente per milioni di bambini nel terzo mondo.
La scuola, rafforzata dalla televisione, ha una sua responsabilità in merito per il rapporto troppo evanescente con la vita reale.
La TV ed il computer sono dei grandi inquinamenti culturali che ci fanno circondare da un ambiente virtuale, perdendo la passione per la realtà.
La pratica del tempo pieno si è sviluppata sulla base delle necessità dei genitori che oggi lavorano tutti per cui fa comodo che anche i bambini restino a scuola lo stesso tempo che i genitori passano al lavoro o che crescano per lo più davanti alla televisione o PC, e quello che manca a loro è proprio la vita vera, l’importanza della natura semplice, senza mediazioni intellettuali.

Dall'album di Gianfranco Zavalloni



Gianfranco Zavalloni, preside di scuola media, burattinaio, ambientalista e promotore degli orti scolastici ha scritto un lungo documento dal titolo : “La pedagogia della lumaca Riflessioni pedagogiche e strategie didattiche per rallentare a scuola “
Il documento intero è pubblicato in allegato sul sito www.nonsoloteatro.com cliccando sul tasto “Nati per comprare?”

TECNOLOGIE SEMPLICI AD USO DELLA SCUOLA secondo Gianfranco Zavalloni

LA VANGA
la zappa, il rastrello, la falce, le cesoie, il cavicchio… strumenti che ci servono per scavare, rastrellare, piantare, raccogliere, tagliare. Sono gli strumenti di lavoro della terra. Saperli usare bene significa produrre cibo.
L’AGO E IL FILO
le forbici, il metro, gli spilli, il ditale. Ci servono per cucire, tagliare, rammendare, puntare, attaccare bottoni, rattoppare. Sono gli strumenti di lavoro che servono al sarto o alla sarta., per i vestiti del nostro corpo.
LA PENTOLA
il mestolo, il coltello, il forchettone, lo scolapasta, il tegame, il matterello… oggetti d’uso quotidiano della cucina. Ci aiutano a preparare con cura i cibi del nostro nutrimento.
LA BICICLETTA
la pompa, il mastice e la gomma, i ferri da riparare la camera d’aria. La bicicletta è lo strumento più ecologico ed efficace per spostarsi consumando il minimo di energia. E’ importante saperla riparare e tenerla in efficienza.
LA SEGA
il martello, le pinze, la raspa, il cacciavite, il succhiello, le chiavi, la lima… sono gli strumenti del banco da lavoro delle botteghe artigiane: il falegname, il fabbro, l’elettricista, il carpentiere, l’idraulico. Ci aiutano a preparare con cura i cibi del nostro nutrimento.
LA CAZZUOLA
il badile, la coffa, lo sfratasso, la pennellessa, lo scalpello, il mazzuolo… sono gli strumenti indispensabili per costruire e riparare le case.
LA PENNA E LA MATITA
il quaderno, la cannetta col pennino, i pastelli, i pennelli, la gomma, i colori,… offrono a chi studia, crea o scrive, una infinità di opportunità. Ancora oggi sono gli strumenti più semplici e più efficaci del lavoro scolastico.
LA CORDA
lo spago, il filo di diverso materiale e lunghezza, sono oggetti d’uso che servono per legare, unire, agganciare, sollevare, appendere, sostenere,…facendo e disfacendo nodi
IL BINOCOLO
a lente di ingrandimento, il cannocchiale, il microscopio, la macchina fotografica… sono strumenti per l’esplorazione, e la scoperta. Aiutano i nostri occhi a vedere più lontano, più vicino e con maggiore intensità.
LA SCOPA
la pattumeria, la paletta, lo straccio, la ramazza, la pala, lo strofinaccio,… sono gli utensili per le pulizie e l’igiene dell’ambiente in cui viviamo
IL SAPONE
la spugna, lo spazzolino, l’asciugamano, il tagliaunghie, il pettine… oggetti e strumenti semplici ed essenziali per la pulizia e l’igiene quotidiana del nostro corpo.
LA TROTTOLA
l’aquilone, le bambole, gli elastici, la palla, il salterello, sono strumenti e giochi per il divertimento dei bambini e delle bambine. Sperimentiamo nel concreto e quindi impariamo regole, leggi scientifiche, trucchi, meccanismi altrimenti difficili da imparare.
IL COLTELLINO
E infine c’è il coltellino, con i suoi mille usi. E’ lo strumento per una vita avventurosa e all’aperto. Bisogna saperlo usare bene, con abilità e attenzione.

AVETE CAPITO BENE!!!?
Non PC, niente TV, ne MP3, lontano da Play Station, Nokia-superveloce, motorini, palestre superattrezzate....;P
Come si fa?

Infine una citazione di Ralph Waldo Emerson:
Respect the child. Be not too much his parent. Trespass not on his solitude.
Rispetta il bambino. Non essere troppo il suo genitore. Non invadere la sua solitudine.

A caccia di profitti

Considerando che il "buono" se lo prende la SAMSO, l'appaltatore cerca di rifilarci il bonus facciate, e via....alle votazioni...