CORELLI SCOPPIA UN NUOVO CASO
Due insegnanti fanno causa al Comune
Non c'è pace per il Corelli, l'istituto musicale cittadino per il quale l'amministrazione comunale ha annunciato a più riprese un piano di rilancio. Ma le condizioni ambientali in cui l'istituto sta versando, nonostante le parole di rassicurazione che a più riprese ha speso il Comune, non paiono veramente le migliori per favorire questo processo, stando almeno a quello che è emerso ieri a una conferenza stampa promossa dal sindacato Funzione pubblica della Cisl.
Al Corelli ci sono nove insegnanti in servizio - ha premesso Dino Pirini Casadei, segretario provinciale Fps della Cisl-: sei di questi sono precari, nonostante insegnino da molti anni e più volte hanno chiesto un miglioramento della loro condizione professionale. Ma anche i tre insegnanti a tempo indeterminato sono stati vessati da quello che noi riteniamo un iniquo provvedimento: dall'ottobre scorso a tutti e tre è stato commutato il contratto da 18 ore settimanali (in qualità di insegnanti di musica) a 36 (con la mansione di dipendenti comunali) ma tenendo lo stesso stipendio ed è stato loro chiesto di corrispondere a titolo di risarcimento quanto percepito in più dal Comune in tutti gli anni di precedente servizio per avere lavorato con un orario dimezzato rispetto a quello fatto entrare in vigore. Si tratta di somme molto consistenti. Un insegnante ha trovato l'accordo con la giunta, mentre gli altri due, Giorgio Borghi /uno dei sette uomini più ricchi della provincia FC, maestro del coro M.Callas ndr/e Werther Zauli, sono entrati in causa con l'amministrazione comunale, assistiti dall'avvocato Stefano Spinelli, pur continuando a insegnare con il nuovo orario di 36 ore.
«SI TRATTA di un ulteriore grave segnale di come il rilancio promesso al Corelli sia solo di nome e non di fatto - aggiunge Pirini Casadei -: l'istituto è costretto a risparmi forzosi, irrazionali, che poco hanno a che vedere con l'esistenza nella nostra città di un Conservatorio musicale di cui il Corelli dovrebbe essere a servizio e con l'effettiva domanda di cultura musicale tradizionalmente viva nei cesenati».
da "Il resto del Carlino"
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