giovedì 12 marzo 2009

Una rotonda unica a Savignano sul Rubicone, Capanne viventi

Rispetto dell'ambiente, delle tradizioni arti­gianali e culturali locali, dei lavori manuali. Questi i messaggi che si vogliono lanciare at­traverso il progetto di arredo voluto dal sin­daco Elena Battistini per la rotatoria collocata all'incrocio fra la via Emilia con le Strade Provinciali 33 per Gatteo e 11 per So­gliano sul Rubicone. ROTATORIA PONTE ROMANO.
foto rotonda capanne viventi savignanoI lavori sono iniziati da qualche set­timana. Sul campo il progettista e ideatore spagnolo Joan Farrè che realizzerà a Savi­gnano sul Rubicone- e in Italia per la prima volta - ciò che all'estero è realtà da molto tempo ossia arredi vivi, capaci di rinverdirsi, vegetare e cam­biare aspetto a seconda della stagione. "Que­sta rotatoria - spiega il sindaco Elena Battistini - è il biglietto da visita della città per chi viene a trovarci. Vi sorgerà una ripro­duzione del Ponte Romano sul fiume Rubi­cone, uno dei soggetti fondanti dell'identità cittadina, e sarà realizzato con il vigneto quale matrice culturale, sociale ed economica del territorio che ne richiama, tra l'altro, l'appartenenza del territorio alla Strada dei Vini e dei Sapori".
rotonda ponte sesareIl progetto si compone, nella parte centrale e premi­nente, di una struttura vegetale che ridisegna il ponte, da realizzare con fasci di salici che, piantati per talea, renderanno l'insieme vivo, capace di rinver­dirsi e caratterizzandosi ad ogni stagione. Le arcate vegetali assumeranno le sembianze di un ponte di foglie, quasi ad evocare quello in pietra, che poche centinaia di metri più avanti si erge a ricordare il passaggio di Giulio Cesare.
A completamento saranno ricostruiti alcuni tratti di filari di viti sotto le forme delle viti maritate che costituivano i nostri vigneti, i quali si sostenevano grazie a tutori vivi, quali olmi, gelsi, pioppi rendendo il territorio più ricco di disegni e sfumature di colore.
Il progetto è stato realizzato dall'Ecoistituto di Cesena, onlus di volon­tariato locale che si avvale della collaborazione di Pont de Queros, so­cietà artigiana catalana, dedita alle architetture vegetali viventi.

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