LA NASCITA DEL ROMAGNOLO All’inizio del mondo, non c’era niente… un gn’era gnit.
Mo no quaiquel, propri gnit, gnit, gnit, gnit, gnit…
Niente, proprio niente: se vi immaginate una goccia d’acqua, un granello di polvere, una mosca… niente! E allora nostro Signore si annoiava un po’…
E pensava: “devo fare qualcosa, ma cosa?”
Un giorno gli viene un’idea e prende un po’ di materia…
Non si sa dove la prenda perché la storia ha appena finito di dire che non c’era niente, ma Nostro Signore può fare quello che vuole vero? Non ci metteremo qui a discutere proprio stasera cosa può fare o non può fare il Signore…
Allora prende un po’ di materia e comincia a modellare…
E modella, modella, modella, quando è soddisfatto del risultato la lancia nell’aria e…
Signore e signori, ragazze e ragazzi, il nostro universo era stato creato!
Ma il signore, soprattutto all’inizio, era troppo forte, continua ad essere anche oggi onnipotente, figuriv alora! L’universo gli era riuscito troppo grande, vasto, infinito… come d’altronde doveva essere, e lui continuava ad annoiarsi un bel po’.
Allora pensa: mi metto a fare un’altra creazione.
Prende un altro po’ di materia…
Nello stesso magazzino dove l’ha presa la prima volta …
e poi comincia a modellare, e modella, modella, modella, quando è soddisfatto anche di questa seconda creazione, la prende e …
Signore e signori, ragazze e ragazzi, anche la nostra terra era stata creata.
Ma si vede che Nostro Signore era veramente troppo forte da giovane e nonostante si fosse trattenuto, la Terra era finita così lontano, che lui non riusciva a capire come gli fosse venuta, era un po’ deluso.
Allora chiama suo figlio, Gesù, e gli dice:
Gesù, guarda, ho fatto l’universo e la Terra, ma sono così lontani:
vai sulla Terra, a vedere il risultato della mia creazione,
e porta con te San Pietro, che sta sempre qui a casa, e e gonfia, e gonfia…!
Gesù era contento di partire, era giovane, gli piaceva viaggiare; San Pietro invece no, soprattutto perché sapeva che Gesù aveva già imparato a camminare sulle acque e lui invece doveva fare tutte le volte il giro più largo, lungo la costa!
Comunque si mettono in viaggio, scendono sulla Terra, ma la Terra lo sapete, gira su stessa, la pirola la pirola, come una trottola o come la roulette, e Gesù e San Pietro atterrano dove adesso c’è il Sud-Africa.
Allora risalgono in su, attraversano l’equatore, poi quando arrivano al mare Mediterraneo si prendono paura di tutta quell’acqua, soprattutto san Pietro che non vedeva proprio dove passare e allora girano verso l’Asia.
Passano l’Asia Minore, l’Asia Centrale e l’Asia Maggiore, che allora c’era;
poi girano in giù e si vedono tutta l’Oceania, l’Australia, la Nuova Zelanda, anche l’isola di Tasman.
Quando arrivano al polo sud, San Pietro comincia a lamentarsi: fa freddo, fa freddo! Allora Gesù lo porta in Sud-America, che li fa caldo, e se la risalgono tutta, poi ci sono le Americhe centrali, quelle settentrionali e il Canadà.
Quando arrivano al polo nord, di nuovo: fa freddo, fa freddo!
Allora si sbrigano a girare in giù, si fan tutta la Scandinavia, poi la Danimarca, la Germania, la Svizzera, scavalcano le Alpi – anche lì san Pietro sta per dire… così riprendono la ruzzola, passano la pianura padana, passano il Po e quando arrivano proprio più o meno dove abitiamo noi…
“Gesù, vé ach bel post!”
„Gesù, guarda dove siamo arrivati, è un posto bellissimo: ci sono delle belle campagne, piene di alberi da frutta: pesche, albicocche, fragole; ma anche colline, montagne, c’è persino il mare! Bisogna creare un abitante per questo posto.”
Gesù però non ne voleva sentire, l’aveva di dobi…
Pensava: “Va a finire che saltano fuori tutti comunisti, socialisti, anarchici, repubblicani, sindacalisti; e io che li ho creati oggi, domani li devo spedire tutti all’inferno; allora? Cosa li ho creati a fare?
Ma San Pietro insisteva, lo sapete com’è san Pietro, l’è dur ad testa eh?
“Su, Gesù, fai qualcosa anche tu; tuo babbo ha fatto tutto il mondo e tu impegnati un pochino: non dico una gran cosa, crea un abitante per un luogo così bello! Non serve chissà che, dai, un ometto, un omuncolo!”
E fu così che camminando ad un certo punto in una strada di campagna Gesù incontrò… scusate la parola… una cacca d’asino e così, senza pensarci, soprappensiero, non si sa come né perché, Gesù diede un calcio a questa cacca d’asino; la cacca d’asino si alzò in volo e pirola pirola pirola, quando toccò terra, fu da questa cacca d’asino – ma baciata dal piede santo di nostro Signore – che saltò fuori il primo romagnolo, gia col suo cappello in testa e col suo sigaro in bocca:
“Boja d’un mond ledar, a so qua!”
Di Sergio Diotti, denominato " e fulesta" ovvero il narratore di favole, regista, sceneggiatore, poeta.
E' il direttore del teatro Petrella di Longiano. Il racconto è tratto da “Fralomescur, racconti dal crepuscolo all’alba”