UADI - Uso, Abuso e Dipendenza da Internet
È dimostrato come lo strumento web sia in grado di creare una sorta di dipendenza che, a livelli estremi, può rappresentare una forma patologica definita "
Internet Addiction Disorder", una sorta di ricerca di gratificazione che degenera con una progressiva assuefazione.
Mai prima d'ora ad uno strumento mediatico era stata attribuita tanta importanza sul comportamento umano. La televisione, il telefono o la radio non hanno mai ricevuto tanta responsabilizzazione nella sfera privata. Anche da questi aspetti traspare la portata della rivoluzione in atto e la tendenziale paura che la comunità ripone in strumenti che minacciano gli ordini precostituiti.
Chiude con un equo appunto medico il primario dell'Istituto Psichiatrico
Betulle di Appiano Gentile: «è molto facile cadere in stati depressivi quando si usa eccessivamente Internet che all'apparenza sembra essere uno stimolo gratificante ma che, in realtà, porta a scompensi psichici coloro che già sono deboli».
Internet Addiction: il termine ha preso il largo ormai da tempo divenendo una sorta di ombra sulla tecnologia del terzo millennio. La sensazione espressa da più parti è che, soprattutto i giovani delle nuovissime generazioni, rischino di vedere il proprio comportamento naturale deviato dall'interazione con le macchine, subendo una fascinazione che valica i limiti della norma spingendo ad un rapporto eccessivamente stretto con tutto quel che è tecnologia.
L'ultima conferma arriva dal prof. Daniele La Barbera dell'Università di Palermo: "un adolescente italiano su cinque soffre di comportamenti disfunzionali rispetto all'uso di cellulari, di Internet e delle nuove tecnologie". I dati rilevati dall'indagine su oltre 2200 studenti delle scuole superiori "identificano con chiarezza una forma di disagio che, in assenza di contromisure, rischia di innescare forme di dipendenza assimilabili al gioco d'azzardo".
Le conclusioni vengono affidate al prof. Vittorino Andreoli, psichiatra, il quale evidenzia il comportamento compulsivo ossessivo scatenato dai gadget tecnologici in generale: "il cellulare, lo schermo aperto sul mondo virtuale sono protesi che non servono a muovere i muscoli, ma la mente: si può parlare di protesi di sostituzione di regole di comportamento la cui introduzione avrebbe imposto una precisa rieducazione degli adolescenti. La fruizione eccessiva del web, insomma, è contraria alla socialità intesa come relazione - in Rete non si va in due, si sta bene da soli - conducendo ad una forma di "autismo digitale" dove alle persone si sostituisce la loro immagine virtuale.
Qui viene in soccorso il comunicato di Elton John (oggi in concerto gratuito a Napoli)
Internet è la causa di ogni male. Elton sostiene di essere totalmente tecnofobo e di stare alla larga da iPod e telefonini, ma le sue indicazioni tornano ancora una volta nell'ambito musicale: «all'inizio degli anni settanta, venivano lanciati almeno dieci nuovi album alla settimana, ed erano fantastici. Ora sei fortunato se trovi dieci album all'anno di quella qualità. Eppure, escono molti più dischi nuovi adesso».
Le parole di Elton John, al quale non manca evidentemente un certo coraggio nelle proprie idee, hanno attirato l'attenzione e hanno sollevato molti commenti a metà tra l'incredulità e l'opposizione totale. Elton John taglia corto:
Internet va abbandonato, combattuto, osteggiato. Internet è un pericolo. Punto.Le parole del cantante (rilasciate a The Sun) sono così tradotte da La Repubblica: "io dico alla gente: uscite, comunicate. Spero che il prossimo movimento musicale demolisca definitivamente Internet. Dobbiamo scendere in strada e protestare, anzichè stare a casa sui blog".
Secondo Elton John la rivoluzione deve partire dall'ambito musicale, per cui internet rappresenterebbe un grave pericolo piuttosto che una grande opportunità: "penso che sarebbe un grande esperimento spegnere Internet per cinque anni e vedere che sorta di arte viene prodotta in quel lasso di tempo. Il punto è che c'è troppa tecnologia disponibile: scommetto che se si riuscisse a fare questa prova, verrebbe fuori musica molto più interessante di quella che si ascolta al giorno d'oggi".
Bene.
Ma, mentre il problema rimane ancora da identificare con certezza, in tutto il mondo già c'è chi ne propone una cura, spesso basata su un periodo di isolamento dalla tecnologia più altre attività collaterali.
In Cina c'è chi ha provato con l'elettroshock, ma è stato fermato dopo che migliaia di giovani già avevano subito il trattamento e si dice che qualche d'uno ne sia morto..
Negli USA ha aperto i battenti la prima struttura dedicata alla disintossicazione da Internet: 45 giorni di cura per tornare a vivere una vita serena.
ReSTART è una casa di cura per il trattamento per l'eccessivo uso di Internet, videogiochi e chat. Il sito spiega con dovizia di dettagli come e perché tale dipendenza debba essere considerata alla stregua di una vera e propria malattia, proponendo infine un ciclo di cura in grado di ripristinare l'equilibrio psichico all'interno della persona preparando la stessa ad affrontare nuovamente la vita.
L'Internet Addiction, infatti, non sarebbe tanto conseguenza di un eccessivo rapporto con la tecnologia, ma quest'ultimo sarebbe semplicemente la manifestazione di problemi più profondi quali depressione, mancato adattamento, difficoltà nei rapporti sociali. La chiusura sugli strumenti tecnologici, però, rischia di aggravare il tutto: il vizio sarebbe paragonabile all'alcolismo, generato da un ciclo senza fine che crea bisogno senza offrire soddisfazione.
ReSTART identifica il tutto nel contesto dell'IAD (Internet Addiction Disorder) e, ovviamente, promette di avere una soluzione alla portata.
Il tutto al "modico" prezzo base di 14500 dollari - comprendente vitto, alloggio, sedute individuali di psicoterapia, attività nei weekend e pratiche quotidiane rieducative, come coltivare un orticello, mungere capre o raccogliere finghi.
Anzi, negli Stati Uniti viene utilizzata anche la psicoterapia online.
L'abuso di internet si cura in rete?! Come me lo spiegate?!
Credo, sia tutto volto al guadagno.
Mentre il campo dell'elettronica è sempre volto all'innovazione e a una maggiore produzione, e si giunge perfino a regalare internet ai paesi del terzo mondo per favorire il progresso, qui c'è già chi trova un tornaconto dall'abuso e overdose dei prodotti che questo business propone continuamente, abolendo ciò che quest'ultimo promuove.
Appunto, un circolo vizioso.