LETTURE AD ALTA VOCE
Per bambini da 0 a 7 anni
Venerdì 8 e 22 ottobre
Venerdì 5 e 19 novembre
Venerdì 3 e 17 dicembre
Tutti gli incontri avranno luogo alle ore 16.00 nella “Sala del Racconto” presso la Biblioteca Comunale “G.Ceccarelli” di Gatteo.
Ingresso Libero
La Biblioteca comunale “G. Ceccarelli” del Comune di Gatteo aderisce al Progetto Nazionale “Nati per leggere”, che vede protagonisti i bambini/e da 0 a 7 anni e i loro genitori. L'alleanza che la Biblioteca ha stretto con i suoi fruitori più giovani è consolidata nel tempo. Il desiderio di potere allargare ad un pubblico maggiore il servizio già in essere ha prodotto una intensa collaborazione con il Centro per le famiglie del Distretto Rubicone Costa. La Biblioteca mette a disposizione uno spazio, adeguatamente arredato, per accogliere i bambini piccolissimi ed anche quelli più grandicelli e il Centro per le famiglie, attraverso una operatrice formata, affianca gli operatori bibliotecari per condividere con i genitori la gioia della lettura.
giovedì 7 ottobre 2010
sabato 25 settembre 2010
Gelsomino Notturno di Pascoli
E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
LA PARAFRASI, ANALISI E COMMENTO
Parafrasi
I gelsomini notturni, detti anche “le belle di notte”, aprono i loro fiori al calar della sera. Anche le farfalle del crepuscolo iniziano il loro volo nelle ore della notte. E' di sera che si rivolge il pensiero a chi dorme di sonno eterno.
Tutto tace: insieme alla notte è calato il silenzio: solo in una casa ancora si veglia: i rumori sommessi, che ne provengono, non turbano la pace notturna, paiono un bisbiglio di voci.
Dai calici aperti dei fiori di gelsomino esala un profumo che fa pensare all’odore di fragole rosse.
Mentre nella casa palpita ancora la vita e una luce splende nella sala, l’erba cresce sulle fosse dei morti.
Un’ape, che si è attardata nel volo, trova tutte occupate le cellette del suo alveare. La costellazione delle Pleiadi risplende nel cielo azzurro e il tremolio della sua luce richiama alla mente l’immagine di una piccola chioccia circondata dai suoi pulcini, intenti a pigolare.
Per tutta la notte esala il profumo dei gelsomini. La luce accesa nella casa sale su per la scala, brilla al primo piano e si spegne . E’ chiara l’allusione agli sposi che si uniscono nell’oscurità. Al sopraggiungere dell’alba si chiudono i petali e il fiore “cova” “nell’urna molle e segreta” “non so che felicità nuova”. Il poeta allude al germogliare di una nuova vita nel grembo della sposa, ora madre.
Nel sottofondo ci potrebbe essere un richiamo erotico perchè, come dice Suskind: "il fior di gelsomino al levar del sole perde il suo profumo"....cioè la notte tenera è sfruttata e goduta...al mattino la donna è sgualcita e sazia.
Durante la notte pare, il tutto si rinnova. Germoglia un figlio e i morti dormono in pace.
Analisi e commento
Da un punto di vista metrico la lirica è composta di sei quartine di versi novenari a rima alternata. “Va sottolineata la differenza di ritmo che si instaura tra i versi che pure sono uguali (novenari); in ogni strofe i primi due novenari hanno un ritmo incalzante, concitato, ascendente, con quell’impennata prodotta soprattutto dall’accento sulla seconda sillaba e poi sulla quinta e sull’ottava. Gli ultimi due sono caratterizzati da un ritmo discendente, fortemente pausato nel mezzo con accento sulla terza, quinta e ottava sillaba. A proposito di questa alternanza ritmica il Vicinelli ha osservato che “nella movenza impennata dei primi due versi Il Pascoli ha rinvenuto il grafico, l’immediata significazione musicale dell’aggressività con cui la natura e la notte stringono l’assedio dei loro inviti d’amore. Negli ultimi due con quel gorgo lento che la sosta centrale produce ha trasfuso un crollare smemorato e blando.”
Il poeta, immerso in un’atmosfera di trepidazione e indefinibile smarrimento coglie il mistero che palpita nelle piccole cose della natura. Si accorge che la notte, quando tutto intorno è pace e silenzio, vi sono fiori che si aprono e farfalle che volano. Una vita inizia quando la vita consueta cessa. L’ora della vita notturna è anche un’ora di malinconia per il poeta che pensa ai suoi morti.
Da un ossimoro, da una compresenza di termini antitetici, prende avvio la lirica, in cui i simboli di morte si rovesciano in simboli di vita come nel verso “nasce l’erba sopra le fosse”
Avvolge la notte un senso di silenzio, cui si contrappone il misterioso agitarsi della vita “là” nella casa: Il bisbiglio desta fascino e curiosità: “è indice di una presenza umana che si accorda con l’atmosfera di arcani silenzi e di attese della lirica”
Nei versi successivi appare l’immagine dei nidi in cui i piccoli dormono sotto le ali della madre. Affiora l’idea rassicurante del nido, tema caro al poeta e messo in rilievo dalla critica recente.
La musicalità dei versi crea un’eco suggestiva, un’atmosfera sospesa, incantata, di seduzione, di fascino, di veglia, contrapposta al torpore e al sonno.
Fonagy sottolinea come “cullando coi suoni” il testo indirizzi verso qualcosa che va oltre il testo, verso l’inesprimibile. Gioanola, riprendendo questa affermazione e l’indagine sui significanti nella poesia di Pascoli condotta da Beccaria, giunge alle estreme conseguenze, e nota in un suo saggio come la casa del Gelsomino notturno sia collocata “là”: il nesso liquida + a, nella forma la, ricorre per ben 16 volte nel testo. Ne deriva un sentimento di esclusione del poeta, che di fronte al tema dell’eros, avverte al contempo turbamento e fascino, attrazione e repulsione, come dinanzi a una condizione a lui preclusa. Già Chimenez aveva letto la lirica nella direzione della frustrazione erotica pascoliana, del represso sensualismo del poeta.
Nella sinestesia “l’odore di fragole rosse”, in cui il profumo, una percezione olfattiva, sembra acuito dal colore rosso delle fragole, percezione visiva, è evidente il tema dell’attrazione, della tentazione sensuale che si accosta nei versi successivi al risplendere della luce nella sala,alla curiosità per la vicenda degli sposi. Ma su tutto si diffonde un senso di mistero per il compenetrarsi inesplicabile di vita e morte: “nasce l’erba sopra le fosse”.
L’ape, che, essendosi attardata, trova già prese le celle del suo alveare, potrebbe allora tradurre in immagine il senso di esclusione che il poeta, incuriosito dall’eros, avverte rispetto alla propria famiglia di origine. Ma subito ricompaiono immagini rassicuranti di nido. Le Pleiadi nel cielo appaiono per un procedimento analogico come una chioccetta, che in un’aia si trascina dietro la covata dei suoi pulcini e il pigolio potrebbe offrirsi come una sinestesia che trasferisce nella percezione uditiva la percezione visiva del tremolio della luce stellare.
All’intenso odore del fiore che passa col vento si accompagna il salire della luce lungo la scala e il suo spegnersi al primo piano con i puntini di sospensione che seguono e alludono al congiungersi degli sposi, ma soprattutto al mistero della vita che continua a palpitare nel buio.
La lirica si chiude nuovamente con un ossimoro: “E’ l’alba”, il momento del risveglio, e “si chiudano i petali un poco gualciti. “Nell’urna molle e segreta”, che simbolicamente rappresenta il grembo della madre, si dischiude una nuova vita, si cova “non so che felicità nuova”. Scrive Vincelli “E’ qui il segreto di questa poesia, che si è detto valere, sì, per se stessa, ma che ben più ci stupisce e incanta nella rivelazione di un mirabile, sfumato, purissimo simbolo, nel segreto di un miracolo notturno, di un altro gelsomino che si apre e che, come l’erba silenziosa sopra le fosse, va segretamente dal mistero del nulla verso la vita. In quel dolce silenzio, in quell’ombra profumata quasi dalla passione del fiore, quando anche quell’ultimo lume è spento, ha cominciato a germinare una nuova vita, che come dentro l’urna segreta del fiore notturno, su cui a mattina si chiudono i petali un poco gualciti, prepara una felicità nuova: la maternità e la novella vita”.
nella foto in basso casa pascoli
giovedì 16 settembre 2010
Fra cielo e terra, conferenze e seminari a Gatteo, 24 - 26 settembre
Fra Cielo e Terra
dal 24 al 26 settembre 2010
Centro Storico di Gatteo
Pomeriggio e Sera
Week-end dedicato alle discipline bio-naturali, come Shiatsu, Yoga, Reiki.... con seminari, conferenze, eventi artistici e musicali, spazi espositivi e gastronomici. In colaborazione con le associazioni del territorio. Ingresso libero.
Programma Conferenze
Nuovo Ordine Mondiale: disinformazione e strumenti di controllo globale. “Il caso di Jane Burgermeister”
A cura di: Marco Pizzuti, con la partecipazione di Alberto Mondini, Massimo Gallo e Franco Verzella.
Evento trasmesso in diretta nazionale sulla Web TV.
Sempre più spesso ci si chiede se siamo realmente informati di ciò che accade nel mondo o se quello che sappiamo è solamente una versione dei fatti ad uso e consumo di “masse” sempre meno critiche! Che ruolo hanno: televisione, stampa, informazione, politica ed economia in un ottica di corsa sfrenata alla globalizzazione?
Marco Pizzuti, laureato in legge, ex ufficiale dell’ esercito, collaboratore di una nota agenzia di servizi presso le più alte istituzioni dello Stato. Ha collaborato con radio, riviste e trasmissioni televisive a diffusione nazionale. Scrittore di saggi come: Rivelazioni Non Autorizzate (2009), e Scoperte archeologiche Non Autorizzate (2010). Conferenziere di fama nazionale. Gestisce attualmente il sito “altrainformazione.it”.
Jane Burgermeister vive a Vienna (Austria) laureata all’Università di Edimburgo, ha scritto articoli scientifici per riviste di prestigio internazionale come Nature, The British Medical Journal, The Scientist, Routers Health, The Guardians etc… E’ stata corrispondente europea per il sito web Renewable Energy World fino al 2009, anno in cui è stata licenziata per avere denunciato lo scandalo della pandemia suina in cui erano coinvolte sia la Baxter che L’OMS.
L’Uomo, la Terra, il Cielo…. “separatamente” insieme!
A cura di Demetrio P.F. Iero
L’alleanza tra scienza meccanicistica e capitalismo sfrenato, hanno imposto all’uomo una visione di sé cieca ed arrogante obbligandolo ad una condizione di povertà interiore e malattia.Solo assumendosi la “propria responsabilità personale” e recuperando i “naturali collegamenti” tra Spiritualità, Esistenza e Vita, sarà possibile creare un ponte per un nuovo domani…..
Demetrio P. F. Iero, laureato in medicina e chirurgia, omeopata, naturopata, agopuntore, esperto in radioestesia e radionica, da molti anni si dedica all’insegnamento e alla divulgazione di queste discipline in Italia e all’estero. Autore di numerosi saggi e articoli scientifici, inventore di diversi strumenti di biorisonanza, collabora da anni come formulatore con ditte farmaceutiche omeopatiche.
2012 - Un cambiamento vibrazionale della Terra.
Essere nel tempo, ma non del tempo.
A cura di Salvatore Brizzi
"Tutto evolve sempre più velocemente".
Alcuni studiosi ipotizzano il 2012 come data possibile per il raggiungimento del limite massimo di questa accelerazione.
Il tempo psicologico sta infatti accelerando e le persone vengono sottoposte a livelli di stress sempre maggiori. Al di là della data più o meno certa e dei possibili disastri sul piano materiale, ciò che più importa riguardo l’argomento 2012 è l’aspetto socio-psicologico: ognuno sarà portato ad un maggiore "lavoro su di sé". Restare nel qui-e-ora, accettare quello che c’è e non quello che noi vorremmo ci fosse, aprire il Cuore, guardare con coraggio le proprie paure per arrendersi alla Vita e lasciare andare ogni attaccamento.
Salvatore Brizzi, scrittore, insegnante ed esperto di Alchimia trasformativa. Autore dei saggi: “La sconfitta di Cronos”, “Officina Alchemica”, “Risveglio”, “Alchimia contemporanea”.
ore 15:00
Hatha Yoga proposto da Circolo Chakra
Nordic Walking proposto da Antonella Bastoni
Seminari:
ore 15:30
"Come preparare saponi in casa" a cura di Mondo Sgu
Attività di gruppo:
ore 16:30
Danza espressiva orientale proposto da Angela Natali
Emotional Freedom Techniques (EFT) mini-corso proposto da Sandro Gozzoli
Seminari:
ore 17:30
"Lo Shiatsu nelle mani di tutti" presentazione corsi a cura di Maurizio Cioria Il Giardino Interiore
Attività di gruppo:
ore 18:30
Tai Chi proposto da Circolo Chakra
Massaggio Sonoro proposto da Stefano Muccini e Filippo Fiorini con djgeridoo
Spettacoli:
ore 19:30
TamburaBà: Danze e percussioni dall'Africa occidentale
Conferenze:
ore 21:00
L'uomo, la terra, il cielo... "separatamente" insieme! a cura di Demetrio P.F. Iero
ore 15:00
Feldenkrais proposto da Antonella Bastoni
Yoga della Risata proposto da Ass. Samudra
Seminari:
ore 15:30
"Gas - Gruppo Acquisto Solidale" Presentazione di un modello economico sostenibile e critico, a cura di A TUTTO GAS
Attività di gruppo:
ore 16:30
Respirazione Emozionale a cura di Ass. Samudra
Massaggio Sonoro proposto da Stefano Muccini e Filippo Fiorini con djgeridoo
Seminari:
ore 17:30
Emotional Freedom Techniques (EFT) Una nuova via per l'auto-guarigione, la serenità interiore ed il Risveglio dell'energia vitale che è in noi, a cura di Sandro Gozzoli
Attività di gruppo:
ore 18:30
Tai Chi proposto da Circolo Chakra
Breve Meditazione per la "Madre Terra" a cura di Il Giardino Interiore
Spettacoli:
ore 19:30
Danza Espressiva Orientale a cura di Ass. NatyAngeli
Conferenze:
ore 21:00
"2012 - Un cambiamento vibrazionale della Terra. Essere nel tempo, ma non del tempo." A cura di Salvatore Brizzi
dal 24 al 26 settembre 2010
Centro Storico di Gatteo
Pomeriggio e Sera
Week-end dedicato alle discipline bio-naturali, come Shiatsu, Yoga, Reiki.... con seminari, conferenze, eventi artistici e musicali, spazi espositivi e gastronomici. In colaborazione con le associazioni del territorio. Ingresso libero.
Programma Conferenze
Venerdì 24 settembre ore 21
Centro Culturale Gli Antonelli, ex Casa del Fascio
Nuovo Ordine Mondiale: disinformazione e strumenti di controllo globale. “Il caso di Jane Burgermeister”
A cura di: Marco Pizzuti, con la partecipazione di Alberto Mondini, Massimo Gallo e Franco Verzella.
Evento trasmesso in diretta nazionale sulla Web TV.
Sempre più spesso ci si chiede se siamo realmente informati di ciò che accade nel mondo o se quello che sappiamo è solamente una versione dei fatti ad uso e consumo di “masse” sempre meno critiche! Che ruolo hanno: televisione, stampa, informazione, politica ed economia in un ottica di corsa sfrenata alla globalizzazione?
Marco Pizzuti, laureato in legge, ex ufficiale dell’ esercito, collaboratore di una nota agenzia di servizi presso le più alte istituzioni dello Stato. Ha collaborato con radio, riviste e trasmissioni televisive a diffusione nazionale. Scrittore di saggi come: Rivelazioni Non Autorizzate (2009), e Scoperte archeologiche Non Autorizzate (2010). Conferenziere di fama nazionale. Gestisce attualmente il sito “altrainformazione.it”.
Jane Burgermeister vive a Vienna (Austria) laureata all’Università di Edimburgo, ha scritto articoli scientifici per riviste di prestigio internazionale come Nature, The British Medical Journal, The Scientist, Routers Health, The Guardians etc… E’ stata corrispondente europea per il sito web Renewable Energy World fino al 2009, anno in cui è stata licenziata per avere denunciato lo scandalo della pandemia suina in cui erano coinvolte sia la Baxter che L’OMS.
Sabato 25 settembre ore 21
Oratorio San Rocco
L’Uomo, la Terra, il Cielo…. “separatamente” insieme!
A cura di Demetrio P.F. Iero
L’alleanza tra scienza meccanicistica e capitalismo sfrenato, hanno imposto all’uomo una visione di sé cieca ed arrogante obbligandolo ad una condizione di povertà interiore e malattia.Solo assumendosi la “propria responsabilità personale” e recuperando i “naturali collegamenti” tra Spiritualità, Esistenza e Vita, sarà possibile creare un ponte per un nuovo domani…..
Demetrio P. F. Iero, laureato in medicina e chirurgia, omeopata, naturopata, agopuntore, esperto in radioestesia e radionica, da molti anni si dedica all’insegnamento e alla divulgazione di queste discipline in Italia e all’estero. Autore di numerosi saggi e articoli scientifici, inventore di diversi strumenti di biorisonanza, collabora da anni come formulatore con ditte farmaceutiche omeopatiche.
Domenica 26 settembre ore 21
Oratorio San Rocco
2012 - Un cambiamento vibrazionale della Terra.
Essere nel tempo, ma non del tempo.
A cura di Salvatore Brizzi
"Tutto evolve sempre più velocemente".
Alcuni studiosi ipotizzano il 2012 come data possibile per il raggiungimento del limite massimo di questa accelerazione.
Il tempo psicologico sta infatti accelerando e le persone vengono sottoposte a livelli di stress sempre maggiori. Al di là della data più o meno certa e dei possibili disastri sul piano materiale, ciò che più importa riguardo l’argomento 2012 è l’aspetto socio-psicologico: ognuno sarà portato ad un maggiore "lavoro su di sé". Restare nel qui-e-ora, accettare quello che c’è e non quello che noi vorremmo ci fosse, aprire il Cuore, guardare con coraggio le proprie paure per arrendersi alla Vita e lasciare andare ogni attaccamento.
Salvatore Brizzi, scrittore, insegnante ed esperto di Alchimia trasformativa. Autore dei saggi: “La sconfitta di Cronos”, “Officina Alchemica”, “Risveglio”, “Alchimia contemporanea”.
Programma Sabato 25 settembre
Attività di gruppo:ore 15:00
Hatha Yoga proposto da Circolo Chakra
Nordic Walking proposto da Antonella Bastoni
Seminari:
ore 15:30
"Come preparare saponi in casa" a cura di Mondo Sgu
Attività di gruppo:
ore 16:30
Danza espressiva orientale proposto da Angela Natali
Emotional Freedom Techniques (EFT) mini-corso proposto da Sandro Gozzoli
Seminari:
ore 17:30
"Lo Shiatsu nelle mani di tutti" presentazione corsi a cura di Maurizio Cioria Il Giardino Interiore
Attività di gruppo:
ore 18:30
Tai Chi proposto da Circolo Chakra
Massaggio Sonoro proposto da Stefano Muccini e Filippo Fiorini con djgeridoo
Spettacoli:
ore 19:30
TamburaBà: Danze e percussioni dall'Africa occidentale
Conferenze:
ore 21:00
L'uomo, la terra, il cielo... "separatamente" insieme! a cura di Demetrio P.F. Iero
Programma Domenica 26 settembre
Attività di gruppo:ore 15:00
Feldenkrais proposto da Antonella Bastoni
Yoga della Risata proposto da Ass. Samudra
Seminari:
ore 15:30
"Gas - Gruppo Acquisto Solidale" Presentazione di un modello economico sostenibile e critico, a cura di A TUTTO GAS
Attività di gruppo:
ore 16:30
Respirazione Emozionale a cura di Ass. Samudra
Massaggio Sonoro proposto da Stefano Muccini e Filippo Fiorini con djgeridoo
Seminari:
ore 17:30
Emotional Freedom Techniques (EFT) Una nuova via per l'auto-guarigione, la serenità interiore ed il Risveglio dell'energia vitale che è in noi, a cura di Sandro Gozzoli
Attività di gruppo:
ore 18:30
Tai Chi proposto da Circolo Chakra
Breve Meditazione per la "Madre Terra" a cura di Il Giardino Interiore
Spettacoli:
ore 19:30
Danza Espressiva Orientale a cura di Ass. NatyAngeli
Conferenze:
ore 21:00
"2012 - Un cambiamento vibrazionale della Terra. Essere nel tempo, ma non del tempo." A cura di Salvatore Brizzi
lunedì 16 agosto 2010
Festa della piadina romagnola, programma
Giovanni Pascoli
"La piada"
IV
Il mio povero mucchio arde e già brilla:
pian piano appoggio sopra due mattoni
il nero testo di porosa argilla.
Maria, nel fiore infondi l'acqua e poni
il sale; dono di te, Dio; ma pensa!
l'uomo mi vende ciò che tu ci doni.
Tu n'empi i mari, e l'uomo lo dispensa
nella bilancia tremula: le lande
tu ne condisci, e manca sulla mensa.
Ma tu, Maria, con le tue mani blande
domi la pasta e poi l'allarghi e spiani;
ed ecco è liscia come un foglio, e grande
come la luna; e sulle aperte mani
tu me l'arrechi, e me l'adagi molle
sul testo caldo, e quindi t'allontani.
Io, la giro, e le attizzo con le molle
il fuoco sotto, fin che stride invasa
dal calor mite, e si rigonfia in bolle:
e l'odore del pane empie la casa.
....
PIADINA? che cos'è?
Con Piadina o piada, pie, pjida, pièda, pji, pida, in Romagna s'intende una schiacciata composta da farina di grano, acqua, sale e, a seconda dei luoghi, anche altri ingredienti. La piadina classica romagnola è tirata col matterello e fatta cuocere sul testo, la tradizionale teglia di terracotta dal basso orlo, a fuoco ardente di braci.
Si ottiene così un disco con tracce di bruno create dal fuoco, friabile, tenero, delicato, che si consuma con salumi, formaggi freschi, erbe di campagna e generoso Sangiovese di Romagna.
Nella ricetta gli unici punti fermi sono l’acqua, la farina e il sale, tanto cambiano da zona a zona e da famiglia a famiglia il resto degli ingredienti, e addirittura lo spessore.
Pur non essendo un piatto vero e proprio e affondando le radici nella cultura delle campagne romagnole, vanta parentele con i prodotti tipici di mezzo mondo.
Può essere fatta rientrare nell’area del pane non lievitato, come il pane azzimo; si può considerare sorella dei sardi pane carasao e carta musica, del pane arabo, di schiacciate non lievitate turche, magrebine o eritree; di prodotti simili esistono tracce anche in India e in America Latina, se al grano sostituiamo il granoturco otteniamo l'equivalente delle “tortillas".
Una gustosa variante della piadina è il crescione, una piadina ripiegata su se stessa e farcita in centinaia di modi diversi, a seconda della fantasia della “piadinara” o “piadaiola”.
Viaggiando attraverso il territorio si incontrano le diverse interpretazioni: il bartolaccio, le cantarelle, i tortelli alla lastra o sulla lastra o la piadina fritta.
PiadinaDays: martedì 24 -
serata di 8 corse all'Ippodromo di Cesena dedicate a Prov. FC e Comuni con degustazione a base di piadina e prodotti tipici a cura della Strada dei vini e dei Sapori FC;
giovedì 26 si replica con degustazione di promozione Piadina Days al Meeting presso fiera di Rimini; mer. 8 s...ett.
Piadina Days si promuove alla Biennale del Cinema Venezia arena spettacoli Casino, tra gli invitati giornalisti, attori e registi tra cui Quentin Tarantino a mangiar piadina vederla fare in dietta e festeggiare a suon di musica romagnola... quante cose fa fare questa piadina... in attesa di festeggiarla l'11 e 12 settembre a casa nostra!
Due giorni dedicati alla piadina in tutte le sue forme, in varie località della provincia di Forlì-Cesena.
Eventi, spettacoli, concerti e degustazioni del cibo più famoso della Romagna e delle sue varianti, dalle più classiche alle più fantasiose, ma tutte con il sapore e il profumo della tradizione di una terra, che riuscirà a sorprendervi.
Bagno di Romagna
Incursioni ed escursioni tra piadina e dintorni
PiadinaDays a Bertinoro
A Bertinoro la piadina tocca le stelle
PiadinaDays a Borghi
Wise Rock
PiadinaDays a Castrocaro Terme e Terra del Sole
Piada e prosciutto... è Romagna dappertutto!
PiadinaDays a Cesena
Tracce di piadina
PiadinaDays a Cesenatico
Piadina e Saraghina
Piadina Days a Civitella di Romagna
I Colori della piadina di Romagna
PiadinaDays a Forlì
Piadina nel parco, piadina in città...
Piadinadays a Forlimpopoli
Il gusto della cultura, incontra la cultura del gusto
PiadinaDays a Galeata
Dalla piadina al pane azzimo: dialogando fra culture
PiadinaDays a Gambettola
La piadina della nonna
PiadinaDays a Gatteo
Gatteo... Un mare di piadina
Longiano
PiadinaDays a Longiano
Tracce di piadina
PiadinaDays a Meldola
Piadina e... di più
PiadinaDays a Mercato Saraceno
Pida & Sangio ...show
PiadinaDays a Modigliana
Feste dell'800: tableaux vivants
PiadinaDays a Montiano
Muntcin: e dè dla bona pida
PiadinaDays a Portico e San Benedetto
Piadina in Collina & Tortelli alla Lastra
PiadinaDays a Predappio
Pieda e parsot…
PiadinaDays a Premilcuore
Piadina, Amore e Fantasia
PiadinaDays a Roncofreddo
La Romagna sulla teglia con piadina e cantarella
PiadinaDays a San Mauro Pascoli
La piadina nella Romagna di Pascoli
PiadinaDays a Santa Sofia
Il Cibo e l'Arte dell'Ironia
PiadinaDays a Sarsina
La pia... Dina
PiadinaDays a Savignano sul Rubicone
Savignano immagini e sapori
PiadinaDays a Sogliano al Rubicone
Solo a Sogliano, piadina, fossa e tegliaio
PiadinaDays a Tredozio
Piadina di montagna… il gusto ci guadagna
PiadinaDays a Verghereto
La nostra piadina e i nostri tortelli
Bellaria - Igea Marina
"La piada"
IV
Il mio povero mucchio arde e già brilla:
pian piano appoggio sopra due mattoni
il nero testo di porosa argilla.
Maria, nel fiore infondi l'acqua e poni
il sale; dono di te, Dio; ma pensa!
l'uomo mi vende ciò che tu ci doni.
Tu n'empi i mari, e l'uomo lo dispensa
nella bilancia tremula: le lande
tu ne condisci, e manca sulla mensa.
Ma tu, Maria, con le tue mani blande
domi la pasta e poi l'allarghi e spiani;
ed ecco è liscia come un foglio, e grande
come la luna; e sulle aperte mani
tu me l'arrechi, e me l'adagi molle
sul testo caldo, e quindi t'allontani.
Io, la giro, e le attizzo con le molle
il fuoco sotto, fin che stride invasa
dal calor mite, e si rigonfia in bolle:
e l'odore del pane empie la casa.
....
PIADINA? che cos'è?
Con Piadina o piada, pie, pjida, pièda, pji, pida, in Romagna s'intende una schiacciata composta da farina di grano, acqua, sale e, a seconda dei luoghi, anche altri ingredienti. La piadina classica romagnola è tirata col matterello e fatta cuocere sul testo, la tradizionale teglia di terracotta dal basso orlo, a fuoco ardente di braci.
Si ottiene così un disco con tracce di bruno create dal fuoco, friabile, tenero, delicato, che si consuma con salumi, formaggi freschi, erbe di campagna e generoso Sangiovese di Romagna.
Nella ricetta gli unici punti fermi sono l’acqua, la farina e il sale, tanto cambiano da zona a zona e da famiglia a famiglia il resto degli ingredienti, e addirittura lo spessore.
Pur non essendo un piatto vero e proprio e affondando le radici nella cultura delle campagne romagnole, vanta parentele con i prodotti tipici di mezzo mondo.
Può essere fatta rientrare nell’area del pane non lievitato, come il pane azzimo; si può considerare sorella dei sardi pane carasao e carta musica, del pane arabo, di schiacciate non lievitate turche, magrebine o eritree; di prodotti simili esistono tracce anche in India e in America Latina, se al grano sostituiamo il granoturco otteniamo l'equivalente delle “tortillas".
Una gustosa variante della piadina è il crescione, una piadina ripiegata su se stessa e farcita in centinaia di modi diversi, a seconda della fantasia della “piadinara” o “piadaiola”.
Viaggiando attraverso il territorio si incontrano le diverse interpretazioni: il bartolaccio, le cantarelle, i tortelli alla lastra o sulla lastra o la piadina fritta.
PiadinaDays: martedì 24 -
serata di 8 corse all'Ippodromo di Cesena dedicate a Prov. FC e Comuni con degustazione a base di piadina e prodotti tipici a cura della Strada dei vini e dei Sapori FC;
giovedì 26 si replica con degustazione di promozione Piadina Days al Meeting presso fiera di Rimini; mer. 8 s...ett.
Piadina Days si promuove alla Biennale del Cinema Venezia arena spettacoli Casino, tra gli invitati giornalisti, attori e registi tra cui Quentin Tarantino a mangiar piadina vederla fare in dietta e festeggiare a suon di musica romagnola... quante cose fa fare questa piadina... in attesa di festeggiarla l'11 e 12 settembre a casa nostra!
Due giorni dedicati alla piadina in tutte le sue forme, in varie località della provincia di Forlì-Cesena.
Eventi, spettacoli, concerti e degustazioni del cibo più famoso della Romagna e delle sue varianti, dalle più classiche alle più fantasiose, ma tutte con il sapore e il profumo della tradizione di una terra, che riuscirà a sorprendervi.
Bagno di Romagna
Incursioni ed escursioni tra piadina e dintorni
PiadinaDays a Bertinoro
A Bertinoro la piadina tocca le stelle
PiadinaDays a Borghi
Wise Rock
PiadinaDays a Castrocaro Terme e Terra del Sole
Piada e prosciutto... è Romagna dappertutto!
PiadinaDays a Cesena
Tracce di piadina
PiadinaDays a Cesenatico
Piadina e Saraghina
Piadina Days a Civitella di Romagna
I Colori della piadina di Romagna
PiadinaDays a Forlì
Piadina nel parco, piadina in città...
Piadinadays a Forlimpopoli
Il gusto della cultura, incontra la cultura del gusto
PiadinaDays a Galeata
Dalla piadina al pane azzimo: dialogando fra culture
PiadinaDays a Gambettola
La piadina della nonna
PiadinaDays a Gatteo
Gatteo... Un mare di piadina
Longiano
PiadinaDays a Longiano
Tracce di piadina
PiadinaDays a Meldola
Piadina e... di più
PiadinaDays a Mercato Saraceno
Pida & Sangio ...show
PiadinaDays a Modigliana
Feste dell'800: tableaux vivants
PiadinaDays a Montiano
Muntcin: e dè dla bona pida
PiadinaDays a Portico e San Benedetto
Piadina in Collina & Tortelli alla Lastra
PiadinaDays a Predappio
Pieda e parsot…
PiadinaDays a Premilcuore
Piadina, Amore e Fantasia
PiadinaDays a Roncofreddo
La Romagna sulla teglia con piadina e cantarella
PiadinaDays a San Mauro Pascoli
La piadina nella Romagna di Pascoli
PiadinaDays a Santa Sofia
Il Cibo e l'Arte dell'Ironia
PiadinaDays a Sarsina
La pia... Dina
PiadinaDays a Savignano sul Rubicone
Savignano immagini e sapori
PiadinaDays a Sogliano al Rubicone
Solo a Sogliano, piadina, fossa e tegliaio
PiadinaDays a Tredozio
Piadina di montagna… il gusto ci guadagna
PiadinaDays a Verghereto
La nostra piadina e i nostri tortelli
Bellaria - Igea Marina
venerdì 13 agosto 2010
Madonna del Popolo, programma festivo a Gatteo 2010
PARROCCHIA DI S. LORENZO MARTIRE in GATTEO
FESTA DELLA MADONNA DEL POPOLO
DOMENICA: 05 SETTEMBRE 2010
PROGRAMMA RELIGIOSO
- Lunedì, martedì, mercoledì: 30 - 31 agosto e 1 settembre
recita Rosario alle Cellette e nelle borgate.
- Giovedi, venerdì e sabato: 2 - 3 - 4 settembre
- Triduo in Chiesa con Messa ore 20.00
- Mercoledì: 1 setto canti mariani eseguiti dal "Coro Magni
ficat" in Chiesa. Maestro Lodovico - ore 21.00
- Sabato: 4 settembre confessioni mattino e pomeriggio.
DOMENICA: 05 SETTEMBRE - festa della Madonna del Popolo
55. Messe: ore 7,30 - 11,15 - 16.00 e al termine, processione
. con la statua della Madonna, accompagnata dalla banda~
Programma Ricreativo.
- Giovedì, 2 setto serata ragazzi con la presenza del Mago ZAUBERER
Nutella-party, offerta da " Castello e Dintorni"
- Venerdì, 3 setto serata giovani con il complesso: " Jailhouse Boys
50"5 - Rock U' RolI"
Durante la serata, piadina e prosciutto offerto da AVIS
- Sabato, 4 sett.: Orchestra MARCHETTI ANTONELLA - ore 21.00
Durante la serata: distribuzione polenta e vino
- Domenica, 5 sett.: suona ore 17,30
la "banda di Gambettola"
Ore 20,30
spettacolo gruppo le SIRENE DANZANTI
dance folk, ospiti in diverse trasmissioni televisive
fra cui "ballando con le stelle".
Durante le serate di sabato e domenica: aperto lo stand gastronomico;
nel piazzale della Chiesa: esibizione di giochi preparati dai bambini.
Durante la festa: GRANDE PESCA (annuale lotteria della parrocchia) e al termine, estrazione "superpesca". * Il Comitato rivolge a tutti l'invito a sostenere la festa, a partecipare ai vari momenti della festa e ringrazia tutti per la collaborazione e la partecipazione attiva.
FESTA DELLA MADONNA DEL POPOLO
DOMENICA: 05 SETTEMBRE 2010
PROGRAMMA RELIGIOSO
- Lunedì, martedì, mercoledì: 30 - 31 agosto e 1 settembre
recita Rosario alle Cellette e nelle borgate.
- Giovedi, venerdì e sabato: 2 - 3 - 4 settembre
- Triduo in Chiesa con Messa ore 20.00
- Mercoledì: 1 setto canti mariani eseguiti dal "Coro Magni
ficat" in Chiesa. Maestro Lodovico - ore 21.00
- Sabato: 4 settembre confessioni mattino e pomeriggio.
DOMENICA: 05 SETTEMBRE - festa della Madonna del Popolo
55. Messe: ore 7,30 - 11,15 - 16.00 e al termine, processione
. con la statua della Madonna, accompagnata dalla banda~
Programma Ricreativo.
- Giovedì, 2 setto serata ragazzi con la presenza del Mago ZAUBERER
Nutella-party, offerta da " Castello e Dintorni"
- Venerdì, 3 setto serata giovani con il complesso: " Jailhouse Boys
50"5 - Rock U' RolI"
Durante la serata, piadina e prosciutto offerto da AVIS
- Sabato, 4 sett.: Orchestra MARCHETTI ANTONELLA - ore 21.00
Durante la serata: distribuzione polenta e vino
- Domenica, 5 sett.: suona ore 17,30
la "banda di Gambettola"
Ore 20,30
spettacolo gruppo le SIRENE DANZANTI
dance folk, ospiti in diverse trasmissioni televisive
fra cui "ballando con le stelle".
Durante le serate di sabato e domenica: aperto lo stand gastronomico;
nel piazzale della Chiesa: esibizione di giochi preparati dai bambini.
Durante la festa: GRANDE PESCA (annuale lotteria della parrocchia) e al termine, estrazione "superpesca". * Il Comitato rivolge a tutti l'invito a sostenere la festa, a partecipare ai vari momenti della festa e ringrazia tutti per la collaborazione e la partecipazione attiva.
domenica 1 agosto 2010
San Lorenzo a Gatteo, programma della festa patronale 2010
Programma completo Edizione San Lorenzo 2010
SABATO, 7 AGOSTO
ORE 21.30 Corte del Castello
TONY MAIELLO IN CONCERTO
Finalista a X Factor 2008, vincitore Sanremo Giovani 2010
DOMENICA, 8 AGOSTO
ORE 21.00 -Piazza Vesi
GLI AMICI DEL SOLE
Musica folk, melodico popolare, revival
ORE 21.00 – Corte del Castello
MOKA CLUB IN CONCERTO
Disco ’70 Live
LUNEDì, 9 AGOSTO
DALLE 21.00-Piazza Vesi
LA FLOTTA DI VEGA
Cartoon Band. Tutte le più belle sigle dei cartoni animati da Ufo Robot a Dragon Ball
MARTEDì, 10 AGOSTO
ORE 20.15 – Piazza Fracassi
SANTA MESSA
ORE 21.30 – Corte del castello
Direttamente da Zelig e Colorado Cafè
Spettacolo comico di BEPPE BRAIDA
Per finire con le "stelle cadenti"
Inoltre, dal 7 al 10 agosto oratorio San Rocco
Umberto Mori: "Io posso vedere il sole anche quando sta piovendo"
Mostra a cura di Ass. VAR Ragazzi.
Tutte le sere a partire dalle ore 19 in Piazza Vesi
Stand gastronomici e mercatino con prodotti tipici, artigianato e curiosità.
Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito.
Il tutto sponsorizzato da:
Commitato parrocchiale
Comune di Gatteo - Assessorato alla cultura
Banca di Credito Cooperativo di Gatteo
Sidermec - lavorazione e commercio banda stagnata
Gazebo - depurazione acque
con i complimenti di RADIO GAMMA
BUON DIVERTIMENTO!
SABATO, 7 AGOSTO
ORE 21.30 Corte del Castello
TONY MAIELLO IN CONCERTO
Finalista a X Factor 2008, vincitore Sanremo Giovani 2010
DOMENICA, 8 AGOSTO
ORE 21.00 -Piazza Vesi
GLI AMICI DEL SOLE
Musica folk, melodico popolare, revival
ORE 21.00 – Corte del Castello
MOKA CLUB IN CONCERTO
Disco ’70 Live
LUNEDì, 9 AGOSTO
DALLE 21.00-Piazza Vesi
LA FLOTTA DI VEGA
Cartoon Band. Tutte le più belle sigle dei cartoni animati da Ufo Robot a Dragon Ball
MARTEDì, 10 AGOSTO
ORE 20.15 – Piazza Fracassi
SANTA MESSA
ORE 21.30 – Corte del castello
Direttamente da Zelig e Colorado Cafè
Spettacolo comico di BEPPE BRAIDA
Per finire con le "stelle cadenti"
Inoltre, dal 7 al 10 agosto oratorio San Rocco
Umberto Mori: "Io posso vedere il sole anche quando sta piovendo"
Mostra a cura di Ass. VAR Ragazzi.
Tutte le sere a partire dalle ore 19 in Piazza Vesi
Stand gastronomici e mercatino con prodotti tipici, artigianato e curiosità.
Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito.
Il tutto sponsorizzato da:
Commitato parrocchiale
Comune di Gatteo - Assessorato alla cultura
Banca di Credito Cooperativo di Gatteo
Sidermec - lavorazione e commercio banda stagnata
Gazebo - depurazione acque
con i complimenti di RADIO GAMMA
BUON DIVERTIMENTO!
sabato 31 luglio 2010
Citta' del Rubicone, da Cesare a Pascoli con Pagliughi
"Il fidanzamento ormai è bell'e consumato: a questo punto ci si sposa o si lascia"
Con una similitudine molto efficace il sindaco di Gatteo, Tiziano Gasperoni ha reso bene l'idea del bivio in cui si trovano i tre comuni di Savignano, San Mauro Pascoli e Gatteo durante il convegno promosso alla sede direzionale della Banca di Credito Cooperativo di Gatteo intitolato Rubicone, una città possibile: o proseguire nella strada verso il Comune unico, oppure ringraziarsi, dirsi addio e tornare ciascuno al proprio orticello.
Aveva aperto i lavori, dopo il saluto del presidente della Bcc Gabriele Galassi, il presidente del Comitato del Rubicone di Confartigianato Forlì-Cesena Marco Evangelisti in una sala gremita di imprenditori e personaggi del mondo delle istituzioni, fra cui il prefetto Angelo Trovato, l'ex sindaco di San Mauro Pascoli ora assessore provinciale Luciana Garbuglia e Carlo Sarpieri che era presidente della Provincia quando nel 1993 la Confartigianato lanciò il primo convegno caldeggiando la necessità di trarre il dado e di far nascere la Città dei Rubicone.
"Creiamola sino in fondo questa Città - ha rimarcato il presidente Confartigianato Evangelisti - e facciamo il salto di qualità passando dalla semplice gestione comune dei servizi alla promozione di politiche di sviluppo comuni e integrate per le imprese del Rubicone".
Il direttore di Antares Lorenzo Ciappetti ha presentato un rapporto dettagliato sull' area del Rubicone ad alto tasso di imprenditorialità (con densità aziendale quattro volte superiore alla media provinciale e tre volte a quella regionale) e una forte presenza demografica giovane, e ha messo in luce la sfida cruciale da vincere: proseguire nella strada tracciata dall'Unione dei Comuni del Rubicone concepita non più solo in chiave statica come semplice gestione congiunta di servizi, bensì in termini dinamici come azione congiunta di progetti di sviluppo. E' questa anche la linea caldeggiata da Federimpresa Confartigianato, per la quale la cogestione dei servizi comunali non può essere considerata un punto di arrivo. "A questo punto - ha detto Ciappetti - l'intercomunalità sarà una strada tanto più virtuosa quanto più concretizzerà progetti di sviluppo che valorizzi i capitali della città del Rubicone e le sue imprese, quelle del distretto del calzaturiero. della moda, della meccanica e di tutto l'indotto.
Un'altra grande sfida e la creazione dei presupposti per l'incubazione di nuove imprese, per fare del Rubicone un nuovo distretto dell'efficienza energetica e della green economy.
Poi hanno preso la parola i sindaci.
Elena Battistini di Savignano ha ricordato il lavoro fatto dal 2005 ad oggi per dare operatività all'Unione dei Comuni, nonostante le difficoltà e le resistenze campanilistiche delle comunità e ha detto che non ci si può certo fermare ora e bisogna mettere al centro delle politiche comuni di lavoro.
Il sindaco di San Mauro Pascoli Miro Gori ha messo a fuoco la difficoltà a suo dire più impegnativa: defInire il percorso che può portare al Comune unico dopo aver valutato i pro e i contro di questa scelta amministrativa. Quindi ha aggiunto che i servizi culturali, risorsa economica del territorio, possono essere un banco di prova per varare nuove politiche di crescita.
Dal canto suo il sindaco di Gatteo Tiziano Gasperoni ha detto che per lui, dopo il fidanzamento, questo matrimonio s'ha da fare, anche con il comune unico, che sarebbe il terzo della Romagna, con 36 mila abitanti. E ha aggiunto che tante cose cambierebbero in meglio, a partire dal trasporto pubblico, carenza storica nel Rubicone dove la mobilità privata è nettamente preponderante.
Sindaci più concentrati, dunque, sul percorso amministrativo tutto da costruire, anche se in questi giorni è al vaglio un progetto di fattibilità. Confartigianato Antares e anche il presidente della Provincia Massimo Bulbi, che nel suo intervento finale ha sottolineato le dotazioni infrastrutturali messe a disposizione dalla Provincia nell' area del Rubicone, hanno invece puntato di più a sollecitare la creazione della città dello sviluppo del Rubicone, indipendentemente da quello che diverrà dal punto di vista amministrativo, con innovative politiche che facciano decollare la articolatissima struttura imprenditoriale che opera nel territorio. Due preoccupazioni non disgiunte: quella sul contenitore e quella sul contenuto emerse in un convegno destinato, come quello di 17 anni fa, a segnare un discrimine nel dibattito sulla sempre più vicina città del Rubicone. La fase dell'Unione dei Comuni è ufficialmente archiviata: ora si lavora in grande per fare del Rubicone, come ha detto Ciappetti, un laboratorio di politiche pubbliche innovative di sviluppo da gestire congiuntamente e su una porzione di più ampia dei rispettivi confini comunali. Un laboratorio per il quale Bulbi ha messo a disposizione l'ambito collaudato del Patto per lo sviluppo.
Con una similitudine molto efficace il sindaco di Gatteo, Tiziano Gasperoni ha reso bene l'idea del bivio in cui si trovano i tre comuni di Savignano, San Mauro Pascoli e Gatteo durante il convegno promosso alla sede direzionale della Banca di Credito Cooperativo di Gatteo intitolato Rubicone, una città possibile: o proseguire nella strada verso il Comune unico, oppure ringraziarsi, dirsi addio e tornare ciascuno al proprio orticello.
Aveva aperto i lavori, dopo il saluto del presidente della Bcc Gabriele Galassi, il presidente del Comitato del Rubicone di Confartigianato Forlì-Cesena Marco Evangelisti in una sala gremita di imprenditori e personaggi del mondo delle istituzioni, fra cui il prefetto Angelo Trovato, l'ex sindaco di San Mauro Pascoli ora assessore provinciale Luciana Garbuglia e Carlo Sarpieri che era presidente della Provincia quando nel 1993 la Confartigianato lanciò il primo convegno caldeggiando la necessità di trarre il dado e di far nascere la Città dei Rubicone.
"Creiamola sino in fondo questa Città - ha rimarcato il presidente Confartigianato Evangelisti - e facciamo il salto di qualità passando dalla semplice gestione comune dei servizi alla promozione di politiche di sviluppo comuni e integrate per le imprese del Rubicone".
Il direttore di Antares Lorenzo Ciappetti ha presentato un rapporto dettagliato sull' area del Rubicone ad alto tasso di imprenditorialità (con densità aziendale quattro volte superiore alla media provinciale e tre volte a quella regionale) e una forte presenza demografica giovane, e ha messo in luce la sfida cruciale da vincere: proseguire nella strada tracciata dall'Unione dei Comuni del Rubicone concepita non più solo in chiave statica come semplice gestione congiunta di servizi, bensì in termini dinamici come azione congiunta di progetti di sviluppo. E' questa anche la linea caldeggiata da Federimpresa Confartigianato, per la quale la cogestione dei servizi comunali non può essere considerata un punto di arrivo. "A questo punto - ha detto Ciappetti - l'intercomunalità sarà una strada tanto più virtuosa quanto più concretizzerà progetti di sviluppo che valorizzi i capitali della città del Rubicone e le sue imprese, quelle del distretto del calzaturiero. della moda, della meccanica e di tutto l'indotto.
Un'altra grande sfida e la creazione dei presupposti per l'incubazione di nuove imprese, per fare del Rubicone un nuovo distretto dell'efficienza energetica e della green economy.
Poi hanno preso la parola i sindaci.
Elena Battistini di Savignano ha ricordato il lavoro fatto dal 2005 ad oggi per dare operatività all'Unione dei Comuni, nonostante le difficoltà e le resistenze campanilistiche delle comunità e ha detto che non ci si può certo fermare ora e bisogna mettere al centro delle politiche comuni di lavoro.
Il sindaco di San Mauro Pascoli Miro Gori ha messo a fuoco la difficoltà a suo dire più impegnativa: defInire il percorso che può portare al Comune unico dopo aver valutato i pro e i contro di questa scelta amministrativa. Quindi ha aggiunto che i servizi culturali, risorsa economica del territorio, possono essere un banco di prova per varare nuove politiche di crescita.
Dal canto suo il sindaco di Gatteo Tiziano Gasperoni ha detto che per lui, dopo il fidanzamento, questo matrimonio s'ha da fare, anche con il comune unico, che sarebbe il terzo della Romagna, con 36 mila abitanti. E ha aggiunto che tante cose cambierebbero in meglio, a partire dal trasporto pubblico, carenza storica nel Rubicone dove la mobilità privata è nettamente preponderante.
Sindaci più concentrati, dunque, sul percorso amministrativo tutto da costruire, anche se in questi giorni è al vaglio un progetto di fattibilità. Confartigianato Antares e anche il presidente della Provincia Massimo Bulbi, che nel suo intervento finale ha sottolineato le dotazioni infrastrutturali messe a disposizione dalla Provincia nell' area del Rubicone, hanno invece puntato di più a sollecitare la creazione della città dello sviluppo del Rubicone, indipendentemente da quello che diverrà dal punto di vista amministrativo, con innovative politiche che facciano decollare la articolatissima struttura imprenditoriale che opera nel territorio. Due preoccupazioni non disgiunte: quella sul contenitore e quella sul contenuto emerse in un convegno destinato, come quello di 17 anni fa, a segnare un discrimine nel dibattito sulla sempre più vicina città del Rubicone. La fase dell'Unione dei Comuni è ufficialmente archiviata: ora si lavora in grande per fare del Rubicone, come ha detto Ciappetti, un laboratorio di politiche pubbliche innovative di sviluppo da gestire congiuntamente e su una porzione di più ampia dei rispettivi confini comunali. Un laboratorio per il quale Bulbi ha messo a disposizione l'ambito collaudato del Patto per lo sviluppo.
sabato 17 luglio 2010
Reportage con Tonino Guerra in mostra
"Sto bene nell'aria dei tramonti perchè mi sembra in un certo senso di far parte della sera."...
Infatti è sera quando arrivo dal mare solcando pesantemente la sabbia sulla spiaggia di Cesenatico.
E' sera per Tonino che compie durante tutto il 2010 i suoi primi 90 anni. La bellezza di 90 anni vissuti in bellezza.Tanti festeggiamenti in tutta Italia e anche in Brasile. Incontri, mostre, spettacoli, aste e cene. Come questa nell'ombra del grattacielo di Cesenatico sullo sfondo marino. Una mostra a cielo aperto.
Vedendola dal mare, l'esposizione delle tele di Pascucci sembra fatta di vele issate sull'arenile. Lo fanno veleggiare. Una regata dipinta di poesie colorate. Infatti questa mostra all'aperto si intitola "Poesie al sole"
I dipinti di Tonino Guerra, i colori di Pascucci e la nostra estatica ammirazione.
Hanno tanto da raccontare i disegni di Guerra. Ti trasportano nelle terre antiche e sagge. Persia, Cina...
Guardo intorno un po' scombussolata - mi sono persa. Rapita.
Lui, Tonino Guerra, l'anfitrione, è seduto su una sedia gialla, coperto dall'inseparabile capellino alla Burberry's. Sembra regista.
Gli vengo davanti e mi butto in ginocchio sulla sabbia molle.
- "Lei è qui!" - esclamo a voce alta per farmi udire; soprattutto da me stessa.
Fa un salto spettacolare per assecondarmi e risponde gridando:
- "Fa l'attrice lei?"
- "Io??? Faccio anche il regista. Della mia vita... Auguri Tonino!"
Mi alzo a baciarlo. Sembra spettacolarmente commosso. Come da copione.
- "Posso farle qualche foto?"
- "Si, certo"- risponde compiaciuto. Non gli pesano i suoi anni.
- "Ora avrei desiderio di avere per me la sua firma personale."
- "Dove?"- mi chiede.
Esploro sconfortata la mia borsettina. Oltre cellulare, portafogli e chiavi non ho nulla che potrebbe custodire la dedica di Tonino Guerra. Intorno qualche persona si avvicina coinvolta nel nostro recitare. Anche la TV locale.
Mormoro rovistando nella borsa: - ma su che cosa potrei farmi autografare?
- "Oh, sennò, lei Tonino mi faccia un tatuaggio, ok?"
- "Tatuaggio??"
- "Si, la sua dedica sulla mia pelle."
Qualche sorriso intorno.
Intanto Tonino sta disegnando di continuo sulle pagine del volumino che accompagna la mostra delle Tende al mare. Glielo porgono in continuazione le persone di fila.
- "Oh, sennò, io vado a comprare un libricino del genere e facciamo come tutti gli altri." - decido alla fine
- "Non è obbligata a comprarlo" - mi suggerisce Tonino.
Ma io intanto mi dirigo allo stand dove sono rimaste le pochissime copie della guida. Vengo salutata in russo.
Li, come spesso intorno a Tonino Guerra c'è un'equipe di parenti, artisti e amici che provengono dalla Russia, patria della seconda moglie di Tonino. Lora.
Quando arriva il mio turno dico a Tonino Guerra di disegnarmi qualcosa che gli suggerisce la mia persona, visto che a ciascuno lui disegna un quadrettino diverso.Personalizzato.
- "Potrebbe fare un disegno uguale per tutti, tanto tra di loro non si conoscono, no? Ognuno va per la sua strada. Che bisogno c'è di sforzarsi per fare ogni copia diversa?"
Mi guarda indignato.
Poi si perde lo sguardo in lontananza e pensa.....infine si china per disegnarmi cavallino con fiore in groppa. "A Hanna con l'H davanti, Tonino Guerra 2010."
Grazie.
Lo bacio sulla guancia per niente incartapecorita, nonostante i suoi 90 anni. Potrebbe sembrare impertinente questa mia confidenza, ma io credo che a quest'età le convenance non si tengono troppo in conto
E' sera per Tonino Guerra.
- "Ho finito le firme, sono stanco" - guarda nel vuoto, lontano, davanti a se. Ma forse non è vuoto ma popolatissimo ..
- "Ma quanto dispiacere a loro" - guardo tutta la gente che attende ancora in fila per avere un suo disegnino personalizzato.
Lui mi guarda contrito:
- "Lei lo sa cosa vuol dire aver 90 anni?!"
- "No. Mai avuti. Quando ci arrivo, ne parleremo" - aggiungo con una nota di ottimismo e augurio, perché allora Tonino Guerra ne avrebbe 140.
Ma lui intanto racconta ai suoi amici di come farà il suo 100° compleanno. E tutti ne sono entusiasti.
Poi quel mito vivente si alza lentamente e cammina verso le sue poesie al tramonto.
"Non dobbiamo essere schiavi delle comodità. Bisogna non perdere il godimento che ci danno alcuni sacrifici e quello che ci regalano le difficoltà" .
Solo uno che ha vissuto per tanto tempo può sentenzionare in questo modo. Godimento dei sacrifici e delle difficoltà. Che vada dirlo uno di 20 anni.
Ma Tonino Guerra è un artista. Poeta, scrittore, pittore, regista e saggio. Vissuto sempre in bellezza.
"Ed è subito sera"
Infatti è sera quando arrivo dal mare solcando pesantemente la sabbia sulla spiaggia di Cesenatico.
E' sera per Tonino che compie durante tutto il 2010 i suoi primi 90 anni. La bellezza di 90 anni vissuti in bellezza.Tanti festeggiamenti in tutta Italia e anche in Brasile. Incontri, mostre, spettacoli, aste e cene. Come questa nell'ombra del grattacielo di Cesenatico sullo sfondo marino. Una mostra a cielo aperto.
Vedendola dal mare, l'esposizione delle tele di Pascucci sembra fatta di vele issate sull'arenile. Lo fanno veleggiare. Una regata dipinta di poesie colorate. Infatti questa mostra all'aperto si intitola "Poesie al sole"
I dipinti di Tonino Guerra, i colori di Pascucci e la nostra estatica ammirazione.
Hanno tanto da raccontare i disegni di Guerra. Ti trasportano nelle terre antiche e sagge. Persia, Cina...
Guardo intorno un po' scombussolata - mi sono persa. Rapita.
Lui, Tonino Guerra, l'anfitrione, è seduto su una sedia gialla, coperto dall'inseparabile capellino alla Burberry's. Sembra regista.
Gli vengo davanti e mi butto in ginocchio sulla sabbia molle.
- "Lei è qui!" - esclamo a voce alta per farmi udire; soprattutto da me stessa.
Fa un salto spettacolare per assecondarmi e risponde gridando:
- "Fa l'attrice lei?"
- "Io??? Faccio anche il regista. Della mia vita... Auguri Tonino!"
Mi alzo a baciarlo. Sembra spettacolarmente commosso. Come da copione.
- "Posso farle qualche foto?"
- "Si, certo"- risponde compiaciuto. Non gli pesano i suoi anni.
- "Ora avrei desiderio di avere per me la sua firma personale."
- "Dove?"- mi chiede.
Esploro sconfortata la mia borsettina. Oltre cellulare, portafogli e chiavi non ho nulla che potrebbe custodire la dedica di Tonino Guerra. Intorno qualche persona si avvicina coinvolta nel nostro recitare. Anche la TV locale.
Mormoro rovistando nella borsa: - ma su che cosa potrei farmi autografare?
- "Oh, sennò, lei Tonino mi faccia un tatuaggio, ok?"
- "Tatuaggio??"
- "Si, la sua dedica sulla mia pelle."
Qualche sorriso intorno.
Intanto Tonino sta disegnando di continuo sulle pagine del volumino che accompagna la mostra delle Tende al mare. Glielo porgono in continuazione le persone di fila.
- "Oh, sennò, io vado a comprare un libricino del genere e facciamo come tutti gli altri." - decido alla fine
- "Non è obbligata a comprarlo" - mi suggerisce Tonino.
Ma io intanto mi dirigo allo stand dove sono rimaste le pochissime copie della guida. Vengo salutata in russo.
Li, come spesso intorno a Tonino Guerra c'è un'equipe di parenti, artisti e amici che provengono dalla Russia, patria della seconda moglie di Tonino. Lora.
Quando arriva il mio turno dico a Tonino Guerra di disegnarmi qualcosa che gli suggerisce la mia persona, visto che a ciascuno lui disegna un quadrettino diverso.Personalizzato.
- "Potrebbe fare un disegno uguale per tutti, tanto tra di loro non si conoscono, no? Ognuno va per la sua strada. Che bisogno c'è di sforzarsi per fare ogni copia diversa?"
Mi guarda indignato.
Poi si perde lo sguardo in lontananza e pensa.....infine si china per disegnarmi cavallino con fiore in groppa. "A Hanna con l'H davanti, Tonino Guerra 2010."
Grazie.
Lo bacio sulla guancia per niente incartapecorita, nonostante i suoi 90 anni. Potrebbe sembrare impertinente questa mia confidenza, ma io credo che a quest'età le convenance non si tengono troppo in conto
E' sera per Tonino Guerra.
- "Ho finito le firme, sono stanco" - guarda nel vuoto, lontano, davanti a se. Ma forse non è vuoto ma popolatissimo ..
- "Ma quanto dispiacere a loro" - guardo tutta la gente che attende ancora in fila per avere un suo disegnino personalizzato.
Lui mi guarda contrito:
- "Lei lo sa cosa vuol dire aver 90 anni?!"
- "No. Mai avuti. Quando ci arrivo, ne parleremo" - aggiungo con una nota di ottimismo e augurio, perché allora Tonino Guerra ne avrebbe 140.
Ma lui intanto racconta ai suoi amici di come farà il suo 100° compleanno. E tutti ne sono entusiasti.
Poi quel mito vivente si alza lentamente e cammina verso le sue poesie al tramonto.
"Non dobbiamo essere schiavi delle comodità. Bisogna non perdere il godimento che ci danno alcuni sacrifici e quello che ci regalano le difficoltà" .
Solo uno che ha vissuto per tanto tempo può sentenzionare in questo modo. Godimento dei sacrifici e delle difficoltà. Che vada dirlo uno di 20 anni.
Ma Tonino Guerra è un artista. Poeta, scrittore, pittore, regista e saggio. Vissuto sempre in bellezza.
"Ed è subito sera"
mercoledì 7 luglio 2010
Tende di Pascucci, poesie di Tonino Guerra al mare di Cesenatico
Tende al mare 2010 - XIII edizione
Poesie nel sole
I colori di Tonino Guerra
PROGRAMMA
Spiaggia libera di Piazza Andrea Costa
Venerdì 9 luglio 2010
ore 18: Inaugurazione Tende al Mare
ore 19.30: Cena e asta delle tende al mare (su prenotazione)
In occasione dell'inaugurazione delle "Tende al Mare 2010", dedicata alle tende realizzate artigianalmente dalla Bottega Pascucci di Gambettola su disegni di Tonino
Guerra, il Comune di Cesenatico insieme alla Consulta del Volontariato propone una cena di beneficenza con pesce azzurro dell'Adriatico preparato dai pescatori di Cesenatico.
Durante le cena, alla quale parteciperà il maestro Tonino Guerra, saranno poste all'asta le tende (base d'asta € 500), che resteranno esposte per tutta l'estate, per essere poi consegnate agli acquirenti al termine della mostra.
L'utile ricavato dalla vendita delle tende sarà assegnato alla Consulta Comunale per il Volontariato di Cesenatico per finalità di beneficenza.
La cena si svolgerà accanto alle tende, nella spiaggia libera di Piazza Andrea Costa a Cesenatico, a partire dalle ore 19.30.
Prezzo della cena: € 25 a persona.
Tonino Guerra è l'autore delle 20 tende, realizzate artigianalmente dalla Bottega Pascucci di Gambettola, dell'edizione XIII delle Tende al mare di Cesenatico.
Quest'anno l'asta delle "tende al mare" si terrà il giorno dell'apertura della mostra, nel corso della cena di beneficenza (su prenotazione) che seguirà l'inaugurazione.
Finalmente l'esperienza delle "tende al mare" incontra la passione creativa di Tonino Guerra. La nota rassegna estiva d'arte contemporanea della Riviera sarà infatti dedicata, in collaborazione con l’Associazione culturale "T. Guerra", alle tende disegnate dal Maestro che tutta la Romagna, e non solo, sta festeggiando in occasione del suo 90° compleanno, rendendo omaggio alla sua arte eclettica ed inesauribile, che non rinuncia mai a ricordare il valore della bellezza che sta nelle cose e nei luoghi: "Se noi la salviamo, salviamo noi stessi".
Le "tende al mare" che saranno esposte a partire dal 9 luglio e sino al 29 agosto nella spiaggia libera antistante a Piazza Andrea Costa nascono infatti dalla collaborazione tra la fantasia di Tonino Guerra e la passione artigianale di Riccardo Pascucci. Sono realizzate dall’antica Bottega Pascucci di Gambettola con la tecnica tradizionale della stampa romagnola su tela, allo stesso modo con cui quelle d’inizio secolo erano create per riparare i bagnanti dal sole, prima dell'avvento degli ombrelloni.
Le tende rappresentano così un perfetto connubio di arte e artigianato. La stampa a mano della bottega Pascucci e il tocco di unicità dato dalla pittura, coniugati alla creatività di Tonino Guerra, faranno di questi manufatti dei veri e propri oggetti d'arte.
Tonino e la sua fervida fantasia regalano sempre forti emozioni e il pubblico estivo ne avrà senza dubbio un forte impatto. Egli ha sempre amato nei suoi disegni la realtà immaginata, o meglio quella ripensata della memoria che si fa beffa di ogni realismo per accendere la magia del sogno e della fantasia. Così il suo mondo è animato da figure umane e animali mescolate a simboli geometrici, tutti coinvolti in un ricco e caldo cromatismo. Si muovono così al vento: foglie e fiori, variopinte farfalle, venditrici di pesci, anatre, colombe, metafisiche bottiglie e mandolini, figure di bambole, metà donne e metà bambine, che è per lui il ritorno ai giorni dell'infanzia "quando attorno sembrava ci fosse sempre una grande festa".
L’edizione di quest’anno delle tende al mare ritrova dunque una tecnica antica, perché era proprio nelle antiche stamperie di tela che, un secolo e più fa, nascevano le tende da spiaggia. La stessa Bottega Pascucci, che nasce quasi due secoli fa, nel 1826, conserva ancora gli stampi dei disegni più consueti che vi si imprimevano agli inizi del ‘900, come documenta anche il loro ricco archivio fotografico.
Oltre alle venti tende esposte in spiaggia, presso la Galleria Comunale «Leonardo da Vinci», in una sorta di ideale appendice della mostra, sarà inoltre possibile ammirare i bozzetti originali, alcuni «arazzi» e «pensieri» che hanno ispirato il lavoro delle tende e che testimoniano il processo creativo, portato all’esito conclusivo spettacolare da Riccardo Pascucci.
Tende al mare è organizzata dal Servizio Beni e Attività Culturali del Comune di Cesenatico insieme all’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, e quest'anno con la particolare collaborazione di Casa Moretti, che con Tonino Guerra ha da tempo un rapporto di solida collaborazione che ha prodotto in passato altre interessanti iniziative, come la mostra E giù, in fondo, il mare, nel 2002, e Dizionario fantastico, nel 2008.
Grazie alla sua formula aperta e originale e alla varietà e qualità delle sue proposte, Tende al mare è oggi considerata tra le più interessanti ed originali manifestazioni di arte all’aperto, al di fuori dei «canonici» spazi espositivi di musei e gallerie ed a contatto diretto con il pubblico.
In occasione della mostra, viene pubblicato un libro-catalogo a cura di M. Ricci e O. Piraccini con le immagini delle tende e scritti di Tonino Guerra, Orlando Piraccini, Riccardo Pascucci, Salvatore Giannella.
Anche l’edizione di quest’anno, completata dalla consueta rassegna retrospettiva di tende nella spiaggia libera di Valverde, viene realizzata con la preziosa collaborazione della Cooperativa Esercenti Stabilimenti Balneari di Cesenatico: i bagnini sono infatti i custodi delle tende provvedendo ad issarle ed ammainarle quotidianamente.
Da sempre, poi, la realizzazione delle tende e la loro messa in vendita rappresenta il modo per contribuire al lavoro insostituibile della Consulta comunale delle Associazioni di Volontariato di Cesenatico, che collabora attivamente all’iniziativa.
lunedì 5 luglio 2010
Festa alla Torre San Mauro Pascoli
Dopo la festa alla Torre, in occasione della ricorrenza di San Pietro e Paolo sabato 26 e domenica 27 giugno con musica, gastronomia e la riscoperta delle tradizioni di un tempo, si riparte per la quattordicesima volta con "Il Giardino della poesia", festival di parole e musiche nei luoghi pascoliani, diretto da David Riondino.
Otto le serate in programma, a Casa Pascoli e alla Torre, dal 23 luglio al1'8 agosto con inizio alle 21,15.
Anche quest'anno gli appuntamenti spazieranno dai monologhi d'autore ai poeti, alla musica di qualità. Questi gli appuntamenti:
Venerdì 23 luglio Casa Pascoli: 'Bestia di Gioia' con Mariangela Gualtieri;
Martedì 25 luglio Casa Pascoli: 'Reading musicale' con poesia con Alessandro Mannarino;
Mercoledì 28 luglio Casa Pascoli: Luigi Boneschi presenta 'Giovanni Pascoli' film documentario;
Venerdì 30 luglio Casa Pascoli: 'Regina Pecunia' con Valentina Sperli e Francesco Feletti;
Sabato 31 luglio La Torre: 'C7è qualcosa di nuovo oggi sotto il sole' con Umberto OrSlm;
Martedì 3 agosto La Torre: Shel Shapiro in concerto;
Giovedì 5 agosto Casa Pascoli: 'Simone Weil'concerto poetico;
Sabato 7 agosto La Torre: 'Francesca da Rimini' con David Riondino, Paolo Bessegato e Lunetta Savino, insieme alla banda di San Mauro Pascoli diretta dal maestro Fabio Bertozzi.
Otto le serate in programma, a Casa Pascoli e alla Torre, dal 23 luglio al1'8 agosto con inizio alle 21,15.
Anche quest'anno gli appuntamenti spazieranno dai monologhi d'autore ai poeti, alla musica di qualità. Questi gli appuntamenti:
Venerdì 23 luglio Casa Pascoli: 'Bestia di Gioia' con Mariangela Gualtieri;
Martedì 25 luglio Casa Pascoli: 'Reading musicale' con poesia con Alessandro Mannarino;
Mercoledì 28 luglio Casa Pascoli: Luigi Boneschi presenta 'Giovanni Pascoli' film documentario;
Venerdì 30 luglio Casa Pascoli: 'Regina Pecunia' con Valentina Sperli e Francesco Feletti;
Sabato 31 luglio La Torre: 'C7è qualcosa di nuovo oggi sotto il sole' con Umberto OrSlm;
Martedì 3 agosto La Torre: Shel Shapiro in concerto;
Giovedì 5 agosto Casa Pascoli: 'Simone Weil'concerto poetico;
Sabato 7 agosto La Torre: 'Francesca da Rimini' con David Riondino, Paolo Bessegato e Lunetta Savino, insieme alla banda di San Mauro Pascoli diretta dal maestro Fabio Bertozzi.
giovedì 1 luglio 2010
La figura di Cristo nell'età moderna, tesina di Dennis Faedi
Passando in rassegna il corso dei secoli ci si potrebbe lecitamente domandare se grandi ed illustri personaggi del calibro di Augusto, Carlo Magno, Federico II di Svevia, Napoleone abbiano rilevanza anche ai giorni nostri. Certamente sì dato che sono individui che hanno lasciato un segno nella storia ed oggi sono commemorati da monumenti. Le loro imprese possono essere talvolta oggetto di ammirazione e le loro virtù possono essere d'esempio. Eppure li sentiamo in un certo senso distanti dalla nostra piccola vicenda umana e la loro immagine perde di consistenza di fronte al fluire incessante del tempo ed al progredire degli eventi. Li percepiamo freddi nella loro marmorea maestosità.
Pare però che vi sia una figura che inevitabilmente in ogni epoca attragga a sé e spesso affascini gli uomini a tal punto da spingerli ad incentrare la propria esistenza in funzione del suo insegnamento. È un fatto rilevante con cui fare i conti perché non ha eguali in tutta la storia dell'umanità. Tale figura è Gesù Cristo.
«Indagando, interrogando, Gesù emerge sempre come l'uomo più sconvolgente di tutti i tempi (com'è noto il tempo stesso in buona parte del mondo si computa a partire dalla sua nascita). Non c'è nessun individuo che gli si possa paragonare per l'importanza, la vastità e la durata della sua influenza. Nessuno scatena amore e odio come lui. È anche il più rappresentato e cantato dall'arte di tutti i tempi. Anche la letteratura moderna ne è testimone».
È rilevante infatti la sua influenza anche su intellettuali e grandi personalità dei nostri tempi i quali non hanno esitato a darne un giudizio. Filosofi come Nietzsche, Hegel, Rousseau, Kierkegaard; letterati come Manzoni, Dostoevskij, Pasolini, Kafka; figure politiche come Napoleone non hanno potuto astenersi dall'osservare e dare un giudizio su una tale figura.
C'è chi, rimasto affascinato, ha fatto di Gesù il tema fondamentale della propria produzione. È il caso dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij (1821-1881) il quale, dopo essere stato colpito dalla lettura del Vangelo durante il suo periodo di prigionia in Siberia, decide di dedicare la sua produzione letteraria all'indagine della coscienza umana nei suoi meandri più oscuri e mostrare come la figura di Cristo possa essere soluzione delle esigenze fondamentali dell'uomo. Scrive inoltre ne I fratelli Karamàzov, romanzo del 1880: «Vasto è davvero l'uomo, fin troppo vasto. Qui il diavolo lotta con Dio e il campo di battaglia sono i cuori degli uomini». Lo scrittore russo testimonia questa convinzione nei suoi romanzi. Prevalgono infatti monologhi e dialoghi (in questo senso il critico Michail Bachtin parla di “romanzo polifonico" poiché la voce del narratore onnisciente è soffocata dalle voci dei personaggi) nei quali si esprime la coscienza umana, tralasciando la descrizione di ambienti e paesaggi. Ed in questa sua indagine la figura di Cristo è sempre presente (esplicitamente o implicitamente) come è evidente in ciò che scrive nell'abbozzo aL'adolescente dove si legge: «Mai ho potuto immaginarmi gli uomini senza di Lui». Ma perché la figura di Cristo e l'uomo sono così inscindibili per Dostoevskij? Perché l'uomo ha bisogno di Lui? Chi è Gesù per l'uomo? Lo scrittore russo scrive in una lettera alla moglie:
«Il Cristo solo ha potuto, ma il Cristo era l'ideale eterno, l'ideale di sempre, al quale l'uomo aspira e deve aspirare in forza della legge di natura. (…) tutto dipende da una cosa sola: che si riconosca o meno il Cristo come l'ideale definitivo sulla terra, ossia che tutto dipenda dalla fede cristiana. Se credi al Cristo, credi che vivrai eternamente (…). Il Cristo è entrato interamente nell'umanità e l'uomo aspira a trasfigurarsi nell'Io del Cristo, come nel suo ideale».
Dunque per Dostoevskij Cristo è sommo ideale dell'uomo. Ma non è solo un ideale astratto. Scrive infatti Divo Barsotti, sacerdote pisano, nella sua opera Dostoevskij, La passione per Cristo: «Se è poca l'attenzione che ha lo scrittore dell'ambiente fisico nel quale vivono i suoi personaggi, è perché il mondo nel quale egli li pone è il mistero. Una presenza invisibile li accompagna. L'uomo non è solo. Non è un altro mondo, ma questo mondo scopre una sua segreta profondità.(...)
Sembra che egli voglia introdurli in un mondo che essi vogliono rifiutare. È il mistero dell'uomo. Anzi è il mistero del Cristo. Egli è l'Uomo vero, l'Uomo eterno».1 Per l'autore russo quindi Cristo è anche una presenza misteriosa che permea la realtà e che parla all'intimo dell'uomo. E l'uomo o rimane scandalizzato e lo rifiuta o rimane affascinato e lo segue.
A seguire questa figura è anche un altro letterato e poeta moderno, Alessandro Manzoni (1785-1873), il quale approda al cattolicesimo dopo una meditata conversione che implica anche il suo modo di concepire la realtà, e quindi anche la letteratura. È noto infatti il passo della sua Lettera sul Romanticismo in cui afferma, contrariamente alla sua poetica degli anni giovanili, che «La poesia, la letteratura deve proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto, l'interessante per mezzo». E la verità non è il mito, tema fondamentale dei classicisti che per i romantici è «falso riconosciuto» (Lettera sul Romanticismo), ma è la storia in prospettiva cristiana. In essa tutto assume un preciso significato secondo un piano provvidenziale. La letteratura in Manzoni si apre, a differenza di Dostoevskij, alla dimensione storico sociale più che a quella della coscienza individuale. Il suo infatti viene definito “cristianesimo democratico”. L'attenzione è rivolta agli umili, ai poveri, ai perseguitati, ai sofferenti che possono trovare il loro riscatto nella predicazione e nell'opera salvifica compiuta da Cristo. Essa continua, secondo Manzoni, nell'operato della Chiesa e dello Spirito Santo, come si evince dal suo noto inno sacro La Pentecoste (1822), nel quale invoca quest'ultimo affinché anche nel suo tempo esso possa discendere e vincere le miserie umane.
Evidente è in questi versi la fiducia di Manzoni nei confronti della Chiesa come promotrice del messaggio evangelico («Che le tue tende spieghi \
Dall'uno all'altro mar») il quale solo può dare speranza ai sofferenti. Ma soprattutto grande è la fiducia nell'azione dello Spirito Santo, l'unica forza, secondo Manzoni, in grado di risollevare l'umanità dal proprio squallore, di ridare forza, coraggio, sicurezza, vitalità ai credenti e di infondere la giustizia nei cuori degli uomini corrotti (vv. 89-96; 113-120).
Anche in Manzoni quindi la figura di Cristo (inscindibilmente legata a quella del Padre e del Paraclito) non è solo ideale, in quanto promotrice di nuovi valori, ma è anche presenza (tramite l'azione dello Spirito Santo) in grado di dare speranza e significato alla storia umana.
In concreto il messaggio di Gesù viene testimoniato nell'età moderna anche dalla Chiesa seppur con nuovi mezzi. Rilevante dal punto di vista storico è la teorizzazione e la successiva applicazione della dottrina sociale. Essa «è parte integrante del ministero di evangelizzazione della Chiesa. Tutto ciò che riguarda la comunità degli uomini (…) non è estraneo all'evangelizzazione e questa non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta, personale e sociale dell'uomo».1È chiaro che la Chiesa nell'età moderna si prefigge un compito ben preciso: testimoniare il messaggio di Cristo attraverso un attento giudizio delle condizioni storico-sociali contemporanee e un agire concreto nella realtà in atto. Con la dottrina sociale la Chiesa «Annuncia Dio e il mistero di salvezza in Cristo ad ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l'uomo a se stesso».2Dunque anche in essa Cristo è ideale per l'uomo; ma è un ideale che assume concretezza nella storia umana, tramite l'agire degli individui nella Chiesa e nella società.
Documento fondamentale della moderna dottrina sociale della Chiesa è l'enciclica Rerum Novarum (Delle cose nuove) promulgata nel 1891 da papa Leone XIII. In essa il pontefice prende in considerazione i problemi sociali del suo tempo, in particolare la questione operaia, sotto l'ottica della dottrina cattolica e propone una soluzione coerente con essa: vi è il rifiuto del socialismo e del capitalismo sfrenato, vengono difesi il diritto alla proprietà nonché i diritti e i doveri dei lavoratori e degli imprenditori, il diritto di associazione e i diritti dei poveri e dei deboli; viene inoltre espresso il principio di collaborazione delle classi contrapposto a quello della lotta di classe tipicamente marxista.
Tutto questo si tradusse in una intensa attività sociale da parte dei cattolici con opere di assistenza, sindacati, casse rurali e assicurazioni.
Ma soprattutto l'enciclica fondò le basi teoriche per una società giusta secondo principi validi anche ai giorni nostri tanto che «Tutta la dottrina sociale potrebbe
essere intesa come un'attualizzazione, un approfondimento ed un espansione del nucleo originario di principi esposti nella Rerum Novarum».
La Chiesa, in quanto testimone di Cristo, non si pone di fronte alle questioni sociali tentando di elaborare sistemi di organizzazione alternativi né affronta i problemi secondo «orizzonti teorici e criteri operativi ristretti e insufficienti rispetto alle dinamiche in atto, intrinsecamente incapaci di individuare i concreti e pressanti bisogni umani nella loro vasta gamma».
La sua prerogativa è solo quella di promuovere un ordine sociale giusto che corrisponda ai valori cristiani e che possa aiutare la piena realizzazione degli individui.
In ogni caso essa deve sempre tenere conto della dimensione del mistero: «Se si mette tra parentesi la relazione con Dio, si svuota la natura del suo significato profondo, depauperandola. Se invece si arriva a riscoprire la natura nella sua dimensione di creatura, si può (…) penetrare così nell'orizzonte del mistero, che apre all'uomo il varco verso Dio».
Ma la Chiesa non è univocamente riconosciuta come testimone di Cristo. È noto infatti come con l'avanzare dei secoli essa sia stata percepita sempre più come una istituzione lontana dall'originario insegnamento evangelico. E una delle personalità più rilevanti dell'epoca moderna, il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900), ne ha fatto l'oggetto di un'aspra critica, come è evidente nella sua opera L'Anticristo, Maledizione del Cristianesimo (1888). Bisogna innanzitutto precisare che nella sua critica egli ingloba nella categoria di “cristiani” non solo quelli propriamente detti, ma anche i socialisti, gli idealisti e i romantici, ritenuti male morale e sociale: i primi danno valore, come i Cristiani, ai deboli, ai maltrattati e ai poveri; i secondi ritengono tutto subordinato allo spirito, del quale la realtà non è altro che manifestazione; i terzi sono colpevoli insieme ai precedenti di aver sostenuto l'esistenza di un mondo metafisico.
La critica è rivolta alla Chiesa così come è stata fondata dagli apostoli ed in particolare da San Paolo, il quale è ritenuto il principale responsabile del travisamento del vero messaggio di Gesù Cristo. Egli ha sfruttato le masse e gli oppressi per acquisire potere.
Anche i nazionalisti si possono considerare “cristiani” poiché utilizzano, come già Paolo fece, lo sfruttamento delle masse.
Il filosofo prussiano Arthur Schopenhauer, che pure fu suo ispiratore, viene successivamente criticato da Nietzsche e annoverato ai “cristiani” in quanto sosteneva la necessità di avere nei confronti dell'esistenza un atteggiamento di noluntas, non volontà, e quindi passività, per la quale risultava un nemico della vita.
Tema fondamentale infatti della sua produzione tarda è la Volontà di potenza, di difficile interpretazione, ma che in ogni caso rimanda ad un forte attaccamento alla vita, contrariamente a quanto sosteneva Schopenhauer.
Il Cristianesimo dunque, onnicomprensivo di tutti questi fenomeni, ha la colpa di aver creato un mondo dietro al mondo e di aver quindi tolto la forza di vivere agli uomini.
«Definisco il Cristianesimo l'unica grande maledizione, l'unica grande e più intima depravazione, l'unico grande istinto della vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, furtivo, sotterraneo, meschino - lo definisco l'unica immortale macchia d'infamia dell'umanità»1.
Risulta chiara in questa citazione l'opinione generale del filosofo a riguardo di ciò che egli ritiene “Cristianesimo”.
Il filosofo Giorgio Colli sottolinea nella sua nota introduttiva a L'Anticristo che Nietzsche racchiude nella parola “Cristianesimo” tutti gli ideali del mondo moderno (metafisica, morale, democrazia...) e perciò nel criticarlo attua la cosiddetta “trasvalutazione dei valori”, il rovesciamento dei valori comunemente accettati in favore di un nuovo modo di vivere, più autentico secondo il filosofo.
Il libro ebbe sì un grande successo per la sua critica veemente contro il Cristianesimo, la quale ha avuto la forza di incoraggiare coloro che celavano questo disprezzo, ma talvolta gli stessi sostenitori vengono annoverati tra i criticati e quindi nella categoria di “Cristiani”. I lettori più superficiali non sono in grado di accorgersene dato che è un libro che «si conviene ai pochissimi», ma i più attenti rimangono perplessi nell'accorgersi di essere equiparati all'oggetto della propria critica.
Nietzsche, sostiene ancora il Colli, ottiene un grande effetto facendo un cambio di prospettiva ovvero sostituendo all'etichetta di uomo moderno quella di uomo cristiano, amplificando così la forza della sua critica; ad esso contrappone per antitesi l'uomo antico, che è espressione della naturalità, al contrario del primo, il quale rappresenta la repressione di ciò che è naturale.
Nella sua critica al Cristianesimo egli tuttavia non coinvolge la figura di Cristo, come sostiene anche il filosofo Massimo Cacciari: «la polemica di Nietzsche contro il Cristianesimo è rivolta alla teologia paolina, peraltro fraintesa, e non alla figura sinottica di Gesù».
Nietzsche ritiene che l'insegnamento di Cristo, che è stato, secondo il filosofo, un insegnamento di vita e non un'opera di redenzione, sia stato frainteso dai primi cristiani e da San Paolo. Gesù è stato il primo ed unico cristiano, che ha promosso un modo di vivere e non una dottrina: criticava le gerarchie ecclesiastiche, scardinava le tradizioni e veniva visto come pericoloso per l'ordine costituito. È stato modello di un nuovo modo di comportarsi: essere veramente cristiani significa agire come lui ha agito; non è importante credere, secondo Nietzsche, ma agire.
Cristo è stato emblema di purezza, naturalezza, innocenza; egli aveva abolito il concetto di colpa, secondo il filosofo tedesco, e viveva il suo essere divino come buona novella e non come un privilegio: aveva eliminato la distanza tra divino e umano.
Manifestò la sua superiorità e la sua libertà anche nel suo modo di morire, senza risentimento. Tuttavia è proprio la sua morte a segnare per Nietzsche una sconfitta: Cristo è stato vittima della sua stessa compassione.
San Paolo invece non solo ha male interpretato ma pare proprio aver ribaltato l'insegnamento di Gesù incentrando non nella vita ma in qualcosa oltre ad essa il senso dell'esistenza. Ha creato simboli e ha logicizzato in dottrina l'insegnamento travisato in modo da ottenere potere sulle masse. E il tutto si basava, secondo Nietzsche, sulla menzogna della risurrezione.
Cristo dunque è stato un modello, sotto certi aspetti, per l'uomo, ma un modello non compreso, e soprattutto un ideale, che tuttavia è morto in croce e non vive più, non è più presente.....
(fine frammento)
Pare però che vi sia una figura che inevitabilmente in ogni epoca attragga a sé e spesso affascini gli uomini a tal punto da spingerli ad incentrare la propria esistenza in funzione del suo insegnamento. È un fatto rilevante con cui fare i conti perché non ha eguali in tutta la storia dell'umanità. Tale figura è Gesù Cristo.
«Indagando, interrogando, Gesù emerge sempre come l'uomo più sconvolgente di tutti i tempi (com'è noto il tempo stesso in buona parte del mondo si computa a partire dalla sua nascita). Non c'è nessun individuo che gli si possa paragonare per l'importanza, la vastità e la durata della sua influenza. Nessuno scatena amore e odio come lui. È anche il più rappresentato e cantato dall'arte di tutti i tempi. Anche la letteratura moderna ne è testimone».
È rilevante infatti la sua influenza anche su intellettuali e grandi personalità dei nostri tempi i quali non hanno esitato a darne un giudizio. Filosofi come Nietzsche, Hegel, Rousseau, Kierkegaard; letterati come Manzoni, Dostoevskij, Pasolini, Kafka; figure politiche come Napoleone non hanno potuto astenersi dall'osservare e dare un giudizio su una tale figura.
C'è chi, rimasto affascinato, ha fatto di Gesù il tema fondamentale della propria produzione. È il caso dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij (1821-1881) il quale, dopo essere stato colpito dalla lettura del Vangelo durante il suo periodo di prigionia in Siberia, decide di dedicare la sua produzione letteraria all'indagine della coscienza umana nei suoi meandri più oscuri e mostrare come la figura di Cristo possa essere soluzione delle esigenze fondamentali dell'uomo. Scrive inoltre ne I fratelli Karamàzov, romanzo del 1880: «Vasto è davvero l'uomo, fin troppo vasto. Qui il diavolo lotta con Dio e il campo di battaglia sono i cuori degli uomini». Lo scrittore russo testimonia questa convinzione nei suoi romanzi. Prevalgono infatti monologhi e dialoghi (in questo senso il critico Michail Bachtin parla di “romanzo polifonico" poiché la voce del narratore onnisciente è soffocata dalle voci dei personaggi) nei quali si esprime la coscienza umana, tralasciando la descrizione di ambienti e paesaggi. Ed in questa sua indagine la figura di Cristo è sempre presente (esplicitamente o implicitamente) come è evidente in ciò che scrive nell'abbozzo aL'adolescente dove si legge: «Mai ho potuto immaginarmi gli uomini senza di Lui». Ma perché la figura di Cristo e l'uomo sono così inscindibili per Dostoevskij? Perché l'uomo ha bisogno di Lui? Chi è Gesù per l'uomo? Lo scrittore russo scrive in una lettera alla moglie:
«Il Cristo solo ha potuto, ma il Cristo era l'ideale eterno, l'ideale di sempre, al quale l'uomo aspira e deve aspirare in forza della legge di natura. (…) tutto dipende da una cosa sola: che si riconosca o meno il Cristo come l'ideale definitivo sulla terra, ossia che tutto dipenda dalla fede cristiana. Se credi al Cristo, credi che vivrai eternamente (…). Il Cristo è entrato interamente nell'umanità e l'uomo aspira a trasfigurarsi nell'Io del Cristo, come nel suo ideale».
Dunque per Dostoevskij Cristo è sommo ideale dell'uomo. Ma non è solo un ideale astratto. Scrive infatti Divo Barsotti, sacerdote pisano, nella sua opera Dostoevskij, La passione per Cristo: «Se è poca l'attenzione che ha lo scrittore dell'ambiente fisico nel quale vivono i suoi personaggi, è perché il mondo nel quale egli li pone è il mistero. Una presenza invisibile li accompagna. L'uomo non è solo. Non è un altro mondo, ma questo mondo scopre una sua segreta profondità.(...)
Sembra che egli voglia introdurli in un mondo che essi vogliono rifiutare. È il mistero dell'uomo. Anzi è il mistero del Cristo. Egli è l'Uomo vero, l'Uomo eterno».1 Per l'autore russo quindi Cristo è anche una presenza misteriosa che permea la realtà e che parla all'intimo dell'uomo. E l'uomo o rimane scandalizzato e lo rifiuta o rimane affascinato e lo segue.
A seguire questa figura è anche un altro letterato e poeta moderno, Alessandro Manzoni (1785-1873), il quale approda al cattolicesimo dopo una meditata conversione che implica anche il suo modo di concepire la realtà, e quindi anche la letteratura. È noto infatti il passo della sua Lettera sul Romanticismo in cui afferma, contrariamente alla sua poetica degli anni giovanili, che «La poesia, la letteratura deve proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto, l'interessante per mezzo». E la verità non è il mito, tema fondamentale dei classicisti che per i romantici è «falso riconosciuto» (Lettera sul Romanticismo), ma è la storia in prospettiva cristiana. In essa tutto assume un preciso significato secondo un piano provvidenziale. La letteratura in Manzoni si apre, a differenza di Dostoevskij, alla dimensione storico sociale più che a quella della coscienza individuale. Il suo infatti viene definito “cristianesimo democratico”. L'attenzione è rivolta agli umili, ai poveri, ai perseguitati, ai sofferenti che possono trovare il loro riscatto nella predicazione e nell'opera salvifica compiuta da Cristo. Essa continua, secondo Manzoni, nell'operato della Chiesa e dello Spirito Santo, come si evince dal suo noto inno sacro La Pentecoste (1822), nel quale invoca quest'ultimo affinché anche nel suo tempo esso possa discendere e vincere le miserie umane.
Evidente è in questi versi la fiducia di Manzoni nei confronti della Chiesa come promotrice del messaggio evangelico («Che le tue tende spieghi \
Dall'uno all'altro mar») il quale solo può dare speranza ai sofferenti. Ma soprattutto grande è la fiducia nell'azione dello Spirito Santo, l'unica forza, secondo Manzoni, in grado di risollevare l'umanità dal proprio squallore, di ridare forza, coraggio, sicurezza, vitalità ai credenti e di infondere la giustizia nei cuori degli uomini corrotti (vv. 89-96; 113-120).
Anche in Manzoni quindi la figura di Cristo (inscindibilmente legata a quella del Padre e del Paraclito) non è solo ideale, in quanto promotrice di nuovi valori, ma è anche presenza (tramite l'azione dello Spirito Santo) in grado di dare speranza e significato alla storia umana.
In concreto il messaggio di Gesù viene testimoniato nell'età moderna anche dalla Chiesa seppur con nuovi mezzi. Rilevante dal punto di vista storico è la teorizzazione e la successiva applicazione della dottrina sociale. Essa «è parte integrante del ministero di evangelizzazione della Chiesa. Tutto ciò che riguarda la comunità degli uomini (…) non è estraneo all'evangelizzazione e questa non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta, personale e sociale dell'uomo».1È chiaro che la Chiesa nell'età moderna si prefigge un compito ben preciso: testimoniare il messaggio di Cristo attraverso un attento giudizio delle condizioni storico-sociali contemporanee e un agire concreto nella realtà in atto. Con la dottrina sociale la Chiesa «Annuncia Dio e il mistero di salvezza in Cristo ad ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l'uomo a se stesso».2Dunque anche in essa Cristo è ideale per l'uomo; ma è un ideale che assume concretezza nella storia umana, tramite l'agire degli individui nella Chiesa e nella società.
Documento fondamentale della moderna dottrina sociale della Chiesa è l'enciclica Rerum Novarum (Delle cose nuove) promulgata nel 1891 da papa Leone XIII. In essa il pontefice prende in considerazione i problemi sociali del suo tempo, in particolare la questione operaia, sotto l'ottica della dottrina cattolica e propone una soluzione coerente con essa: vi è il rifiuto del socialismo e del capitalismo sfrenato, vengono difesi il diritto alla proprietà nonché i diritti e i doveri dei lavoratori e degli imprenditori, il diritto di associazione e i diritti dei poveri e dei deboli; viene inoltre espresso il principio di collaborazione delle classi contrapposto a quello della lotta di classe tipicamente marxista.
Tutto questo si tradusse in una intensa attività sociale da parte dei cattolici con opere di assistenza, sindacati, casse rurali e assicurazioni.
Ma soprattutto l'enciclica fondò le basi teoriche per una società giusta secondo principi validi anche ai giorni nostri tanto che «Tutta la dottrina sociale potrebbe
essere intesa come un'attualizzazione, un approfondimento ed un espansione del nucleo originario di principi esposti nella Rerum Novarum».
La Chiesa, in quanto testimone di Cristo, non si pone di fronte alle questioni sociali tentando di elaborare sistemi di organizzazione alternativi né affronta i problemi secondo «orizzonti teorici e criteri operativi ristretti e insufficienti rispetto alle dinamiche in atto, intrinsecamente incapaci di individuare i concreti e pressanti bisogni umani nella loro vasta gamma».
La sua prerogativa è solo quella di promuovere un ordine sociale giusto che corrisponda ai valori cristiani e che possa aiutare la piena realizzazione degli individui.
In ogni caso essa deve sempre tenere conto della dimensione del mistero: «Se si mette tra parentesi la relazione con Dio, si svuota la natura del suo significato profondo, depauperandola. Se invece si arriva a riscoprire la natura nella sua dimensione di creatura, si può (…) penetrare così nell'orizzonte del mistero, che apre all'uomo il varco verso Dio».
Ma la Chiesa non è univocamente riconosciuta come testimone di Cristo. È noto infatti come con l'avanzare dei secoli essa sia stata percepita sempre più come una istituzione lontana dall'originario insegnamento evangelico. E una delle personalità più rilevanti dell'epoca moderna, il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900), ne ha fatto l'oggetto di un'aspra critica, come è evidente nella sua opera L'Anticristo, Maledizione del Cristianesimo (1888). Bisogna innanzitutto precisare che nella sua critica egli ingloba nella categoria di “cristiani” non solo quelli propriamente detti, ma anche i socialisti, gli idealisti e i romantici, ritenuti male morale e sociale: i primi danno valore, come i Cristiani, ai deboli, ai maltrattati e ai poveri; i secondi ritengono tutto subordinato allo spirito, del quale la realtà non è altro che manifestazione; i terzi sono colpevoli insieme ai precedenti di aver sostenuto l'esistenza di un mondo metafisico.
La critica è rivolta alla Chiesa così come è stata fondata dagli apostoli ed in particolare da San Paolo, il quale è ritenuto il principale responsabile del travisamento del vero messaggio di Gesù Cristo. Egli ha sfruttato le masse e gli oppressi per acquisire potere.
Anche i nazionalisti si possono considerare “cristiani” poiché utilizzano, come già Paolo fece, lo sfruttamento delle masse.
Il filosofo prussiano Arthur Schopenhauer, che pure fu suo ispiratore, viene successivamente criticato da Nietzsche e annoverato ai “cristiani” in quanto sosteneva la necessità di avere nei confronti dell'esistenza un atteggiamento di noluntas, non volontà, e quindi passività, per la quale risultava un nemico della vita.
Tema fondamentale infatti della sua produzione tarda è la Volontà di potenza, di difficile interpretazione, ma che in ogni caso rimanda ad un forte attaccamento alla vita, contrariamente a quanto sosteneva Schopenhauer.
Il Cristianesimo dunque, onnicomprensivo di tutti questi fenomeni, ha la colpa di aver creato un mondo dietro al mondo e di aver quindi tolto la forza di vivere agli uomini.
«Definisco il Cristianesimo l'unica grande maledizione, l'unica grande e più intima depravazione, l'unico grande istinto della vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, furtivo, sotterraneo, meschino - lo definisco l'unica immortale macchia d'infamia dell'umanità»1.
Risulta chiara in questa citazione l'opinione generale del filosofo a riguardo di ciò che egli ritiene “Cristianesimo”.
Il filosofo Giorgio Colli sottolinea nella sua nota introduttiva a L'Anticristo che Nietzsche racchiude nella parola “Cristianesimo” tutti gli ideali del mondo moderno (metafisica, morale, democrazia...) e perciò nel criticarlo attua la cosiddetta “trasvalutazione dei valori”, il rovesciamento dei valori comunemente accettati in favore di un nuovo modo di vivere, più autentico secondo il filosofo.
Il libro ebbe sì un grande successo per la sua critica veemente contro il Cristianesimo, la quale ha avuto la forza di incoraggiare coloro che celavano questo disprezzo, ma talvolta gli stessi sostenitori vengono annoverati tra i criticati e quindi nella categoria di “Cristiani”. I lettori più superficiali non sono in grado di accorgersene dato che è un libro che «si conviene ai pochissimi», ma i più attenti rimangono perplessi nell'accorgersi di essere equiparati all'oggetto della propria critica.
Nietzsche, sostiene ancora il Colli, ottiene un grande effetto facendo un cambio di prospettiva ovvero sostituendo all'etichetta di uomo moderno quella di uomo cristiano, amplificando così la forza della sua critica; ad esso contrappone per antitesi l'uomo antico, che è espressione della naturalità, al contrario del primo, il quale rappresenta la repressione di ciò che è naturale.
Nella sua critica al Cristianesimo egli tuttavia non coinvolge la figura di Cristo, come sostiene anche il filosofo Massimo Cacciari: «la polemica di Nietzsche contro il Cristianesimo è rivolta alla teologia paolina, peraltro fraintesa, e non alla figura sinottica di Gesù».
Nietzsche ritiene che l'insegnamento di Cristo, che è stato, secondo il filosofo, un insegnamento di vita e non un'opera di redenzione, sia stato frainteso dai primi cristiani e da San Paolo. Gesù è stato il primo ed unico cristiano, che ha promosso un modo di vivere e non una dottrina: criticava le gerarchie ecclesiastiche, scardinava le tradizioni e veniva visto come pericoloso per l'ordine costituito. È stato modello di un nuovo modo di comportarsi: essere veramente cristiani significa agire come lui ha agito; non è importante credere, secondo Nietzsche, ma agire.
Cristo è stato emblema di purezza, naturalezza, innocenza; egli aveva abolito il concetto di colpa, secondo il filosofo tedesco, e viveva il suo essere divino come buona novella e non come un privilegio: aveva eliminato la distanza tra divino e umano.
Manifestò la sua superiorità e la sua libertà anche nel suo modo di morire, senza risentimento. Tuttavia è proprio la sua morte a segnare per Nietzsche una sconfitta: Cristo è stato vittima della sua stessa compassione.
San Paolo invece non solo ha male interpretato ma pare proprio aver ribaltato l'insegnamento di Gesù incentrando non nella vita ma in qualcosa oltre ad essa il senso dell'esistenza. Ha creato simboli e ha logicizzato in dottrina l'insegnamento travisato in modo da ottenere potere sulle masse. E il tutto si basava, secondo Nietzsche, sulla menzogna della risurrezione.
Cristo dunque è stato un modello, sotto certi aspetti, per l'uomo, ma un modello non compreso, e soprattutto un ideale, che tuttavia è morto in croce e non vive più, non è più presente.....
(fine frammento)
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